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  • La “tunica sacra” di Treviri

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  • La “tunica sacra” di Treviri
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
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  • Perché vanno a vedere questa veste?
  • Treviri, crogiolo di religioni
    Svegliatevi! 1980
  • Pellegrinaggi: Espressione di vera fede?
    Svegliatevi! 1974
  • Lunga veste
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Cotta di maglia
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 1/4 p. 19

La “tunica sacra” di Treviri

TREVIRI, con 2.000 anni di storia, è la più antica città della Germania.a Per secoli Treviri ha avuto forti legami con la Chiesa Cattolica. Nel 1996 è stata esposta nella cattedrale di Treviri una reliquia che si suppone sia antica quasi quanto la città. Viene chiamata la “tunica sacra” di Treviri.

La tunica, a mezze maniche, è lunga 157 centimetri e larga 109. È di cotone e, stando a quello che dice Hans-Joachim Kann nel suo libro “Guida per il pellegrinaggio a Treviri e dintorni” (Wallfahrtsführer Trier und Umgebung), era probabilmente portata come sopravveste. Secondo alcuni l’indumento originale — che nel corso dei secoli è stato in gran parte riparato e rinforzato con altri pezzi di stoffa — risalirebbe al II o addirittura al I secolo E.V. Se la data fosse esatta, sarebbe un capo di vestiario antico, un interessante pezzo da museo.

Tuttavia alcuni sostengono che l’indumento non sia solo raro ma anche sacro, e così lo chiamano la “tunica sacra”. Questo perché è senza cuciture, come la tunica indossata da Gesù Cristo. (Giovanni 19:23, 24) Alcuni affermano che la “tunica sacra” sia effettivamente appartenuta al Messia.

Come abbia fatto la tunica ad arrivare a Treviri non si sa con certezza. Un’opera di consultazione dice che fu “donata alla città dall’imperatrice Elena, la madre di Costantino il Grande”. Kann rileva che la prima notizia attendibile sulla presenza della tunica a Treviri è del 1196.

La tunica, conservata nella cattedrale, viene esposta a intervalli irregolari dal XVI secolo. Per esempio, fu esposta nel 1655, poco dopo la guerra dei trent’anni, che era costata molto a Treviri. La vendita dei souvenir del pellegrinaggio ha periodicamente fruttato parecchio.

In questo secolo ci sono stati tre pellegrinaggi per vedere la “tunica sacra”: nel 1933, nel 1959 e nel 1996. Nel 1933 il pellegrinaggio fu annunciato lo stesso giorno in cui Hitler venne nominato cancelliere del Reich tedesco. Kann fa notare che il fatto che i due avvenimenti si verificassero nella stessa data sottolinea le circostanze in cui avvenne il pellegrinaggio. Soldati nazisti in divisa formarono una guardia d’onore per i pellegrini fuori della cattedrale. Quell’anno due milioni e mezzo di persone andarono a vedere la veste.

Herbert, che abita a Treviri da molti anni, ha fatto un paragone fra il pellegrinaggio del 1959 e quello del 1996. “Nel 1959 le strade erano affollate, e quasi a ogni angolo c’erano bancarelle che vendevano souvenir. Quest’anno tutto si è svolto molto più in sordina”. In effetti nel 1996 solo 700.000 persone hanno visto la tunica, un milione di meno che nel 1959.

Perché vanno a vedere questa veste?

La chiesa dà risalto al fatto che la veste non dovrebbe essere considerata un oggetto di venerazione. La veste senza cuciture è considerata un simbolo dell’unità della chiesa. Un giornale tedesco scrive che, nell’annunciare il pellegrinaggio, il vescovo Spital ha detto: “La situazione insolita che c’è nel mondo spinge noi cristiani a trovare risposte insolite. Dobbiamo opporci alla crescente ondata di odio, brutalità e violenza”. (Frankfurter Allgemeine Zeitung) Il vescovo ha spiegato che vedere la veste sarebbe servito a ricordare l’unità.

Ma perché c’è bisogno della “tunica sacra” per ricordare l’unità della chiesa? Che dire se la veste venisse danneggiata o si sbriciolasse o se venisse dimostrato che è un falso? L’unità della chiesa sarebbe allora in pericolo? Che dire di coloro che non possono andare in pellegrinaggio a Treviri? Sono forse meno consapevoli dell’unità della chiesa?

Le Sacre Scritture non dicono mai che i primi cristiani avessero bisogno di oggetti per rammentare il bisogno di unità cristiana. Anzi, l’apostolo Paolo incoraggiò i cristiani dicendo: “Camminiamo per fede, non per visione”. (2 Corinti 5:7) L’unità che regna fra i veri cristiani è pertanto definita “unità della fede”. — Efesini 4:11-13.

[Nota in calce]

a Vedi Svegliatevi! dell’8 ottobre 1980, pagine 21-23.

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