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RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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3:24 w85 1/12 9; hp 106; w78 15/12 12; gh 119; lp 69-70; w74 166; w71 624; g62 22/1 7; w60 479
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Romani — Approfondimenti al capitolo 3Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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immeritata bontà Vedi Glossario.
dichiararli giusti Nelle Scritture Greche Cristiane il verbo dikaiòo e i sostantivi affini dikàioma e dikàiosis, generalmente resi “giustificare” e “giustificazione”, contengono l’idea fondamentale di assolvere o prosciogliere da un’accusa, considerare innocente e quindi dichiarare giusto qualcuno e trattarlo come tale. Per esempio l’apostolo Paolo scrisse che chi è morto “è stato assolto [verbo dikaiòo] dal suo peccato”, avendo scontato la pena, cioè la morte (Ro 6:7, 23). Nelle Scritture questi termini greci vengono usati anche con un significato particolare, per indicare che una persona imperfetta che esercita fede può essere considerata innocente agli occhi di Dio (At 13:38, 39; Ro 8:33).
liberandoli mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù Lett. “attraverso la liberazione che [è] in Cristo Gesù”. Il termine greco apolỳtrosis (“liberazione”, “redenzione”) è affine a diversi altri termini collegati con il riscatto. (Vedi approfondimento a Mt 20:28.)
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