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“E vissero sempre felici e contenti”Svegliatevi! 1984 | 8 luglio
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“E vissero sempre felici e contenti”
“C’era una volta una regina che nel cuore dell’inverno, mentre la neve fioccava, stava seduta vicino alla finestra e cuciva . . . aveva una figlioletta bianca come la neve . . . e perciò si chiamava Biancaneve”.
I FRATELLI tedeschi Grimm scrissero questo racconto al principio del XIX secolo, includendolo nella loro famosa raccolta di favole. Nel 1934 Walt Disney aveva già idee precise sulla realizzazione di un film basato su questa favola. Era diventato un animatore famoso con i suoi film di cartoni animati aventi Topolino per protagonista. Ma ora voleva produrre un lungometraggio a disegno animato che avesse per protagonisti delle persone, non solo degli animali. Il risultato fu, tre anni dopo, Biancaneve e i sette nani. Forse siete fra i milioni di persone che l’hanno visto.
Perché la semplice storia di Biancaneve affascina tanta gente? Forse perché tratta il fondamentale conflitto fra il bene e il male, e il finale trionfo del bene. Notate come reagiscono i bambini quando la malvagia matrigna cerca sistematicamente di sbarazzarsi della bella Biancaneve! Infine, malgrado gli sforzi dei nani di proteggere Biancaneve, la matrigna raggiunge apparentemente il suo obiettivo di diventare “la più bella del reame”. Con l’inganno induce Biancaneve a dare un morso a una mela avvelenata, ciò che ne causa la morte. La rivale della regina è stata finalmente tolta di mezzo! Ma Biancaneve torna in vita e sposa un bel principe e la malvagia regina viene punita.
“Ma in quanto agli altri — il principe e la principessa Biancaneve e i sette nani — tutti vissero sempre felici e contenti”.
In queste ultime parole abbiamo un’indicazione del perché i bambini, e a volte gli adulti, sono affascinati dalle favole: la maggioranza di noi desidera un finale lieto: ‘Vivere sempre felici e contenti’. Molti produttori sono a conoscenza di questo desiderio che la maggior parte delle persone nutre e lo sfrutta nei film d’animazione.
Ma fino a che punto questi film riescono veramente a dare felicità? Senz’altro avrete assistito a questa forma di spettacolo. Vi siete sentiti felici? Si trattava di vera felicità o solo di una fuggevole emozione basata sulla fantasia? La felicità duratura è davvero possibile? Nel terzo articolo di questa serie, un tecnico del cinema narra come ha trovato la vera felicità.
Ma anzitutto, vi siete mai chiesti come si fa un film d’animazione? Svegliatevi! ha intervistato un esperto animatore che ha spiegato come si realizza l’animazione.
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“Animati” da una matita!Svegliatevi! 1984 | 8 luglio
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“Animati” da una matita!
SAPEVATE che una delle più famose celebrità del cinema mondiale non è neppure una persona? Eppure è stato il protagonista di oltre cento film hollywoodiani e di innumerevoli spettacoli televisivi. Chi è questo divo cinematografico? In italiano si chiama Topolino; in cinese, Mi Lao Shu; in spagnolo, El Ratón Miguelito; in inglese, Mickey Mouse.
Com’è “nato”? Cominciò la sua carriera nel 1928 nel film Steamboat Willie di Walt Disney ed è diventato il personaggio dei cartoni animati più famoso di tutti i tempi. Naturalmente, molti altri personaggi dei cartoni animati hanno acquistato fama mondiale: Tom e Jerry, l’orso Yogi e la Pantera Rosa, per menzionarne solo alcuni. Gli artisti del disegno animato sono detti animatori. Per sapere qualcosa sul loro lavoro, Svegliatevi! ha intervistato Bill Kroyer, un animatore di Hollywood.
Perché sono chiamati film d’animazione?
