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  • Sarete fedeli come Elia?

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  • Sarete fedeli come Elia?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
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  • Una drammatica prova per stabilire chi è il vero Dio
  • “Elia il profeta” deve ancora venire?
  • Hanno lo spirito di Elia
  • Fedeli nella prova
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 15/9 pp. 10-15

Sarete fedeli come Elia?

“Vi mando Elia il profeta prima che venga il grande e tremendo giorno di Geova”. — MALACHIA 4:5.

1. Quale situazione critica si è creata circa 500 anni dopo l’arrivo di Israele nella Terra Promessa?

“UN PAESE dove scorre latte e miele”. (Esodo 3:7, 8) Questo è il paese che Geova Dio diede agli israeliti dopo averli liberati dalla schiavitù d’Egitto nel XVI secolo a.E.V. Ma guardate! Sono passati cinque secoli e ora il regno delle dieci tribù di Israele è afflitto da una grave carestia. È difficile trovare anche solo dell’erba. Le bestie stanno morendo e non piove da tre anni e mezzo. (1 Re 18:5; Luca 4:25) A cosa è dovuta questa calamità?

2. Come mai la nazione di Israele si trova in una situazione così critica?

2 A provocare questa situazione critica è stata l’apostasia. Violando la Legge di Dio, il re Acab ha sposato la principessa cananea Izebel e le ha permesso di introdurre in Israele il culto di Baal. Quel che è peggio, Acab ha edificato un tempio a questo falso dio a Samaria, la capitale. Gli israeliti sono stati addirittura indotti a credere che l’adorazione di Baal assicurerà loro abbondanti raccolti! Come Geova ha avvertito, però, ora rischiano di ‘perire dal loro buon paese’. — Deuteronomio 7:3, 4; 11:16, 17; 1 Re 16:30-33.

Una drammatica prova per stabilire chi è il vero Dio

3. In che modo il profeta Elia richiama l’attenzione sul vero problema di Israele?

3 Quando inizia la carestia, Elia, fedele profeta di Dio, dice al re Acab: “Come vive Geova l’Iddio d’Israele dinanzi al quale in effetti io sto, durante questi anni non cadrà né rugiada né pioggia, eccetto che per ordine della mia parola!” (1 Re 17:1) Dopo aver constatato la terribile verità di questa dichiarazione, il re accusa Elia di aver dato l’ostracismo a Israele. Ma Elia replica che la colpa è di Acab e della sua casa, poiché hanno commesso apostasia diventando adoratori di Baal. Per risolvere la questione, il profeta di Geova dice ad Acab di radunare tutto Israele sul monte Carmelo insieme ai 450 profeti di Baal e ai 400 profeti del palo sacro. Acab e i suoi sudditi si radunano sul posto, sperando forse che questo contribuisca a far cessare la siccità. Ma Elia richiama l’attenzione sulla questione più importante. “Fino a quando zoppicherete su due differenti opinioni? Se il vero Dio è Geova, seguitelo; ma se è Baal, seguite lui”. Gli israeliti non sanno cosa rispondere. — 1 Re 18:18-21.

4. Per risolvere la questione su chi è il vero Dio, cosa propone Elia?

4 Da anni gli israeliti cercano di mischiare l’adorazione di Geova col baalismo. Per risolvere la questione su chi è il vero Dio, Elia propone ora una disfida. Egli preparerà un giovane toro per il sacrificio, e i profeti di Baal ne prepareranno un altro. Poi Elia dice: “Voi dovete invocare il nome del vostro dio, e io, da parte mia, invocherò il nome di Geova; e deve avvenire che il vero Dio che risponderà mediante il fuoco è il vero Dio”. (1 Re 18:23, 24) Pensate: fuoco dal cielo in risposta a una preghiera!

5. Come viene resa evidente l’inutilità dell’adorazione di Baal?

5 Elia invita i profeti di Baal a cominciare. Preparano un toro per il sacrificio e lo dispongono sull’altare. Poi si mettono a saltellare intorno all’altare, pregando: “O Baal, rispondici!” La cosa va avanti “dalla mattina fino a mezzogiorno”. “Chiamate con quanto fiato avete”, li schernisce Elia. Baal dev’essere occupato in una faccenda urgente “o forse dorme e si deve svegliare!” Dopo un po’ i profeti di Baal cominciano ad agitarsi freneticamente. Guardate! Si fanno incisioni con le daghe e dalle ferite scorre il sangue. E che frastuono quando tutti e 450 si mettono a urlare con quanto fiato hanno! Ma non c’è risposta. — 1 Re 18:26-29.

