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  • Dall’estrema povertà alla più grande ricchezza
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
w99 1/7 pp. 23-27

Dall’estrema povertà alla più grande ricchezza

NARRATO DA MANUEL DE JESUS ALMEIDA

Sono nato nell’ottobre 1916, il più piccolo di 17 figli. Nove erano morti di malattia e malnutrizione, per cui non li ho mai conosciuti. Noi otto rimasti vivevamo con i nostri genitori in un piccolo villaggio vicino a Porto, in Portogallo.

LA NOSTRA modesta dimora consisteva in un piccolo soggiorno e una camera da letto. Attingevamo l’acqua da un pozzo distante circa mezzo chilometro. Il focolare dove si cucinava era primitivo.

Non appena furono in grado di farlo, i miei fratelli maggiori andarono a lavorare nei campi di granturco. Con quello che guadagnavano compravamo il cibo per la famiglia. Grazie al loro aiuto potei andare a scuola per qualche anno, l’unico figlio ad avere questa opportunità. Anche se la vita era dura, eravamo molto devoti alla Chiesa Cattolica, nella speranza che un giorno questo avrebbe contribuito a migliorare la nostra vita.

Nel mese di maggio in chiesa si teneva la novena. Per nove giorni consecutivi vi andavamo a pregare la mattina presto, quand’era ancora buio, certi che Dio ci avrebbe benedetti. Credevamo inoltre che il prete fosse un sant’uomo, un rappresentante di Dio. Col tempo però cambiammo opinione.

In cerca di qualcosa di meglio

Quando non davamo soldi alla chiesa, il prete non voleva sentir ragioni. Questo ci scoraggiò. Cambiai completamente opinione sulla chiesa, tanto che a 18 anni me ne andai di casa in cerca di qualcosa di meglio nella vita che lavorare nei campi e litigare col prete. Nel 1936 arrivai a Lisbona, la capitale del Portogallo.

Lì conobbi Edminia. Benché mi sentissi ingannato dalla religione, ci sposammo in chiesa seguendo la tradizione. Poi, nel 1939, scoppiò la seconda guerra mondiale. Durante la guerra ero responsabile di 18 depositi: ogni giorno fornivamo materiale bellico riempiendo fino a 125 camion.

Gli orrori della guerra e il notevole coinvolgimento della Chiesa Cattolica in essa mi scossero molto. Mi chiedevo: ‘Dio si interessa davvero dell’umanità? Come bisogna adorarlo?’ Anni dopo, nel 1954, un uomo d’età avanzata, un testimone di Geova, mi diede la risposta a queste domande. Quella conversazione cambiò interamente la mia vita.

L’entusiasmante speranza contenuta nella Bibbia

Quest’uomo amichevole, Giosuè, mi spiegò che il Regno di Dio è l’unica soluzione dei problemi del mondo e che solo mediante il dominio del Regno si otterranno pace e sicurezza. (Matteo 6:9, 10; 24:14) Ciò che disse mi piacque molto, ma ero restio ad accettare le sue spiegazioni a causa della mia precedente esperienza con la religione. Quando si offrì di studiare la Bibbia con me, acconsentii a patto che non chiedesse soldi e che non parlasse di politica. Accettò, assicurandomi che era tutto gratuito. — Rivelazione (Apocalisse) 22:17.

La mia fiducia in Giosuè aumentò subito. Così gli chiesi una cosa che avevo sempre desiderato. “Potrei avere una Bibbia?” Quando me la portò, come fui felice di leggere per la prima volta proprio dalla Parola del nostro Creatore promesse come questa: “Dio stesso sarà con [il genere umano]. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”! — Rivelazione 21:3, 4.

Trovai particolarmente confortanti le promesse bibliche secondo cui povertà e malattie saranno eliminate. Il fedele Eliu disse che Dio “dà cibo in abbondanza”. (Giobbe 36:31) E sotto il giusto dominio del Regno di Dio, dice la Bibbia, “nessun residente dirà: ‘Sono malato’”. (Isaia 33:24) Geova Dio è amorevole e si interessa davvero dell’umanità! Il mio interesse per le sue promesse cresceva.