Perché “animare” significa “dar vita”. Ed è ciò che noi facciamo. Riusciamo a far muovere qualsiasi cosa e, si spera, a dare l’impressione che sia viva. Quando lavoravo presso gli studi della Disney, animavo soprattutto persone e animali parlanti. Ma ho anche fatto danzare motori d’automobile per pubblicità televisive e ho fatto cantare frutti e ortaggi per film sulla salute. Diteci cosa volete, noi possiamo farlo muovere.
Cosa dà l’impressione che un personaggio dei cartoni animati si muova?
L’illusione del movimento è resa possibile dallo stesso fenomeno che dà l’impressione del movimento nei film con attori reali. Quando guardate un film vedete effettivamente 24 immagini ferme passare davanti ai vostri occhi ogni secondo. I fotorecettori che abbiamo nell’occhio ritengono ciascuna immagine per un breve momento, per cui sembra che tutte le immagini si fondano in un’unica immagine continua. Nelle animazioni, disegniamo ciascuna di queste 24 immagini ferme.
Quanti disegni!
Sì, 1.440 solo per fare un minuto di film.
Ma a questo ritmo un lungometraggio come “Biancaneve e i sette nani” richiederebbe più di un milione di disegni!
No, la cifra si avvicina ai due milioni.
Perché così tanti?
Il pubblico non vede mai la maggior parte dei disegni perché sono fatti nelle fasi di programmazione e se ne usa solo una frazione nella versione finale. In un film d’animazione la storia non viene scritta, viene disegnata. Un gruppo di disegnatori fa centinaia di piccoli schizzi che vengono appuntati su grandi piani di sughero. Brevi note in calce descrivono l’azione o il dialogo di ciascuna scena. I disegnatori continuano a disegnare e a cambiare la sistemazione di questi schizzi finché la storia è completa. Quando essi hanno terminato il loro lavoro, l’intera storia è narrata in immagini, come un enorme giornale a fumetti.
È allora che comincia ad animare i personaggi?
Non ancora. Prima un altro gruppo di artisti disegna l’ambientazione del film, secondo un particolare stile. A volte vogliamo dare al film l’ambientazione della vecchia Europa, come nel Pinocchio di Disney. Altre volte vogliamo dargli un’ambientazione moderna. Così i disegnatori fanno ricerche e definiscono i personaggi, i costumi, gli edifici, ecc. che compariranno nel film. Successivamente il regista divide il tutto in scene per ciascuna delle quali viene eseguito un disegno dei particolari immobili che descrive l’ambiente in cui si svolge la scena e la posizione dei personaggi nella scena. E qui intervengo io.
Qual è la prima cosa che fa quando comincia una scena?
Studio il “foglio di esposizione” della scena. Si tratta di un prospetto che mi indica la durata della scena e dove ricorrono tutti gli effetti sonori, la musica e le parole.
Vuol dire che la colonna sonora del film è già stata registrata prima che lei cominci a eseguire i disegni?
Naturalmente. Così so in anticipo quale suono accompagna ciascun fotogramma del film. Se il personaggio dice “Ahi” nel 15º fotogramma della scena, in quel fotogramma lo disegno con la bocca spalancata. È così che facciamo parlare i personaggi.
Cosa usa per disegnare? Penna, matita, pennello?
Uso una matita tenera perché così è facile cambiare e cancellare. Ed eseguo i disegni su uno speciale tipo di carta, carta per animazione. Lungo il bordo inferiore reca dei fori che permettono di tenere i disegni sul piano di lavoro perfettamente sovrapposti l’uno all’altro mediante un registro. Un’altra cosa insolita del mio tavolo da disegno è che ha un piano di vetro trasparente con una sorgente di luce sotto. Mentre disegno posso sovrapporre diversi disegni eseguiti su fogli trasparenti e vedere controluce per essere sicuro che si adattino l’uno all’altro. Quando comincio a disegnare, faccio schizzi molto approssimativi, solo i contorni del personaggio. In questo modo posso lavorare in fretta, senza particolari, e continuare a visualizzare il movimento che voglio ottenere.
