BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Una persona cara è scomparsa: come continuare a vivere
    Svegliatevi! 1981 | 8 luglio
    • Prima parte

      Una persona cara è scomparsa: come continuare a vivere

      QUANDO il piccolo Gregory venne al mondo sua madre stava per andarsene. La donna sapeva che sarebbe morta. Le cure che avrebbero potuto prolungarle di poco la vita rischiavano di uccidere il nascituro e lei non voleva che questo accadesse.

      Anita Brown prese la sua decisione. Rifiutò le cure e fece di tutto per restare in vita abbastanza a lungo. Cinque ore dopo che aveva partorito in un ospedale della California, visto il suo bambino e detto addio al marito e ai familiari, la sua vita si spense. Ora essi dovevano affrontare la vita senza la loro amata.

      Cosa si può fare?

      Ogni anno milioni di persone sono colpite dalla tragedia e perdono qualche loro caro. Il duro colpo e il tremendo dolore che spesso ne derivano sono veramente difficili da superare.

      Forse voi stessi avete perduto una persona cara o forse è capitato a qualcuno che conoscete. Che si può fare in tali casi per alleviare il dolore e riprendere una vita abbastanza normale?

      Qualcuno ha detto che ‘il tempo guarisce molte ferite’ e che col passar del tempo la vita tornerà alla normalità. Ma il tempo, da solo, non guarisce nulla. È il modo in cui si impiega il proprio tempo che conta. Se chi ha perso una persona cara comincia a commiserarsi farà un pessimo impiego del suo tempo, ma ne farà un saggio uso se cerca di costruirsi una vita soddisfacente.

      I problemi sono molteplici, ma quello più grande è come affrontare la vita senza la persona amata. Ciò che farete determinerà quanto sarà profonda la cicatrice e quanto continuerete a soffrire per la perdita. Molti sono stati aiutati a risolvere il problema facendo certe cose che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni.

      Ma c’è un’altra cosa, qualcosa di molto efficace che aiuta ad alleviare il dolore e permette di continuare a vivere con ottimismo. È ciò che avevano Anita e la sua famiglia e che lasciò stupefatti medici e infermiere perché fu di così grande aiuto nel momento critico.

      Prima consideriamo alcune delle cose della vita quotidiana che si sono rivelate utili per sopportare la perdita di una persona cara.

      Riprendere il lavoro

      Quando qualcuno muore, naturalmente, si deve interrompere per un po’ il ritmo normale della vita. Alcuni suggeriranno un lungo periodo di lutto. Ma così facendo ci vorrà più tempo per vincere il dolore e sarà più difficile evitare di autocommiserarsi.

      Molti pertanto hanno riscontrato che è meglio riprendere una vita normale appena possibile. Per esempio, una coppia di sposi lavoravano insieme facendo le consegne del pane. Ma un giorno il marito cadde da un tetto che stava riparando e rimase ucciso. La moglie racconta:

      “In parte per ragioni economiche dovetti riprendere subito il lavoro. Nel giro di due settimane facevo io le consegne del pane.

      “Sotto alcuni aspetti questa fu una benedizione. La necessità è una buona maestra. Mi aiutò a ricominciare a frequentare altre persone della comunità, ascoltare i loro problemi e pensare ad altri, invece di rimuginare le mie tristi circostanze.

      “Dovendo riprendere il lavoro così presto fui costretta ad accettare le responsabilità che sapevo di dover affrontare comunque”.

      La vita continua

      Viene dunque il momento in cui bisogna accettare realisticamente la situazione e continuare a vivere. Un’altra vedova spiega:

      “Viene il momento in cui ti accorgi di pensare troppo alla terribile perdita che hai subìto. La maggior parte dei miei pianti, però, erano il frutto dell’autocommiserazione.

      “Cominciai a capire che il mio dolore sarebbe cessato solo vivendo ogni giorno. Così cominciai a fare deliberatamente dei progetti, un viaggio ogni tanto e piccoli lavori che erano stati cominciati ma non finiti.