6. Quali preparativi fa Elia per la prova che deve evidenziare chi è il vero Dio?

6 Ora è la volta di Elia. Ricostruisce l’altare di Geova, vi scava un fosso tutt’intorno e prepara il sacrificio. Poi fa versare acqua sulla legna e sul sacrificio. Dodici grosse giare d’acqua vengono versate sull’altare, finché il fosso stesso non è pieno. Immaginate la tensione mentre Elia prega: “O Geova, Iddio di Abraamo, Isacco e Israele, si conosca oggi che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servitore e che per la tua parola ho fatto tutte queste cose. Rispondimi, o Geova, rispondimi, affinché questo popolo conosca che tu, Geova, sei il vero Dio e che tu stesso hai rivolto indietro il loro cuore”. — 1 Re 18:30-37.

7, 8. (a) Come risponde Geova alla preghiera di Elia? (b) Quali risultati produce ciò che è avvenuto sul monte Carmelo?

7 In risposta alla preghiera di Elia ‘il fuoco di Geova cade dal cielo e divora l’olocausto e la legna e le pietre e la polvere, e prosciuga l’acqua nel fosso’. Il popolo cade sulla propria faccia e dice: “Geova è il vero Dio! Geova è il vero Dio!” (1 Re 18:38, 39) A questo punto Elia agisce con decisione e ordina: “Prendete i profeti di Baal! Non ne scampi nemmeno uno!” Dopo che sono stati scannati nella valle del Chison, il cielo si riempie di nubi oscure. Finalmente un rovescio di pioggia pone fine alla siccità! — 1 Re 18:40-45; confronta Deuteronomio 13:1-5.

8 Che giorno grandioso! Geova ha trionfato in questa straordinaria prova dimostrando la sua Divinità. Per di più grazie a tali avvenimenti il cuore di molti israeliti torna a Dio. In questo e in altri modi Elia si dimostra un profeta fedele. Ed egli stesso è una figura profetica.

“Elia il profeta” deve ancora venire?

9. Cosa fu profetizzato in Malachia 4:5, 6?

9 In epoca successiva Dio predisse tramite Malachia: “Ecco, vi mando Elia il profeta prima che venga il grande e tremendo giorno di Geova. Ed egli deve far volgere il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri; affinché io non venga e realmente colpisca la terra, votandola alla distruzione”. (Malachia 4:5, 6) Elia visse circa 500 anni prima che queste parole venissero pronunciate. Dato che questa era una profezia, gli ebrei del I secolo E.V. attendevano che Elia venisse ad adempierla. — Matteo 17:10.

10. Chi era l’Elia predetto e come lo sappiamo?

10 Chi era dunque questo Elia che doveva venire? La sua identità fu rivelata da Gesù Cristo quando disse: “Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora il regno dei cieli è la meta verso cui si spingono gli uomini, e quelli che si spingono avanti lo afferrano. Poiché tutti, i Profeti e la Legge, hanno profetizzato fino a Giovanni; e se lo volete accettare: Egli stesso è l’‘Elia che è destinato a venire’”. Sì, colui che era stato prefigurato da Elia era Giovanni il Battezzatore. (Matteo 11:12-14; Marco 9:11-13) Parlando a Zaccaria, padre di Giovanni, un angelo aveva detto che Giovanni avrebbe avuto “lo spirito e la potenza di Elia” e avrebbe ‘preparato a Geova un popolo ben disposto’. (Luca 1:17) Il battesimo amministrato da Giovanni era un simbolo pubblico del pentimento dell’individuo per i peccati commessi contro la Legge, la quale doveva condurre gli ebrei a Cristo. (Luca 3:3-6; Galati 3:24) Perciò l’opera di Giovanni ‘preparò a Geova un popolo ben disposto’.

