ARTICOLO DI STUDIO 10
CANTICO 31 Cammina con Dio
Impariamo a pensare come Geova e Gesù
“Siccome Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi della stessa disposizione mentale” (1 PIET. 4:1)
IN QUESTO ARTICOLO
Vediamo cosa imparò l’apostolo Pietro dal modo di pensare di Gesù e cosa possiamo imparare noi.
1-2. Cosa implica amare Geova, e che esempio diede Gesù al riguardo?
“DEVI amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente” (Luca 10:27). Gesù fece capire che questo era il più importante comandamento della Legge mosaica. Come è chiaro da queste parole, il nostro amore per Geova coinvolge il nostro cuore, che include i desideri, i sentimenti e le emozioni. Amare Geova comporta anche una devozione resa con tutta l’anima. E richiede che impieghiamo la nostra forza, incluse le nostre energie fisiche. Coinvolge però anche la nostra mente, che include il nostro modo di vedere le cose. Ovviamente non capiremo mai fino in fondo il modo di pensare di Geova. Ma possiamo comprenderlo meglio studiando “la mente di Cristo”, perché il modo di pensare di Gesù rispecchia perfettamente quello del Padre (1 Cor. 2:16 e approfondimento “noi abbiamo la mente di Cristo”).
2 Gesù amava Geova con tutta la sua mente. Sapeva qual era la volontà di Dio per lui ed era deciso ad agire in armonia con essa, anche se questo avrebbe significato soffrire. Gesù era concentrato sul fare la volontà del Padre e non permise che nulla lo distraesse da quell’obiettivo.
3. Cosa imparò l’apostolo Pietro da Gesù, e quale esortazione diede ai cristiani? (1 Pietro 4:1).
3 Pietro e gli altri apostoli ebbero il privilegio di passare del tempo con Gesù, e questo permise loro di comprendere il suo modo di pensare. Quando scrisse la sua prima lettera ispirata, Pietro incoraggiò i cristiani ad “[armarsi] della stessa disposizione mentale” di Cristo.a (Leggi 1 Pietro 4:1.) Nel dire ai cristiani di armarsi, Pietro usò un termine che veniva dal linguaggio militare. Questo ci fa capire che se i cristiani imitano la disposizione mentale di Gesù, cioè il suo modo di pensare, avranno un’arma potente per combattere contro le tendenze peccaminose e il mondo dominato da Satana (2 Cor. 10:3-5; Efes. 6:12).
4. In che modo questo articolo ci aiuterà a seguire l’esortazione di Pietro?
4 In questo articolo esamineremo il modo di pensare di Gesù e vedremo come possiamo imitarlo. Comprenderemo (1) come possiamo allinearci al modo di pensare di Geova, così da essere tutti concordi nel pensiero, (2) come possiamo essere umili e (3) come possiamo essere assennati.
IMITIAMO IL MODO DI PENSARE DI GEOVA
5. In che modo in un’occasione Pietro dimostrò di non pensarla come Geova?
5 Pensiamo a un’occasione in cui il modo di pensare di Pietro non rispecchiò quello di Geova. Gesù aveva detto agli apostoli che avrebbe dovuto andare a Gerusalemme e lì essere consegnato ai capi religiosi, essere torturato e infine messo a morte (Matt. 16:21). Per Pietro forse era difficile accettare l’idea che Geova avrebbe lasciato che Gesù, la speranza di Israele e il promesso Messia, fosse messo a morte (Matt. 16:16). Pietro prese Gesù in disparte e gli disse: “Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai” (Matt. 16:22). Il pensiero di Pietro non rispecchiava quello di Geova, e quindi non era in sintonia con quello di Gesù.
6. In che modo Gesù dimostrò che il suo modo di pensare era allineato a quello di Geova?
6 Il modo di pensare di Gesù era perfettamente allineato a quello del suo Padre celeste. Gesù disse a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini” (Matt. 16:23). Pietro avrà senz’altro avuto buone intenzioni, ma Gesù respinse il suo consiglio. Non era volontà di Geova che Gesù si risparmiasse. In quell’occasione Pietro imparò una lezione importante: doveva fare suoi i pensieri di Dio. E lo stesso vale per noi.
7. Come dimostrò Pietro di volersi adeguare al modo di pensare di Geova? (Vedi l’immagine.)
7 Alla fine Pietro dimostrò che voleva sintonizzare il suo modo di pensare con quello di Geova. Era arrivato il tempo che anche non ebrei incirconcisi entrassero a far parte del popolo di Dio. Pietro fu incaricato di predicare a Cornelio, che sarebbe stato uno dei primi non ebrei incirconcisi a diventare un adoratore di Geova. Gli ebrei facevano tutto il possibile per evitare i contatti con i non ebrei, quindi non ci sorprende che Pietro avesse bisogno di aiuto per essere pronto ad assolvere quell’incarico. Quando capì qual era la volontà di Geova al riguardo, Pietro cambiò il suo modo di vedere le cose. Di conseguenza, quando Cornelio lo mandò a chiamare, lui andò “senza fare obiezioni” (Atti 10:28, 29). Predicò a Cornelio e ai suoi familiari, e tutti loro si battezzarono (Atti 10:21-23, 34, 35, 44-48).
