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  • I viaggi del papa
    Svegliatevi! 1984 | 8 dicembre
    • I viaggi del papa

      “IL PAPA conquista la Spagna”, titolava un giornale spagnolo. “Il papa manda tutti in delirio”, annunciava un giornale nigeriano (Sunday New Nigerian) in occasione della visita del papa nell’Africa occidentale. “Oltre un milione di polacchi riuniti in uno stadio di calcio per sentir celebrare la messa da papa Giovanni Paolo II”, scriveva un giornale americano (The New York Times del 18 giugno 1983).

      Questi commenti descrivono l’entusiastica reazione ad alcuni dei 20 viaggi che il papa ha fatto in un periodo di cinque anni (1979-1983) e nel corso dei quali ha visitato 38 paesi del mondo. Si calcola che 18 milioni di polacchi lo abbiano visto l’anno scorso durante il suo viaggio in Polonia durato otto giorni. Questo corrisponde a metà della popolazione del paese!

      In molti paesi, come Stati Uniti e Gran Bretagna, perfino non cattolici sono andati a vederlo per soddisfare la loro curiosità. Qualcuno ha scritto: “Le acclamazioni non sono venute solo dalle classi lavoratrici, neppure solo dai cattolici”.

      Secondo la stessa fonte, “nel maggio del 1979 un ministro [cattolico] del Gabinetto inglese scrisse di lui [del papa] usando il linguaggio che userebbe l’ammiratore di un personaggio dello spettacolo: il papa aveva lo stile di un divo, la sua presenza era solenne ed elettrizzante, irradiava autorità e forza”.

      Nella sua biografia di papa Giovanni Paolo II, l’inglese lord Longford, convertito al cattolicesimo, osserva che nello Yankee Stadium di New York il papa “ricevette un’accoglienza degna di un superstar”. Non è strano che il giornalista Peter Nichols, che simpatizza per la Chiesa Cattolica pur non essendo egli stesso cattolico, abbia detto nel suo libro Le divisioni del papa (Ediz. Mondadori, 1981, Milano): “L’entusiasmo popolare per il papato fa ormai parte della vita moderna”.

      Ma perché questo papa è così popolare? Le sue visite hanno veramente un profondo effetto sul comportamento dei cattolici? Perché a questo punto della storia le visite del papa sono così necessarie? Quale messaggio offre il papa al mondo? Queste domande verranno prese in esame negli articoli che seguono.

      [Riquadro a pagina 3]

      Paesi visitati dal papa fra la sua elezione e il 1983

      1979 Repubblica Dominicana, Messico, Polonia, Irlanda, Stati Uniti, Turchia

      1980 Zaire, Congo, Kenya, Ghana, Alto Volta, Costa d’Avorio, Francia, Brasile, Germania Occidentale

      1981 Filippine, Giappone

      1982 Nigeria, Benin, Gabon, Guinea Equatoriale, Portogallo, Gran Bretagna, Argentina, Svizzera, San Marino, Spagna

      1983 Costa Rica, Nicaragua, Panama, El Salvador, Guatemala, Honduras, Belize, Haiti, Polonia, Francia, Austria

  • Il papa: Perché è così popolare?
    Svegliatevi! 1984 | 8 dicembre
    • Il papa: Perché è così popolare?

      “LA VISITA di papa Giovanni Paolo II in terra spagnola ha suscitato un uragano di emozioni, di entusiasmo e di fervore popolare . . . Per usare il linguaggio dei numeri, la visita di Giovanni Paolo II ha battuto tutti i record nazionali”. — ABC, quotidiano madrileno.

      Naturalmente la popolarità del papa si può spiegare con semplici parole: è il capo spirituale di oltre 600 milioni di cattolici in tutto il mondo, per cui quasi in ogni paese dove ci sono cattolici è certo di trovare un discreto numero di ascoltatori. Ma ciò vorrebbe dire semplificare il fenomeno fino a perderne il vero significato. Quali sono allora i fattori che spiegano la popolarità del papa in questo momento della storia?

