-
2 CorintiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
-
-
9:7 g77 8/9 4; g75 22/12 8; g74 22/6 28; w73 644, 725; km 11/73 4; w67 665; w66 669; w65 670; w64 583; g64 22/9 4; w63 666; w62 698; g62 8/10 9; w60 727; w53 119
-
-
2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 9Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
-
-
come ha deciso nel suo cuore Riguardo al “ministero a beneficio” dei cristiani della Giudea che erano nel bisogno, Paolo era sicuro che i corinti avessero il desiderio di fare la loro parte (2Co 8:4, 6, 10; 9:1, 2), ma ora dovevano dimostrare all’atto pratico la loro disponibilità e il loro zelo (2Co 9:3-5). Paolo però non voleva farli sentire sotto pressione, perché difficilmente una persona “dona con gioia” quando è costretta. Confidava nel fatto che lo avessero già deciso. Infatti il verbo greco reso “decidere” che compare in questo versetto significa “stabilire in anticipo”, “prefiggersi”. Quindi Paolo indica che un vero cristiano dona dopo essersi preso il tempo di valutare quali sono i bisogni dei suoi compagni di fede e di riflettere su cosa fare per soddisfarli.
di malavoglia O “con riluttanza”. L’espressione greca resa “di malavoglia” letteralmente significa “da tristezza”, o “per il dolore”.
per forza L’espressione greca resa “per forza” letteralmente significa “da necessità”, o “per costrizione”. Donare non procurerà vera felicità se chi dona lo fa perché si sente costretto o sollecitato da pressioni esterne. Quindi Paolo indica che nella congregazione cristiana delle origini fare contribuzioni doveva essere un’azione assolutamente volontaria. (Confronta De 15:10.)
Dio ama chi dona con gioia Dio è davvero contento quando un cristiano dona con il giusto motivo, cioè per sostenere la vera adorazione e aiutare i compagni di fede. “Chi dona con gioia” è veramente felice proprio perché lo fa. Nel corso della storia i servitori di Geova hanno sempre provato gioia nell’usare le loro risorse e nello spendersi per sostenere l’adorazione. Per esempio gli israeliti dei giorni di Mosè sostennero con gioia la costruzione del tabernacolo. Tutti quelli che avevano “un cuore generoso” fecero allegramente e volontariamente “una contribuzione per Geova”, donando oro, argento, legname, lino e altro (Eso 35:4-35; 36:4-7). Secoli dopo, il re Davide, insieme a principi, capi e altri, fece generosamente una contribuzione per il tempio di Geova che sarebbe stato costruito da suo figlio Salomone (1Cr 29:3-9).
-