      “I pensieri positivi possono aiutare a vincere il dolore. Se non ci si analizza il dolore può durare anni. Ho conosciuto vedove che piangono ancora tutti i giorni dopo cinque anni, procurandosi problemi emotivi e di salute”.

      Questo fa venire in mente un interessante racconto menzionato nella Bibbia. Riguarda Davide, re dell’antico Israele. Era afflitto per il figlio neonato che stava morendo. Mentre il bambino era in vita, egli era profondamente addolorato. Ma dopo la morte del bambino, Davide assunse di nuovo le sue responsabilità, continuando la vita di ogni giorno. Le persone che gli stavano intorno rimasero sorprese. Quando gli chiesero il perché del suo comportamento, egli disse: “Finché il fanciullo era in vita, ho digiunato e pianto, perché ho detto: Chi sa che il Signore non abbia pietà di me e il bambino non viva; ma adesso che è morto, perché dovrei ancora digiunare? Posso forse farlo ritornare?” — II Sam. 12:22, 23, La Bibbia Concordata.

      I superstiti non possono far tornare in vita i morti. E probabilmente il morto avrebbe voluto che continuaste a vivere una vita con uno scopo. Non cercate dunque di continuare a vivere come se lo scomparso fosse ancora con voi. Costruitevi una vostra identità, e proseguite il vostro cammino, come fece il re Davide.

      Cambiamenti opportuni

      Alcuni che hanno perso un familiare hanno trovato che è utile far passare un po’ di tempo prima di dar via le sue cose o fare grandi cambiamenti. La domanda a cui alla fine però bisogna rispondere è questa: Ci si deve disfare delle cose personali del morto? Forse sì. Ma può darsi che in seguito alcune cose saranno utili, come gli utensili del marito per fare le riparazioni in casa.

      Ma che fare se gli oggetti personali del morto causano continuo abbattimento perché sono penosi ricordi della persona amata? Cercare di conservare le cose com’erano o cercare di vivere come se il morto fosse ancora vivo non aiuterà a vincere il dolore. Può invece trasformare la casa in un museo di tristi ricordi.

      Quindi dopo un iniziale periodo di cordoglio è meglio vedere quali cose devono essere cambiate per far fronte alla nuova situazione, affinché il passato non ostacoli troppo il presente.

      Nuove nozze

      Avendo perduto il coniuge, il superstite può in seguito decidere di risposarsi. Ma dato che non potrà mai esistere una relazione esattamente uguale a quella precedente, nessun’altra persona può sostituire in tutto quella scomparsa. Non ha senso cercarla. Nondimeno la nuova relazione può essere eccezionale come la precedente, e offrire molte soddisfazioni.

      Tante volte il vedovo o la vedova può decidere di non risposarsi o di aspettare più a lungo prima di farlo. In certi casi si accorgono in fretta di sapersela cavare molto meglio di quanto non pensassero. L’accresciuta responsabilità di dover fare di più per educare i figli, cucinare e svolgere altri compiti di cui prima si occupava qualcun altro può indurre a sfruttare risorse personali su cui prima non si faceva così tanto assegnamento. Spesso anche i figli riscontrano che, quando devono adattarsi alla perdita di un genitore, sono in grado di fare molto più di quanto non immaginassero. Possono aiutare di più nelle faccende domestiche o ad aver cura dei fratellini.

      Gli amici non potranno mai sostituire una persona cara che è morta, ma possono essere di grande aiuto e conforto. Possono offrirsi di aiutare ad aver cura di molte cose. Se sono amici fidati, si può anche chiedere loro aiuto. Naturalmente, non bisogna appoggiarsi troppo a loro. Ma un vero amico disposto ad ascoltare e tenere per sé una confidenza, disposto a portare per un po’ i vostri pesi e ad aiutarvi a prendere sagge decisioni è un bene prezioso nei momenti di dolore.