      “Non perde una battuta”

      La risposta si può forse trovare in parte nella sua esperienza di attore fatta da giovane. Lord Longford, nella sua biografia autorizzata di papa Giovanni Paolo II, dice: “È tuttavia come attore che è meglio ricordato dai suoi amici di scuola. Un regista straniero gli disse: ‘Un giorno diventerai un grande attore’”. La biografia prosegue dicendo: “Non c’è dubbio che l’arte della parola viva . . . ha permeato e ispirato Karol Wojtyla [il vero nome del papa] dalla giovinezza in poi”.

      Ma cosa c’entra questo con il rapporto che egli stabilisce con il pubblico? Il biografo lord Longford aggiunge: “Col tempo questo si sarebbe rispecchiato nel sorprendente impatto che il futuro papa avrebbe avuto in molte diverse lingue su innumerevoli milioni di persone in tutto il mondo”. Il sacerdote e scrittore cattolico Andrew M. Greeley ha scritto: “Ha superato le prime sei settimane del suo lavoro con le raffinate capacità di un attore e di un politico di professione. Non si può far altro che stupirsi per l’impeccabilità del suo comportamento”.

      Certo questo papa sa come usare gesti sensazionali e drammatici per conquistare il favore delle masse. Per esempio, a Roma, davanti a una folla di 200.000 persone, “quando un bambino arrivò di corsa coi fiori, un monsignore puntiglioso cercò di cacciarlo via. Ma il papa acchiappò il bambino e lo abbracciò”. Greeley aggiunge: “Si vede, mi ha detto qualcuno, che ha studiato da attore. Non perde una battuta”. Greeley ha convenuto: “Non la perde di certo”.

      “Il più grande spettacolo, la festa più straordinaria”

      La psicologia delle masse è un altro aspetto del successo di questo papa. Un corrispondente di Newsweek ha definito il papa “un artista dotato che riesce a manovrare una vasta moltitudine come un attore che affascina il pubblico”. Un esempio di questa sua capacità si ebbe al suo arrivo in Messico nel 1979. Come fa notare il libro The Man Who Leads the Church (L’uomo che guida la Chiesa), fu accolto all’aeroporto da “un’intera orchestra di mariachi, musicisti tradizionali del posto”, che “attaccarono il pezzo preferito dai messicani, ‘Cielito Lindo’ . . . Era una cosa banale, ma non importava a nessuno. Questo viaggio del papa doveva essere il più grande spettacolo, la festa più straordinaria che si fosse mai vista. Il senso dello spettacolare di cui Giovanni Paolo II diede prova si rivelò pari a quello dei suoi anfitrioni. Avanzò impettito lungo la passerella e cadde in ginocchio poggiando le mani a terra per baciare il suolo messicano. (Era diventato un gesto tradizionale. . . . Ma non ha mai mancato di sortire il suo effetto)”.

      L’effetto che tutto ciò produce sulle folle in ogni parte del mondo è ben descritto dallo scrittore cattolico Peter Hebblethwaite: “Quali messaggi stavano captando da questo emozionante nuovo papa? . . . Nel popolare entusiasmo sollevato dai viaggi di Giovanni Paolo II la gente semplicemente dimenticava o trascurava di badare a quello che effettivamente diceva. . . . La ragione per cui riusciva quasi sempre a cavarsela era che la novità del suo pontificato e il carisma della sua presenza distraevano da quello che diceva effettivamente”. Sembra che le masse, mentre si godono lo spettacolo, non afferrino le conseguenze degli espliciti discorsi del papa. Ma per molti cattolici liberali le sue omelie sono piuttosto sgradite, poiché seguono una linea troppo dura e conservatrice.

      “Partecipa al dialogo con statisti e politici”

      Un’altra ragione della popolarità del papa è che viviamo in una generazione che è stata abituata a idoleggiare certi personaggi. In ogni parte del mondo la gente ha i propri divi della televisione e del cinema, i propri idoli dello sport e i propri salvatori politici. Perché non anche idoli religiosi? Se i protestanti hanno il loro Billy Graham e il “reverendo” Moon, perché i cattolici non dovrebbero avere il loro Giovanni Paolo II? Se qualcuno pensa che questa sia un’esagerazione, noti ciò che lo scrittore cattolico Hebblethwaite dichiara nel suo libro The Year of the Three Popes (L’anno dei tre papi): “Quando un uomo diventa papa, ha inizio un processo di mitizzazione a cui è difficile resistere. La sua vita passata viene curata in modo da mostrare che da lungo tempo era destinato alla carica che avrebbe infine occupato [il pontificato]. Diventa da un giorno all’altro una figura di statura mondiale, che partecipa al dialogo con statisti e politici e con capi religiosi d’ogni specie”. — Il corsivo è nostro.