Il 17 aprile 1954 assistei per la prima volta a un’adunanza dei testimoni di Geova. Era un’adunanza speciale, la Commemorazione della morte di Cristo. Da allora frequentai regolarmente tutte le adunanze. Quindi cominciai a parlare ad altri della buona notizia che stavo imparando. A quei tempi in Portogallo usavamo fare ogni mese un picnic sulla spiaggia, dopo di che c’era un battesimo. Sette mesi dopo che Giosuè mi aveva parlato la prima volta, mi dedicai a Geova Dio e simboleggiai la mia dedicazione col battesimo in acqua, nel mare.

All’inizio del 1954 in Portogallo c’erano solo un centinaio di Testimoni. C’era quindi molto bisogno di uomini che prendessero la direttiva nell’opera di predicazione. Il mio progresso spirituale fu rapido e ben presto mi furono affidate responsabilità nella congregazione. Nel 1956 fui nominato servitore di congregazione, come si chiamava all’epoca il sorvegliante che presiede, nella seconda congregazione dei testimoni di Geova di Lisbona. Oggi in questa città e nei sobborghi ci sono più di cento congregazioni.

Benefìci del mostrare ospitalità

Benché Edminia ed io vivessimo in ristrettezze, la nostra casa era sempre aperta per i nostri fratelli cristiani. Nel 1955 un pioniere, un evangelizzatore a tempo pieno dei testimoni di Geova, fece sosta in Portogallo mentre dal Brasile era diretto in Germania per assistere all’assemblea internazionale “Regno trionfante”. Poiché c’erano problemi con i mezzi di trasporto, rimase un mese a casa nostra, e noi ricevemmo un enorme beneficio spirituale dalla sua visita.

Fra coloro che vennero a casa nostra in quel periodo ci furono membri della sede mondiale dei testimoni di Geova di Brooklyn (New York), come Hugo Riemer e il suo compagno di stanza Charles Eicher. Pranzarono da noi e pronunciarono discorsi ai fratelli portoghesi. Come uccellini appena nati, aspettavamo col becco spalancato i succosi bocconcini spirituali che questi fratelli ci fornivano.

Ospitavamo anche i sorveglianti viaggianti dei testimoni di Geova durante le loro visite. Nel 1957 ci fu la memorabile visita di Álvaro Berecochea, sorvegliante della filiale del Marocco, che era stato inviato in Portogallo per incoraggiare i fratelli. Partecipò allo studio di libro in casa nostra e insistemmo perché rimanesse con noi per il resto della sua visita in Portogallo. Durante quel mese fummo riccamente benedetti e nutriti spiritualmente, mentre Álvaro acquistò qualche chilo in senso letterale per la buona cucina della mia cara Edminia.

L’estrema povertà, come quella in cui ero vissuto durante l’infanzia, lascia il segno. Nondimeno col tempo mi resi conto che più diamo a Geova e ai suoi fedeli servitori, più egli ci benedice. L’ho constatato tante volte man mano che mostravamo ospitalità a tutti quelli che potevamo.

All’assemblea tenuta a Porto nel 1955 fu annunciato che nel 1958 ci sarebbe stata un’assemblea internazionale dei testimoni di Geova allo Yankee Stadium di New York. In ogni Sala del Regno del paese — che a quel tempo erano ben poche — fu messa una cassetta di contribuzioni per aiutare alcuni fratelli portoghesi ad assistere all’assemblea. Potete immaginare la gioia mia e di mia moglie quando fummo scelti per far parte del gruppo dei delegati! Che gioia fu visitare la sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn durante la nostra permanenza negli Stati Uniti per l’assemblea!

Persecuzione

Nel 1962 l’opera di predicazione dei testimoni di Geova in Portogallo fu messa al bando e i missionari, fra cui Eric Britten, Domenick Piccone, Eric Beveridge e le rispettive mogli, furono espulsi. In seguito non ci fu permesso di tenere le adunanze nelle Sale del Regno, e così cominciammo a tenerle di nascosto in case private. In Portogallo non fu più possibile tenere nemmeno grandi assemblee. Mi fu quindi affidata la responsabilità di organizzare il viaggio dei nostri fratelli cristiani che andavano alle assemblee in altri paesi.

Non era facile organizzare viaggi all’estero per un gran numero di Testimoni. Ma ne valeva la pena, visti i meravigliosi benefìci spirituali che i fratelli portoghesi ne traevano. Che esperienza edificante fu per loro assistere alle assemblee tenute in Svizzera, in Inghilterra, in Italia e in Francia! Quelle assemblee ci davano l’opportunità di portare pubblicazioni in Portogallo. In quegli anni facemmo più volte domanda per essere riconosciuti come organizzazione religiosa in Portogallo, ma invano.