11. Alla Pentecoste, cosa disse Pietro circa il “giorno di Geova”, e quando arrivò?

11 L’opera di Giovanni il Battezzatore in qualità di “Elia” dimostrò che era vicino un “giorno di Geova”. Anche l’apostolo Pietro indicò la vicinanza di quel giorno, in cui Dio avrebbe agito contro i suoi nemici e salvato il suo popolo. Mise in risalto che gli eventi miracolosi che si erano verificati alla Pentecoste del 33 E.V. erano un adempimento della profezia di Gioele circa il versamento dello spirito di Dio. Pietro indicò che questo doveva avvenire prima del “grande e illustre giorno di Geova”. (Atti 2:16-21; Gioele 2:28-32) Fu nel 70 E.V. che Geova adempì la sua Parola facendo eseguire dagli eserciti romani il suo giudizio sulla nazione che aveva rigettato suo Figlio. — Daniele 9:24-27; Giovanni 19:15.

12. (a) Cosa dissero Paolo e Pietro riguardo a un futuro “giorno di Geova”? (b) Perché era certo che doveva aver luogo qualcosa che era stato prefigurato dall’opera di Elia?

12 Comunque, doveva verificarsi qualcos’altro dopo il 70 E.V. L’apostolo Paolo mise in relazione un futuro “giorno di Geova” con la presenza di Gesù Cristo. Inoltre l’apostolo Pietro parlò di quel giorno in relazione ai “nuovi cieli e nuova terra” ancora futuri. (2 Tessalonicesi 2:1, 2; 2 Pietro 3:10-13) Tenete presente che Giovanni il Battezzatore compì un’opera simile a quella di Elia prima che nel 70 E.V. arrivasse il “giorno di Geova”. Nell’insieme tutto questo indicava che doveva aver luogo qualcos’altro che era stato rappresentato dall’opera compiuta da Elia. Di che si trattava?

Hanno lo spirito di Elia

13, 14. (a) Che parallelo c’è fra le attività di Elia e quelle degli odierni cristiani unti? (b) Cos’ha fatto la cristianità apostata?

13 Non solo l’opera di Elia ebbe un parallelo nelle attività di Giovanni il Battezzatore, ma lo ha anche in quelle dei cristiani unti in questi tempi difficili prima del veniente “giorno di Geova”. (2 Timoteo 3:1-5) Essi sostengono lealmente la vera adorazione con lo spirito e la potenza di Elia. E ce ne è stato davvero bisogno! Dopo la morte degli apostoli di Cristo ci fu un’apostasia dal vero cristianesimo, come ai giorni di Elia in Israele si era diffusa l’adorazione di Baal. (2 Pietro 2:1) Sedicenti cristiani cominciarono a mischiare il cristianesimo con dottrine e pratiche religiose false. Per esempio adottarono l’insegnamento antiscritturale pagano dell’immortalità dell’anima. (Ecclesiaste 9:5, 10; Ezechiele 18:4) La cristianità apostata ha smesso di usare il nome del solo vero Dio, Geova. Al suo posto adora una Trinità. Ha pure adottato la consuetudine di inchinarsi davanti a immagini di Gesù e di sua madre Maria, una pratica legata al baalismo. (Romani 1:23; 1 Giovanni 5:21) E non è tutto.

14 A partire dal XIX secolo esponenti delle chiese della cristianità cominciarono a manifestare dubbi su molte parti della Bibbia. Per esempio rigettarono il racconto della creazione contenuto in Genesi e si inchinarono alla teoria dell’evoluzione, definendola “scientifica”. Essa è in aperto contrasto con gli insegnamenti di Gesù Cristo e degli apostoli. (Matteo 19:4, 5; 1 Corinti 15:47) Come Gesù e i suoi primi seguaci, gli odierni cristiani unti con lo spirito sostengono invece il racconto biblico della creazione. — Genesi 1:27.

15, 16. A differenza della cristianità, chi ha potuto contare su regolari provviste di cibo spirituale, e grazie a quali mezzi?

