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1 TimoteoIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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2:2 w83 15/7 10; w80 1/6 26; g78 8/8 27; w65 147; w63 360, 406; g62 22/11 7; w59 122; g59 22/10 29; w55 368; w52 361
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1 Timoteo — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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tutti quelli che hanno una posizione di autorità Questa espressione si riferisce ad autorità governative e a funzionari di vario tipo. (Vedi approfondimento a Ro 13:1.) Il termine re che compare in questo versetto includeva sia le autorità locali sia l’imperatore romano. Quando Paolo scrisse questa lettera, intorno al 61-64, l’imperatore era Nerone, che regnò dal 54 al 68.
affinché possiamo continuare a condurre una vita calma e tranquilla Qui Paolo spiega un motivo per cui i cristiani dovrebbero pregare riguardo a chi ha una posizione di autorità: Dio potrebbe rispondere a queste preghiere inducendo le autorità a permettere ai cristiani di continuare a servirlo senza essere perseguitati e di vivere in pace “con totale devozione [...] e serietà”. (Confronta Ger 29:7.) In questo modo i cristiani possono avere più libertà per continuare a predicare, attività che dà a “ogni tipo di persona” la possibilità di essere salvata (1Tm 2:4). Quando Paolo gli scrisse, Timoteo serviva a Efeso; i cristiani che erano stati tra i primi componenti della congregazione locale avranno sicuramente capito in che modo uomini che hanno posizioni di autorità possono influire sul ministero. Ricordavano ad esempio quando, alcuni anni prima, durante il terzo viaggio missionario di Paolo (ca. 52-56), un funzionario aveva acquietato una folla che si era opposta alla predicazione sua e dei suoi compagni d’opera (At 19:23-41). Comunque, indipendentemente da quello che fanno le autorità, i cristiani pregano Dio perché li aiuti a continuare a predicare (At 4:23-31).
devozione a Dio O “santa devozione”. Il termine greco usato qui, eusèbeia, fa riferimento a un senso di riverenza e di profondo rispetto nei confronti di Dio; per questo motivo la parola “Dio”, anche se non compare nel termine originale, è stata esplicitata. (Per una trattazione del termine greco reso “devozione a Dio”, vedi approfondimento a 1Tm 4:7.) Questo stesso termine a volte viene usato anche nella Settanta. Per esempio compare in Isa 11:2 e 33:6, dove il testo ebraico usa l’espressione “timore di Geova”, che si riferisce ugualmente a profondo rispetto per Geova Dio. Quando nel V secolo fu realizzata la Pescitta, traduzione della Bibbia in siriaco, in 1Tm 2:2 il termine greco eusèbeia fu reso “riverenza verso Dio”, con l’esplicitazione della parola “Dio”. Sulla stessa falsariga, alcune successive traduzioni in ebraico delle Scritture Greche Cristiane hanno reso eusèbeia con “timore di Geova” sia in questo versetto sia in altri dove compare il termine (1Tm 3:16; 4:7, 8; 6:3, 6, 11). Comunque, il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo ha ritenuto che non ci fossero sufficienti ragioni a sostegno del ripristino del nome divino nel testo principale di questo versetto. (Per altre ragioni prese in considerazione nel valutare se ripristinare il nome divino in altri versetti, vedi App. C; confronta approfondimento a Ro 10:12.)
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