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  • Servire sotto l’amorevole mano di Geova

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  • Servire sotto l’amorevole mano di Geova
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
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  • Una malattia si trasforma in una benedizione
  • Salvo per un pelo
  • Progresso spirituale
  • Arresti e detenzione
  • Una prova diversa
  • Cautela
  • Una fedele compagna
  • Servizio alla Betel
  • Per più di 50 anni ho risposto all’invito: “Passa in Macedonia”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
  • “Invece dell’oro, ho trovato diamanti”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
  • Voglio dare a Geova quello che merita
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  • Geova ricompensa quelli che lo cercano sinceramente
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
w96 1/5 pp. 25-29

Servire sotto l’amorevole mano di Geova

NARRATO DA LAMBROS ZOUMBOS

Mi si presentava una scelta cruciale: accettare la proposta del mio ricco zio di diventare amministratore delle sue estese proprietà immobiliari, e risolvere così i problemi economici della mia famiglia, o diventare ministro di Geova Dio a tempo pieno. Lasciate che vi spieghi quali fattori influirono sulla decisione che presi.

SONO nato a Volo, una cittadina della Grecia, nel 1919. Mio padre vendeva abbigliamento per uomo e stavamo bene economicamente. Ma a causa della depressione economica alla fine degli anni ’20, papà andò fallito e perse il negozio. Ogni volta che guardavo mio padre gli leggevo in viso la disperazione e provavo tristezza.

Per un po’ i miei vissero in condizioni di estrema indigenza. Ogni giorno uscivo da scuola un’ora prima per fare la fila dove distribuivano le razioni di cibo. Eppure, nonostante la povertà, la nostra vita familiare era tranquilla. Sognavo di diventare medico, ma nell’adolescenza dovetti lasciare la scuola e mettermi a lavorare per aiutare la famiglia a tirare avanti.

Poi, durante la seconda guerra mondiale, la Grecia fu occupata dai tedeschi e dagli italiani e ci fu una grave carestia. Spesso vedevo amici e conoscenti morire di inedia per strada, scene orribili che non dimenticherò mai! Una volta la nostra famiglia rimase 40 giorni senza pane, alimento base in Grecia. Per sopravvivere io e mio fratello maggiore andavamo nei villaggi vicini a farci dare delle patate da amici e parenti.

Una malattia si trasforma in una benedizione

All’inizio del 1944 mi ammalai gravemente di pleurite. Durante i tre mesi di degenza in ospedale un cugino mi portò due opuscoli e mi disse: “Leggili; sono certo che ti piaceranno”. Gli opuscoli, Chi è Iddio? e Protezione, erano pubblicati dalla Watch Tower Bible and Tract Society. Dopo averli letti, parlai del contenuto con altri pazienti.

Uscito dall’ospedale, cominciai a frequentare la congregazione dei testimoni di Geova di Volo. Per un mese, però, dovetti stare a casa in convalescenza e ne approfittai per leggere, per sei-otto ore al giorno, vecchi numeri della Torre di Guardia e altre pubblicazioni edite dalla Società. Di conseguenza la mia crescita spirituale fu alquanto rapida.

Salvo per un pelo

Un giorno, a metà del 1944, ero seduto sulla panchina di un giardino pubblico a Volo. All’improvviso un gruppo paramilitare favorevole all’occupazione tedesca circondò il luogo e arrestò tutti i presenti. Circa 25 di noi fummo scortati per le strade fino al quartier generale della Gestapo, che aveva sede in un deposito di tabacco.

Pochi minuti dopo sentii chiamare il mio nome e quello della persona con cui stavo parlando nel giardino pubblico. Un ufficiale greco ci chiamò e ci disse che un mio parente ci aveva visto mentre i miliziani ci portavano via e lo aveva informato che eravamo testimoni di Geova. L’ufficiale greco disse che eravamo liberi di tornare a casa e ci diede il suo tesserino di riconoscimento da esibire qualora ci avessero arrestati di nuovo.

Il giorno seguente apprendemmo che i tedeschi avevano messo a morte quasi tutti gli arrestati quale rappresaglia per l’uccisione di due soldati tedeschi da parte dei partigiani greci. Oltre a essere stato forse sottratto alla morte, in quell’occasione capii l’importanza della neutralità cristiana.