Fa un abbozzo di tutti i disegni?
Se devo essere sincero, difficilmente eseguo tutti i disegni di una scena. Ci impiegherei troppo. L’animatore di solito esegue solo i disegni principali di una scena, cioè le “posizioni chiave”. Essi indicano le principali pose o posizioni del personaggio durante tutta la scena. Tenendo fra le dita e sfogliando questi disegni principali, posso visualizzare l’effetto del movimento. Poi il mio assistente eseguirà i disegni intermedi.
La velocità di movimento del personaggio dipenderà dal numero di disegni intermedi inseriti fra le posizioni chiave. Ad esempio potrei disegnare una testa girata a sinistra e un’altra girata a destra. Se inserisco fra esse dieci disegni, il personaggio girerà lentamente la testa da sinistra a destra, come se guardasse qualcuno che passa. Se inserisco solo un disegno fra le due posizioni chiave, girerà di scatto la testa da sinistra a destra, come se vedesse sfrecciare una macchina.
Ma come fa a sapere quanti disegni intermedi fare?
Ci vogliono pratica e studio. Gli animatori osservano sempre il mondo che li circonda e guardano come si muovono le cose. Sa quanti fotogrammi ci vogliono per far battere un occhio? Oppure, sapeva che il passo normale è una delle cose più difficili da animare? Se lo si studia si vede che è un continuo cadere in avanti e riacquistare l’equilibrio. E non ci sono due persone che camminino esattamente allo stesso modo. C’è anche una grande differenza fra il modo in cui cammina un cane, un gatto e un elefante.
Cosa succede quando ha finito i disegni a matita?
Li filmo in bianco e nero. Analizzo più volte questa pellicola cercando i modi di migliorare l’azione e i tempi. Poi correggo i disegni e li filmo di nuovo. Ripeto questa operazione tutte le volte necessarie perché la scena venga più perfetta che sia possibile. Nel nostro mestiere abbiamo un detto: “Le scene rimarranno impresse sulla pellicola per sempre, quindi falle bene ora”. Quando li filmiamo per l’ultima volta, il mio assistente ed io abbiamo rifinito i bozzetti ottenendo dei disegni a matita belli, puliti e con tutti i particolari. Ma è un peccato che gli altri non possano mai vederli.
Mai vederli? E perché?
Perché passano attraverso un procedimento di coloritura. Ciascun disegno è ricalcato con inchiostro su un pezzo pulito di acetato, che noi chiamiamo “cel”, quindi colorato con un colore speciale che si attacca all’acetato. Ricordate il disegno di fondo con i particolari immobili che avevamo per ciascuna scena? Quel disegno viene trasformato in un disegno a colori. Dopo di che posiamo ciascun “cel” sopra il disegno colorato di fondo e lo fotografiamo. Dato che usiamo i “cel”, non dobbiamo rifare il disegno e colorare l’intera scena per ciascun fotogramma del film, ma solo la parte che si muove.
I film d’animazione sono fatti tutti in questo modo?
Oh, no, esistono molte tecniche. Alla Canadian Film Board, i disegnatori hanno prodotto dei film eseguendo minuscoli disegni direttamente sulla pellicola! Alcuni dei migliori studi londinesi preferiscono eseguire i disegni direttamente sui “cel” invece che sulla carta. In questo modo verranno fotografati i disegni originali. E vi sono molti film d’animazione per i quali non si fa nessun disegno.
Nessun disegno?
Proprio così. Gli artisti manovrano pupazzi, figurine d’argilla o statuine, e fotografano questi oggetti un fotogramma alla volta. Quando si fa andare la pellicola a velocità normale, si ha l’impressione che gli oggetti siano in movimento! Recentemente ho lavorato per un film di Walt Disney in cui tutto il lavoro di animazione era computerizzato. Non abbiamo eseguito nessun disegno; abbiamo semplicemente descritto le immagini al computer e il computer ha fatto il resto!
Cosa riserva il futuro all’animazione?