      Considerazioni pratiche come queste possono essere molto utili per riprendere una vita normale dopo la morte di una persona cara. Ma c’è un’altra cosa che può essere molto efficace. È ciò che ha aiutato Anita Brown e la sua famiglia ad affrontare la tragedia e pur tuttavia guardare al futuro con ottimismo.

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      Il tempo, da solo, non guarisce nulla. È il modo in cui si impiega il proprio tempo che conta

      [Testo in evidenza a pagina 7]

      Alcuni suggeriranno un lungo periodo di lutto. Ma così facendo ci vorrà più tempo per vincere il dolore

  • Una speranza sicura è d’aiuto
    Svegliatevi! 1981 | 8 luglio
    • Seconda parte

      Una speranza sicura è d’aiuto

      ‘VI AVREBBE sbalordito. Ha conservato uno spirito allegro e positivo fino all’ultimo’. Così è stato detto di Anita Brown, morta di cancro dopo avere dato alla luce un maschio.

      Il dott. Ron Lapin, uno dei medici che l’hanno assistita all’ospedale Esperanza, ha fatto questi commenti: “Quel cosino di trentasei chili mi ha meravigliato per la sua fede e per ciò che i testimoni di Geova sostengono. È stata un vero incoraggiamento per tutto il personale ospedaliero: una piccola dinamo”.

      Quando uno sta morendo da dove gli vengono tanto coraggio e ottimismo? Che c’entra questo con la fede di Anita che il medico menziona?

      Siamo aiutati a capirlo dalle parole di un aiuto infermiera, Cheryl Douglass, per la quale la morte di Anita è stata un colpo molto più duro che per la stessa famiglia di Anita. Perché? Essa ha risposto: “L’hanno presa molto meglio di me perché loro sono tutti testimoni di Geova mentre io no. La fede che hanno è per loro di grande aiuto”.

      Sorretti dalla speranza

      Cosa c’era nella fede di Anita e dei suoi familiari che nel momento critico ha dato loro tanta forza? La loro fede includeva la speranza di vivere un giorno in un nuovo ordine che Dio stabilirà dove malattie, dolori, pene e perfino la morte non esisteranno più. In quel nuovo ordine perfino i morti torneranno in vita mediante la risurrezione!

      Queste sono alcune delle meravigliose promesse che Dio ha fatto scrivere nella sua Parola ispirata, la Bibbia. Dato che le promesse del Creatore non possono mai venir meno, la Bibbia dichiara semplicemente: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Anita sapeva che la Bibbia paragona la morte a un profondo sonno temporaneo da cui sarebbe stata svegliata al tempo fissato da Dio. — Eccl. 9:5; Giov. 11:11-14.

      Quando fu sulla terra Gesù Cristo parlò della risurrezione. Anzi, ne diede una dimostrazione riportando in vita alcuni che erano morti. Ad esempio, il racconto biblico dice che Gesù, quando risuscitò il figlio unico di una vedova, “lo diede a sua madre”. (Luca 7:11-17) Allo stesso modo, Anita sapeva che un giorno anche lei avrebbe avuto la possibilità di rivedere il figlio col quale aveva potuto trascorrere solo poche ore preziose prima di morire.

      In un’altra occasione, Gesù risuscitò una bambina. Come risultato il padre e la madre della ragazzina, e altri che erano lì “furon presi da grande estasi”. (Mar. 5:42) Allo stesso modo, nel nuovo ordine che sarà istituito da Dio grande sarà l’estasi quando le persone vedranno tornare i propri cari dalle tombe. — Giov. 11:1-45.

      In quel nuovo ordine, sotto la guida di Dio, si formerà una nuova società umana che avrà pace, contentezza e felicità come nessuna creatura umana ora vivente ha mai avuto. La promessa è questa: “Dio . . . asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose [cattive] precedenti sono passate”. — Riv. 21:3, 4.