Pietro entra nella casa di Cornelio (Vedi il paragrafo 7)
8. Come possiamo dimostrare che il nostro modo di pensare è allineato a quello di Geova? (1 Pietro 3:8 e nota in calce).
8 Anni dopo, Pietro incoraggiò gli altri cristiani a essere “tutti concordi”, o ad avere “unità di pensiero”. (Leggi 1 Pietro 3:8 e la nota in calce.) Possiamo essere concordi nel pensiero rispecchiando il punto di vista di Geova rivelato nella sua Parola. Ad esempio, Gesù incoraggiò i suoi discepoli a mettere al primo posto il Regno (Matt. 6:33). Volendo fare questo, un proclamatore della nostra congregazione potrebbe decidere di intraprendere qualche forma di servizio a tempo pieno. Invece di incoraggiarlo a essere per così dire buono con sé stesso facendo una vita un po’ più comoda, dovremmo parlare in tono positivo dell’obiettivo che si è prefisso e offrirgli il nostro sostegno.
COLTIVIAMO L’UMILTÀ
9-10. In che modo Gesù dimostrò un’umiltà straordinaria?
9 La sera prima di essere messo a morte, Gesù diede a Pietro e agli altri apostoli un’importante lezione di umiltà. Poco tempo prima aveva mandato Pietro e Giovanni a fare dei preparativi per l’ultima cena che avrebbe condiviso con gli apostoli prima di morire. Tra le altre cose, bisognava probabilmente assicurarsi che ci fossero un catino e dei teli perché si potessero lavare i piedi agli ospiti prima della cena. Ma chi avrebbe assolto quell’umile compito?
10 Senza alcuna esitazione, Gesù dimostrò un’umiltà straordinaria. Lasciando meravigliati gli apostoli, fece qualcosa che di solito avrebbe fatto un servitore: si tolse il manto, si mise attorno alla vita un telo, mise dell’acqua nel catino e iniziò a lavare i piedi agli apostoli (Giov. 13:4, 5). Lavare i piedi a tutti e 12 gli apostoli avrà richiesto del tempo, ma Gesù portò umilmente a termine quel compito; e lavò i piedi anche a Giuda, che stava per tradirlo. Poi Gesù con pazienza spiegò: “Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate ‘Maestro’ e ‘Signore’, e a ragione, perché lo sono. Perciò, se io che sono il Signore e il Maestro vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Giov. 13:12-14).
La vera umiltà ha a che fare con i nostri pensieri più profondi
11. In che modo Pietro dimostrò di avere imparato a essere umile? (1 Pietro 5:5 e nota in calce; vedi anche l’immagine).
11 Pietro imparò molto dall’umiltà di Gesù. Dopo che Gesù era tornato in cielo, Pietro guarì miracolosamente un uomo che era zoppo dalla nascita (Atti 1:8, 9; 3:2, 6-8). Naturalmente quell’avvenimento straordinario attirò l’attenzione di una folla di persone (Atti 3:11). Cosa avrebbe fatto Pietro? Si sarebbe goduto quel momento di gloria? D’altronde proveniva da un ambiente che dava grande importanza a posizione e preminenza. Pietro però distolse umilmente l’attenzione da sé per dare il merito a Geova e a Gesù. Disse: “Per mezzo del [...] nome [di Gesù], e mediante la nostra fede nel suo nome, quest’uomo che vedete e conoscete è stato reso forte” (Atti 3:12-16). Quello che Pietro scrisse in una lettera ai cristiani riguardo all’importanza di coltivare l’umiltà forse richiama alla nostra mente proprio l’occasione in cui Gesù si mise intorno alla vita un telo e lavò i piedi agli apostoli. (Leggi 1 Pietro 5:5 e la nota in calce.)
Pietro umilmente diede a Geova e a Gesù il merito del miracolo che aveva appena compiuto. Anche noi possiamo mostrare umiltà facendo il bene senza aspettarci di essere notati o ricompensati (Vedi i paragrafi 11 e 12)
12. In che modo, come Pietro, possiamo continuare a coltivare l’umiltà?
12 Possiamo seguire l’esempio di Pietro coltivando l’umiltà. Ricordiamo che mostrare vera umiltà significa più che semplicemente dire le parole giuste. Il termine usato da Pietro per “umiltà” può anche essere tradotto “modestia di mente”, quindi l’umiltà ha a che fare con i nostri pensieri più profondi. Ci spendiamo per gli altri perché amiamo Geova e amiamo le persone, non perché amiamo essere ammirati. Se facciamo tutto il possibile per servire con gioia Geova e i nostri fratelli, sia che i nostri sforzi vengano notati o meno, allora diamo prova di essere umili (Matt. 6:1-4).
