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Giovanni — Approfondimenti al capitolo 9Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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gli rese omaggio O “gli si inchinò”, “si prostrò a lui”, “lo ossequiò”. Quando il verbo greco proskynèo è usato nel senso di venerare un dio o una divinità viene tradotto “adorare” (Mt 4:10; Lu 4:8). Ma in questo contesto l’uomo cieco dalla nascita che era stato guarito riconobbe che Gesù era un rappresentante di Dio e per questo gli rese omaggio. Vedeva in lui non Dio, o una divinità, ma il predetto “Figlio dell’uomo”, il Messia investito di autorità divina (Gv 9:35). Quando si inchinò a Gesù, lo fece evidentemente alla maniera delle persone menzionate nelle Scritture Ebraiche, le quali si inginocchiavano o prostravano davanti a profeti, re o altri rappresentanti di Dio (1Sa 25:23, 24; 2Sa 14:4-7; 1Re 1:16; 2Re 4:36, 37). Spesso l’omaggio che le persone rendevano a Gesù era frutto della gratitudine per una rivelazione divina o del riconoscimento di una dimostrazione di favore divino, espressi come si usava fare nelle epoche precedenti (Mt 14:32, 33; 28:5-10, 16-18; Lu 24:50-52; vedi anche approfondimenti a Mt 2:2; 8:2; 14:33; 15:25).
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