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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2000
w00 15/5 pp. 5-9

I Vangeli: Storia o mito?

IN TUTTO il mondo la storia di Gesù di Nazaret — un giovane uomo che cambiò il corso della storia umana — è parte integrante del tessuto della società. Fa parte dell’educazione formale e informale della gente. Per molti i Vangeli sono fonte di verità e di massime senza tempo, come: “La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No”. (Matteo 5:37) Probabilmente i racconti evangelici hanno fornito ai vostri genitori, sia che fossero cristiani o no, lo spunto per insegnarvi determinate lezioni.

Milioni di sinceri seguaci di Cristo hanno appreso dai Vangeli la descrizione dell’uomo per il quale sono stati disposti a soffrire e a morire. I Vangeli hanno anche costituito il fondamento e fornito l’ispirazione per qualità come coraggio, perseveranza, fede e speranza. Non siete d’accordo che ci vorrebbero prove inconfutabili prima di dire che questi racconti sono semplice invenzione? Considerando l’immensa influenza che i Vangeli hanno esercitato sul pensiero e sul comportamento umano, non esigereste prove convincenti da chi volesse metterne in dubbio l’autenticità?

Vi invitiamo a esaminare alcune domande importanti sui Vangeli. Vedete da voi stessi ciò che pensano al riguardo alcuni studiosi dei Vangeli, sebbene alcuni di loro non si definiscano cristiani. Una volta informati, potrete trarre le vostre conclusioni.

DOMANDE DA ESAMINARE

◆ È possibile che i Vangeli siano una magistrale invenzione?

Robert Funk, fondatore del Seminario su Gesù, dice: “Matteo, Marco, Luca e Giovanni presentarono un Messia adattato alla dottrina cristiana sviluppatasi dopo la morte di Gesù”. Tuttavia, mentre si scrivevano i Vangeli, molti che avevano udito di persona i detti di Gesù, che avevano osservato le sue opere e che lo avevano visto dopo la sua risurrezione erano ancora vivi. Essi non accusarono gli evangelisti di aver commesso una frode.

Considerate la morte e la risurrezione di Cristo. Non sono solo i Vangeli a fare un resoconto attendibile della morte e della risurrezione di Gesù: altrettanto fa la prima lettera canonica dell’apostolo Paolo ai cristiani dell’antica Corinto. Egli scrisse: “Vi ho trasmesso, fra le prime cose, ciò che anch’io ho ricevuto, che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture; e che fu sepolto, sì, che è stato destato il terzo giorno secondo le Scritture; e che apparve a Cefa, quindi ai dodici. Apparve poi a più di cinquecento fratelli in una volta, la maggioranza dei quali rimangono fino al presente, mentre alcuni si sono addormentati nella morte. Apparve poi a Giacomo, quindi a tutti gli apostoli; ma, ultimo di tutti, apparve anche a me come a uno nato prematuramente”. (1 Corinti 15:3-8) Questi testimoni erano custodi della verità storica sulla vita di Gesù.

Nelle Scritture Greche Cristiane non c’è lo spirito di inventiva ipotizzato dai critici moderni. Lo si trova invece in testi del II secolo E.V. Perciò certe narrazioni extrabibliche su Cristo furono messe per iscritto mentre era in corso l’apostasia dal vero cristianesimo in seno a comunità distaccatesi dalla congregazione apostolica. — Atti 20:28-30.

◆ I Vangeli potrebbero essere leggende?

Lo scrittore e critico Clive S. Lewis trovava difficile considerare i Vangeli semplici leggende. “In qualità di storico della letteratura sono perfettamente convinto che qualunque cosa siano, i Vangeli non sono certo leggende”, scrisse. “Non sono abbastanza artistici da essere leggende. . . . La maggior parte della vita di Gesù ci è sconosciuta, e nessuno che inventi una leggenda lascerebbe le cose in questa maniera”. È pure degno di nota che il famoso storico Herbert G. Wells, pur non definendosi cristiano, riconobbe: “I quattro Vangeli . . . concordano nel descriverci una personalità ben definita; sono assolutamente convincenti”.

Prendete il caso di una delle apparizioni del Cristo risorto ai discepoli. Chi avesse voluto inventare una leggenda avrebbe probabilmente descritto un ritorno spettacolare, gli avrebbe fatto pronunciare un grande discorso o lo avrebbe circondato di luce e splendore. Invece gli evangelisti si limitano a descrivere Gesù in piedi davanti ai discepoli. Gesù chiese loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare, vero?” (Giovanni 21:5) Lo studioso Gregg Easterbrook conclude: “Questi dettagli fanno pensare a un racconto autentico, non a un mito o a un’invenzione”.

L’accusa secondo cui i Vangeli sarebbero leggende si scontra anche con il rigido metodo di insegnamento rabbinico in uso al tempo in cui furono scritti i Vangeli. Esso consisteva prevalentemente nell’apprendimento a memoria basato sulla ripetizione. Questo è un punto a favore della trasmissione accurata e attenta dei detti e delle opere di Gesù, e non della creazione di un racconto infiorato.

◆ Se i Vangeli fossero leggende, sarebbero stati redatti così presto dopo la morte di Gesù?

Secondo le testimonianze disponibili, i Vangeli furono scritti fra il 41 e il 98 E.V. Gesù morì nel 33 E.V. Ciò significa che i resoconti della sua vita furono compilati entro un tempo relativamente breve dalla fine del suo ministero. Questo è un enorme ostacolo all’ipotesi che i Vangeli siano semplici leggende. Perché si sviluppi una leggenda ci vuole tempo. Prendete ad esempio l’Iliade e l’Odissea, poemi scritti dall’antico poeta greco Omero. Alcuni sostengono che il testo di questi due poemi epici sia stato elaborato per centinaia di anni prima di assumere una forma stabile. E i Vangeli?

Lo storico Will Durant scrive: “Che pochi uomini semplici possano aver inventato . . . una personalità così possente e affascinante, un’etica così nobile e così ispirata a umana fratellanza sarebbe un miracolo ancor più clamoroso di quelli ricordati nei Vangeli. Dopo due secoli di critica le linee generali e fondamentali della vita, del carattere, dell’insegnamento del Cristo rimangono sufficientemente chiare e costituiscono la caratteristica più affascinante della storia umana in Occidente”.a

◆ I Vangeli subirono una rielaborazione posteriore per adattarli ai bisogni della comunità cristiana primitiva?

Alcuni critici affermano che la “politica” della comunità cristiana primitiva spinse gli scrittori evangelici a rielaborare la storia di Gesù o ad aggiungervi altri elementi. Ma un attento studio dei Vangeli rivela che questa rielaborazione non ci fu. Se le narrazioni evangeliche riguardanti Gesù fossero state modificate dagli intrighi dei cristiani del I secolo, come mai il testo contiene ancora osservazioni negative sia sui giudei che sui gentili?

Per esempio, in Matteo 6:5-7 sono riportate queste parole di Gesù: “Quando pregate, non dovete essere come gli ipocriti; perché a loro piace pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle ampie vie per essere visti dagli uomini. Veramente vi dico: Essi hanno appieno la loro ricompensa”. Chiaramente, queste parole condannavano i capi religiosi giudei. Gesù aggiunse: “Nel pregare, non dite ripetutamente le stesse cose, come fanno le persone delle nazioni [i gentili], poiché esse immaginano di essere ascoltate per il loro uso di molte parole”. Citando queste parole di Gesù, gli evangelisti non stavano cercando di fare convertiti. Stavano semplicemente riferendo ciò che Gesù Cristo aveva effettivamente detto.

Considerate anche i brani evangelici relativi alle donne che si recarono alla tomba di Gesù e la trovarono vuota. (Marco 16:1-8) Gregg Easterbrook fa rilevare che, “secondo la logica sociale dell’antico Medio Oriente, la testimonianza delle donne era intrinsecamente inattendibile: per esempio, due testimoni maschi erano sufficienti per far condannare una donna per adulterio, mentre la testimonianza di nessuna donna poteva far condannare un uomo”. Gli stessi discepoli di Gesù non credettero alle donne! (Luca 24:11) Perciò è molto improbabile che si tratti di una storia inventata di proposito.

L’assenza di parabole nelle epistole e nel libro degli Atti è un buon argomento a sostegno del fatto che le parabole contenute nei Vangeli non furono inserite dai primi cristiani, ma vennero pronunciate da Gesù stesso. Per di più un attento confronto fra i Vangeli e le epistole rivela che né le parole di Paolo né quelle di alcun altro scrittore delle Scritture Greche Cristiane furono riformulate ad arte e attribuite a Gesù. Se la comunità cristiana primitiva avesse fatto una cosa del genere, dovremmo aspettarci di trovare nei Vangeli almeno parte delle informazioni delle epistole. Ma non è così, per cui possiamo sicuramente concludere che il materiale dei Vangeli è originale e autentico.

◆ Che dire di presunte contraddizioni presenti nei Vangeli?

Da tempo i critici asseriscono che i Vangeli siano pieni di contraddizioni. Lo storico Durant cercò di esaminare i Vangeli da un punto di vista puramente obiettivo, alla stregua di documenti storici. Pur ritenendo di avervi riscontrato alcune apparenti contraddizioni, concluse che esse “riguardano solamente i particolari, non la sostanza: i Vangeli sinottici vanno d’accordo nell’essenza e ci danno in sintesi un ritratto concreto del Cristo”. — Ibid.

