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RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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10:7 ad 20; lp 165; w73 341-343; w69 478; g69 22/7 29; w59 511; w58 319-320; w53 15; w46 138; tf 354
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Romani — Approfondimenti al capitolo 10Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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nell’abisso O “nel profondo”. Il termine greco àbyssos significa fondamentalmente “senza fondo” o “insondabile”, “sconfinato”. Ricorre nove volte nelle Scritture Greche Cristiane, dove in genere si riferisce a un luogo o a una condizione di segregazione. (Vedi approfondimento a Lu 8:31.) Qui in Ro 10:7 si riferisce al luogo simbolico in cui Cristo Gesù trascorse parte di tre giorni e da cui il Padre lo risuscitò. (Confronta Sl 71:19, 20; Mt 12:40.) Da morto, Gesù si trovò in quel luogo o condizione di segregazione perché era inconscio e in uno stato di completa inattività. Solo il Padre poteva liberarlo da lì. (Confronta 2Sa 22:5, 6; Gb 38:16, 17; Sl 9:13; 107:18; 116:3; At 2:24.) Tuttavia, non si può limitare il significato del termine “abisso” al luogo simbolico in cui si trovano gli esseri umani che sono morti. (Vedi Glossario, “Tomba”.) La Settanta infatti non usa àbyssos per tradurre l’ebraico sheʼòhl (“Tomba”). Inoltre è degno di nota che il termine “abisso” è usato anche per designare il luogo simbolico, paragonabile a una “prigione”, in cui verranno segregati Satana e i demòni (Lu 8:31; Ri 20:1, 3, 7).
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