La tecnologia farà altri passi avanti, come ad esempio la tecnica della coloritura mediante computer. Ma esisteranno sempre animatori che eseguiranno disegni secondo lo stile disneyano. Solo la mano dell’uomo ha la capacità di eseguire un delicato disegno con tutte quelle sottili espressioni che vi fanno credere che il personaggio sia reale. Se faccio bene il mio lavoro, non si vede il disegno; si vede il personaggio, qualcuno che ride o piange e a cui vi affezionate. Quando nel film Bambi muore la madre di Bambi, gli spettatori non piangono per un disegno, ma per un personaggio reale.
C’è un momento in cui l’animatore osserva per la prima volta la pellicola in bianco e nero, e vede questo piccolo personaggio animato sullo schermo che lo guarda, un personaggio che solo pochi giorni prima altro non era che scarabocchi su un pezzo di carta. Poi quando quel piccolo personaggio apre la bocca e parla, ebbene, glielo assicuro, quello è un momento speciale! È valsa la pena di fare tutto quel lavoro. Il personaggio è “vivo”, è stato “animato” da una matita.
Le domande del primo articolo però sono ancora senza risposta. La fantasia e il divertimento possono dare felicità vera? O esiste una felicità più duratura? Questa sarà mai una realtà per tutti gli uomini? Roy Brewer, un tecnico della Disney, ha trovato una risposta soddisfacente a queste domande. Egli narra qui di seguito la sua storia.
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Un abbozzo e un disegno finito. L’animatore deve essere in grado di disegnare il personaggio in qualsiasi prospettiva e in qualsiasi posizione
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Un disegno ben fatto permette al personaggio di assumere tutte le posizioni immaginabili
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L’animatore sfoglia rapidamente i disegni e osserva come si muove il personaggio
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L’animatore al tavolo da disegno illuminato
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Come ho trovato la felicità duraturaSvegliatevi! 1984 | 8 luglio
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Come ho trovato la felicità duratura
CHE emozione provai la prima volta che vidi Walt Disney nel 1954! Ecco l’uomo col quale avevo messo in relazione la felicità sin dall’infanzia, l’artista che aveva portato Topolino, Biancaneve e Bambi sullo schermo cinematografico. E ora eccomi a lavorare come tecnico del montaggio nel suo studio cinematografico di Burbank (California, USA). Nei successivi 30 anni sarei stato quotidianamente a contatto col mondo fantastico delle sue creazioni.
La vita presso gli studi della Disney era entusiasmante! Era una perenne meraviglia vedere i molti divi del cinema e i fantastici set costruiti per girare una scena. Ad esempio, un giorno un intero palcoscenico attrezzato per la ripresa del sonoro fu inondato d’acqua e sei potenti macchine del vento crearono una paurosa atmosfera da uragano. In mezzo a tutto ciò Kirk Douglas salvò dall’affondamento il Nautilus, arpionando una piovra che stava facendo colare a picco il sottomarino. Forse rammentate il film: era Ventimila leghe sotto i mari, tratto da un romanzo di Giulio Verne.
Ogni giorno sembrava che si avverasse un sogno. Il mio sembrava più un passatempo che un lavoro. Ed ero pagato per esso. Anche le persone che mi circondavano erano ben diverse. Sembravano sinceramente felici del loro lavoro! Quei 16 ettari su cui sorgevano i palcoscenici per la ripresa del sonoro, i locali dei disegnatori, gli edifici con le attrezzature tecniche e quelli amministrativi erano perennemente animati da uno spirito di collaborazione. La gente sorridente era felice di far parte del mondo di Walt. Allora pensavo anch’io d’essere felice. Ma un giorno avrei scoperto cos’è la vera felicità.
Il “mondo fantastico” e la felicità
Cominciando coi suoi film di Topolino nel 1928, Walt Disney contribuì a rallegrare centinaia di milioni di persone. Nel 1937 portò a termine il primo lungometraggio di animazione, Biancaneve e i sette nani. Fu un grande successo e continua ancora a essere distribuito ogni sette anni circa a una nuova generazione di bambini che, insieme ai genitori, lo vedono con grande piacere!
