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1 TimoteoIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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6:6 w80 15/8 6; g80 8/2 11; w75 471, 473, 475; g74 22/2 11; g74 22/8 29; g67 22/11 7; w66 107; g66 8/3 8; g65 8/9 4; w64 17, 644; w63 16; w61 495; w49 88-89, 92
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1 Timoteo — Approfondimenti al capitolo 6Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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la devozione a Dio è fonte di grande guadagno Paolo ricorre al termine greco reso “fonte di guadagno” in due frasi consecutive. Nel v. 5 lo ha utilizzato parlando di maestri falsi e corrotti che cercavano di sfruttare la congregazione usando la devozione a Dio come “fonte di guadagno”. Forse volevano farsi pagare per l’insegnamento che impartivano, o cercavano in altri modi di ottenere vantaggi materiali dai componenti della congregazione (2Tm 3:6; Tit 1:11; vedi approfondimento a 2Co 2:17). Oppure forse insegnavano che la devozione a Dio era un mezzo per diventare ricchi. Qui nel v. 6, però, Paolo parla di un “guadagno” di gran lunga maggiore, ovvero i benefìci spirituali che la devozione a Dio reca al cristiano.
devozione a Dio Per una trattazione dell’espressione “devozione a Dio”, vedi approfondimento a 1Tm 4:7; vedi anche approfondimento a 1Tm 2:2.
purché ci si sappia accontentare Qui Paolo mette in relazione la devozione a Dio con il sapersi accontentare, o “autosufficienza”, qualità in netto contrasto con le ambizioni materialistiche dei falsi maestri (1Tm 6:8). Il servitore di Dio che sa accontentarsi prova gioia e pace interiore. (Vedi approfondimento a Flp 4:11.)
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