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  • 2 Corinti 2:17
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 17 Noi, perché non siamo venditori* della parola di Dio+ come molti altri, ma parliamo in tutta sincerità e come mandati da Dio, davanti a Dio e uniti a Cristo.

  • 2 Corinti 2:17
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 17 [Noi lo siamo;] poiché non siamo venditori ambulanti* della parola di Dio+ come lo sono molti,+ ma parliamo come mossi da sincerità, sì, come mandati da Dio, dinanzi a Dio, in compagnia di Cristo.+

  • 2 Corinti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 2:17 w92 1/12 26-29; w90 15/7 12; w87 15/10 19

  • 2 Corinti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 2:17 w85 1/9 22; km 4/84 4; is 171; w64 689; qm 7; w61 199; w54 375, 552; w48 261; w45 39

  • 2 Corinti
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 2:17

      La Torre di Guardia,

      1/12/1992, pp. 26-29

      15/7/1990, p. 12

      15/10/1987, p. 19

  • 2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 2
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 2:17

      Noi Questa è la risposta alla domanda che si trova alla fine del v. 16. Paolo non sta peccando di presunzione quando afferma che lui e i suoi compagni d’opera sono qualificati per questo ministero. Infatti spiega chiaramente che parlano come mandati da Dio, nel senso che riconoscono che se sono qualificati è esclusivamente merito di Dio; parlano inoltre in tutta sincerità, nel senso che sono mossi da motivi puri (2Co 3:4-6).

      non siamo venditori della parola di Dio O “non facciamo commercio del messaggio di Dio”, “non traiamo guadagno dal messaggio di Dio”. A differenza dei falsi insegnanti, Paolo, gli apostoli e i loro collaboratori predicavano il messaggio di Dio senza alterarlo, e non erano mossi da cattivi motivi. Il verbo greco qui reso “siamo venditori” (kapelèuo) in origine si riferiva all’attività di un commerciante al dettaglio o di un oste, un taverniere, ma con il tempo finì per includere l’idea di essere fraudolenti e avidi. Nella Settanta un sostantivo greco affine a questo verbo compare in Isa 1:22, nella frase “i tuoi mercanti di vino [o “tavernieri”] mescolano il vino con acqua”. In epoca classica era consuetudine diluire il vino con acqua. Per guadagnare di più, alcuni aumentavano la percentuale di acqua usata. È stato quindi ipotizzato che Paolo stesse alludendo a questi venditori di vino disonesti. La stessa metafora è usata nella letteratura greca per descrivere l’attività di filosofi itineranti che trasmettevano i loro insegnamenti in cambio di denaro. Quando Paolo dice che molti altri erano “venditori” della parola di Dio, a quanto pare aveva in mente i falsi ministri che aggiungevano alla Parola di Geova filosofie umane, tradizioni e falsi insegnamenti religiosi. Simbolicamente la annacquavano, e così ne alteravano profumo e gusto e ne indebolivano la capacità di rallegrare (Sl 104:15; vedi approfondimento a 2Co 4:2).

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