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2 CorintiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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12:7 ad 1208; w84 15/12 14; w83 15/5 22; w71 158; g67 8/9 6; w63 166; w59 453; g59 8/2 25; w51 313
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2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 12Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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straordinarie Qui Paolo usa il termine greco hyperbolè per descrivere il carattere straordinario, o ineguagliabile, delle rivelazioni ricevute. (Vedi approfondimento a 2Co 12:2.) Questo termine ricorre otto volte nelle Scritture Greche Cristiane, sempre nelle lettere di Paolo. A seconda del contesto è tradotto in vari modi. Ad esempio, in 2Co 4:7 descrive “la potenza oltre il normale”, e in 2Co 1:8 si riferisce alla “tribolazione [...] così dura” che Paolo e i suoi compagni d’opera avevano affrontato.
una spina nella carne Qui Paolo usa una metafora per descrivere una sofferenza continua. Una spina conficcata nel corpo causerebbe un dolore persistente. (Il termine greco reso “spina” indica in senso proprio una cosa appuntita, come ad esempio un palo aguzzo, una scheggia o una spina.) Paolo non specifica se il dolore causato da questa spina era di natura fisica o emotiva. Alcune affermazioni che si trovano nei suoi scritti fanno avanzare l’ipotesi che soffrisse di problemi di vista, cosa che gli avrebbe reso difficile viaggiare, scrivere lettere e svolgere il suo ministero (Gal 4:15; 6:11; vedi anche At 23:1-5). In questo contesto Paolo sta parlando dei continui attacchi dei suoi arroganti detrattori, quindi è anche possibile che si stia riferendo allo stress e all’ansia che quei falsi maestri gli procuravano. (Vedi approfondimento a 2Co 11:5.) Qualunque fosse la causa del suo dolore, Paolo definisce questa “spina” un angelo di Satana, suggerendo l’idea che Satana cerca di sfruttare qualunque sofferenza un servitore di Dio patisca, sia essa fisica o emotiva, per scoraggiarlo. Comunque Paolo manteneva un atteggiamento positivo. Spiegando perché gli è stata data questa “spina”, dice: Per evitare che io mi esalti. La vedeva cioè come una cosa che lo aiutava a rimanere umile e piacere così a Dio (Mt 23:12).
schiaffeggiarmi O “colpirmi”. Il verbo greco usato qui da Paolo può riferirsi in senso letterale all’essere colpiti con le mani, le nocche o i pugni. È usato in questa accezione in Mt 26:67, dove si legge che i soldati romani “presero a pugni” Gesù. In 1Co 4:11 ha invece un significato più ampio ed esprime l’idea di maltrattare.
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