MOSTRIAMOCI “ASSENNATI”
13. Spiegate cosa significa essere “assennati”.
13 Cosa significa essere “assennati”? (1 Piet. 4:7). Un cristiano che è assennato fa del suo meglio per prendere buone decisioni che rispecchino il modo di pensare di Geova. Sa che niente nella vita è più importante della sua amicizia con Geova. Ha una visione equilibrata di sé stesso, perché è consapevole che non ha tutte le risposte. E dimostra di confidare in Dio rivolgendosi spesso e con umiltà a lui in preghiera.b
14. In che modo in un’occasione Pietro non confidò in Geova?
14 La sera prima di morire, Gesù disse ai suoi discepoli: “Questa notte la fede di tutti voi vacillerà a motivo di quello che mi succederà”. Pietro, sicuro di sé, rispose: “Anche se la fede di tutti gli altri vacillerà a motivo di quello che ti succederà, la mia non vacillerà mai!” Quella notte Gesù diede ad alcuni dei suoi discepoli questa esortazione: “Vigilate e pregate di continuo” (Matt. 26:31, 33, 41). Se Pietro avesse seguito quel consiglio, forse avrebbe poi avuto il coraggio di dire che era un discepolo di Gesù. Invece rinnegò il suo Signore, cosa di cui in seguito si pentì amaramente (Matt. 26:69-75).
15. In che modo Gesù si mantenne assennato nella sua ultima notte come essere umano?
15 Gesù confidò pienamente in Geova. Anche se era perfetto, pregò ripetutamente. Questo gli diede il coraggio di agire in armonia con la volontà di Geova per lui (Matt. 26:39, 42, 44; Giov. 18:4, 5). Di sicuro l’immagine di Gesù che pregava intensamente rimase scolpita per sempre nella mente di Pietro.
16. In che modo Pietro dimostrò di essere diventato un cristiano assennato? (1 Pietro 4:7).
16 Col tempo Pietro imparò ad affidarsi sempre di più a Geova tramite la preghiera. Gesù, dopo essere stato risuscitato, assicurò a Pietro e agli altri apostoli che avrebbero ricevuto lo spirito santo così che potessero assolvere il loro incarico di predicare, ma disse loro di aspettare a Gerusalemme finché lo spirito santo non fosse stato versato (Luca 24:49; Atti 1:4, 5). Cosa fece Pietro mentre aspettava? Lui e gli altri cristiani “perseveravano nella preghiera” (Atti 1:13, 14). In seguito, nella sua prima lettera, Pietro incoraggiò i fratelli a essere assennati e ad affidarsi a Geova tramite la preghiera. (Leggi 1 Pietro 4:7.) Pietro imparò ad affidarsi a Geova, e diventò una colonna nella congregazione (Gal. 2:9).
17. Indipendentemente dalle nostre capacità, cosa dobbiamo continuare a fare? (Vedi anche l’immagine.)
17 Per essere assennati dobbiamo pregare spesso. Ci rendiamo conto che, anche se abbiamo delle capacità o dei talenti naturali, abbiamo bisogno di continuare a pregare Geova. Quindi, soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni importanti, chiediamo a Geova di guidarci, sicuri che lui sa cosa è meglio per noi.
Pietro imparò ad affidarsi a Geova tramite la preghiera. Anche noi possiamo dimostrarci assennati pregando Geova per avere il suo aiuto, soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni importanti (Vedi il paragrafo 17)c
18. Come possiamo sintonizzarci sempre di più con i pensieri di Geova?
18 Siamo davvero grati a Geova per averci creato con la capacità di riflettere le sue qualità (Gen. 1:26). Ovviamente non possiamo imitare Geova alla perfezione (Isa. 55:9). Tuttavia, come Pietro, possiamo sintonizzarci sempre di più con il modo di pensare del nostro Creatore. Sforziamoci di farlo continuando ad allinearci ai suoi pensieri, coltivando l’umiltà ed essendo assennati.
CANTICO 30 Mio Dio, mio Padre e Amico
a Il termine usato in 1 Pietro 4:1 per “disposizione mentale” può anche essere reso “modo di pensare”, “atteggiamento”, “pensiero”.
b Per ulteriori informazioni su cosa significa essere assennati, o spiritualmente sani, vedi l’articolo della serie “Versetti biblici spiegati” intitolato “2 Timoteo 1:7 | ‘Dio [...] non ci ha dato uno spirito di paura’”, al paragrafo “Assennatezza”, su jw.org o nell’app JW Library®.
c DESCRIZIONE DELL’IMMAGINE. Una sorella prega silenziosamente mentre aspetta di fare un colloquio di lavoro.