Nell’autunno del 1944 simboleggiai la mia dedicazione a Geova col battesimo in acqua. L’estate seguente i Testimoni disposero che mi unissi alla congregazione di Sklithro, in montagna, dove mi sarei potuto riprendere bene. In Grecia infuriava la guerra civile scoppiata dopo la fine dell’occupazione tedesca. Il villaggio in cui mi trovavo divenne una specie di base delle forze irregolari. Il prete locale e un altro losco individuo mi accusarono di essere una spia dei governativi e mi fecero interrogare da un’autoproclamatasi corte marziale dei rivoltosi.

A quel processo burla era presente il capo dei rivoltosi della zona. Quando ebbi terminato di spiegare le ragioni per cui mi trovavo nel villaggio e ribadito che, come cristiano, ero completamente neutrale nella guerra civile, il capo disse agli altri: “Chiunque torca un capello a quest’uomo dovrà fare i conti con me!”

In seguito tornai a Volo, rafforzato nella fede ancor più che nella salute fisica.

Progresso spirituale

Poco dopo fui nominato servitore contabile nella congregazione locale. Nonostante i problemi causati dalla guerra civile — fra cui numerosi arresti dovuti alle accuse di proselitismo mosse dal clero — sia io che il resto della congregazione provavamo molta gioia nel partecipare al ministero cristiano.

Poi, all’inizio del 1947, ricevemmo la visita di un sorvegliante viaggiante dei testimoni di Geova. Era la prima visita del genere dopo la seconda guerra mondiale. In quell’occasione la prospera congregazione di Volo fu divisa in due congregazioni e io fui nominato sorvegliante che presiede in una di esse. In quel periodo organizzazioni paramilitari e nazionaliste seminavano il terrore fra la popolazione. Il clero approfittò della situazione. Mise le autorità contro i testimoni di Geova diffondendo la voce che eravamo comunisti o sostenitori dei gruppi di sinistra.

Arresti e detenzione

Nel 1947 fui arrestato una decina di volte e subii tre processi. Ogni volta fui assolto. Nella primavera del 1948 venni condannato a quattro mesi di reclusione per proselitismo. Scontai la condanna nella prigione di Volo. Nel frattempo il numero dei proclamatori del Regno della nostra congregazione raddoppiò e il cuore dei fratelli traboccava di gioia e felicità.

Nell’ottobre 1948, mentre tenevo un’adunanza con altri sei fratelli responsabili della nostra congregazione, cinque poliziotti fecero irruzione nella casa con le armi spianate e ci arrestarono. Ci portarono alla stazione di polizia senza spiegarci il motivo dell’arresto, e lì fummo percossi. Un agente che era stato pugile mi colpì in faccia. Poi fummo rinchiusi in una cella.

Successivamente l’ufficiale in capo mi convocò nel suo ufficio. Quando aprii la porta, mi lanciò addosso un calamaio, che però mi mancò e si infranse contro il muro. Voleva intimorirmi. Poi mi diede carta e penna e mi ordinò: “Scrivi il nome di tutti i testimoni di Geova di Volo e domattina portami la lista. In caso contrario, sai cosa ti attende!”

Non risposi, ma, tornato in cella, pregai Geova insieme agli altri fratelli. Sul foglio scrissi solo il mio nome e attesi di essere riconvocato. L’ufficiale non mi chiamò più. Durante la notte erano sopraggiunti dei combattenti della fazione opposta e l’ufficiale aveva guidato i suoi uomini all’attacco. Nello scontro era rimasto gravemente ferito, tanto da subire poi l’amputazione di una gamba. Alla fine fummo processati e accusati di aver tenuto un’adunanza illegale. Tutti e sette fummo condannati a cinque anni di prigione.

In carcere mi rifiutai di andare a Messa la domenica, così fui messo in cella di isolamento. Il terzo giorno chiesi di parlare col direttore del carcere. “Con tutto il rispetto”, gli dissi, “mi pare assurdo punire una persona che è disposta a farsi cinque anni di prigione per la sua fede”. Ci rifletté seriamente e poi disse: “Da domani lavorerai qui con me nel mio ufficio”.