      Perciò, nel contesto moderno il papa si trova alla ribalta a motivo dei suoi continui contatti con “statisti e politici”. Diventa uno dei tanti personaggi ben noti ai telespettatori di tutto il mondo. Dato che è anche il capo di uno stato temporale, la Città del Vaticano, è ricevuto con tutti gli onori da capi di stato e governanti politici, perfino dai comunisti! “Nonostante le sue minuscole dimensioni, però, è stato detto che la Città del Vaticano ha un’influenza maggiore di quella dell’Italia stessa”, afferma l’Encyclopædia Britannica.

      Ma ci sono anche altri fattori che hanno notevolmente contribuito a creare l’immagine pubblica dell’attuale papa. Il redattore cattolico Rowanne Pascoe ne addita uno importante: “Malgrado non abbia divisioni militari, o forse per questo, il papa è proprio la persona che si può definire un leader mondiale. In un’epoca di pigmei in campo politico egli ha assunto la leadership morale del mondo”. Questo fa pensare che le figure politiche del mondo siano di statura morale così bassa che in paragone il papa sembra un gigante!

      Il papa, la politica e la Polonia

      Un altro elemento che ha reso popolare questo papa fra le masse è il fatto evidente che fa leva sullo spirito nazionalistico e la sua ingerenza in questioni politiche e sociali. Ha incrociato la spada con vari governi e capi politici. Ma questo costituisce un’ovvia contraddizione fra i comandi che dà al clero di rimanere estraneo alla politica e i suoi stessi discorsi che lo hanno coinvolto in controversie politiche.

      Per esempio, lord Longford osserva che durante la visita nelle Filippine, il papa “ha avvertito l’ala antigovernativa della Chiesa di evitare le ingerenze politiche, rammentando il loro ruolo nella società: ‘Siete sacerdoti e religiosi. Non siete leader sociali o politici né rappresentanti di un potere temporale’”. Tuttavia nel suo discorso alla Conferenza Episcopale brasiliana avrebbe detto che ‘benché la Chiesa possa essere messa in relazione con le riforme sociali rivoluzionarie, la violenza politica non si può condonare’. Durante la sua permanenza di 13 giorni in Brasile, riferì Longford, il papa “ha esortato i poveri a fare tutto quanto è in loro potere perché il governo riconosca i loro diritti. La sua visita, secondo The Universe, è stata ‘un’accusa alla negligenza colposa del governo brasiliano’”.

      Il potere politico del papa è illustrato dalla visita in Polonia (1983), che, secondo i giornali, venne preparata con meticolosa cura al fine di risolvere i critici problemi politici ed economici della Polonia. William Safire, del New York Times, ha scritto: “Chiesa e stato sono pervenuti a qualche accordo segreto, e la benedizione politica così ansiosamente ricercata dal leader polacco scelto da Mosca è stata impartita. . . . La Chiesa, per continuare a esistere, deve talora scendere a patti coi totalitari”.

      Il fatto che la visita del papa in Polonia avesse anche un motivo politico è ulteriormente confermato. Il presidente americano Reagan ha intervistato il cardinale Krol di Filadelfia, che aveva accompagnato il papa nel suo viaggio in Polonia. Perché? Perché “Reagan voleva conoscere le impressioni del cardinale sulla situazione in Polonia dopo la visita del papa con i suoi profondi strascichi politici”. (Il corsivo è nostro). Chi può negare che i viaggi del papa abbiano risvolti politici, fatto questo che pure lo rende popolare presso le masse, se non sempre presso i governanti?