      Tutte le tristi condizioni d’oggi spariranno per cui la Parola di Dio promette: “I mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. Questa gioia non sarà temporanea perché la Bibbia aggiunge: “I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. — Sal. 37:11, 29.

      La sicura speranza di vivere in un nuovo ordine qui sulla terra, che include speranza della risurrezione, è una potente forza che sostiene coloro che hanno la giusta fede in Dio. E sono ulteriormente rafforzati dal fatto di sapere che questo nuovo ordine non è lontano. Perché diciamo questo? Perché la profezia biblica mostra chiaramente che il presente sistema malvagio è nei suoi “ultimi giorni”, e che in un futuro molto prossimo Dio lo farà sparire. — II Tim. 3:1-5; Dan. 2:44.

      Questa speranza è ciò che dà alle persone grande ottimismo e forza durante una tragedia. È per questo che la Bibbia dice: “Inoltre, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza circa quelli che dormono nella morte; affinché non vi rattristiate come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. (I Tess. 4:13) Coloro che hanno questa speranza sicura, pur essendo senz’altro rattristati dalla morte, non si affliggono in maniera eccessiva. La gioia non scompare completamente dalla loro vita. Sanno che la morte è un “sonno” da cui si può tornare in vita per vedere l’adempimento delle promesse di Dio.

      Un altro grande aiuto

      Inoltre, chi ha vera fede sa che l’Iddio che ridarà la vita può anche ora provvedere un grande aiuto a chi confida in lui. Come? Per mezzo della Sua forza attiva, del suo spirito santo. Questo spirito santo è innegabilmente la più potente forza dell’universo. — Gen. 1:2; Isa. 40:28, 29.

      La Bibbia dice che nei momenti critici chi è sincero può “attingere” a questa forza. Per esempio Gesù disse che Dio avrebbe dato “spirito santo a quelli che glielo chiedono”. (Luca 11:13) Questo spirito dà ai sinceri adoratori di Dio la possibilità di fare cose che altri non sono in grado di fare. Ecco perché la Bibbia definisce ciò che lo spirito di Dio produce in un individuo “potenza oltre ciò che è normale”. (II Cor. 4:7) Questa è la grande forza che ha aiutato Anita Brown e i suoi familiari. — I Giov. 5:14.

      Pertanto la sicura speranza del nuovo ordine e della risurrezione è di grande aiuto per affrontare la morte. E la potente forza attiva di Dio sorregge meravigliosamente coloro che hanno perso qualche loro caro. Questi riconoscono, per esperienza personale, che è verace il consiglio biblico che dice: “Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli”. — Sal. 55:22.

      [Immagini a pagina 9]

      Leggendo i racconti biblici di come Gesù riportò in vita alcuni morti rafforziamo la nostra speranza nella futura risurrezione e siamo aiutati ad affrontare la realtà della morte

  • Come preparare la famiglia all’eventualità della morte
    Svegliatevi! 1981 | 8 luglio
    • Terza parte

      Come preparare la famiglia all’eventualità della morte

      A VOLTE uno può sapere in anticipo che presto morirà. Cosa può fare per preparare gli altri familiari?

      Molti riscontrano che è bene non considerare tabù il soggetto della morte, anche quando tutti i familiari sono in buona salute. Questo specialmente quando si ha il giusto intendimento di cos’è la morte e di come sarà vinta.

      Si può dunque discutere il soggetto della morte, in modo appropriato a ciascuna occasione, quando i giornali menzionano una tragedia o quando muoiono amici o parenti. In tal modo, i familiari, particolarmente i più giovani, sono aiutati a prepararsi meglio all’eventualità che qualcuno dei loro cari muoia.

