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1 TessalonicesiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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5:14 w84 15/1 9-11; w82 15/10 13-15; w80 15/8 3; w80 1/9 6; g80 8/9 28; w79 15/10 25; w79 1/11 6; w77 550, 727, 761; w76 114-115; g75 8/10 21; w67 18; g67 8/1 7; w65 230; w64 20; w63 118, 696; w62 626, 691; w61 85, 270, 472, 477, 656; w60 504; w52 248
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1 Tessalonicesi — Approfondimenti al capitolo 5Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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ammonire Vedi approfondimento a 1Ts 5:12.
i disordinati Il termine greco reso “disordinati” era spesso usato per riferirsi a quei soldati che uscivano dai ranghi o erano indisciplinati. Giuseppe Flavio, storico del I secolo, lo usò a proposito di truppe che “avanzarono in disordine” (Antichità giudaiche, XV, 150 [v, 4], a cura di L. Morandi, UTET, Torino, 2006). Nel greco parlato questo termine poteva indicare una persona pigra, oziosa, ma più spesso si riferiva a qualcuno che non sottostava alle norme comunemente accettate. Qui Paolo lo usa in senso lato per descrivere quelli che nella congregazione cristiana erano insubordinati e disubbidienti e che si allontanavano in maniera significativa dalle norme cristiane (1Ts 4:11; 2Ts 3:6).
confortare Il verbo greco originale (paramythèomai) compare anche in Gv 11:19, 31 in riferimento ai giudei che andarono a consolare Maria e Marta per la morte del fratello Lazzaro. Denota un notevole grado di tenerezza e conforto. (Vedi l’approfondimento a 1Co 14:3, dove un termine affine è reso “consola”.)
chi è depresso O “chi è scoraggiato”. Il termine greco usato qui (oligòpsychos) può essere letteralmente reso “quelli di poca anima”. Gli scrittori greci antichi ne usavano uno che aveva il significato opposto, “quelli di grande anima”, per riferirsi a chi era sicuro di sé e presuntuoso. A quanto pare, quindi, il termine utilizzato da Paolo ha in sé il senso di mancanza di autostima. Compare anche nella Settanta, dove traduce le parole ebraiche corrispondenti rese ‘ansioso’ e ‘afflitto’ (Isa 35:4; 54:6). Alcuni cristiani di Tessalonica forse erano scoraggiati a motivo della persecuzione o del dolore per la perdita di qualche fratello (1Ts 2:14; 4:13-18). Paolo esorta a confortare o consolare quelli che sono depressi, e non ad ammonirli. (Vedi l’approfondimento confortare in questo versetto.)
essere pazienti con tutti I termini greci che si riferiscono alla pazienza denotano la capacità di perseverare con calma e di non arrabbiarsi facilmente, caratteristica costantemente evidente nel modo in cui Geova e Gesù trattano con gli esseri umani (Ro 2:4; 9:22; 1Tm 1:16; 1Pt 3:20; 2Pt 3:9, 15; vedi approfondimento a Gal 5:22). Dato che imitano Geova e Gesù, anche i cristiani devono manifestare pazienza (1Co 11:1; Ef 5:1). Il verbo greco che compare in questo versetto ricorre due volte anche nella parabola di Gesù in cui due schiavi supplicano: “Abbi pazienza con me” (Mt 18:26, 29). Lo “schiavo malvagio” e spietato si rifiuta di essere paziente e misericordioso, a differenza del padrone, che Gesù usa per descrivere il suo Padre celeste (Mt 18:30-35). La parabola di Gesù e la presenza dello stesso verbo in 2Pt 3:9 fanno pensare che manifestare pazienza nei confronti degli altri include l’essere misericordiosi e pronti a perdonare.
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