Dopo un certo tempo mi mandarono a lavorare nell’infermeria come assistente del medico. Così imparai molte cose di carattere sanitario che si sono rivelate utilissime in anni successivi. In carcere ebbi molte opportunità di predicare e come risultato tre persone divennero testimoni di Geova.

Dopo aver scontato quasi quattro anni, nel 1952 venni messo in libertà vigilata. Successivamente dovetti subire un processo a Corinto per la questione della neutralità. (Isaia 2:4) Lì fui rinchiuso per breve tempo in un carcere militare e subii un’altra serie di abusi. Alcuni ufficiali erano molto creativi nel formulare le loro minacce. Dicevano: “Ti estrarrò il cuore e lo farò a pezzetti col pugnale”, o: “Non credere di fare una morte rapida con solo sei pallottole”.

Una prova diversa

Tuttavia dopo non molto fui rimandato a casa, dove ripresi a servire nella congregazione di Volo e trovai un lavoro part time. Un giorno ricevetti una lettera dalla filiale della Società ad Atene, che mi invitava a frequentare un corso di addestramento di due settimane e poi a visitare le congregazioni dei testimoni di Geova come sorvegliante di circoscrizione. Contemporaneamente uno zio paterno, senza figli e con estese proprietà immobiliari, mi chiese di amministrare i suoi beni. La mia famiglia viveva ancora in povertà e quel lavoro avrebbe risolto i loro problemi economici.

Andai dallo zio per ringraziarlo della proposta, ma gli dissi che avevo deciso di accettare un incarico speciale nel ministero cristiano. Si alzò in piedi, mi guardò serio e lasciò bruscamente la stanza. Tornò con un generoso dono in denaro con cui la mia famiglia sarebbe potuta andare avanti per alcuni mesi. Mi disse: “Prendi questo e facci quello che desideri”. Ancora oggi non riesco a descrivere ciò che provai in quel momento. Fu come se avessi sentito la voce di Geova che mi diceva: ‘Hai fatto la scelta giusta. Io sono con te’.

Con la benedizione della mia famiglia, nel dicembre 1953 partii per Atene. Benché solo mia madre fosse diventata Testimone, gli altri familiari non si opposero alla mia attività cristiana. Alla filiale di Atene mi attendeva un’altra sorpresa. C’era un telegramma di mia sorella che mi informava che la domanda di mio padre per ottenere la pensione sociale era stata accolta proprio quel giorno, dopo due anni di solleciti. Cos’altro potevo chiedere? Mi sembrava di avere le ali e di essere pronto a volare in alto nel servizio di Geova!

Cautela

Nei primi anni che trascorsi nella circoscrizione dovetti essere molto cauto, perché i testimoni di Geova erano accanitamente perseguitati dalle autorità religiose e politiche. Per visitare i fratelli cristiani, specialmente quelli che vivevano nei paesini e nei villaggi, camminavo per ore e ore col favore delle tenebre. I fratelli, rischiando l’arresto, si radunavano in un’abitazione e aspettavano con pazienza il mio arrivo. Che eccellente scambio di incoraggiamento erano per tutti noi quelle visite! — Romani 1:11, 12.

Per non farmi scoprire, a volte usavo dei travestimenti. Una volta mi camuffai da pastore per superare un posto di blocco e raggiungere un gruppo di fratelli che avevano grande bisogno di cura pastorale. Un’altra volta, nel 1955, io e un altro Testimone ci fingemmo venditori di aglio per non destare i sospetti della polizia. Dovevamo metterci in contatto con alcuni fratelli cristiani del paesino di Árgos Orestikón che erano diventati inattivi.

Sistemammo la nostra mercanzia nel mercato del paese. Un giovane poliziotto che pattugliava la zona si insospettì e, ogni volta che passava davanti a noi, ci osservava attentamente. Alla fine mi disse: “Non mi sembri un venditore di aglio”. In quel momento arrivarono tre ragazze, che sembrava volessero comprare l’aglio. Additando i miei prodotti esclamai: “Questo giovane agente mangia aglio come questo e guardate com’è forte e bello!” Le ragazze guardarono il poliziotto e risero. Anche lui sorrise e se ne andò.

