Mercoledì 26 novembre
Rallegriamoci nella speranza della gloria di Dio (Rom. 5:2)
L’apostolo Paolo scrisse queste parole alla congregazione di Roma. I fratelli e le sorelle di quella congregazione avevano conosciuto Geova e Gesù, avevano esercitato fede ed erano diventati cristiani. Dio quindi li aveva “dichiarati giusti grazie alla fede” e li aveva unti con lo spirito santo (Rom. 5:1). Quei cristiani ora avevano una speranza meravigliosa che si sarebbe sicuramente realizzata. In seguito Paolo scrisse ai cristiani unti di Efeso circa la speranza alla quale erano stati chiamati: avrebbero ricevuto l’“eredità [riservata] ai santi” (Efes. 1:18). Inoltre Paolo scrivendo ai colossesi disse anche dove si sarebbe realizzata quella speranza. Infatti ne parlò come della “speranza che [era loro] riservata nei cieli” (Col. 1:4, 5). La speranza dei cristiani unti quindi consiste nell’essere risuscitati per vivere per sempre nei cieli, dove regneranno con Cristo (1 Tess. 4:13-17; Riv. 20:6). w23.12 9 parr. 4-5
Giovedì 27 novembre
La pace di Dio che è al di là di ogni comprensione custodirà il vostro cuore e le vostre facoltà mentali (Filip. 4:7)
Il verbo originale per “custodire” apparteneva al linguaggio militare e poteva riferirsi a dei soldati che custodivano una città e la proteggevano dagli attacchi. Gli abitanti di quella città potevano dormire sonni tranquilli perché sapevano che alle porte c’erano dei soldati. In modo simile, quando la pace di Dio custodisce il nostro cuore e la nostra mente proviamo calma, perché sappiamo di essere al sicuro (Sal. 4:8). Come nel caso di Anna, anche se la nostra situazione non cambia immediatamente, possiamo comunque provare una certa tranquillità (1 Sam. 1:16-18). E quando siamo tranquilli, in genere ci è più facile pensare con lucidità e prendere decisioni sagge. Quindi cosa possiamo fare? Quando siamo angosciati, rivolgiamoci per così dire ai “soldati di guardia”: preghiamo fino a quando non iniziamo a sentire la pace di Dio (Luca 11:9; 1 Tess. 5:17). Se stiamo affrontando un grave problema, continuiamo a pregare. Questo ci farà provare la pace di Geova, che custodirà il nostro cuore e la nostra mente (Rom. 12:12). w24.01 21 parr. 5-6
Venerdì 28 novembre
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome (Matt. 6:9)
Per santificare il nome di suo Padre, Gesù sopportò torture, insulti e calunnie di ogni tipo. Sapeva di aver ubbidito a suo Padre in ogni cosa; non aveva niente di cui vergognarsi (Ebr. 12:2). Sapeva anche che Satana in quelle ore così difficili lo stava attaccando in maniera diretta (Luca 22:2-4; 23:33, 34). Sicuramente Satana sperava di poter infrangere l’integrità di Gesù, ma fallì miseramente. Gesù dimostrò una volta per tutte che Satana è un perfido bugiardo e che Geova ha dei leali servitori che mantengono l’integrità anche davanti alle prove più difficili. Sicuramente vogliamo rallegrare il nostro Re. Continuiamo quindi a lodare il nome di Geova aiutando altri a capire che tipo di persona è Geova veramente. Quando lo facciamo, diamo prova che stiamo seguendo le orme di Gesù (1 Piet. 2:21). Come lui, stiamo rallegrando Geova e stiamo dimostrando che il Suo avversario, Satana, è uno spregevole bugiardo. w24.02 11 parr. 11-13