      A prescindere dalle ragioni della sua attuale popolarità, una domanda ancora più importante a cui bisogna rispondere è questa: Perché i suoi viaggi in varie parti del mondo si sono resi necessari in questo tempo? Quale messaggio ha presentato? Ha prodotto effetti profondi? Gli articoli che seguono prenderanno in esame questi aspetti.

      [Immagine a pagina 5]

      ‘Il papa partecipa al dialogo con statisti e politici’

  • I viaggi del papa: Perché sono necessari?
    Svegliatevi! 1984 | 8 dicembre
    • I viaggi del papa: Perché sono necessari?

      CON la sua seconda visita in Polonia, papa Giovanni Paolo II concluse il suo 20º pellegrinaggio internazionale nel giro di appena cinque anni. Dopo secoli di immobilità papale, è ragionevole chiedere: Perché sono stati necessari tanti viaggi in un periodo così breve?

      Lo scrittore Peter Nichols ci fornisce un’indicazione. Parlando del conclave in cui fu eletto Giovanni Paolo II, scrive: “Ci sono sicuramente stati ampi accordi . . . se non altro determinati dal lungo periodo d’incertezza, di confusione, di sperimentazione, di dubbi e di dibattiti, per non parlare delle defezioni”.

      La situazione è ulteriormente messa in risalto da un anziano sacerdote olandese che, parlando del cattolicesimo olandese, ha detto: “C’è disperazione. C’è una fuga di intellettuali e di gente comune. Ci sono conflitti pubblici tra i vescovi. È un’immensa, immensa tragedia”. Poi, parlando della vocazione sacerdotale, ha aggiunto: “Non vogliono diventare preti, questi giovani. Non daranno mai la loro fiducia a una Chiesa immersa nella tragedia morale”.

      Questo malessere affligge la Chiesa Cattolica in quasi tutte le parti del mondo. L’indiscussa lealtà dei cattolici ai precetti della loro chiesa, che era evidente 30 o 40 anni fa, è diminuita. Le frequenze alla messa e alla confessione sono calate.

      Sì, la struttura monolitica della Chiesa Cattolica Romana rivela chiare e profonde crepe. Le divisioni sono evidenti in tre campi principali: (1) la quotidiana osservanza delle basilari norme cattoliche in campo morale (aborto, controllo delle nascite, divorzio), (2) politica e riforme sociali, e (3) teologia, gli insegnamenti fondamentali della Chiesa.

      I cattolici ubbidiscono al papa?

      Solo negli scorsi pochi anni, aborto, contraccezione e divorzio sono stati oggetto di accesi dibattiti a tutti i livelli della società cattolica. Poco prima della visita del papa negli Stati Uniti nel 1979 un campione di cattolici americani venne intervistato circa la loro osservanza delle norme cattoliche. Il libro The Man Who Leads the Church dice che “il 50 per cento era pronto a tollerare l’aborto libero; il 53 per cento credeva che si dovesse permettere ai sacerdoti di sposarsi; il 63 per cento riteneva il divorzio accettabile . . . e il 66 per cento diceva che avrebbe voluto che la Chiesa approvasse il controllo artificiale delle nascite. Su quest’ultimo punto in particolare per i cattolici americani la dottrina e la pratica erano due cose del tutto diverse. Era risaputo che le coppie cattoliche facevano largo uso di contraccettivi senza provare un gran senso di colpa al riguardo”.

      Anche in paesi prevalentemente cattolici sono evidenti simili atteggiamenti verso le questioni morali. Un rapporto proveniente dalla Spagna indicava che nel 1982 vi sono stati venduti 47.605.000 contraccettivi. L’aborto è una cosa comune nei paesi cattolici da molto tempo. Perfino l’Irlanda, un paese ardentemente cattolico, rivela delle incrinature. John Whale scrive: “I vescovi stessi [dell’Irlanda] ammettono che ‘al presente le registrazioni ufficiali indicano che sono più di 2200 le ragazze irlandesi che abortiscono ogni anno in Gran Bretagna’. Si pensa comunemente che la cifra esatta sia molto più alta”.