Appena se ne fu andato mi recai al negozio dove i nostri fratelli spirituali lavoravano come sarti. Chiesi a uno di loro di attaccarmi un bottone che avevo staccato dalla giacca. Mentre lo cuciva, mi chinai e gli sussurrai: “Sono venuto dalla filiale per vedervi”. Dapprima i fratelli ebbero timore, dato che da anni non avevano contatti con altri Testimoni. Li incoraggiai come meglio potei e presi accordi per incontrarli più tardi al cimitero e proseguire la conversazione. Sono lieto di dire che la visita li incoraggiò ed essi ricominciarono a svolgere con zelo il ministero cristiano.

Una fedele compagna

Nel 1956, tre anni dopo aver iniziato l’opera come sorvegliante viaggiante, conobbi Niki, una giovane cristiana che amava molto l’opera di predicazione e desiderava dedicare la sua vita al ministero a tempo pieno. Ci innamorammo e nel giugno 1957 ci sposammo. Mi chiedevo se Niki sarebbe stata in grado di svolgere l’opera nella circoscrizione, visto il clima di ostilità che c’era in Grecia nei confronti dei testimoni di Geova. Con l’aiuto di Geova ci riuscì, e così divenne la prima donna ad accompagnare il marito nella circoscrizione in Grecia.

Per dieci anni prestammo servizio insieme nella circoscrizione, visitando quasi tutte le congregazioni della Grecia. Molte volte ci travestivamo e, con la valigia in mano, camminavamo per ore e ore col favore delle tenebre per raggiungere una congregazione. Nonostante la grande opposizione che spesso dovevamo affrontare, eravamo entusiasti vedendo con i nostri occhi la spettacolare crescita nel numero dei Testimoni.

Servizio alla Betel

Nel gennaio 1967 Niki ed io fummo invitati a servire alla Betel, come viene chiamata la filiale dei testimoni di Geova. L’invito ci colse di sorpresa, ma lo accettammo, certi che Geova stava guidando le cose. Col passar del tempo capimmo quale grande privilegio è servire in questo centro di attività teocratica.

Tre mesi dopo che avevamo intrapreso il servizio alla Betel, una giunta militare si impadronì del potere e i testimoni di Geova dovettero proseguire la loro opera in maniera meno visibile. Cominciammo a radunarci in piccoli gruppi, a tenere le assemblee nei boschi, a predicare con discrezione e a stampare e distribuire clandestinamente le pubblicazioni bibliche. Non fu difficile adattarsi alle circostanze, dal momento che bastò tornare ai metodi usati in precedenza per svolgere le nostre attività. Nonostante le restrizioni, il numero dei Testimoni salì da circa 11.000 nel 1967 a più di 17.000 nel 1974.

Dopo quasi 30 anni di servizio alla Betel, Niki ed io continuiamo ad apprezzare le nostre benedizioni spirituali, nonostante gli acciacchi dovuti all’età. Per più di dieci anni vivemmo nella filiale di Via Kartali, ad Atene. Nel 1979 fu dedicata una nuova filiale a Marousi, un sobborgo di Atene. Ma dal 1991 abbiamo il nuovo e spazioso complesso di Eleona, 60 chilometri a nord di Atene. Qui presto servizio nell’infermeria della Betel, dove l’addestramento ricevuto in carcere come assistente del medico si è rivelato molto utile.

Durante gli oltre quattro decenni che ho dedicato al ministero a tempo pieno, mi sono reso conto, come Geremia, della veracità della promessa di Geova: “Di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”. (Geremia 1:19) Sì, Niki ed io siamo stati riccamente benedetti da Geova. Ci rallegriamo di continuo dell’abbondanza del suo amorevole interessamento e della sua immeritata benignità.

L’incoraggiamento che do ai giovani dell’organizzazione di Geova è di cercare di iniziare il ministero a tempo pieno. Così facendo possono accogliere l’invito di Geova di metterlo alla prova per vedere se manterrà la sua promessa di ‘aprire le cateratte dei cieli e realmente vuotare su di loro una benedizione finché non ci sia più bisogno’. (Malachia 3:10) Giovani, per esperienza personale posso assicurarvi che Geova benedirà di certo tutti coloro che confidano pienamente in lui.

[Immagine a pagina 26]

Lambros Zoumbos e la moglie Niki

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