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  • Un nuovo incarico a 80 anni
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La verità biblica cambia la nostra vita
  • Esempi che ci rafforzarono
  • Pioniera nell’East Anglia
  • Il periodo della guerra e una famiglia
  • La nostra decisione di trasferirci in Spagna
  • “Siccome abbiamo questo ministero . . . , non veniamo meno”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
  • Annuario dei testimoni di Geova 1986
    Annuario dei Testimoni di Geova del 1986
  • Mamme, cosa potete imparare da Eunice?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2022
  • Qual è il desiderio del vostro cuore?
    Ministero del Regno 1973
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
w98 1/5 pp. 26-29

Un nuovo incarico a 80 anni

NARRATO DA GWENDOLINE MATTHEWS

Quando compii 80 anni, mio marito ed io decidemmo di caricare tutte le nostre cose su un furgone preso a nolo e trasferirci dall’Inghilterra in Spagna. Non parlavamo spagnolo ed eravamo diretti nella Spagna sud-occidentale, lontano dalle località frequentate dai turisti di lingua inglese. La maggioranza dei nostri amici pensarono che fossimo diventati matti, ma rammentai allegramente a me stessa che Abraamo aveva 75 anni quando lasciò Ur.

IL TEMPO ha rivelato che gli anni che abbiamo trascorso in Spagna da che ci trasferimmo nell’aprile 1992 sono stati fra i più gratificanti della nostra vita. Ma prima che vi spieghi le ragioni del nostro trasferimento, lasciate che vi racconti come, avendo trascorso una vita al servizio di Geova, arrivammo a prendere una decisione così importante.

La verità biblica cambia la nostra vita

Sono cresciuta in Inghilterra, in una famiglia religiosa che abitava nella parte sud-occidentale di Londra. Mia madre portava me e mia sorella in vari luoghi di culto perché era alla ricerca di qualcosa che soddisfacesse il suo bisogno spirituale. Mio padre, malato cronico di tubercolosi, non veniva con noi, ma era un avido lettore della Bibbia e sottolineava tutti i passi che lo colpivano. Una delle cose più care che oggi ho è quella Bibbia logora a cui era così affezionato.

Nel 1925, quando avevo 14 anni, qualcuno infilò sotto la nostra porta un volantino che invitava a una conferenza pubblica nella sala comunale di West Ham. Mia madre e una vicina decisero di andarci, e io e mia sorella andammo con loro. Quel discorso, “Milioni ora viventi non morranno mai”, piantò i semi della verità biblica nel cuore di mia madre.

Alcuni mesi dopo, mio padre morì all’età di 38 anni. La sua morte fu un colpo tremendo: ci lasciò distrutte e nell’indigenza. Al servizio funebre, tenuto nella locale chiesa anglicana, mia madre rimase di stucco sentendo il prete dire che l’anima di mio padre era in cielo. Lei sapeva dalla Bibbia che i morti dormono nella tomba e credeva fermamente che un giorno papà sarebbe stato risuscitato e avrebbe avuto la vita eterna sulla terra. (Salmo 37:9-11, 29; 146:3, 4; Ecclesiaste 9:5; Atti 24:15; Rivelazione [Apocalisse] 21:3, 4) Convinta di dover frequentare coloro che insegnavano la Parola di Dio, decise di conoscere meglio gli Studenti Biblici Internazionali, come si chiamavano allora i testimoni di Geova.

Dato che non avevamo il denaro per prendere i mezzi, ogni settimana facevamo due ore di cammino per andare alle adunanze dei testimoni di Geova. Dopo l’adunanza facevamo altre due faticose ore di strada per tornare a casa. Ma apprezzavamo moltissimo quelle adunanze, e non ne saltammo una, nemmeno quando Londra era avvolta dalla sua famosa nebbia. Ben presto la mamma decise di dedicare la sua vita a Geova e di battezzarsi, e nel 1927 mi battezzai anch’io.

Nonostante le difficoltà economiche, la mamma mi insegnò sempre l’importanza di mettere al primo posto le cose spirituali. Uno dei suoi versetti preferiti era Matteo 6:33, e non c’è dubbio che lei ‘cercava prima il regno’. Quando morì prematuramente di cancro nel 1935, stava facendo i piani per rispondere all’invito rivolto ai ministri a tempo pieno in grado di trasferirsi in Francia.

Esempi che ci rafforzarono

In quei primi tempi alcuni di coloro che frequentavano le adunanze a Londra volevano diffondere le proprie idee e provocavano dispute e accessi d’ira. Nondimeno la mamma diceva sempre che sarebbe stato sleale abbandonare l’organizzazione di Geova dopo tutto ciò che avevamo imparato da essa. Le visite di Joseph F. Rutherford, l’allora presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, ci spronarono a continuare a servire lealmente.