15 Mentre il mondo entrava nel “tempo della fine”, la cristianità fu stretta nella morsa di una carestia spirituale. (Daniele 12:4; Amos 8:11, 12) Ma il piccolo gruppo di cristiani unti poté contare su regolari provviste di cibo spirituale “a suo tempo” provveduto da Dio, così come Geova fece in modo che Elia venisse sfamato durante la carestia dei suoi giorni. (Matteo 24:45; 1 Re 17:6, 13-16) Un tempo conosciuti come Studenti Biblici Internazionali, quei fedeli servitori di Dio ricevettero poi il nome scritturale di Testimoni di Geova. — Isaia 43:10.

16 Elia tenne fede al significato del suo nome, cioè “Il mio Dio è Geova”. La Torre di Guardia, organo ufficiale dei servitori di Geova sulla terra, ha sempre usato il nome di Dio. Infatti nel suo secondo numero (agosto 1879) questa rivista esprimeva la fiducia di avere Geova come sostenitore. Questa e altre pubblicazioni della Società (Watch Tower) smascherano gli insegnamenti antiscritturali della cristianità e del resto di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e sostengono la veridicità della Parola di Dio, la Bibbia. — 2 Timoteo 3:16, 17; Rivelazione (Apocalisse) 18:1-5.

Fedeli nella prova

17, 18. Come reagì Izebel alla strage dei profeti di Baal, ma come fu aiutato Elia?

17 Vedendosi smascherato, il clero reagì come aveva reagito Izebel quando aveva appreso che Elia aveva ucciso i profeti di Baal. Izebel mandò un messaggio al fedele profeta di Geova, giurandogli che lo avrebbe messo a morte. Non era una semplice minaccia, perché Izebel aveva già fatto assassinare molti profeti di Dio. Per timore Elia fuggì a Beer-Seba, verso sud-ovest. Lasciò lì il suo servitore e andò ancora più lontano, nel deserto, pregando di morire. Ma Geova non aveva abbandonato il suo profeta. Un angelo apparve a Elia per prepararlo per il lungo viaggio fino al monte Horeb. Elia ricevette così nutrimento che lo sostenne per i 40 giorni del viaggio, durante il quale percorse più di 300 chilometri. Sull’Horeb Dio gli parlò dopo una straordinaria manifestazione di potenza in un grande vento, in un terremoto e in un fuoco. Geova non era in tali manifestazioni. Quelle erano manifestazioni del suo spirito santo, o forza attiva. Quindi Geova parlò al suo profeta. Immaginate quanto dovette sentirsi rafforzato Elia da quell’esperienza! (1 Re 19:1-12) Che dire se in qualche modo, come Elia, provassimo timore quando siamo minacciati dai nemici della vera adorazione? La sua esperienza dovrebbe farci capire che Geova non abbandona il suo popolo. — 1 Samuele 12:22.

18 Dio rese chiaro che Elia aveva ancora del lavoro da compiere come profeta. Inoltre, sebbene Elia pensasse di essere l’unico adoratore del vero Dio in Israele, Geova gli mostrò che 7.000 persone non si erano inchinate a Baal. Quindi lo rimandò a svolgere il compito che gli aveva assegnato. (1 Re 19:13-18) Come Elia, potremmo essere inseguiti dai nemici della vera adorazione. Potremmo essere oggetto di intensa persecuzione, come predisse Gesù. (Giovanni 15:17-20) A volte potremmo diventare apprensivi. Ma possiamo essere come Elia, che fu rassicurato da Geova e poi perseverò fedelmente nel Suo servizio.

19. Cosa capitò ai cristiani unti nel periodo della prima guerra mondiale?

19 A causa dell’intensa persecuzione che subirono durante la prima guerra mondiale, alcuni cristiani unti cedettero al timore e smisero di predicare. Pensarono a torto che la loro opera sulla terra fosse finita. Ma Dio non li rigettò. Al contrario, li sostenne misericordiosamente, così come aveva provveduto cibo a Elia. Come Elia, gli unti fedeli accettarono la correzione divina e si ripresero dall’inattività. I loro occhi si aprirono al grande privilegio di predicare il messaggio del Regno.

20. Quale privilegio è concesso oggi a coloro che sono fedeli come Elia?

20 Nella profezia circa la sua presenza, Gesù indicò l’opera mondiale che sarebbe stata portata a termine prima della fine di questo malvagio sistema di cose. (Matteo 24:14) Oggi quest’opera viene svolta dai cristiani unti e dai milioni di loro compagni che hanno la speranza di vivere su una terra paradisiaca. Partecipare all’opera di predicazione del Regno finché non sia finita è un privilegio concesso soltanto a coloro che sono fedeli come Elia.