Dopo l’espulsione dei missionari nel 1962, la polizia segreta intensificò i suoi sforzi per porre fine alla nostra opera di predicazione. Numerosi fratelli e sorelle furono arrestati e portati in tribunale. Resoconti documentati di alcuni di questi episodi furono pubblicati su questa rivista e su Svegliatevi!a

Fra coloro che furono imprigionati perché predicavano c’era un pioniere a cui avevo fatto conoscere la buona notizia del Regno di Dio. La polizia trovò il mio indirizzo fra i suoi effetti personali e mi convocò per interrogarmi.

In seguito due agenti di polizia vennero a casa e mi confiscarono le pubblicazioni di studio biblico e 13 copie della Bibbia. Continuarono ad angariarmi, tornando per ben sette volte a perquisire casa nostra. Ogni volta ci sottoponevano a un fuoco di fila di domande.

Diverse volte fui chiamato in tribunale a testimoniare a favore di altri Testimoni. Anche se non avevo molta istruzione, Geova mi diede ‘una sapienza a cui tutti gli oppositori insieme non potevano resistere né contraddire’. (Luca 21:15) Una volta il giudice fu così stupito dalla mia testimonianza che mi chiese quali scuole avessi fatto. I presenti nell’aula scoppiarono a ridere quando dissi che avevo fatto solo la quarta elementare.

Come aumentava la persecuzione, aumentava anche il numero di quelli che accettavano il messaggio del Regno. Così in Portogallo i Testimoni, che nel 1962 erano meno di 1.300, nel 1974 erano diventati più di 13.000! Nel frattempo, nel maggio 1967, fui invitato a servire come sorvegliante viaggiante, incarico che consiste nel visitare le congregazioni dei testimoni di Geova per rafforzarle spiritualmente.

La ricchezza più grande

Nel dicembre 1974 i testimoni di Geova in Portogallo ottennero il riconoscimento legale, e io ebbi il privilegio di avere una parte in questo. L’anno successivo io e mia moglie divenimmo membri della famiglia Betel dei testimoni di Geova a Estoril. Fui anche nominato membro del Comitato di Filiale del Portogallo.

Che gioia è stata veder prosperare l’opera di predicazione in Portogallo e nei territori sotto la giurisdizione della nostra filiale! Fra questi ci sono l’Angola, le Azzorre, Capo Verde, Madeira e São Tomé e Príncipe. È stato emozionante vedere nel corso degli anni missionari del Portogallo andare a servire in questi paesi, dove c’è un enorme interesse per il messaggio del Regno. Immaginate la nostra gioia ora che in questi paesi abbiamo più di 88.000 proclamatori del Regno, compresi gli oltre 47.000 del Portogallo! Nel 1998 i presenti alla Commemorazione in questi paesi sono stati più di 245.000, mentre quando divenni Testimone nel 1954 erano meno di 200.

Edminia e io siamo pienamente d’accordo con il salmista biblico che disse che ‘un giorno nei cortili di Geova è meglio di mille altrove’. (Salmo 84:10) Quando ripenso alle mie umili origini e le paragono con la ricchezza spirituale che ho avuto, provo gli stessi sentimenti del profeta Isaia, che disse: “O Geova, tu sei il mio Dio. Ti esalto, lodo il tuo nome, poiché hai fatto cose meravigliose . . . Poiché sei divenuto fortezza per il misero, fortezza per il povero”. — Isaia 25:1, 4.

[Nota in calce]

a Vedi Svegliatevi! del 22 settembre 1964, pagine 17-26, e La Torre di Guardia del 1º febbraio 1967, pagine 69-81.

[Immagini a pagina 24]

Sopra: Il fratello Almeida a Lisbona annuncia la disposizione di inviare delegati all’assemblea di New York del 1958

In mezzo: Dimostrazione di un’adunanza modello con i servitori all’assemblea internazionale “Pace in terra” tenuta a Parigi

Sotto: Pullman noleggiati in procinto di partire per un’assemblea di distretto in Francia

[Immagine a pagina 25]

Il fratello Almeida mentre presiede l’adorazione mattutina nella filiale del Portogallo

[Immagine a pagina 25]

La filiale del Portogallo, dedicata nel 1988

[Immagine a pagina 26]

I discorsi del fratello Hugo Riemer, della Betel di Brooklyn, ci incoraggiarono molto

[Immagine a pagina 26]

Con mia moglie

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