      Uno dei più grossi problemi che toccano profondamente i cattolici è quello del divorzio. Per la Chiesa non esiste, e nei suoi discorsi papa Giovanni Paolo II è stato inflessibile su questo argomento. Al suo posto, però, viene concesso l’annullamento, che talora è costoso e richiede tempo. Lo scrittore John Whale dice riguardo alla situazione negli Stati Uniti: “L’arcivescovo Edward McCarthy di Miami ha riconosciuto che il divorzio è ‘senza alcun dubbio il principale problema che ci si presenta’”. Perché alcune autorità ecclesiastiche sono restie ad applicare al riguardo le severe norme della Chiesa? “Riconoscono che un tale comportamento sarebbe controproducente sia sul piano pastorale che per quanto concerne il progresso numerico dei cattolici. Pertanto concedono trentamila annullamenti all’anno: in sostanza si tratta di certificati secondo cui un matrimonio infranto non è mai realmente esistito, . . . ‘C’è una sorta di acrobazia legale in questo’, ha ammesso . . . un ecclesiastico di Chicago”. — Il corsivo è nostro.

      Un cardinale degli Stati Uniti ha recentemente celebrato una messa per i divorziati e i separati. Il New York Times riferiva: “Era . . . la prima volta che un cardinale celebrava la messa per dei cattolici divorziati e separati”. Con tutte le pressioni che vengono esercitate perché la validità del divorzio sia riconosciuta, non è strano che il papa debba viaggiare su e giù per il mondo nel tentativo di mantenere l’ordine tra i fedeli!

      La politica divide la Chiesa?

      Malgrado i portavoce del Vaticano sottolineino con grande enfasi lo scopo “pastorale” dei viaggi del papa, molti commentatori li vedono in una luce diversa. Il libro The Man Who Leads the Church dice riguardo ai viaggi del papa: “Nonostante si sia dato risalto alla loro natura spirituale o pastorale, in ciascun viaggio si doveva affrontare un problema politico”.

      Perché dunque sono necessarie queste visite? Perché fra il clero cattolico esistono profonde divisioni riguardo a problemi politici e sociali. Questo fatto è stato specialmente illustrato durante il giro del papa nell’America Centrale. Un giornalista ha intitolato il suo articolo sul viaggio del papa come segue: “Politica e religione: Divise eppure intrecciate nel viaggio del papa”. Questo fatto è stato reso molto chiaro in occasione della sua visita in Nicaragua, dove sacerdoti cattolici occupano posizioni chiave nel governo. Nello stesso tempo, secondo il New York Times, l’arcivescovo di Managua, capitale del Nicaragua, è “un potente critico del governo”. Non è questa una chiesa divisa?

      Lo stesso articolo diceva pure che il principale obiettivo del papa nell’America Centrale era quello “di rafforzare la Chiesa Cattolica Romana . . . contro le sfide lanciate dall’interno, da sacerdoti e suore di sinistra”. La struttura monolitica e autocratica della Chiesa Cattolica si sta incrinando e, in modo alquanto simile al leggendario ragazzo olandese che cercava di tappare con un dito la falla nella diga, papa Giovanni Paolo II corre in giro per il mondo cercando di chiudere i buchi.

      Contestati gli insegnamenti della Chiesa

      Mentre teologi e sacerdoti cattolici continuano a mettere in dubbio alcuni dei fondamentali insegnamenti della Chiesa, si notano ulteriori incrinature nella sua struttura. Non è strano che il sacerdote benedettino Patrick Granfield abbia definito enorme la responsabilità del papa di preservare l’unità della fede, “perché quasi ogni aspetto dell’insegnamento tradizionale in materia di fede e di morale è oggetto di intensi dibattiti teologici. I problemi includono: . . . morale sessuale; controllo delle nascite; aborto; divorzio e seconde nozze; celibato sacerdotale; ordinazione delle donne”, per menzionarne alcuni.

      Nel 1971 il papa, allora cardinale Wojtyla, indicò che alcuni teologi avevano seminato il seme del dubbio contestando dottrine fondamentali come la Trinità, la natura di Cristo, la vera presenza di Cristo nell’Eucaristia e l’indissolubilità del matrimonio. Altri, come Hans Küng, erudito cattolico svizzero, hanno messo in dubbio la dottrina dell’infallibilità del papa, dottrina del XIX secolo.