Siate fedeli come Elia

21, 22. (a) In quale opera prendono oggi la direttiva i cristiani unti? (b) Grazie a quale aiuto viene svolta l’opera di predicazione, e perché è necessario?

21 Con uno zelo simile a quello di Elia il piccolo rimanente dei veri cristiani unti ha assolto la propria responsabilità di aver cura degli interessi terreni del Re intronizzato, Gesù Cristo. (Matteo 24:47) Ormai da oltre 60 anni Dio si serve di questi unti per promuovere l’opera di fare discepoli di persone alle quali ha concesso la meravigliosa speranza della vita eterna su una terra paradisiaca. (Matteo 28:19, 20) Questi milioni di persone possono essere davvero grate che i relativamente pochi unti ancora in vita assolvano fedelmente e con zelo le loro responsabilità!

22 Uomini imperfetti hanno potuto compiere quest’opera di predicazione del Regno soltanto grazie alla forza che Geova dà a quelli che confidano in lui in preghiera. “Elia fu un uomo con sentimenti simili ai nostri”, disse il discepolo Giacomo citando come esempio la preghiera del profeta per illustrare la forza della preghiera del giusto. (Giacomo 5:16-18) Elia non passava tutto il tempo a fare profezie o a compiere miracoli. Aveva gli stessi sentimenti e le stesse debolezze che abbiamo noi come esseri umani, eppure servì Dio fedelmente. Dato che anche noi abbiamo l’aiuto di Dio e riceviamo forza da lui, possiamo essere fedeli come Elia.

23. Perché abbiamo buoni motivi per essere fedeli e ottimisti?

23 Abbiamo buoni motivi per essere fedeli e ottimisti. Ricordate che Giovanni il Battezzatore compì un’opera simile a quella di Elia prima del “giorno di Geova” che si abbatté nel 70 E.V. Con lo spirito e la potenza di Elia, i cristiani unti hanno compiuto in tutta la terra una simile opera comandata da Dio. Questo dimostra chiaramente che il grande “giorno di Geova” è vicino.

Come rispondereste?

◻ Come fu dimostrato sul monte Carmelo che Geova è il vero Dio?

◻ Chi era l’‘Elia che doveva venire’, e cosa fece?

◻ In che modo gli odierni cristiani unti hanno dimostrato di avere lo spirito di Elia?

◻ Perché possiamo essere fedeli come Elia?

[Riquadro a pagina 15]

A quali cieli ascese Elia?

“AVVENNE che mentre [Elia ed Eliseo] camminavano, parlando mentre camminavano, ebbene, ecco, un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco, e operavano fra loro due una separazione; ed Elia ascendeva ai cieli nel turbine”. — 2 Re 2:11.

Che significato ha la parola “cieli” in questo contesto? A volte il termine si riferisce allo spirituale luogo di dimora di Dio e dei suoi figli angelici. (Matteo 6:9; 18:10) “Cieli” può anche indicare l’universo fisico. (Deuteronomio 4:19) E nella Bibbia questo termine è usato anche per indicare lo strato inferiore dell’atmosfera terrestre, dove volano gli uccelli e soffiano i venti. — Salmo 78:26; Matteo 6:26.

A quale di questi cieli ascese il profeta Elia? Evidentemente fu trasferito attraverso l’atmosfera terrestre e collocato in una diversa parte del globo. Anni dopo Elia era ancora sulla terra, perché scrisse una lettera a Ieoram re di Giuda. (2 Cronache 21:1, 12-15) Che Elia non fosse asceso fino alla dimora spirituale di Geova Dio fu successivamente confermato da Gesù Cristo, il quale dichiarò: “Nessun uomo è asceso al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”, cioè Gesù stesso. (Giovanni 3:13) La via che porta alla vita celeste fu aperta per la prima volta a uomini imperfetti dopo la morte, risurrezione e ascensione di Gesù Cristo. — Giovanni 14:2, 3; Ebrei 9:24; 10:19, 20.

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