Un’altra idea di Disney fu quella di progettare parchi di divertimenti. Centri di divertimenti esistono da decenni in luoghi come Coney Island negli USA, Blackpool in Inghilterra, e Tibidabo a Barcellona. Ma l’idea di Disney fu di dare un tema ai suoi parchi di divertimenti. Il primo che venne aperto fu Disneyland in California nel 1955; poi nel 1971 fu aperto il Disney World con il suo “mondo fantastico” in Florida. Nel 1982 si aggiunse l’EPCOT (Prototipo sperimentale della comunità del domani). Dal 1983 anche i giapponesi hanno la loro Disneyland a Tokyo.
Negli scorsi tre decenni oltre 335 milioni di persone hanno pagato l’ingresso ai parchi di Disney, e sono stati affascinati vedendo con i loro occhi quello che Disney chiamò il suo MONDO FANTASTICO! E, come promesso, una volta che si è dentro, di solito si dimenticano i problemi e si è pervasi dalla felicità.
È possibile un mondo più felice?
La felicità è qualcosa che tutti desiderano. Ed è ciò che i produttori cinematografici cercano di offrire a coloro che desiderano comprarla. È costosa da produrre ma anche molto redditizia. Ma è vera felicità? È duratura? Considerate.
Quando si esce dal cinema, si spegne il televisore o si lascia un parco di divertimenti, il mondo fantastico svanisce! Ci si trova nuovamente davanti alla cruda realtà. Le poche ore di piacevole svago diventano un bel ricordo. Una volta tornati nel mondo della realtà si è nuovamente sommersi da gravi problemi come quelli economici, la delinquenza, le malattie e, naturalmente, la morte. Il divertimento non è felicità duratura. È solo una breve parentesi.
Mi ero chiesto spesso: non sarebbe bello essere invitati a vivere in un paese dove si potesse lavorare senza problemi, fare ogni giorno un gioioso e nuovo incontro con le cose felici della vita e dove non ci fossero sofferenze, un paese dove non solo non si invecchiasse mai ma non si dovesse nemmeno morire, un paese dove veramente si potesse ‘vivere sempre felici e contenti’? Se un mondo del genere fosse possibile, quanti pensate sarebbero disposti a fare sacrifici per entrarvi? Che dire di voi?
In effetti milioni di persone hanno già manifestato di desiderare un luogo del genere. Benché sia ancora sul “tavolo da disegno”, la sua realizzazione è garantita. E secondo la profezia biblica, il tempo per approfittare di tale offerta è limitato. Non è un “mondo fantastico”. È la terra, come sarà trasformata mediante il Regno di Dio. Lì, secondo la promessa di Dio, la felicità durerà veramente per sempre! — Rivelazione 21:3, 4; Tito 1:2.
Presto sull’intera terra sarà restaurato il paradiso. Vigore e vitalità saranno rinnovati. Neppure gli animali incuteranno più timore o avranno paura. Ogni attimo sarà assolutamente felice e si proverà la sensazione di aver fatto qualcosa di utile, e questo recherà gioia a tutti. Vi sembra un’utopia? Un tempo anch’io la pensavo così.
Un nuovo modo di vedere la vita
In precedenza avevo fatto parte della Prima Chiesa Cristiana di Grand Island (Nebraska, USA). Perciò quando nel 1970 cominciai a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova, il pensiero di vivere per sempre sulla terra mi giunse nuovo. Andando avanti nello studio, appresi che Dio ha certe norme riguardo alla condotta di coloro che cercano conforto nella sua adorazione. Cominciai a fare cambiamenti nella mia vita. Man mano che il proposito di Dio riguardo alla terra e all’uomo divenivano chiari per me e per la mia famiglia, attività a cui mi ero attivamente dedicato come pilotare un aereo privato, organizzare concerti, giocare a tennis e altri passatempi, divennero sempre meno importanti.