Ricordo il fratello Rutherford come un uomo gentile e avvicinabile. Quando ero ancora adolescente, la congregazione di Londra organizzò una gita alla quale partecipò anche lui. Notò che ero un po’ timida, e poiché avevo la macchina fotografica mi chiese di scattargli una foto. Quella foto divenne per me un caro ricordo.

In seguito, un’esperienza mi fece capire la differenza fra quelli che prendono la direttiva nella congregazione cristiana e gli uomini preminenti del mondo. Facevo la cameriera in una grande casa londinese dove Franz von Papen, emissario di Hitler, era stato invitato a pranzo. Era in alta uniforme e durante il pranzo non aveva voluto togliersi la spada che portava al fianco. Io ci inciampai e rovesciai la zuppa che stavo portando. Adirato, disse che in Germania per una negligenza del genere mi avrebbero fucilato. Per il resto del pranzo stetti alla larga da lui!

Un’assemblea storica, dove udii parlare il fratello Rutherford, si tenne nel 1931 all’Alexandra Palace. Lì adottammo con entusiasmo il nostro nuovo nome, Testimoni di Geova. (Isaia 43:10, 12) Due anni dopo, nel 1933, iniziai il servizio di pioniere, cioè il ministero a tempo pieno. Un’altra benedizione che ricordo di quegli anni fu quella di poter stare in compagnia di bravi giovani che in seguito divennero missionari in lontane parti della terra. Fra loro c’erano Claude Goodman, Harold King, John Cooke ed Edwin Skinner. Il loro fedele esempio suscitò in me il desiderio di prestare servizio all’estero.

Pioniera nell’East Anglia

Fui mandata come pioniera nell’East Anglia (Inghilterra orientale), dove la predicazione richiedeva zelo ed entusiasmo. Per coprire il nostro vasto territorio andavamo in bicicletta di città in città e di villaggio in villaggio e dormivamo in stanze prese in affitto. Nella zona non c’era praticamente nessuna congregazione, così io e la mia compagna trattavamo insieme tutte le parti delle regolari adunanze settimanali. Nel ministero distribuivamo centinaia di libri e opuscoli che spiegavano i propositi di Dio.

Ricordo ancora una visita in una canonica dove parlammo con il vicario locale della Chiesa d’Inghilterra. In genere visitavamo il vicario anglicano per ultimo, perché quando apprendeva che stavamo predicando la buona notizia nella zona spesso ci creava difficoltà. Ma in questo villaggio tutti parlavano bene del loro vicario. Andava a trovare i malati, prestava libri a chi amava la lettura e faceva perfino visite domiciliari ai parrocchiani per spiegare loro la Bibbia.

Quando lo visitammo, infatti, fu molto amichevole e accettò diversi libri. Ci disse pure che se nel villaggio c’era qualcuno che desiderava i nostri libri, ma non poteva permetterseli, ci avrebbe pensato lui. Disse che le spaventose esperienze avute durante la prima guerra mondiale lo avevano convinto che doveva promuovere la pace e la buona volontà nella sua parrocchia. Prima che ce ne andassimo ci diede la sua benedizione e ci incoraggiò a continuare la nostra buona opera. Ci salutò con le parole di Numeri 6:24: “Il Signore ti benedica e ti custodisca”. — “Bibbia del re Giacomo”.

Mia madre morì due anni dopo che io avevo iniziato a fare la pioniera e tornai a Londra senza soldi né famiglia. Una cara Testimone scozzese mi accolse in casa sua, mi aiutò a superare la morte di mia madre e mi incoraggiò a continuare a svolgere il ministero a tempo pieno. Così tornai nell’East Anglia insieme a Julia Fairfax, una nuova compagna pioniera. Sistemammo una vecchia roulotte per abitarci; per trainarla da un luogo all’altro usavamo una motrice o un camion. Insieme a una coppia anziana, Albert ed Ethel Abbott, che pure avevano una piccola roulotte, continuammo a predicare. Albert ed Ethel mi fecero un po’ da genitori.