      Jory Graham, una giornalista di Chicago che ha personalmente affrontato il problema del cancro, ha fatto questa osservazione: “Quando tra familiari si può parlare apertamente della morte, avviene qualcosa di meraviglioso nella famiglia, e l’ho visto accadere tante, tante volte. Quando sono veramente aperti, reciprocamente interessati e si sostengono a vicenda, nasce un’intimità che non potrebbe esserci in nessun altro modo”.

      L’esperienza di una famiglia

      Una famiglia australiana di cinque persone ebbe un’esperienza di questo genere. La madre, malata di cancro, seppe che aveva pochi mesi di vita. In quel breve tempo prima di morire cercò di preparare la sua famiglia. In particolare voleva preparare la figlia maggiore, di tredici anni, ad aiutare a crescere le due sorelle più piccole. E la preparò in modo molto realistico. In seguito la figlia maggiore fece questo racconto:

      “Ricordo con gratitudine che fu proprio mia madre a dirci che presto sarebbe morta e non tenne la cosa segreta. Ci spiegò gentilmente come stavano le cose e poi fece quello che poteva per aiutarci.

      “Allora cominciai a preparare tutti i pasti sotto la sua guida, anche se lei era costretta a letto. Scrivemmo insieme le principali ricette. Poi mi insegnò a usare meglio la macchina da cucire, perché sapeva che avrei dovuto cucire io quasi tutto per la famiglia. Facemmo un programma scritto delle pulizie di casa, dividemmo i compiti, considerammo le fondamentali misure di pronto soccorso e quali fattori tenere presenti in casa per evitare pericoli. Il fatto che mio padre aveva fiducia che ce l’avrei fatta fu un grande incentivo a fare del mio meglio.

      “Sedici anni dopo la morte di mia madre, ho ricevuto la seguente lettera da una delle mie sorelle minori, sposata e con tre figli. Dice: ‘È così bello avere due sorelle meravigliose come te e Bev. Non c’è niente che valga quanto delle sorelle che ti amano e ti capiscono e sono leali. Ti sono molto grata perché sei la persona che sei. Non credo di avertelo mai detto, e se non l’ho fatto mi dispiace, ma ti ringrazio di aver fatto del tuo meglio per tirar su me e Bev e per averci fatto da mamma. Ora capisco che ci sono voluti tanto amore e tanta fatica e abnegazione da parte tua. Ho pensato spesso a quegli anni e ho pregato perché tu trovassi la felicità. So che l’hai trovata’”.

      Fiducia nella promessa di Dio

      La figlia maggiore continua la sua storia: “Mia madre non si abbandonò mai a sentimentalismi ma ci mostrò con l’esempio che aveva completa fede e fiducia nella promessa biblica della risurrezione.

      “Dopo che era morta, mio padre consegnò a ognuna di noi una sua lettera. La mia dice in parte: ‘Lynette, mia cara, ho voluto scriverti due righe per ringraziarti d’essere stata una figlia così dolce e così affettuosa. Sarà difficile per te essere senza madre, ma gli altri, mia cara, ti aiuteranno, e il tuo papà avrà buona cura di te. Aiuta le tue sorelline — so che lo farai — perché faranno sempre più affidamento su di te. Desidero ringraziarti, amore mio, di tutto quello che hai fatto per me e d’essere stata una bambina così affettuosa e ubbidiente, che non mi ha mai dato preoccupazioni. Prego Geova che si ricordi di me e che ci rivediamo tutti nel Nuovo Mondo. Con vivo affetto, la tua affezionata mamma’”.

      Come nel caso di Anita Brown, questa madre non è morta nell’incertezza, chiedendosi quale sarebbe stato il suo futuro. Aveva fiducia che sarebbe tornata in vita nel nuovo ordine che Dio stabilirà. E in modo pratico ha aiutato i suoi cari a prepararsi per sopportare meglio la sua scomparsa.

      [Testo in evidenza a pagina 11]

      “Mia madre non si abbandonò mai a sentimentalismi ma ci mostrò con l’esempio che aveva completa fede e fiducia nella promessa biblica della risurrezione”

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi