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  • Evoluzione o creazione?
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Evoluzione o creazione?

      UNA DOMANDA CHE SI FA SEMPRE PIÙ SCOTTANTE

      IL CREAZIONISMO SCIENTIFICO vuole entrare nelle scuole. Vuole avere parità di diritti con l’evoluzione nelle lezioni di scienze delle scuole pubbliche degli Stati Uniti. Il problema esiste anche nel Canada, sia pure in minor misura.

      GLI EVOLUZIONISTI sono contrari al suo ingresso in aula. Dicono che non è una scienza, che è fuori luogo nelle lezioni di scienze, e che si violerebbe il principio di separazione tra Chiesa e Stato.

      LA CONTROVERSIA ha fatto notizia sui giornali di tutti gli Stati Uniti. È stata dibattuta nelle assemblee legislative degli stati e ha dato luogo a processi.

      Perfino la prestigiosa Associazione Americana per il Progresso della Scienza al suo convegno dell’anno scorso si scagliò contro la creazione e annunciò che al convegno dell’anno successivo intendeva discutere i modi per combattere la creazione.

      La controversia a cui diede inizio Darwin oltre cent’anni fa è ancora accesa. Ma, senza immischiarsi nelle questioni politiche.

      QUESTO NUMERO SPECIALE DI “SVEGLIATEVI!” considera alcune domande basilari:

      L’evoluzione è un fatto comprovato col metodo scientifico, oppure è una teoria non dimostrata?

      La dottrina biblica della creazione è scientifica?

      Possono gli evoluzionisti dimostrare come sostanze chimiche prive di vita si trasformarono nella prima semplice cellula vivente capace di riprodursi?

      Dice la testimonianza dei fossili come fece questa prima cellula a evolversi in tutti gli organismi viventi della terra, genere umano compreso?

      Possono mutazioni casuali produrre le forme intricate e gli sbalorditivi istinti che troviamo nelle creature viventi?

      Cominciamo la nostra indagine dando uno sguardo alla straordinaria cellula. Non è così semplice come si pensava un tempo!

  • La straordinaria cellula
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • La straordinaria cellula

      OSSERVIAMO PIÙ DA VICINO

      I VOSTRI 100.000 MILIARDI DI CELLULE VENNERO ALL’ESISTENZA PER CASO?

      Quando ai giorni di Charles Darwin fu proposta la teoria dell’evoluzione, gli scienziati non avevano idea della fantastica complessità che avrebbero scoperto nella cellula. Quasi tutte le parti di una comune cellula si possono vedere chiaramente solo con potenti microscopi elettronici. Ecco alcune parti di una cellula animale tipica, tutte contenute in un involucro di appena 0,025 millimetri di diametro:

      [Diagramma/Immagine]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      MEMBRANA CELLULARE

      APPARATO DEL GOLGI

      MITOCONDRIO

      RETICOLO ENDOPLASMATICO

      CENTRIOLO

      RIBOSOMI

      LISOSOMA

      MITOCONDRI: Generalmente a forma di salsicciotti, sono i centri di produzione di una speciale molecola detta ATP. La cellula usa le molecole di ATP per ottenere energia. Dentro le complesse membrane dei mitocondri, la produzione di ATP può procedere a ritmo frenetico. Sono necessarie oltre una dozzina di distinte reazioni chimiche per produrre ciascuna molecola di ATP, e tutte le cellule del corpo insieme ne producono molti milioni di milioni al secondo.

      RIBOSOMI: Queste minute particelle si vedono appena, sia pure con potenti microscopi elettronici, e quasi tutte le cellule ne contengono migliaia. I ribosomi leggono le istruzioni inviate da altre molecole e fabbricano le proteine di cui il corpo ha bisogno, seguendo precise indicazioni. I ribosomi sono molto complessi, essendo formati di non meno di 55 distinte molecole proteiche.

      MICROTUBULI: Le cellule possono cambiare forma costruendo o dissolvendo questi elementi strutturali che danno alle cellule uno “scheletro” flessibile. Nelle cellule nervose molto lunghe, i microtubuli costituiscono un sistema interno di “rapido transito”.

      LISOSOMI: A forma di sacchetti contenenti enzimi che possono distruggere la cellula, essi fungono da stomaco per la cellula, scomponendo le sostanze che essa utilizzerà. I globuli bianchi del sangue attaccano i batteri nocivi con gli enzimi contenuti nei loro lisosomi.

      RETICOLO ENDOPLASMATICO: A quanto pare, svolge per la cellula una funzione di magazzino di proteine e altre molecole, conservate separatamente e da usare poi nella cellula o da inviare all’esterno.

      APPARATO DEL GOLGI: Pare serva ad avvolgere le proteine appena sintetizzate dal reticolo endoplasmatico ad uso della cellula.

      MEMBRANA NUCLEARE: Serve a proteggere il DNA della cellula, ed è formata di due strati, contenenti pori che non sono semplici fori, ma complicate porte, talora aperte, talora no.

      CROMOSOMI: Situati all’interno del nucleo, contengono il DNA della cellula, il progetto genetico. Il DNA è avvolto attorno a speciali proteine dette istoni, che ne possono regolare la funzione.

      CENTRIOLI: Queste formazioni cilindriche sono costituite da nove serie di microtubuli ciascuna. Quando le cellule si dividono, i centrioli a quanto pare regolano le piccole fibre che separano i cromosomi l’uno dall’altro così che ciascuna nuova cellula riceva le giuste informazioni genetiche.

      MEMBRANA CELLULARE: Più che essere una semplice parete, questa membrana deve controllare quello che entra nella cellula e quello che ne esce. Troppo liquido potrebbe rompere la cellula, mentre un’insufficiente quantità di liquido bloccherebbe le reazioni chimiche nella cellula. Il nutrimento è attentamente vagliato al fine di individuare le sostanze pericolose ed è lasciato entrare nella cellula solo dopo essere stato avvolto per sicurezza in un pezzetto di membrana per essere trasportato a un lisosoma in attesa.

      Ovviamente questo elenco è solo parziale. Una singola cellula è di gran lunga più complessa di qualsiasi cosa l’uomo abbia mai costruito. Sarebbe mai potuta venire all’esistenza per caso?

  • Poteva il caso creare i batteri?
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Poteva il caso creare i batteri?

      LA COMPLESSITÀ DEI PIÙ SEMPLICI

      SEMPLICI? HANNO LE MOLECOLE PIÙ GRANDI CHE SI CONOSCANO!

      QUASI tutti gli evoluzionisti sono pronti ad ammettere che le cellule animali, come quella raffigurata a pagina 4, sono complesse entità biologiche. ‘Ma i primi organismi viventi non erano così complicati’, aggiungono subito. “I primi organismi viventi sulla terra . . . erano presumibilmente entità unicellulari simili ai moderni batteri della fermentazione”, secondo quanto scrive nella rivista Scientific American il professore di chimica Richard E. Dickerson.

      Benissimo. Considerate allora l’umile batterio e stabilite voi stessi se poteva venire all’esistenza senza un Creatore.

      Forse vi aspettate che le pareti cellulari dei batteri siano più primitive delle pareti cellulari di organismi superiori. Avviene il contrario. Le cellule di piante superiori hanno una parete di cellulosa consistente di un filamento di molecole di zucchero. Anche le pareti cellulari dei batteri cominciano con filamenti di molecole di zucchero, ma quei filamenti sono poi fittamente intrecciati con corte catene di amminoacidi. L’intera parete cellulare, per usare le parole di uno scienziato, “si può concepire in linea di massima come una gigantesca molecola a forma di sacco”.

      È un sacco molto resistente. Le pareti cellulari dei batteri sopportano pressioni interne di 20 chili per centimetro quadrato senza scoppiare. Provate a farlo con il pneumatico di un’automobile!

      È vero che i batteri non hanno un nucleo, come ce l’hanno le cellule di organismi superiori. Ma anche i batteri più semplici contengono un bel po’ di DNA, il materiale genetico universale. Invece d’essere circondato da una membrana cellulare, il DNA batterico forma in genere un solo anello allungato all’interno del batterio. Il comune batterio E. coli, nel suo enorme anello di DNA, ha “la molecola di gran lunga più grande che si conosca in un sistema biologico”, secondo lo scienziato dott. John Cairns.

      Vi sembra che tutto questo poteva essere stato depositato a riva dalle onde di qualche mare primordiale? che ‘la molecola più grande’ poteva essere stata una combinazione accidentale di sostanze chimiche inerti?

      L’E. coli duplica il suo DNA preparandosi alla successiva divisione. Perché questo avvenga la molecola del DNA, che è fatta in modo piuttosto simile a una grande chiusura lampo contorta, dev’essere aperta affinché ciascuna metà formi la sua metà complementare. Le sezioni della molecola del DNA dette coppie di basi corrispondono ai denti della chiusura. Nell’umile batterio E. coli quelle coppie di basi vengono duplicate, con scrupolosa precisione, al ritmo di 150.000 al minuto!

      Cosa succede quando l’E. coli deve spostarsi? Emette letteralmente un’elica. Come spiega il professore di biologia Howard Berg, dai lati della cellula spuntano sei filamenti che si uniscono formando un fascio. Questi filamenti ruotano, qualcosa che richiede “gli equivalenti strutturali di un rotore, uno statore, e cuscinetti rotanti”, dice il dott. Berg. Niente male per una forma di vita così “primitiva”!

      C’è dell’altro. Come tutti gli organismi viventi, l’E. coli usa il DNA per regolare la sintesi delle sostanze chimiche di cui ha bisogno. L’umile batterio controlla il proprio DNA attraverso elaborati meccanismi di feedback che attivano o bloccano sezioni di DNA secondo il bisogno. “È il caso di soffermarsi per commentare la straordinaria economia ed efficienza di questo sistema di controllo”, dice il biochimico Jean-Pierre Changeux, il quale si meraviglia perché “questo controllo non costa alla cellula assolutamente nessun dispendio di energia. . . . Una fabbrica con relè di comando che funzionano senza consumo di energia sarebbe il non plus ultra dell’efficienza industriale!”

      La complessità dei batteri non è l’unico argomento contro l’evoluzione. Le proteine stesse che servono a produrre i batteri, e altri organismi viventi, mostrano che l’evoluzione è senza dubbio improbabile. Perché?

      Gli evoluzionisti fanno un gran parlare di un esperimento condotto dagli scienziati nel 1952 nel corso del quale fu inviata una scintilla attraverso un miscuglio di gas e vennero sintetizzate numerose sostanze chimiche, inclusi alcuni amminoacidi. Questo è considerato significativo, dato che gli amminoacidi, debitamente legati insieme, formano le proteine, i fondamentali materiali da costruzione di tutti gli organismi viventi.

      Secondo il modo in cui un amminoacido è legato insieme, può essere “levogiro” o “destrogiro”. Gli amminoacidi creati in vari esperimenti con gas e scintilla includono un ugual numero di modelli levogiri o destrogiri. Ma come ammette l’evoluzionista Richard Dickerson, “salvo nel caso di certi speciali adattamenti . . . tutti gli organismi viventi d’oggi sono costituiti solo di amminoacidi L [levogiri]”.

      Se una proteina tipica ha 400 amminoacidi, le probabilità che siano tutti levogiri sono paragonabili alle probabilità che, tirando una moneta in aria, venga testa 400 volte di seguito. C’è meno di una probabilità su uno seguito da oltre 100 zeri, numero molte volte più grande di tutti gli atomi presenti in tutte le galassie dell’universo conosciuto! Ma anche se un’impossibile proteina casuale di 400 amminoacidi levogiri si formasse spontaneamente, avrebbe solo la minima probabilità d’essere formata dei giusti amminoacidi levogiri — ce ne sono 20 specie — e nella giusta sequenza.

      La generazione spontanea di proteine a opera del caso si potrebbe illustrare in questo modo: Supponete d’avere una scatola contenente un’uguale quantità di lettere e di numeri su cubetti di legno, identici al tatto. Ora, con gli occhi bendati, siete invitati a scegliere 400 di questi cubetti. È molto improbabile che scegliate solo lettere e nessun numero. Ma non è tutto. I 400 cubetti con le lettere che avete scelto, messi uno di fianco all’altro nell’ordine in cui li scegliete, devono formare un paragrafo grammaticalmente corretto e con un senso.

      I complessi sistemi dell’E. coli mettono in evidenza un altro problema che sorge accettando l’evoluzione come causa di vita, sia pure di vita primitiva. Le molecole di DNA sono necessarie alla vita, ma non sono sufficienti per la vita. Per dirigere e cooperare con le attività del DNA sono necessarie altre molecole molto complesse come gli enzimi.

      Pertanto la vita può esistere solo quando vari sistemi molto complessi vengono all’esistenza contemporaneamente e funzionano insieme in completa armonia. Nessuno di questi complessi sistemi potrebbe mai dar luogo a forme di vita sia pure primitive senza gli altri sistemi.

      Gli evoluzionisti, di fronte a questo dilemma, si limitano ad affermare la loro “fede” nell’evoluzione.

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      Le pareti cellulari dei batteri sopportano pressioni interne di 20 chilogrammi per centimetro quadrato

      [Testo in evidenza a pagina 7]

      Le coppie di basi del batterio E. coli vengono duplicate al ritmo di 150.000 al minuto

  • La documentazione fossile: La migliore prova che hanno
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • La documentazione fossile: La migliore prova che hanno

      LE PAROLE, I FATTI

      COSA DICONO GLI STESSI EVOLUZIONISTI DELLA DOCUMENTAZIONE FOSSILE

      LE ASSERZIONI

      “I fossili costituiscono la migliore prova dell’evoluzione”. — Introduction to Protozoology, pagina 36, di Reginald Manwell.

      “Servendosi dei fossili i paleontologi possono ora fornirci un eccellente quadro della vita nelle epoche passate”. — A Guide to Earth History, pagina 48, di Richard Carrington.

      “Che l’evoluzione sia un fatto è stato dimostrato in maniera conclusiva dalla paleontologia”. — Genetics, Paleontology, and Evolution, pagina 87, di D. D. Davies (libro edito da Jepson, Mayr e Simpson).

      COSA DICONO I FATTI

      Sull’origine della vita

      “La geologia non ci dice nulla sull’origine della vita”. — Plant Life Through the Ages, di A. C. Seward.

      Sulla vita microscopica

      “Sappiamo ancora poco sull’evoluzione dei protozoi”. — Introduction to Protozoology, pagina 42, Manwell.

      Sulla vita vegetale

      “Il tipo teoricamente primitivo sfugge alla nostra comprensione; la nostra fede ne postula l’esistenza ma il tipo non si materializza”. — Plant Life Through the Ages, Seward.

      Sugli insetti

      “Non esistono fossili indicanti qual era l’aspetto degli insetti ancestrali primitivi”. — Life Nature Library, The Insects, pagina 14.

      Sui pesci

      “Il primo pesce si evolse. . . . Per quanto ne sappiamo, nessun ‘anello’ collegava questo nuovo animale ad alcuna precedente forma di vita. I pesci semplicemente comparvero, con quell’elemento che divide tutti gli animali in forme di vita superiori e forme di vita inferiori: la spina dorsale”. — Marvels and Mysteries of Our Animal World, pagina 25, di Jean George (libro del Reader’s Digest).

      Sui pesci divenuti anfibi

      “Sono stati trovati solo alcuni resti di questo presunto stadio di transizione”. — Life Nature Library, The Fishes, pagina 64.

      Sugli anfibi divenuti rettili

      “Uno degli aspetti deludenti della testimonianza dei fossili nella storia dei vertebrati è che rivela pochissimo sull’evoluzione dei rettili nei loro primissimi stadi, quando si stava sviluppando l’uovo col guscio”. — Life Nature Library, The Reptiles, pagina 37.

      Sui rettili divenuti mammiferi

      “I fossili, purtroppo, ci dicono pochissimo sulle creature che consideriamo i primi veri mammiferi”. — Life Nature Library, The Mammals, pagina 37.

      “Non c’è l’anello mancante [che collega] mammiferi e rettili”. — Life Nature Library, The Reptiles, pagina 41.

      Sui rettili divenuti uccelli

      “Non esistono tracce di fossili sugli stadi attraverso cui passò la sorprendente trasformazione da rettile a uccello”. — Biology and Comparative Physiology, W. E. Swinton, Vol. 1, pag. 1.

      Sulle scimmie

      “In tutto il Terziario, che abbraccia qualcosa come 60-80 milioni di anni, dobbiamo leggere la storia dell’evoluzione dei primati in un pugno di frammenti d’ossa e di denti”. — Giugno 1956, Scientific American, pagina 98, di Eiseley.

      “Purtroppo, la documentazione fossile che ci permetterebbe di tracciare la comparsa delle scimmie è ancora irrimediabilmente incompleta”. — Life Nature Library, The Primates, pagina 15.

      Dalla scimmia all’uomo

      “Purtroppo, i primi stadi del progresso evoluzionistico dell’uomo lungo la sua linea individuale restano un totale mistero”. — Life Nature Library, The Primates, pagina 177.

      “Anche questa storia relativamente recente è densa di incertezze; gli esperti sono spesso in disaccordo sia sulle cose fondamentali che sui dettagli”. — Mankind Evolving, pagina 168, di Theodosius Dobzhansky.

      LA NOSTRA CONCLUSIONE:

      Abbiamo seguito la procedura indicata una volta da Gesù: “Dalla tua stessa bocca ti giudico”. (Luca 19:22) Gli evoluzionisti dicono che i fossili forniscono la migliore prova dell’evoluzione, ne danno un eccellente quadro, la dimostrano in maniera conclusiva. Quindi dicono:

      ‘Non esistono fossili sull’inizio della vita, né sull’inizio della vita microscopica, né sull’inizio della vita vegetale, né sull’inizio degli insetti, né sull’inizio dei pesci, né sull’inizio degli anfibi, né sull’inizio dei rettili, né sull’inizio dei mammiferi, né sull’inizio degli uccelli, né sull’inizio delle scimmie, né sull’inizio dell’uomo’.

      La “migliore prova” che hanno non è una prova. Il loro “eccellente quadro” è completamente in bianco. La loro ‘prova conclusiva’ non prova nulla. Come spiegano i fatti che sono costretti ad ammettere dinanzi a questa così scarsa documentazione? Il seguente articolo rivela le loro nuove tattiche.

  • L’evoluzione è in rivoluzione
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • L’evoluzione è in rivoluzione

      CERCASI SOSTITUTO PER DARWIN

      ALL’AFFANNOSA RICERCA DI NUOVE RISPOSTE

      L’EVOLUZIONE “sta subendo la più grande e più profonda rivoluzione da quasi cinquant’anni a questa parte”. Così diceva la relazione su un convegno tenuto a Chicago nell’ottobre del 1980. Circa 150 esperti di evoluzione tennero una conferenza di quattro giorni sul soggetto della “Macroevoluzione”.

      Science, il periodico ufficiale dell’Associazione Americana per il Progresso della Scienza, scriveva sull’atmosfera prevalente: “Conflitti di personalità e franchi tiratori hanno creato una tensione tangibile . . . le discussioni erano a volte turbolente e perfino acrimoniose”. Molti scienziati delusi si sono lamentati perché “gran parte di ciò che è stato detto aveva più che altro un carattere descrittivo e dogmatico anziché distinguersi per la presentazione di dati”. Ad ogni modo, non è forse da molto tempo che gli evoluzionisti usano la tattica di fare asserzioni anziché presentare dati?

      Darwin diceva che la vita si è evoluta lentamente mediante piccoli cambiamenti, e che tutte le forme di vita sulla terra, incluso l’uomo, provengono da un organismo unicellulare. La documentazione fossile dovrebbe presentare queste forme di transizione, ma egli ammise che non esistevano. Centovent’anni fa egli disse che la documentazione fossile era incompleta, ma riteneva che col tempo sarebbero stati scoperti altri fossili per colmare le lacune.

      “Il modello che ci fu detto di cercare negli scorsi centovent’anni non esiste”, ha dichiarato Niles Eldridge, paleontologo del Museo Americano di Storia Naturale di New York. Egli crede che le nuove specie sorgano non da cambiamenti graduali, ma da improvvise esplosioni evolutive. Le molte forme di transizione necessarie all’evoluzione darwiniana non sono mai esistite; nessun fossile colmerà mai le lacune.

      Stephen Jay Gould della Harvard University è d’accordo con Eldridge. Al convegno di Chicago egli ha dichiarato: “Certo la documentazione lascia a desiderare, ma l’irregolarità che si osserva non è il frutto delle lacune, è la conseguenza del modo irregolare in cui avvengono i cambiamenti evolutivi”. Everett Olson, paleontologo, ha detto: “Sono piuttosto pessimista per quanto riguarda la documentazione fossile come fonte di dati”. Francisco Ayala, già ardente sostenitore dei lenti cambiamenti proposti da Darwin, ha aggiunto questo commento: “Da quello che dicono i paleontologi mi sono convinto che i piccoli cambiamenti non sono cumulativi”.

      Science riassume la controversia in questo modo: “Il punto centrale della conferenza di Chicago era se i meccanismi che sono alla base della microevoluzione [piccoli cambiamenti entro la specie] possono essere estrapolati per spiegare il fenomeno della macroevoluzione [grandi balzi attraverso i confini tra le specie]. . . . si può rispondere chiaramente no”.

      Questa concezione riveduta dell’evoluzione è detta “equilibrio punteggiato” (“punctuated equilibrium”), il che significa che una specie rimane per milioni d’anni nella documentazione fossile, all’improvviso scompare e altrettanto improvvisamente compare tra i fossili una nuova specie. Questa, però, non è a dire il vero un’idea nuova. Richard Goldschmidt la propose negli anni trenta e la chiamò ipotesi dei “mostri speranzosi” (“hopeful monsters” hypothesis), e a quell’epoca fu molto criticato per essa. “Equilibrio punteggiato” è una definizione che fa molto più effetto.

      Questa teoria è una vera manna per gli evoluzionisti, poiché elimina la necessità di trovare forme di transizione. I cambiamenti avvengono troppo in fretta, affermano gli evoluzionisti, perché i fossili ne forniscano una prova, ma non abbastanza in fretta da vederli avvenire. Comunque c’è anche un lato negativo. Quando i creazionisti fecero notare le forme complicate presenti in natura che richiedono un progettista, gli evoluzionisti additarono la selezione naturale come progettista. Ora il ruolo della selezione naturale è stato eliminato, e al suo posto si è accomodato il caso; i creazionisti sostengono da molto tempo che gli evoluzionisti devono affidarsi al caso.

      Gould riconosce che la selezione naturale ha perso terreno di fronte al caso: “Sostanziali quantità di cambiamenti genetici possono non essere soggetti alla selezione naturale e possono diffondersi tra le popolazioni a caso”.

      David Raup, esperto di geologia, nel Field Museum of Natural History Bulletin di Chicago del gennaio 1979 scrive sul tema “Conflitti tra Darwin e la paleontologia”. Raup dice che la documentazione fossile rivela dei cambiamenti, ma non “come la conseguenza più ragionevole della selezione naturale. . . . continua a verificarsi in natura sebbene i buoni esempi siano sorprendentemente rari. . . . Un’alternativa alla selezione naturale, di importanza attuale, ha a che fare con gli effetti del puro caso. . . . Parliamo dunque della sopravvivenza del fortunato come pure della sopravvivenza del più adatto”. Egli pensa forse che “i mammiferi non erano migliori dei dinosauri ma solo più fortunati”, e conclude il suo articolo dicendo di Darwin: “Quello che gli era sfuggito era il semplice elemento del caso!”

      Essendo stato affidato al caso il ruolo predominante di guida dell’evoluzione, si ripresenta la spinosa domanda circa la progettazione: Come può il caso spiegare le complesse e sbalorditive forme di vita che si vedono dappertutto? L’occhio, disse Darwin, lo faceva rabbrividire. Inoltre, questi miracoli di progettazione a opera del caso devono verificarsi non una volta, ma devono ripetersi tante tante volte in specie non imparentate.

      Per esempio, il polpo non è imparentato con l’uomo, ma il suo occhio è sorprendentemente “umano”. Pesci e anguille, non imparentati, hanno organi capaci di lanciare scariche elettriche. Insetti, vermi, batteri e pesci, non imparentati, hanno organi luminosi che emettono luce fredda. Lamprede, zanzare e sanguisughe, non imparentate, hanno anticoagulanti per impedire che il sangue delle loro vittime si coaguli. Porcospini, echidne e ricci, non imparentati, avrebbero evoluto indipendentemente gli aculei. Delfini e pipistrelli, non imparentati, sono dotati di sistemi sonar. Pesci e insetti, non imparentati, hanno occhi bifocali per vedere sopra e sotto l’acqua. Molti animali non imparentati — crostacei, pesci, anguille, insetti, uccelli, mammiferi — sono dotati di sorprendenti capacità migratorie.

      Oltre a tutto ciò, gli evoluzionisti vorrebbero farci credere che degli animali a sangue caldo si evolsero da rettili a sangue freddo in tre diverse occasioni; che la visione a colori si evolse indipendentemente in tre occasioni; che ali e volo si evolsero in pesci, insetti, pterodattili, uccelli e mammiferi in cinque occasioni.

      Poteva il caso ripetere molte volte simili imprese? La matematica delle probabilità dice di no! La rivoluzione avvenuta in seno all’evoluzione può averla aiutata ad accettare una documentazione fossile lacunosa, ma ha assegnato al caso un ruolo che non è assolutamente in grado di svolgere.

      [Testo in evidenza a pagina 11]

      Perché sia possibile la sopravvivenza del più adatto, il caso deve far comparire il più adatto

  • Dio l’aveva già fatto
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Dio l’aveva già fatto

      GLI UOMINI COPIANO

      NON ATTRIBUISCONO A DIO IL MERITO DELLE SUE INVENZIONI, MA BREVETTANO LE PROPRIE

      TERMOMETRI

      L’uomo ha costruito sensibilissimi termometri e altri dispositivi termici, ma essi sono rudimentali in paragone con le innate capacità che certi serpenti esercitano da migliaia d’anni. Il serpente a sonagli, per esempio, può percepire un cambiamento di temperatura di un millesimo di grado centigrado. Un boa constrictor risponde a un cambiamento di temperatura in 35 millisecondi, mentre un sensibile strumento costruito dall’uomo impiega un minuto a registrare la stessa variazione. Tali serpenti usano questa loro sensibilità al calore per cercare e catturare prede a sangue caldo nell’oscurità. I sensori termici indicano pure dove si trova la sorgente di calore.

      IPOTERMIA

      Ora i chirurghi abbassano la temperatura corporea e rallentano il battito cardiaco e la respirazione per eseguire certe operazioni, ma gli animali ibernanti praticano l’ipotermia già da molto tempo. Il piccolo citello, ad esempio, nel periodo di attività durante l’estate ha un battito cardiaco e un ritmo di respirazione di alcune centinaia di volte al minuto. D’inverno, però, quando cade in letargo, il suo cuore rallenta a uno o due battiti al minuto e fa un lento respiro ogni cinque minuti. La temperatura corporea scende a pochi gradi dalla fredda temperatura invernale esterna. Ciò nonostante, il sangue circola, la pressione rimane normale, l’ossigeno è provveduto e il tono muscolare è mantenuto.

      ELETTRICITÀ

      Incoraggiato dal trattato di Luigi Galvani sull’elettricità animale, il fisico e chimico italiano Alessandro Volta costruì la prima pila elettrica artificiale a corrente costante. Ma già da migliaia d’anni circa 500 varietà di pesci elettrici erano muniti di pile. Il pesce gatto africano può produrre 350 volt, la gigantesca torpedine dell’Atlantico settentrionale emette impulsi da 50 ampère di 60 volt, e le scariche dell’anguilla elettrica sudamericana possono raggiungere gli 886 volt. Le correnti sono prodotte mediante una serie di placche elettriche, in sostanza, pile voltaiche. Ciascuna placca elettrica è una pila elettrochimica individuale che produce solo una piccola frazione di volt. Ma quando le migliaia e talora i milioni d’esse sono collegate in vari modi, nelle varie creature di Dio, ne risulta una pila elettrica naturale.

      GUERRA CHIMICA

      I proiettili contenenti gas nervino hanno due cartucce piene di sostanze chimiche relativamente non tossiche, ma quando il proiettile viene sparato le sostanze chimiche si mischiano e al momento dell’esplosione il micidiale gas nervino è liberato. Molto tempo prima dell’uomo, e per scopi unicamente difensivi, un coleottero, il bombardiere, usava sostanze chimiche repellenti. Le sue ghiandole producono due diverse sostanze chimiche, conservate in cavità separate chiuse da valvole muscolari. Quando il bombardiere viene assalito, le valvole si aprono e le due sostanze chimiche passano in una terza cavità dalle robuste pareti. Lì un enzima dà luogo a una reazione esplosiva, con uno scoppiettio udibile, e una nebbiolina nociva esce da una torretta che l’insetto può puntare in qualsiasi direzione. Il bombardiere può sparare ripetutamente, dozzine di volte in pochi minuti, e formiche, ragni, mantidi religiose, uccelli o serpenti battono in ritirata boccheggiando.

      COMPUTER

      I computer fanno cose fantastiche, ma non sono da paragonare al cervello umano. Il cervello umano — 1.350 grammi di misteriosa materia, il 2 per cento del peso corporeo — usa il 20 per cento del sangue e il 25 per cento dell’ossigeno utilizzato dal corpo. Le stime del numero dei neuroni vanno da 10 a 100 miliardi, e le stime delle giunzioni fra neuroni (sinapsi) da 100.000 a 500.000 miliardi. Cento milioni di informazioni vi affluiscono ogni secondo, e il cervello si analizza ogni decimo di secondo, funzionando con 20 watt di corrente. Esso riceve, elabora e valuta le informazioni, prende decisioni, stabilisce mete, intraprende azioni, crea musica e opere d’arte. Solo nel cervello umano esistono sistemi programmati per la parola. E solo nel cervello umano c’è l’innato bisogno di credere e di adorare una potenza superiore.

      Uno scienziato ha detto: “Chi parla di un computer come di un ‘cervello elettronico’ non ha mai visto un cervello”. Poca meraviglia se il dott. Richard Restak dice che il cervello umano è “immensamente più complicato di qualsiasi cosa esistente nell’universo conosciuto”. E l’antropologo Henry Fairfield Osborn disse una volta: “A mio avviso, il cervello umano è il più meraviglioso e misterioso oggetto dell’intero universo”.

      NON C’È FINE ALLE COSE CHE DIO HA FATTE PER PRIMO

      Pipistrelli e delfini usano il sonar; i polpi usano la propulsione a getto; le zanzare usano aghi ipodermici; le vespe fabbricano la carta; i castori costruiscono dighe; le formiche fanno ponti; api e termiti usano l’aria condizionata; pesci, vermi e insetti producono luce fredda; gli uccelli tessono, fanno nodi, costruiscono incubatrici, fanno lavori di muratura, costruiscono appartamenti, dissalano l’acqua del mare, sono muniti di bussola e orologio interno, e navigano; i coleotteri usano l’autorespiratore; i ragni usano campane da palombaro, fanno porte, vanno in pallone; alcuni pesci e insetti hanno occhi bifocali; testuggini e scorpioni d’acqua usano lo “schnorchel”; gli occhi degli animali, come le celle solari dell’uomo, convertono la luce in elettricità; le formiche fanno lavori di giardinaggio e curano il bestiame; un coleottero pota gli alberi; e l’elenco dei meccanismi della creazione che gli inventori umani copiano potrebbe continuare ancora per molto. Le opere degli uomini sono attribuite al loro genio; quelle di Dio sono attribuite al cieco caso: almeno dagli evoluzionisti. Incredibile!

  • Ogni progetto ha un progettista
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Ogni progetto ha un progettista

      “SÌ” E “NO” DICONO GLI EVOLUZIONISTI

      “OGNI CASA È COSTRUITA DA QUALCUNO, MA CHI HA COSTRUITO TUTTE LE COSE È DIO”. — EBREI 3:4

      NESSUN evoluzionista sosterrebbe che una casa inanimata possa costruirsi da sé. Eppure l’evoluzionista sostiene dogmaticamente che questo avvenne nel caso di un universo inanimato, un universo con innumerevoli milioni di galassie, ciascuna delle quali è formata di innumerevoli milioni di stelle, che si muovono tutte con precisione matematica dando luogo a uno spettacolo di solenne grandiosità.

      E questo non è tutto. Sulla terra, dicono gli evoluzionisti, tutte le miriadi di organismi viventi si sono costruiti da soli da precedenti antenati, e questo processo è continuato fino all’originale primogenitore di tutto, che si costruì spontaneamente da solo da sostanze chimiche prive di vita. E l’evoluzionista non è dissuaso dal proseguire per questa strada neppure dalla sbalorditiva complessità e dalle forme intricate e ben progettate di tutti questi organismi viventi.

      Ci meravigliamo per l’ingegnosità degli inventori umani, ma la più grande delle loro opere è insignificante in paragone con il più semplice organismo vivente. Con tutta la tecnologia scientifica del XX secolo, non riescono neppure a costruire una piccola ameba unicellulare. Eppure non hanno difficoltà ad attribuire al cieco caso — mutazioni accidentali con il discutibile aiuto della selezione naturale — il potere di costruire tutta la vita esistente sulla terra.

      Tutto questo rivela enorme incoerenza. Gli evoluzionisti possono attribuire al caso il potere di progettare tutte le complesse creature viventi, e nello stesso tempo insistono che oggetti estremamente semplici richiedano l’esistenza di un progettista intelligente.

      Per esempio, uno scienziato scava in mezzo ad antichi frammenti di roccia, trova una pietra oblunga con un solco circolare al centro e annuncia fiduciosamente che era legata a un bastone e usata come martello o come arma dall’uomo primitivo. Fu fatta per uno scopo da una creatura intelligente. Non così, però, con la penna di un uccello. Una penna maestra ha migliaia di barbe che spuntano dalla rachide, centinaia di migliaia di barbule che spuntano dalle barbe, e milioni di barbicelle, o uncinetti, per tenere unite tutte queste parti durante il volo. Se le barbe si separano, servendosi del becco l’uccello le può riunire. Chiusure lampo, molto tempo prima che l’uomo le ‘inventasse’.

      Opera di un progettista intelligente? Non secondo l’evoluzionista, che dice: “Come si è evoluta questa struttura meravigliosa? Non ci vuole un grande sforzo di immaginazione per raffigurarsi una penna come una scaglia modificata, basilarmente quella di un rettile, una scaglia piuttosto lunga appena fissata, i cui margini si sfrangiarono e si aprirono finché essa si evolse in quell’organo così complesso che è oggi”. — Life Nature Library, The Birds, pagina 34.

      Un altro esempio dell’arbitrarietà dell’evoluzionista: Egli trova una pietra piatta con un bordo tagliente ed è sicuro che fu costruita da un intelligente uomo dell’età della pietra per usarla come coltello o come raschietto. Tuttavia, non c’è bisogno di progettista, dice l’evoluzionista, per quel piccolo coleottero la cui femmina si arrampica sull’albero di mimosa, va fino all’estremità di un ramo, pratica un’incisione nella corteccia e vi depone le uova. Poi torna al centro del ramo, rosicchia il ramo tutt’intorno, fino a raggiungere lo strato del cambio, così che l’estremità del ramo muore e cade. Le uova del coleottero si spargono e si schiudono, e il ciclo ricomincia da capo. A sua volta la mimosa trae giovamento. È potata, e per questo motivo vive 40 o 50 anni, il doppio di quello che vivrebbe altrimenti. Infatti, la mimosa emette un aroma per attirare questo insetto, che non può riprodursi su nessun altro albero. La pietra piatta e tagliente ha avuto bisogno di qualcuno che la costruisse; l’insetto della mimosa è venuto all’esistenza per caso. O almeno così ci dicono.

      Un altro confronto: Un pezzetto affilato di selce di forma appuntita convince l’evoluzionista che fu costruito dall’uomo per farne una punta di freccia o di lancia. Tali cose, costruite con uno scopo, egli conclude, non possono venire all’esistenza per caso. Ma i ragni sono un’altra cosa, dice. Prendiamo il ragno della specie Aranea. Ha sei sporgenze, ciascuna dotata di 100 piccoli organi, collegato ognuno a un singolo tubicino che porta a una ghiandola separata del ragno. Può produrre fili separati o unirli per ottenere un largo nastro di seta. I ragni fabbricano sette tipi di seta. Nessuna specie li produce tutt’e sette, tutte ne fanno almeno tre, e l’Aranea ne fabbrica cinque. Le sue 600 filiere non fanno tutte la seta; da alcune esce una sostanza collante per rendere vischiosa parte della tela. L’Aranea, comunque, si unge le zampe e non resta mai impigliata. L’origine di queste filiere? Le zampe divennero filiere, dicono gli evoluzionisti.

      Riflettete: Il ragno ha un laboratorio chimico per fare la seta, i meccanismi fisici per filarla e sa per istinto come fare la tela. Una qualsiasi di queste capacità è inutile senza le altre due. Devono essersi tutte evolute per caso, nello stesso tempo, nello stesso ragno. Gli evoluzionisti credono che sia avvenuto. Ci credete voi? Cos’era più facile che venisse all’esistenza per caso: il pezzetto affilato di selce o il ragno?

      Entriamo nell’era spaziale e ascoltiamo il dott. Carl Sagan della Cornell University. “È facile creare un messaggio radio interstellare”, dice, “la cui provenienza da esseri intelligenti sia chiaramente riconoscibile”. Egli crede che “il metodo di gran lunga più promettente sia quello di inviare immagini”. Una delle immagini proposte conterrebbe un uomo, una donna, un bambino, il sistema solare e vari atomi; sarebbe necessario inviare una serie di punti e linee, ciascuno detto “bit” (unità) di informazione, e sarebbero necessari 1.271 “bit” in tutto.

      Ragionate su questo. Se 1.271 “bit” in una certa sequenza facessero pensare all’ordine e al progetto e dimostrassero “chiaramente” che provengono “da esseri intelligenti”, che dire dei circa diecimila milioni di “bit” codificati nei cromosomi di ogni cellula vivente? Gli evoluzionisti dicono che i 1.271 bit ‘provino chiaramente l’esistenza di un progettista intelligente’, ma secondo loro diecimila milioni di “bit” non hanno avuto bisogno di progettista, sono venuti all’esistenza per caso.

      Non trovate che tale ragionamento sia illogico, arbitrario, addirittura preconcetto? Se semplici forme devono avere avuto un progettista, forme molto complesse, a maggior ragione, non devono avere avuto un progettista anche più grande? Il teorico inglese Edward Milne, considerando l’origine dell’universo, concluse saggiamente: “Il nostro quadro è incompleto senza di Lui”.

      [Immagine a pagina 15]

      PER FARE UNA PUNTA DI FRECCIA C’È VOLUTO QUALCUNO; PER IL DNA NO?

  • Istinto: Saggezza programmata prima della nascita
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Istinto: Saggezza programmata prima della nascita

      CERVELLI MINUSCOLI, IMPRESE COLOSSALI

      “SONO ISTINTIVAMENTE SAGGE” — PROVERBI 30:24

      L’INCREDIBILE VIAGGIO

      La piccola “Dendroica striata” è un candidato improbabile per accettare la sfida dell’evoluzione, eppure l’accetta. Questo uccello canoro nordamericano pesa solo 20 grammi ed è lungo appena tredici centimetri. Nondimeno compie imprese migratorie colossali.

      All’avvicinarsi dell’autunno, lascia la sua dimora estiva in Alaska e vola verso sud-est attraverso il continente nordamericano fino a raggiungere la costa atlantica, mangiando voracemente lungo il percorso, perché il suo viaggio è appena cominciato.

      Lungo la costa della Nuova Inghilterra, la “Dendroica striata” attende e osserva il tempo. In qualche modo sa esattamente quale tempo vuole: un forte fronte freddo che sorvoli la costa a sud-est o che si spinga fin sull’Atlantico.

      All’arrivo del fronte freddo, il piccolo uccello parte, assistito dai venti favorevoli nel suo volo verso sud-est, poi sul mare. Il fronte freddo significa anche che probabilmente durante il viaggio non incontrerà tempeste tropicali. Una scelta saggia!

      Volando verso sud-est il piccolo uccello è in rotta verso l’Africa, che è così lontana e non è la sua destinazione. Ma la “Dendroica striata” non cambia rotta. Passa sopra le Bermuda senza fermarsi, raggiungendo altitudini superiori ai 6.000 metri mentre si avvicina ad Antigua. È freddo e a quell’altitudine l’ossigeno scarseggia. Perché questo uccellino arriva lassù? Perché vi trova i venti prevalenti che lo spingono verso ovest alla sua vera destinazione, l’America del Sud. Dopo un volo senza scali di oltre 3.800 chilometri compiuto in più di tre giorni e tre notti, la “Dendroica” giunge su un altro continente, proprio alla meta stabilita!

      Gli scienziati si meravigliano dell’impresa che questo piccolo uccello compie ogni anno. Come sa esattamente quali condizioni meteorologiche cercare? Come sa quando cambiare altitudine per trovare i venti che lo porteranno nell’America del Sud? Come fa a scegliere esattamente la giusta rotta di navigazione che gli permetterà di incrociare quei venti nel punto giusto sopra l’oceano? Gli scienziati non riescono a spiegarlo. Certo non lo spiega la teoria dell’evoluzione.

      È tuttavia per una buona ragione che la “Dendroica striata” segue questa insolita rotta. La rotta marittima per l’America del Sud è molto più corta di quanto non lo sarebbe un viaggio con scalo sulle isole, e bisogna tener conto di alcuni predatori. La “Dendroica striata” è in grado di fare questo volo senza scali — si potrebbe paragonare a un cavallo da corsa che corra il miglio in due minuti per 80 ore consecutive — grazie al suo particolare metabolismo. “Se una ‘Dendroica striata’ bruciasse benzina invece delle sue riserve di grasso”, fa notare uno scienziato, “potrebbe vantarsi di fare 300.000 chilometri con un litro!”

      TERMITI: TECNICI DELL’ARIA CONDIZIONATA

      Se avete il problema delle termiti, probabilmente le loro debolezze fisiche non suscitano molta compassione in voi. Hanno la tendenza ad essere molli e deboli, e hanno bisogno di temperatura e umidità attentamente controllate. Si penserebbe che insetti del genere non potrebbero mai sopravvivere nel clima inclemente dei tropici. Eppure ci prosperano. Come mai?

      La risposta sta nelle abilità architettoniche e tecniche delle termiti. I termitai tropicali sono mucchi di fango indurito che farebbero uscire le scintille da un’accetta. Alcune termiti australiane costruiscono un monticello lungo, stretto e a forma di cuneo sempre in direzione nord-sud, il che evidentemente offre protezione dal caldo sole di mezzogiorno. Altre specie costruiscono termitai che da lontano sembrano capanne fatte dall’uomo.

      Mentre all’esterno un termitaio può essere così caldo da scottare, dentro la temperatura è confortevole, 30 gradi centigradi. Come viene controllata la temperatura? Le pareti spesse sono un fattore, ma c’è dell’altro. Alcune termiti scavano nel terreno sotto il nido gallerie profonde 40 metri per avere l’acqua, che usano sia per raffreddare il nido mediante evaporazione che per mantenere la giusta umidità, anche nell’aria asciutta e calda del deserto! Altre costruiscono nidi con “cantina” e “soffitta”. Per la ventilazione, sulla parte esterna del nido ci sono condotti vuoti che regolano la temperatura e fanno in modo che nel nido ci sia aria fresca in quantità. Le termiti sono continuamente all’opera in questi condotti, e aprendoli e chiudendoli l’aria condizionata viene regolata alla perfezione.

      Chi ha dato alle termiti le loro abilità architettoniche e tecniche? La cieca evoluzione o un magistrale Progettista?

      LE API VOTANO DANZANDO

      Forse avete sentito parlare delle imprese che le api compiono guidate dall’istinto. Queste piccole creature svolgono spesso molti lavori durante la loro breve vita, cominciando con l’occuparsi della regina e delle larve, imparando poi a costruire i favi, a fare le guardiane e le custodi dell’alveare. Ma il rischioso compito di raccogliere il nettare e altre sostanze necessarie spetta alle api più anziane, le cui istintive facoltà suscitano la massima ammirazione.

      Quando un’ape bottinatrice trova una nuova fonte di nettare torna all’alveare per dare la buona notizia. Lo fa con una danza. La velocità della danza e la forma (di cerchio o di otto), nonché il numero di volte che l’ape danzante scuote l’addome, informano le altre api di quanto dista la fonte del nettare. Con la danza viene anche indicata la direzione del nettare in relazione al sole. “Il linguaggio delle api sembra incredibile”, ammette il libro “The Insects”, “tuttavia è stato confermato da innumerevoli esperimenti”.

      Quando l’alveare è sovraffollato alcune api seguono la vecchia regina in una nuova sede. Come sanno dove andare? Le esploratrici del nuovo sciame volano in tutte le direzioni. Ora però non cercano fiori. Cercano cavità negli alberi, crepe nei muri, una nuova sede in cui sciamare. Al ritorno, le esploratrici danzano per indicare dove si trovano queste nuove sedi, così come farebbero per indicare dove si trova un fiore. Le esploratrici che hanno trovato buone sedi danzano con molto entusiasmo, continuando a volte per ore, mentre molte altre api sono incoraggiate dall’energica danza ad andare a vedere. Le esploratrici che hanno trovato sedi meno buone non danzano così a lungo né con lo stesso entusiasmo, e meno api sono spinte ad andare a controllare.

      A poco a poco le api restringono la scelta a poche sedi, e infine solo a una, mentre le entusiastiche danze delle successive esploratrici attirano sempre più sostenitori per la sede migliore. In pratica, lo sciame esamina varie sedi e vota per quella che gli piace di più. Tutto questo può richiedere cinque giorni, dopo di che, in perfetto accordo, le api sciamano verso la nuova dimora!

      È possibile che mutazioni accidentali e avvenimenti casuali abbiano dato luogo a tali meravigliose imprese di comunicazione e di armonia sociale? Esiste una qualsiasi altra società in cui il caso e il caos producono armonia?

      [Immagine a pagina 16]

      LA “DENDROICA STRIATA”, UCCELLO MIGRATORE SUPERDOTATO

      [Immagini a pagina 17]

      UN TERMITAIO FORNITO DI ARIA CONDIZIONATA

      LE API VANNO ALLE URNE

  • È un fatto?
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • È un fatto?

      COSA DICE IL METODO SCIENTIFICO?

      MOLTI EVOLUZIONISTI SONO DOGMATICI, MA SONO GIUSTIFICATI RAGIONEVOLI DUBBI?

      È L’EVOLUZIONE un fatto scientifico? Lo scienziato Porter Kier (dello Smithsonian Institution) è molto dogmatico. All’ultimo convegno annuale dell’Associazione Americana per il Progresso della Scienza ha detto: “Nei musei del mondo ci sono cento milioni di fossili, tutti catalogati e identificati. Questo equivale a cento milioni di fatti a favore dell’evoluzione”. Come facciano 100.000.000 di fossili, che si ammette non sono le forme di transizione di cui la teoria ha bisogno, a costituire 100.000.000 di prove a favore dell’evoluzione, non è affatto chiaro. Kier aggiunge quindi che, sebbene gli evoluzionisti discutano sui particolari, “sono d’accordo che l’evoluzione è un fatto e così dovrebbe essere chiamata”.

      Il famoso evoluzionista Theodosius Dobzhansky non è altrettanto dogmatico. Nel libro Evolution, Dobzhansky e i suoi collaboratori la descrivono come un’ipotesi o teoria e fanno questa ammissione: “Le ipotesi scientifiche possono essere accettate solo in via provvisoria, dal momento che non si può mai stabilire in modo conclusivo che si basino sui fatti”. Citando come autorità il dott. Karl Popper, il libro dice pure: “Un’ipotesi che non è soggetta, almeno in teoria, alla possibilità di alterazioni empiriche [sperimentali] non trova posto nel reame della scienza”. Anche Stephen Jay Gould della Harvard University fa riferimento a Popper e dice: “Un insieme di idee che, in teoria, non si possono dimostrare false non è scienza”.

      Perché tutto questo ha relazione con il nostro soggetto? Perché è su questa base che Gould e altri sostengono che la creazione non sia una scienza, dicendo quindi che non debba essere presa in considerazione nelle lezioni di scienze. La creazione non è provabile, non si può smentire mediante esperimenti scientifici. I creazionisti dicono che ‘l’ha fatto Dio’ e non c’è modo di provarlo o di dimostrare che è falso. “‘Creazionismo scientifico’ è un’espressione contraddittoria”, dice Gould, “proprio perché non si può smentire”. Ma è irremovibile nel considerare l’evoluzione un fatto.

      Una cosa molto interessante, però, è che il dott. Popper applica questo stesso criterio all’evoluzione. Egli dice: “Sono pervenuto alla conclusione che il darwinismo non è una teoria scientifica provabile, ma un programma di ricerche metafisiche”. Non essendo provabile, la teoria evoluzionistica non è scienza, sulla base di queste definizioni. Non è osservabile, non è dimostrabile mediante esperimenti, è sostenuta solo da asserzioni dogmatiche, non è verificabile con il metodo scientifico. Il dott. Popper è tenuto in alta stima per i suoi studi del metodo scientifico, e in base a questo metodo egli reputa che l’evoluzione non sia una teoria scientifica legittima. Egli non la reputa scienza, ma la mette invece allo stesso livello della ricerca metafisica.

      Norman Cousins dà una definizione del metodo scientifico che non solo lo descrive ma che ne mostra anche il valore: “La cosa più importante riguardo alla scienza è il metodo scientifico, cioè un metodo di pensare sistematico, un modo di raccogliere le prove e valutarle, un modo di condurre esperimenti per predire accuratamente ciò che accadrà in date circostanze, un modo per accertare e riconoscere i propri errori, un modo per provare l’erroneità di vecchie idee. La scienza stessa cambia di continuo, soprattutto come risultato del metodo scientifico”. — Anatomy of an Illness, pagg. 120, 121.

      Sia l’evoluzione che la creazione descrivono avvenimenti che ebbero luogo, o si presume abbiano avuto luogo, in passato. Non c’erano osservatori umani presenti. Non si possono ripetere in laboratorio. Nessun esperimento scientifico potrebbe dimostrare o confutare l’evoluzione o la creazione. In base a questo ragionamento, se il racconto biblico della creazione non è scientifico, partendo dalle stesse premesse neppure l’evoluzione è scientifica.

      Perché allora tanti scienziati credono nell’evoluzione? “La ragione per cui il darwinismo è quasi universalmente accettato”, scrive il dott. Popper, è che “la sua teoria dell’adattamento fu la prima teoria non teistica convincente; e il teismo era peggiore di un’aperta ammissione di fallimento, poiché dava l’impressione che era stata raggiunta una spiegazione definitiva”. L’evoluzionista Peter Medawar dice: “Per il biologo, l’alternativa al pensare in termini evoluzionistici equivale a non pensare affatto”.

      Gli scienziati hanno accettato l’evoluzione soprattutto a motivo della loro avversione per l’alternativa: il teismo, il credere in Dio. Ma è criterio scientifico accettare una teoria semplicemente perché l’alternativa non piace? Quello che forse disturba scienziati come Medawar è che riconoscere Dio come Creatore vuol dire darGli gloria quando scoprono nuovi fatti sorprendenti circa la Sua creazione. Sarebbe un colpo troppo grande per il loro orgoglio? Quanto ammette l’ateo Aldous Huxley rivela un’altra possibilità: “Abbiamo fatto obiezione alla morale [della Bibbia] perché interferiva con la nostra libertà sessuale”.

      È l’evoluzione un fatto scientifico? No.

      È una teoria scientifica provabile? No.

      Segue il metodo scientifico? No.

      In realtà, dunque, cos’è la teoria dell’evoluzione, e perché tanti ci credono?

      Vogliate leggere l’articolo che segue.

      [Testo in evidenza a pagina 18]

      “Il darwinismo non è una teoria scientifica provabile, ma un programma di ricerche metafisiche”

      [Riquadro a pagina 19]

      C’È MOTIVO DI NUTRIRE RAGIONEVOLI DUBBI?

      È ragionevole dubitare che le amebe siano diventate pesci, o i pesci lucertole? o che le lucertole si siano trasformate in pettirossi o lupi?

      Il libro “Evolution”, di Dobzhansky, diceva che sebbene non sia mai stato possibile stabilire che l’evoluzione è un fatto, essa è un’ipotesi “confermata al di là di ogni ragionevole dubbio”. La definizione legale di “ragionevole dubbio” è: “Quel dubbio che indurrebbe un uomo ragionevole e accorto, nelle faccende più serie e più importanti della vita, a soffermarsi e a esitare ad agire in base alla pretesa verità di una questione”. Una sentenza decretava: “Un ‘ragionevole dubbio’ è quello che un uomo retto può nutrire nell’onesta ricerca della verità”. — “Black’s Law Dictionary”, pag. 580.

      In tribunale, se c’è motivo di dubitare di una prova decisiva, non viene inflitta nessuna condanna. È ragionevole dubitare che la vita si sia generata spontaneamente per caso? È ragionevole dubitare che le amebe siano diventate pesci, o i pesci lucertole? o che le lucertole si siano trasformate in pettirossi e in lupi? Dubitare dell’evoluzione è ragionevole o irragionevole?

      Se credete nell’evoluzione, guardatevi allo specchio quando siete soli in camera vostra, dove non c’è pericolo che la vostra reputazione ne soffra, e chiedetevi: Perché credo nell’evoluzione? Posso citarne le prove? Posso dimostrarla in modo da essere pienamente soddisfatto? O ci credo solo perché altri mi hanno detto che devo crederci? Corrisponde veramente ai fatti, ed è “confermata al di là di ogni ragionevole dubbio”?

  • Se non è un fatto, cos’è?
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Se non è un fatto, cos’è?

      UNA “FEDE” RELIGIOSA? UNA FILOSOFIA?

      L’EVOLUZIONE “È CONTESTATA ANCHE DA AUTOREVOLI SCIENZIATI”

      ‘CHI non ci crede è disinformato, irragionevole, irresponsabile, incompetente, ignorante, dogmatico, schiavo di vecchi pregiudizi e illusioni’. Così eminenti evoluzionisti descrivono chi non accetta l’evoluzione come un fatto. Tuttavia il ragionamento freddo, logico, scientifico, sostenuto da prove ottenute con l’osservazione e gli esperimenti, non ha bisogno di ricorrere a simili invettive.

      La posizione degli evoluzionisti sa più di dogmatismo religioso. Quando i capi sacerdoti e i farisei videro che le folle accettavano Gesù, mandarono delle guardie ad arrestarlo, con questo risultato: “Ed essendo ritornate le guardie dai capi dei sacerdoti e dai Farisei, questi loro dissero: ‘E perché non l’avete condotto?’ Risposero le guardie: ‘Nessuno ha mai parlato come parla quest’uomo’. Replicarono i Farisei: ‘Anche voi siete stati sedotti? C’è forse uno solo dei capi o dei Farisei, che abbia creduto in lui? Ma questa folla, che non si intende nulla della Legge, è maledetta’”. — Giov. 7:32, 45-49, La Sacra Bibbia, a cura del Pontificio Istituto Biblico.

      Non era vero, poiché i fatti mostrano che molti tra i capi erano stati toccati dall’insegnamento di Gesù. Perfino alcuni sacerdoti divennero suoi seguaci. (Giov. 12:42; Atti 6:7; 15:5) Incapaci di dimostrare che Gesù fosse in errore, i farisei come gruppo fecero valere il peso della loro autorità. Oggi gli evoluzionisti adottano le stesse tattiche: ‘Questa gente che non capisce nulla! Tutti gli scienziati che si rispettino accettano l’evoluzione!’ Ma non è così. La rivista Discover diceva: “Ora quella venerata teoria è criticata non solo dai cristiani fondamentalisti, ma è contestata anche da autorevoli scienziati”. — Ottobre 1980.

      Scrivendo per Science, R. E. Gibson ha detto che Galileo era mosso da “un forte antagonismo contro qualsiasi tipo di dogma basato sull’autorità umana”. Fu la sua integrità intellettuale che lo portò a uno scontro con l’Inquisizione. Ma tale integrità, afferma Gibson, “ora non è di moda; l’attuale tendenza è che la comunità scientifica, ora divenuta potente, si comporti in modo molto simile a come si comportò la chiesa ai tempi di Galileo”. La scienza moderna usa il potere e il prestigio meglio di come lo usò la Chiesa Cattolica? Una volta Einstein osservò che non siamo così lontani dal tempo di Galileo come vorremmo credere. — Science, 18 settembre 1964, pagg. 1271-1276.

      Robert Jastrow parla della “fede religiosa dello scienziato” e della sua irritazione quando le prove non sostengono le sue idee. J. N. W. Sullivan definisce la fede nella generazione spontanea “un articolo di fede”, e T. H. Huxley ha detto che è “un atto di fede filosofica”. Sullivan ha detto che credere che tutta la vita sulla terra sia venuta mediante l’evoluzione è “uno straordinario atto di fede”. Il dott. J. R. Durant fa notare che “molti scienziati cedono alla tentazione d’essere dogmatici, impadronendosi delle nuove idee con uno zelo quasi missionario . . . Nel caso della teoria dell’evoluzione, sembra abbia prevalso lo spirito missionario”. Il fisico H. S. Lipson dice che dopo Darwin “l’evoluzione divenne in un certo senso una religione scientifica; quasi tutti gli scienziati l’hanno accettata e molti sono pronti ad adattare ad essa le loro osservazioni”.

      A prova di quanto sopra, U.S. News & World Report (del 2 marzo 1981) parlava degli scandali nei laboratori scientifici. Un ricercatore della Yale University ha detto: “È il Watergate della scienza”. L’articolo terminava dicendo: “‘È vergognoso’, ammette il dott. Arnold Relman, direttore del New England Journal of Medicine. ‘Colpisce un altro idolo ancora. Tutti mostrano d’avere i piedi d’argilla, perfino alcuni ricercatori’”. Nel suo libro (The Meaning of Evolution), Simpson dice che gli evoluzionisti “a volte usano gli stessi dati per ‘dimostrare’ teorie diametralmente opposte” e che “ciascuno adatta i dati alla sua particolare teoria”. (Pagg. 137-9) Sullivan afferma che gli scienziati non “dicono né si sforzano di dire sempre la verità, neppure riguardo alla loro scienza. Si sa di casi in cui hanno mentito, ma non per servire la scienza bensì, di solito, al soldo di pregiudizi religiosi o antireligiosi”. — Limitations of Science, pagg. 173-5.

      L’originaria ricerca della verità è spesso dimenticata mentre ognuno raccoglie idee per puntellare la propria convinzione basata sui sentimenti, si tratti di un dogma scientifico o di un credo religioso. L’evoluzione non è il tipo di scienza che manda gli uomini sulla luna o che decifra il codice genetico. Somiglia di più alla religione: autorità tipo sacerdoti che parlano ex cathedra, dispute settarie, misteri inspiegabili, fede in anelli mancanti e mutazioni mancanti, laici che seguono ciecamente, prove travisate per adattarle al loro credo e insulti a chi non ci crede. E il loro dio? Lo stesso a cui sacrificavano gli antichi, che preparavano “una tavola per il dio della Buona Fortuna”. — Isa. 65:11.

      In una famosa favola di Hans Christian Andersen, quella dell’imperatore dal vestito nuovo, fu un bambino a dire all’imperatore che era nudo. Ora l’evoluzione si presenta in veste di realtà scientifica. Ci vuole la sincerità di un bambino per metterla completamente a nudo. E abbiamo bisogno di scienziati coraggiosi come il prof. Lipson, che ha detto: “Dobbiamo andare oltre e ammettere che la sola spiegazione accettabile è la creazione. So che questo è anatema per i fisici, come lo è per me, ma non dobbiamo respingere una teoria che non ci piace se le prove sperimentali la sostengono”.

      Quali prove ci sono a favore della creazione? Si veda l’articolo che segue.

      [Riquadro a pagina 21]

      GLI EVOLUZIONISTI FANNO VALERE “IL PESO DELLA LORO AUTORITÀ”

      “Dopo [Darwin], che l’evoluzione fosse un fatto poteva essere negato solo rinunciando a ragionare”. — Life Nature Library, “Evolution”, pag. 10.

      “Credere o no all’evoluzione non è questione di gusto personale. Le prove a sostegno dell’evoluzione sono schiaccianti”. — “Evolution, Genetics, and Man”, pag. 319, Dobzhansky.

      “La sua essenziale verità è ora universalmente accettata da scienziati competenti a giudicare”. — “Nature and Man’s Fate”, Hardin, canonico minore.

      “Quello dell’albero genealogico della vita mediante il processo evolutivo è un fatto ora universalmente riconosciuto da tutti gli autorevoli scienziati”. — “A Guide to Earth History”, pag. 82, Carrington.

      “Nessuna mente informata nega oggi che l’uomo sia disceso con un lento processo dal mondo dei pesci e delle rane”. — Rivista “Life” del 26 agosto 1966, Ardrey.

      “È divenuto quasi lampante e chiunque sia scevro di vecchi pregiudizi e illusioni non ha bisogno di ulteriori prove”. — “The Meaning of Evolution”, pag. 338, Simpson.

      “Non ci sono ipotesi rivali eccetto quella logora e del tutto confutata della creazione speciale, ora accettata solo dagli ignoranti, dai dogmatici e da coloro che hanno preconcetti”. — “Outlines of General Zoology”, pag. 407, Newman.

  • Che cos’è in armonia con i fatti?
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Che cos’è in armonia con i fatti?

      LEGGETE E GIUDICATE VOI STESSI

      MENTRE LA CONOSCENZA AVANZA, L’EVOLUZIONE BATTE IN RITIRATA

      GLI antichi egiziani vedevano gli scarabei spuntare all’improvviso dal suolo e credevano che venissero all’esistenza da sé. Ma le femmine di questi coleotteri avevano depositato le uova in palle di sterco e le avevano sepolte, e in seguito ne era uscita la progenie. Generazione spontanea? Nel quinto secolo a.E.V. i filosofi greci Anassagora ed Empedocle la insegnavano, e un secolo dopo Aristotele pensava che vermi e lumache fossero il prodotto della putrefazione. Ancora nel XVII secolo E.V. gli scienziati Francesco Bacone e William Harvey insegnavano la generazione spontanea.

      L’avanzare della conoscenza rivoluzionò tutto questo. In quello stesso XVII secolo, Redi dimostrò che nella carne comparivano i vermi solo dopo che le mosche vi avevano deposto le uova. Furono scoperti i batteri e furono salutati come esempi di generazione spontanea della vita, ma un secolo più tardi Spallanzani fece crollare quell’ipotesi. Nel secolo successivo Pasteur stabilì che “la vita viene solo dalla vita”. Ora questo è un assioma. Perfino Darwin lo accettava, e la frase conclusiva de L’origine delle specie dice che la vita ebbe origine da poteri “originariamente impressi dal Creatore in poche forme, in una forma sola”. — Pagina 524, Editore Boringhieri (1959, Torino), trad. di Luciana Fratini.

      La creazione è in armonia col fatto che “la vita viene solo dalla vita”. Di Geova Dio è scritto: “Presso di te è la fonte della vita”. — Sal. 36:9.

      Anche la documentazione fossile addita la creazione. Simpson scrive in The Meaning of Evolution: “Le rocce del Cambriano inferiore, che risalgono a circa 500.000.000 di anni fa, sono ricche di fossili. Ovunque sulla terra si trovano abbondanti depositi di fossili di quasi tutte le ere successive al Cambriano inferiore. Ma nelle rocce anteriori al Cambriano, che abbracciano un grande arco di 1.500.000.000 di anni, i fossili sono generalmente rari e di solito contestati”. Fossili di tutti i maggiori gruppi o phyla, eccetto i vertebrati, compaiono all’improvviso nella documentazione fossile, e Simpson lo definisce “un grande mistero nella storia della vita”. — Pp. 16-19.

      Il prof. Romer della Harvard University cita il commento di Darwin su questo mistero — “Non sono in grado di dare nessuna spiegazione soddisfacente” — e aggiunge: “Né possiamo darla noi oggi”. Fatto degno di nota, egli fa quindi questa osservazione: “Si potrebbe dire che il quadro generale sia coerente con l’idea della creazione speciale all’inizio del periodo cambriano”. Ma la sovrabbondante documentazione fossile delle ere successive al Cambriano, ora disponibile, contiene la prova degli inizi dei vertebrati? No. Il professore di zoologia, Goldschmidt dice in The Material Basis of Evolution: “I fatti non forniscono nessuna informazione sull’origine delle specie effettive per non menzionare le categorie superiori”. (Pagina 165) Tra gli odierni paleontologi questo è un fatto generalmente accettato.

      Cosa interessante, gli evoluzionisti sanno che la documentazione fossile è più compatibile con la creazione che con l’evoluzione, anche se rifiutano con veemenza la creazione. Anni fa diversi di loro ammisero: “Più si studia la paleontologia, più si è certi che l’evoluzione si basa solo sulla fede; esattamente lo stesso tipo di fede che è necessario avere quando si incontrano i grandi misteri della religione. . . . L’unica alternativa è la dottrina della creazione speciale, che può essere vera, ma è irrazionale”. (L. T. More) “L’evoluzione stessa è accettata dagli zoologi, non perché . . . possa essere dimostrata da prove logiche e coerenti, ma perché la sola alternativa, la creazione speciale, è chiaramente inaccettabile”. (D. Watson) “L’evoluzione è non provata e non provabile. Ci crediamo solo perché l’unica alternativa è la creazione speciale, che è inammissibile”. — Sir Arthur Keith.

      Per alcuni la creazione è ancor oggi in armonia con i fatti. J. H. Corner, evoluzionista e botanico della Cambridge University, ha detto: “Penso ancora — e chi non ha preconcetti lo capirà — che la documentazione fossile della flora sia a favore della creazione speciale”. (Contemporary Botanical Thought, 1961, pag. 97) Nel Physics Bulletin del maggio 1980 il prof. Lipson ammette con riluttanza: “Dobbiamo andare oltre ciò e riconoscere che la creazione è la sola spiegazione accettabile”.

      La documentazione fossile non sostiene la teoria dell’evoluzione. La creazione è in armonia con tali documenti fossili.

      Neppure le mutazioni sostengono l’evoluzione. Le mutazioni rappresentano cambiamenti nel materiale genetico e producono nell’organismo nuove caratteristiche ereditarie. La stragrande maggioranza di quelle piccole sono nocive; quelle grandi sono debilitanti o letali. Si crede contribuiscano alla degenerazione degli organismi e siano la causa di molte malattie e malformazioni. Nondimeno gli evoluzionisti le considerano meccanismi dell’evoluzione. Ma non possono produrre nuove specie. L’evoluzionista Bengelsdorf ha detto: “Le mutazioni, che implicano cambiamenti fondamentali nei geni, possono spiegare le differenze fra due uomini . . . Ma . . . non possono spiegare l’evoluzione nel complesso: perché ci sono pesci, rettili, uccelli e mammiferi”.

      I creazionisti hanno sempre riconosciuto le variazioni entro le specie del primo capitolo di Genesi, il grado di variazioni di cui parla la rivista Science del 21 novembre 1980: “Le specie hanno la capacità di subire modificazioni minori nelle caratteristiche fisiche e d’altro genere, ma si tratta di una capacità limitata e a lungo andare si riflette in un’oscillazione moderata”. Verificando sperimentalmente questo fatto, i genetisti hanno prodotto numerose mutazioni in creature che si riproducono in fretta, eppure, “dopo avere manipolato per quarant’anni l’evoluzione delle mosche della frutta, che producono generazioni nel giro di qualche giorno, si sono visti molti strani cambiamenti, ma le mosche della frutta sono sempre mosche della frutta”.

      A detta degli evoluzionisti, la documentazione fossile indica che le specie si sono riprodotte normalmente per milioni d’anni. Le mutazioni, sia attraverso l’osservazione che la sperimentazione, additano la costanza delle specie. L’affermazione di Genesi 1:12, 21, 24, che la vita si sarebbe riprodotta “secondo la sua specie”, è in armonia con i fatti scientifici.

      Infine, la lacuna più grande. C’è un enorme baratro fra l’uomo e l’animale che gli evoluzionisti considerano il suo più stretto parente. “Anche questa storia relativamente recente”, dice Dobzhansky, “è piena di incertezze; gli esperti sono spesso in contrasto, sia circa gli aspetti fondamentali che circa i dettagli”. (Mankind Evolving, pag. 168) Gli antropologi attribuiscono grande significato ai pezzetti di ossa e di denti che trovano, poi li mettono da parte quando trovano altri simili frammenti e li insediano sul trono dell’anello mancante fra la scimmia e l’uomo, mentre litigano con altri evoluzionisti che presentano i loro reperti come il vero anello mancante.

      Le facoltà di cui l’uomo è dotato — linguaggio, logica, pensiero creativo, talento musicale e artistico, la nozione del passato, del presente e del futuro, il bisogno di realizzare qualcosa e di avere un senso e uno scopo nella vita, la capacità di manifestare le qualità della giustizia, della benignità, della compassione e dell’amore — pongono l’uomo su un livello molto più alto di qualsiasi animale. Questo non si può spiegare con l’evoluzione, ma si può attribuire al fatto che l’uomo è stato creato ‘a immagine e somiglianza di Dio’. (Gen. 1:26, 27) Ancora una volta, la creazione è in armonia con i fatti.

      Molti modernisti accettano l’evoluzione dicendo che Dio creò l’uomo, ma si servì dell’evoluzione per farlo. Il racconto di Genesi non ammette una simile idea. Il Creatore non fece evolvere l’uomo da qualche animale, bensì “formava l’uomo dalla polvere della terra”. — Gen. 2:7.

      Il modo in cui la vita ha avuto origine addita la creazione. I fossili additano la creazione. Le mutazioni additano la creazione. L’abisso che c’è fra l’uomo e il suo più stretto parente animale addita a gran voce la creazione. Sì, la creazione, non l’evoluzione, è in armonia con i fatti scientifici!

      [Testo in evidenza a pagina 24]

      ‘Chi non ha preconcetti capirà che la documentazione fossile della flora è a favore della creazione speciale’

      [Riquadro a pagina 23]

      LA DURATA DEI GIORNI CREATIVI

      Gli evoluzionisti, pur avendo avvolto la loro teoria nel mistero di miliardi di anni, hanno deriso spesso i sei “giorni” creativi della Bibbia. Ma, fatto interessante, la Bibbia mostra che questi giorni non erano periodi di ventiquattro ore. La parola ebraica “yohm”, tradotta “giorno” nel primo e nel secondo capitolo di Genesi, può avere vari significati, indicati qui di seguito:

      1. Il periodo di luce, il giorno. — Prov. 4:18.

      2. Il periodo di ventiquattro ore, giorno e notte. — Gen. 7:17.

      3. Un periodo di tempo in cui si verificarono certi avvenimenti, di cui un’opera di William Wilson (“Old Testament Word Studies”) dà questa definizione: “Giorno; termine generalmente usato in riferimento al tempo in generale, o a un lungo periodo di tempo; un intero periodo oggetto di studio . . . Giorno è anche usato per una particolare stagione o tempo in cui si verificano avvenimenti straordinari”. — Pagina 109.

      Esempi biblici sul numero 3:

      “Giorno” può includere estate e inverno; il passare delle stagioni. — Zacc. 14:8.

      Un certo “giorno”, come indica più avanti lo stesso brano, include molti giorni. — Ezec. 38:14, 16; confronta Proverbi 25:13 con Genesi 30:14.

      Mille anni sono paragonati a un “giorno”, e anche a una veglia notturna di quattro ore: “Mille anni sono ai tuoi occhi come ieri . . . e come una veglia durante la notte”. — Sal. 90:4; vedi anche II Pietro 3:8, 10.

      Il “giorno di salvezza” abbraccia migliaia d’anni. — Isa. 49:8.

      Il “Giorno del Giudizio” include molti anni. — Matt. 10:15; 11:22-24.

      I giorni della creazione:

      Come sappiamo che i giorni creativi di Genesi non sono giorni di ventiquattro ore? Perché tutt’e sei quei giorni sono chiamati un giorno in Genesi 2:4: “Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo [sei giorni] in cui furono creati, nel giorno [un giorno] che Geova Dio fece la terra e il cielo”. Inoltre, il settimo giorno della settimana creativa era il sabato o giorno di riposo di Geova per quanto riguarda la creazione terrestre, giorno che la Bibbia indica continua ancora. — Ebr. 4:3-11.

      I sei giorni della creazione contrassegnarono dei periodi in cui fu compiuto un certo lavoro. La parola ebraica “yohm”, tradotta “giorno”, può indicare anche questi lunghi periodi di tempo. — Vedi “Ausiliario per capire la Bibbia” (inglese), pagina 1427, edito dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.

  • Anche quando tocca argomenti scientifici la Bibbia è accurata
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Anche quando tocca argomenti scientifici la Bibbia è accurata

      “In principio Dio creò i cieli e la terra”. — Gen. 1:1. Il libro “God and the Astronomers” dice a pagina 14: “Ora vediamo che l’astronomia ci porta ad adottare lo stesso punto di vista sull’origine del mondo sostenuto dalla Bibbia”.

      “Egli . . . sospende la terra sul nulla”. — Giob. 26:7. Gli egiziani dicevano che era retta da colonne; i greci dicevano da Atlante; altri dicevano che era sorretta da un elefante in piedi su una tartaruga che nuotava in un mare cosmico. Ma il libro di Giobbe, del XV secolo a.E.V., era scientificamente corretto.

      Nell’ottavo secolo a.E.V. Isaia scrisse che Geova “dimora sul circolo della terra”. Il termine ebraico “hhug”, tradotto “circolo”, può significare anche “sfera”, come mostrano la concordanza di Davidson e l’opera di Wilson [“Old Testament Word Studies”). Infatti, la “Versione Riveduta” dice in Isaia 40:22: “Sta assiso sul globo della terra”.

      La Bibbia dichiara: “Una stella differisce da un’altra stella in gloria”. Ora la scienza sa che ci sono stelle azzurre, gialle, nane bianche e molte altre differenze. — I Cor. 15:41.

      Secoli prima che i naturalisti sapessero della migrazione, Geremia scrisse (settimo secolo a.E.V.): “Perfino la cicogna nel cielo conosce le sue stagioni, la tortora, la rondine e la gru sanno il tempo della loro migrazione”. — Ger. 8:7, “La Sacra Bibbia” a cura di B. Mariani.

      Mille anni prima di Cristo, Salomone scrisse in linguaggio figurato in merito alla circolazione del sangue. (Eccl. 12:6) La scienza medica lo ha capito solo con gli studi del dott. Harvey, nel XV secolo dopo Cristo.

      La legge mosaica (XVI secolo a.E.V.) rivela che il pericolo dei germi delle malattie era noto migliaia d’anni prima di Pasteur. Quella legge conteneva regolamenti che difendevano dal contagio. — Lev., capp. 13, 14.

      Nel 1907 la scienza medica scoprì che i roditori causavano la peste. Primo Samuele 6:5 parla di un’epidemia di peste durante la quale i ‘topi mandavano in rovina il paese’. (“Garofalo”) Questo fu scritto nell’XI secolo a.E.V.

      Il racconto della creazione contenuto in Genesi è accurato dal punto di vista biologico — come confermano la documentazione fossile e la genetica moderna — quando dice che ciascuna specie doveva riprodursi “secondo la sua specie”. — Gen. 1:12, 21, 25.

      “Va alla formica, pigro; . . . ha raccolto le sue provviste di cibo pure alla mietitura”. (Prov. 6:6-8) I critici schernivano dicendo che nessuna formica lo faceva, ma nel 1871 un naturalista inglese scoprì delle formiche che avevano granai. Sono dette formiche mietitrici. La Bibbia ne parlava centinaia d’anni prima di Cristo.

      Il progetto genetico che si trova nell’ovocellula umana fecondata contiene programmi per tutte le parti del corpo, prima che chiunque ne avverta la presenza. Si veda Salmo 139:16: “I tuoi occhi [cioè quelli di Geova] videro pure l’embrione di me, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti, riguardo ai giorni quando si formarono e fra di esse non ce n’era ancora nessuna”. — “Traduzione del Nuovo Mondo”, ediz. inglese del 1971.

  • La scelta: Nessun futuro o un luminoso futuro
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • La scelta: Nessun futuro o un luminoso futuro

      PRIMA DI SCEGLIERE, INFORMATEVI!

      UNA REALTÀ CHE MOLTI NON VOGLIONO AMMETTERE: O SPERARE IN DIO O RINUNCIARE A SPERARE

      GLI scienziati predicono che l’universo in espansione esaurirà l’energia, si oscurerà e tutta la vita finirà. Oppure che esso si disgregherà ponendo fine a ogni vita. Lo scienziato Peacocke dice: “Pertanto la scienza non risponde alla ‘fondamentale domanda, quella della speranza’”. Essa “suscita domande sul basilare significato della vita umana in un universo che alla fine sicuramente la cancellerà”.

      Se attribuiamo all’evoluzione la nostra presenza sulla terra, eliminiamo Dio e la Bibbia e ogni ritegno morale, priviamo anche la nostra vita di qualsiasi scopo e significato potesse avere. Diventiamo fratelli delle formiche e degli elefanti, dei vermi e della sanguinaria, degli scarafaggi e dei gatti. Che importanza hanno le formiche? o la sanguinaria? o gli uomini?

      Gli evoluzionisti, avendoci spogliato di ogni significato, si sentono spinti a darcene uno. Molti terminano i loro libri con deboli, puerili discorsi sul privilegio che abbiamo essendo un gradino della scala evoluzionistica che tra milioni di anni depositerà i nostri discendenti su qualche superba, grandiosa vetta.

      Il vuoto filosofeggiare degli evoluzionisti

      Il prof. Millikan si esprime in modo drammatico circa “lo straordinario richiamo emotivo” che l’uomo può sentire partecipando all’ascesa evoluzionistica verso future altezze. Il genetista Herman Muller si sente sgomento di fronte all’armaghedon biologico con cui ci minacciano le mutazioni, ma pensa ancora che ci faranno evolvere fino a raggiungere “vette impensate”. Quello che conta sono i fatti, non le parole, e lui non vuole certo subire mutazioni. Dobzhansky dice che gli sforzi dell’uomo di evolversi verso l’alto infondono speranza e danno dignità e senso alla vita, e conclude: “Mi si lasci ripetere, l’evoluzione infonde speranza”.

      Tali vuoti discorsi non sono di conforto per nessuno. Sullivan dice correttamente (in “Limitations of Science”): “I nostri impulsi religiosi non possono essere appagati se non credendo che la vita ha un significato trascendentale”. (Pagg. 149, 150) Se la nostra fine è l’oblio eterno, nulla conta veramente. E se questa è anche la fine della splendida, ipotetica progenie che avremo fra milioni d’anni, la loro esistenza a che servirà? Con il loro vuoto filosofeggiare gli evoluzionisti cercano invano di soffocare l’innato bisogno di Dio. Avendo messo da parte la religione, si appigliano a qualcos’altro. Si rifiutano di ammettere questa realtà: o sperare in Dio o rinunciare a sperare.

      La speranza biblica

      Qual è invece la speranza che Dio dà? Egli fece la terra perché durasse in eterno, perché fosse un paradiso in eterno, perché fosse abitata da creature umane ubbidienti in eterno. (Eccl. 1:4; Isa. 45:18) Noi non facciamo ottimi orologi, begli edifici, o giardini incantevoli semplicemente per distruggerli. Tanto meno il proposito per cui Geova Dio creò la terra e ogni vita su di essa rimarrà inadempiuto. “Così ho deciso”, dice, “così pure farò”. — Isa. 46:11, “Garofalo”.

      Il suo interesse per la terra è indicato da ciò che egli ha decretato riguardo agli uomini che ora la inquinano, cioè di “ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. (Riv. 11:18) Il regno di Dio retto da Cristo Gesù porterà le condizioni descritte in Rivelazione 21:3, 4: “Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro . . . e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”.

      La “speranza” evoluzionistica non è affatto una speranza. È l’oblio eterno. La speranza biblica è quella di un luminoso futuro, la vita eterna in una terra paradisiaca. A voi la scelta. Ma, prima di farla, informatevi bene.

  • Una domanda di attualità: Creazione ed evoluzione dovrebbero avere pari diritti
    Svegliatevi! 1982 | 22 febbraio
    • Una domanda di attualità: Creazione ed evoluzione dovrebbero avere pari diritti nelle lezioni di scienze?

      UN PUNTO DI VISTA BIBLICO

      NEPPURE LE DENOMINAZIONI RELIGIOSE SONO D’ACCORDO

      NEGLI Stati Uniti i fondamentalisti cristiani stanno facendo una campagna affinché il “creazionismo scientifico” venga insegnato insieme all’evoluzione nelle lezioni di scienze nelle scuole pubbliche. Secondo una notizia, le assemblee legislative di ben 40 stati hanno preso in esame proposte di legge in tal senso. L’Arkansas ha approvato tale legge. La questione è stata dibattuta in tribunale e sono state apportate modifiche ai libri di testo. La questione è dibattuta anche in Canada.

      Molti genitori cristiani ritengono che a essere presi di mira siano i loro figli. Il bersaglio: la fede dei loro figli. Il luogo dell’attacco: l’aula. Gli attaccanti: gli evoluzionisti. Le munizioni: asserzioni, non scienza. La tecnica: intimidazione e lavaggio del cervello. Il risultato: decadimento dei valori.

      Gli evoluzionisti non sono d’accordo con queste affermazioni, specie con l’ultima. Al contrario, lo storico H. G. Wells, in una sua opera (“Outline of History”), alle pagine 956 e 957, fa riferimento al libro di Darwin “L’origine delle specie” e dice: “Ne seguì una vera e propria corruzione . . . Dopo il 1859 ci fu una reale perdita della fede. L’oro vero, la religione, fu in molti casi gettato via con la borsa logora che l’aveva contenuto per tanto tempo, e non è stato ricuperato”.

      Rapido declino della morale

      Oggi la crisi morale è molto peggiore e si aggrava ogni giorno che passa. Rapporti sessuali preconiugali, gravidanze prima del matrimonio, controllo delle nascite mediante aborto, omosessualità, tutto è lecito. Fa quello che vuoi, qualsiasi cosa ti sembri giusta. Ad ogni modo, “c’è una strada diritta davanti all’uomo, ma la sua fine è una strada di morte”. — Prov. 16:25, “La Bibbia Concordata”.

      Alcuni gruppi religiosi rispondono in modo diverso alla domanda se insegnare la creazione a scuola. Alcuni dicono che si dovrebbe insegnare, altri dicono di no, e molte volte c’è disaccordo anche all’interno dello stesso gruppo religioso. Gli avversari dicono che viola il principio della separazione tra Chiesa e Stato; coloro che sono a favore protestano dicendo che il denaro delle tasse viene ora usato per insegnare l’empia evoluzione. La questione ha assunto un colore politico.

      Cosa ne pensano i testimoni di Geova? Essi non si immischiano nella politica del mondo, ma considerano il regno di Geova retto da Cristo la soluzione dei numerosi problemi a cui l’umanità si trova di fronte. (Giov. 18:36) Sono occupati a predicare il regno di Dio come unica speranza e tale predicazione include il racconto della creazione contenuto in Genesi.

      Molte volte rappresentanti dei testimoni di Geova sono invitati a parlare della loro organizzazione nelle scuole. In questi discorsi presentano anche informazioni sulla creazione. Per le discussioni in classe, alcuni insegnanti hanno anche usato il libro “L’uomo è venuto per mezzo dell’evoluzione o per mezzo della creazione?”, pubblicato dai testimoni di Geova.

      I genitori insegnano ai propri figli

      I figli dei testimoni di Geova menzionano spesso il soggetto della creazione quando l’insegnante parla dell’evoluzione. Sono in grado di farlo perché hanno ricevuto ammaestramento su questo soggetto a casa propria. I genitori insegnano ai figli come hanno avuto origine le cose, anziché lasciare che tale istruzione sia impartita da insegnanti di scuola o dagli insegnanti di catechismo.

      I testimoni di Geova assolvono pertanto la responsabilità che la Bibbia dà ai genitori: “Padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. Inoltre: “Le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi”. — Efes. 6:4; Deut. 6:6, 7.

      I testimoni di Geova e i loro figli non prestano nessuna fede alle filosofie evoluzionistiche, ma riconoscono Geova come ‘Creatore del cielo e della terra e Colui che dà la vita a tutte le persone’. — Isa. 42:5.

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