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  • C’è una vita dopo la morte?

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  • C’è una vita dopo la morte?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
w01 15/7 p. 3

C’è una vita dopo la morte?

“SE UN uomo robusto muore, può egli tornare a vivere?”, chiese il patriarca Giobbe circa 3.500 anni fa. (Giobbe 14:14) Questa domanda assilla l’umanità da millenni. In ogni civiltà questo soggetto è stato materia di riflessione e ha dato luogo a varie teorie.

Molti che si definiscono cristiani credono nel cielo e nell’inferno. Gli indù invece credono nella reincarnazione. A proposito dell’idea musulmana, l’emiro Muawiyah, coadiutore in un centro religioso islamico, dice: “Noi crediamo che ci sarà un giorno di giudizio dopo la morte, in cui si comparirà davanti a Dio, Allah, che sarà come presentarsi in tribunale”. Secondo la credenza islamica, Allah giudicherà allora ciascuno in base alla sua vita e lo manderà in paradiso o nel fuoco dell’inferno.

Nello Srī Lanka, quando in casa muore qualcuno, sia buddisti che cattolici lasciano le porte e le finestre spalancate. Si accende una lampada a olio e la bara è posta con i piedi del defunto rivolti verso la porta principale. Credono che questi accorgimenti facilitino la fuoriuscita dello spirito del deceduto.

Secondo Ronald M. Berndt, dell’Università dell’Australia Occidentale, gli aborigeni credono che “gli esseri umani sono spiritualmente indistruttibili”. Certe tribù africane credono che dopo la morte le persone comuni diventino fantasmi, e le persone importanti spiriti ancestrali, da onorare e invocare come capi invisibili della comunità.

In alcuni paesi le credenze relative alla condizione dei defunti sono un miscuglio di tradizioni locali e cristianesimo nominale. Ad esempio, quando muore qualcuno, molti cattolici e protestanti dell’Africa occidentale hanno l’abitudine di coprire gli specchi affinché nessuno possa scorgervi lo spirito del defunto.

Davvero diverse sono le risposte che vengono date alla domanda: ‘Cosa accade quando si muore?’ Tuttavia, alla base di tutte c’è questa idea: Nella persona c’è qualcosa di immortale che sopravvive alla morte. Secondo alcuni, questo “qualcosa” sarebbe uno spirito. Per esempio, in certe parti dell’Africa e dell’Asia e in tutte le regioni del Pacifico come Polinesia, Melanesia e Micronesia, molti credono che a essere immortale sia uno spirito, non un’anima. Anzi in certe lingue non esiste neppure la parola “anima”.

C’è uno spirito nella persona vivente? E lascia davvero il corpo alla morte? In tal caso, che ne è di questo spirito? E quale speranza c’è per i morti? Queste domande non devono essere ignorate. Qualunque sia la vostra formazione culturale o religiosa, la morte è un fatto che bisogna affrontare. La questione vi tocca pertanto in modo del tutto personale. Vi incoraggiamo a esaminare il soggetto.

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