La Bibbia rivelava chiaramente come la mia religione di un tempo non mi avesse insegnato la verità riguardo ai propositi di Dio e al vero significato del suo Regno. L’inferno di fuoco non esiste! Non esiste un’anima immortale che alla morte abbandona il corpo! Dio non è Gesù ma Geova, l’Onnipotente Creatore. Gesù è il Figlio di Dio, non Dio il Figlio. — Ezechiele 18:4, 20; I Giovanni 4:15; Salmo 83:18.
Mi resi conto inoltre che Gesù non si occupò mai di politica. Sapeva che il proposito di Dio era quello di togliere infine di mezzo i governi umani per far posto al paradiso dove perfino sarebbero stati risuscitati i morti. Come potevo allora continuare ad appoggiare uomini politici che cercavano di perpetuare questo decadente sistema permeato da criminalità, e con scarsa salute, economie in crisi e morte certa, quando avrei invece potuto scegliere un’amorevole disposizione che promette la vita eterna? Cominciai a dire al maggior numero di persone possibile che presto il Regno di Dio avrebbe soddisfatto il desiderio di ogni cosa vivente! — Giovanni 18:36; Daniele 2:44; Giovanni 5:28, 29.
La maggioranza delle persone crede in un’“utopia”, in un mondo spirituale dopo la morte. Ma non è ciò che dice la Bibbia. Adamo ed Eva avrebbero potuto vivere in eterno qui sulla terra se avessero scelto di ubbidire a Dio. A causa della loro ribellione, Dio fu obbligato a eseguire la pena. L’imperfezione condusse a una temporanea fioritura della malvagità che sta raggiungendo il culmine, ma che sarà poi improvvisamente eliminata! Quel culmine è stato quasi raggiunto. Lo stroncamento di cui si parla così spesso nella Bibbia avrà luogo tra breve. — Luca 21:29-36.
Diventai un personaggio piuttosto singolare per coloro che mi avevano conosciuto come appassionato di sport e organizzatore di riunioni mondane che si dilettava a suonare col trombone musica jazz e a parlare di politica. In confidenza qualcuno mi disse che alcuni ridevano dei miei sforzi di rivestire una nuova personalità caratterizzata da buone abitudini. È però interessante che in mia presenza veniva mostrato un certo rispetto, qualcosa che prima non succedeva. Certuni incespicavano addirittura nel parlare per trasformare una bestemmia in qualcosa di gradevole. Non volevano offendermi. La Parola di Dio cominciava a cambiare le cose!
La vera felicità si può ancora trovare
Sono passati 12 anni da che sono divenuto un Testimone battezzato. Mia moglie e i nostri tre figli amano tutti Geova. Abbiamo trovato una felicità che non pensavamo fosse possibile in questo caos che si chiama civiltà. La nostra vita ha uno scopo! I nostri bisogni spirituali sono più che soddisfatti. Siamo molto grati di tutto il bene che abbiamo ricevuto nella vera organizzazione di Dio.
Che gioia sapere che esiste non un fugace “mondo fantastico”, ma un Regno giusto, un governo, che presto eserciterà il potere in tutto il mondo. Che emozione pregustare la felicità che esisterà per sempre sotto il Regno più felice che sia mai esistito! — Matteo 6:9, 10; Rivelazione 21:3, 4.
È vero che alcuni film e alcuni centri di divertimenti ci aiutano a distogliere la mente dalle preoccupazioni e dai problemi quotidiani. Ma per esperienza so che l’effetto è di breve durata. Perciò, perché non indagare personalmente, come ho fatto io, per sapere come anche voi potete avere sollievo permanente dal male e dalle sofferenze?
[Testo in evidenza a pagina 9]
Varie forme di divertimento possono solo offrire brevi parentesi di felicità passeggera
[Immagine a pagina 10]
La felicità duratura esisterà nel paradisiaco nuovo ordine di Dio
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