Spesso le apparenti contraddizioni nei racconti evangelici si possono risolvere facilmente. Per esempio, Matteo 8:5 dice che “un ufficiale dell’esercito venne da [Gesù], supplicandolo” di guarire uno dei suoi servi. In Luca 7:3 si legge che l’ufficiale “mandò da [Gesù] degli anziani dei giudei, per chiedergli di venire a salvare il suo schiavo”. L’ufficiale mandò gli anziani come suoi rappresentanti. Matteo dice che l’ufficiale stesso supplicò Gesù perché l’uomo aveva presentato la sua richiesta tramite gli anziani, che agirono da suoi portavoce. Questo è solo un esempio di come si possono risolvere le presunte discrepanze presenti nei Vangeli.

Che dire delle asserzioni dei critici letterari secondo cui i Vangeli non soddisfano i criteri dell’effettiva narrazione storica? Durant continua: “Presi dall’entusiasmo delle proprie scoperte, i fautori della critica letteraria hanno applicato nei confronti del Nuovo Testamento criteri così rigidi per verificarne l’autenticità che, con gli stessi criteri, centinaia di uomini famosi dell’antichità — Hammurabi, Davide, Socrate, ad esempio — svanirebbero nella leggenda. Nonostante i loro pregiudizi e i loro preconcetti teologici,b gli Evangelisti ricordano molti fatti; fatti che persone che inventano di sana pianta avrebbero taciuto: ad esempio, la gara fra gli Apostoli per i primi posti nel Regno, la loro fuga dopo l’arresto di Gesù, la rinnegazione di Pietro . . . Chiunque legga questi passi non può dubitare della concretezza della figura cui essi si riferiscono”. — Ibid.

◆ La cristianità odierna rappresenta il Gesù dei Vangeli?

Il Seminario su Gesù ha dichiarato che la sua ricerca sui Vangeli “non è vincolata dalle formulazioni dei concili ecclesiastici”. Ma lo storico Wells comprese che c’è un abisso fra gli insegnamenti del Gesù dei Vangeli e quelli della cristianità. Egli scrisse: “Non c’è nessuna prova che gli apostoli di Gesù sentissero mai parlare di Trinità, almeno da lui. . . . Né [Gesù] disse una parola sul culto di sua madre Maria, simile a quello di Iside, Regina del Cielo. Tutto ciò che caratterizza di più il cristianesimo nell’adorazione e nelle tradizioni, egli lo ignorò”. Perciò non si può giudicare il valore dei Vangeli in base agli insegnamenti della cristianità.

QUAL È LA VOSTRA CONCLUSIONE?

Dopo aver considerato quanto sopra, cosa pensate voi? Ci sono prove reali e convincenti che i Vangeli contengano dei miti? Per molti le domande e i dubbi sull’autenticità dei Vangeli sono deboli e non convincenti. Se volete farvene un’idea, dovete leggere personalmente i Vangeli con mente aperta. (Atti 17:11) Vedendo la coerenza, l’onestà e l’accuratezza con cui presentano la personalità di Gesù, capirete che queste narrazioni non sono certo una raccolta di favole.c

Se esaminate attentamente la Bibbia e ne seguite i consigli, vedrete che può cambiare in meglio la vostra vita. (Giovanni 6:68) Questo vale in particolare per i detti di Gesù riportati nei Vangeli. Quel che più conta, da essi potete apprendere il meraviglioso futuro che è in serbo per l’umanità ubbidiente. — Giovanni 3:16; 17:3, 17.

[Note in calce]

a Storia della Civiltà, Parte III, Cesare e Cristo, trad. di A. Mattioli, Mondadori, Milano, 1957, p. 718.

b Fin qui nell’edizione originale in inglese.

c Vedi i capitoli da 5 a 7 del libro La Bibbia: Parola di Dio o dell’uomo? e l’opuscolo Un libro per tutti, editi in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Riquadro a pagina 7]

Cronaca autentica

ANNI fa uno sceneggiatore australiano che un tempo criticava la Bibbia confessò: “Per la prima volta nella vita feci quello che di norma è il primo compito di un cronista: ho controllato i fatti a mia disposizione. . . . E sono rimasto sconcertato, poiché quello che leggevo [nei racconti dei Vangeli] non era leggenda né un romanzo naturalistico. Era cronaca. Racconti di prima e di seconda mano di avvenimenti straordinari . . . La cronaca ha un suo sapore, e quel sapore c’è nei Vangeli”.

Similmente Edward M. Blaiklock, docente di letteratura classica all’Università di Auckland, ha detto: “Mi considero uno storico. Il mio approccio ai classici è storico. E posso assicurarvi che ci sono più garanzie di autenticità per la vita, la morte e la risurrezione di Cristo che per la maggior parte della storia antica”.

[Cartina/Immagini alle pagine 8 e 9]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

FENICIA

GALILEA

Giordano

GIUDEA

[Immagini]

“Ci sono più garanzie di autenticità per la vita, la morte e la risurrezione di Cristo che per la maggior parte della storia antica”. EDWARD M. BLAIKLOCK

[Fonte]

Cartine sullo sfondo: Basate su una cartina di proprietà del Pictorial Archive (Near Eastern History) Est. and Survey of Israel.

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