Mentre svolgevo il servizio di pioniere nella contea di Cambridge, conobbi John Matthews, un bravo fratello cristiano che aveva già dato prova di integrità a Geova in circostanze difficili. Ci sposammo nel 1940, non molto tempo dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Il periodo della guerra e una famiglia

Quando eravamo sposini, abitavamo in una piccola roulotte delle dimensioni di una stanzetta e adoperavamo una moto robusta per spostarci nel nostro ministero. Un anno dopo il nostro matrimonio John fu condannato a lavorare in un’azienda agricola per aver rifiutato di svolgere il servizio militare a motivo delle sue convinzioni basate sulla Bibbia. (Isaia 2:4) Questo significò dover smettere di fare i pionieri, ma la condanna di John si rivelò provvidenziale perché aspettavo un bambino e in questo modo lui sarebbe stato in grado di mantenerci.

Durante gli anni della guerra partecipammo con gioia alle adunanze speciali che si tennero nonostante le difficoltà. Nel 1941 John e io, incinta del nostro primo bambino, andammo in moto a Manchester, distante 300 chilometri. Strada facendo attraversammo molte città distrutte dai bombardamenti e ci chiedemmo se in quelle condizioni sarebbe stato possibile tenere l’adunanza. Lo fu. La Free Trade Hall, nel centro di Manchester, era gremita di Testimoni giunti da molte parti dell’Inghilterra, e il programma fu svolto per intero.

Al termine del suo discorso, l’ultimo oratore dell’assemblea disse all’uditorio di lasciare immediatamente il locale, perché stava per esserci un bombardamento aereo. L’avvertimento fu dato giusto in tempo. Non eravamo lontani dalla sala quando udimmo le sirene e i colpi della contraerea. Guardando indietro vedemmo decine di aerei che sganciavano bombe sul centro cittadino. A una certa distanza, tra le fiamme e il fumo, si intravedeva la sala in cui poco prima eravamo seduti, completamente distrutta! Fummo grati che nessuno dei nostri fratelli cristiani fosse rimasto ucciso.

Mentre allevavamo i nostri figli, non potemmo fare i pionieri, ma aprimmo la nostra casa a sorveglianti viaggianti e pionieri che avevano bisogno di un alloggio. Una volta ospitammo per alcuni mesi sei pionieri. Senza dubbio la compagnia di questi fratelli fu uno dei fattori che indussero nostra figlia Eunice a iniziare nel 1961 il servizio di pioniere all’età di soli 15 anni. Triste a dirsi, nostro figlio David da grande non continuò a servire Geova, e l’altra nostra figlia, Linda, perì tragicamente durante la guerra.

La nostra decisione di trasferirci in Spagna

L’esempio e l’incoraggiamento di mia madre avevano suscitato in me il desiderio di fare la missionaria e non persi mai di vista questa meta. Così fummo entusiasti quando, nel 1973, Eunice lasciò l’Inghilterra per andare a servire in Spagna dove c’era più bisogno di proclamatori del Regno. Certo ci dispiaceva vederla partire, ma eravamo fieri che desiderasse servire in un paese straniero.

Nel corso degli anni andammo più volte a trovare Eunice, e così imparammo a conoscere bene la Spagna. John ed io andammo a trovarla in quattro dei diversi luoghi in cui ha prestato servizio. Poi col passar degli anni le nostre forze cominciarono a diminuire. John fece una brutta caduta che influì seriamente sulla sua salute, mentre io avevo disturbi cardiaci e alla tiroide. Entrambi inoltre soffrivamo di artrite. Avevamo veramente bisogno dell’aiuto di Eunice, ma non volevamo che lasciasse il servizio in Spagna per noi.

Valutammo con lei diverse possibilità e chiedemmo la guida di Dio in preghiera. Eunice era disposta a tornare a casa per assisterci, ma decidemmo che la soluzione migliore sarebbe stata che John ed io andassimo a vivere con lei in Spagna. Se non potevo fare la missionaria io, almeno potevo sostenere mia figlia e le sue due compagne pioniere nel servizio a tempo pieno. Ormai io e John consideravamo Nuria e Ana, che da circa 15 anni facevano le pioniere insieme a Eunice, come nostre figlie. Ed esse furono felici che andassimo a vivere con loro dovunque fossero state assegnate.

Sono passati più di sei anni da quando prendemmo quella decisione. La nostra salute si è mantenuta stabile e la nostra vita si è fatta sicuramente più interessante. Il mio spagnolo è ancora limitato, ma questo non mi impedisce di predicare. Io e John ci sentiamo a casa nostra in questa piccola congregazione dell’Estremadura, nella Spagna sud-occidentale.

Vivendo in Spagna ho imparato parecchio circa il carattere internazionale della nostra opera di predicazione del Regno e ora comprendo molto più chiaramente cosa intendeva Gesù Cristo quando disse: “Il campo è il mondo”. — Matteo 13:38.

[Immagini a pagina 28]

Pionieri negli anni ’30

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