      La Chiesa Cattolica è lacerata da divisioni e dubbi. Fra il clero è rappresentata tutta la gamma da liberali e progressisti a conservatori e ultraortodossi in campo religioso e dai comunisti ai fascisti nell’agone politico. Si aggiunga a tutto ciò la crisi mondiale delle vocazioni che provoca una scarsità di sacerdoti e suore. Il comunismo continua a reclamare la lealtà di una considerevole parte della popolazione in paesi cattolici come Italia, Francia e Spagna. Non è strano che il papa debba viaggiare per dare severi ammonimenti!

      Ma nel corso dei suoi viaggi quale messaggio porta alle nazioni? Quale speranza offre al mondo? Nell’ultimo articolo su questo soggetto prenderemo in esame queste domande.

      [Immagini a pagina 8]

      Il papa sta esaminando attentamente gli atteggiamenti cattolici rispetto a divorzio, controllo delle nascite e aborto

  • Il messaggio del papa: È la soluzione?
    Svegliatevi! 1984 | 8 dicembre
    • Il messaggio del papa: È la soluzione?

      “SALUTANDO i miei concittadini di Cracovia, . . . auguro che il bene, sotto la protezione della Santa Vergine di Jasna Gora, torni ancora una volta a essere più potente del male in terra polacca”.

      Con queste parole papa Giovanni Paolo II concludeva la sua visita in Polonia nel 1983. Il cronista del New York Times fece questo commento: “Il riferimento all’icona della Madonna Nera di Czestochowa, il simbolo religioso e nazionalistico più riverito in Polonia, è stato un tema fondamentale del viaggio del Papa”. — Il corsivo è nostro.

      “Ardente affetto per la Vergine Maria”

      Lo scrittore cattolico Peter Hebblethwaite osserva: “La devozione a Maria è qualcos’altro che Wojtyla deve alla lunga tradizione polacca. . . . Anche nelle sue dichiarazioni più brevi accenna a Maria”. Questo significativo commento ci fornisce un’indicazione su uno degli aspetti predominanti della religiosità dell’attuale papa: il suo affetto per la Vergine Maria nelle sue molte svariate manifestazioni nel mondo cattolico.

      Nella sua biografia autorizzata del papa, lord Longford dichiara: “La sua devozione per la beata Vergine Maria è un aspetto fondamentale della sua personalità. . . . È impossibile pensare a lui indipendentemente da ciò. Sotto questo aspetto egli segue senz’altro una radicata tradizione polacca. Il suo amore per la Vergine Maria risale alla sua infanzia”. Fatto degno di nota, sua madre morì quando era un bambino, per cui lo stesso scrittore dice: “Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che la prematura morte della madre possa aver contribuito all’ardente affetto per la Vergine Maria che Wojtyla avrebbe nutrito nei successivi anni della sua vita”. (Il corsivo è nostro). Peter Hebblethwaite fa questo commento: “Maria rappresenta l’elemento femminile nella sua vita”.

      Alcuni cattolici sono colti alla sprovvista

      Hebblethwaite ammette: “Alcuni cattolici considerano esagerato questo suo culto per Maria; alcuni protestanti lo respingono ritenendolo antiscritturale, superstizioso e perfino, al limite, blasfemo”. Perfino il vescovo messicano Sergio Mendez Arceo ha criticato l’esagerata devozione del papa per Maria; gli innumerevoli riferimenti alla vergine di Guadalupe sono stati “tutto sommato oltre misura”. Ancor più si può dirlo se si ricorda che gli antropologi identificano questa vergine, ‘la Morenita’, con la ‘dolce signora di Tepeyac’, identificata a sua volta con l’antica dea azteca Tonantzin. Il sacerdote cattolico Andrew Greeley ammette “che Maria è uno dei più potenti simboli religiosi nella storia del mondo occidentale. . . . Il simbolo di Maria collega direttamente il cristianesimo con le antiche religioni delle dee madri”. — Il corsivo è nostro.

      Qual è stata la reazione di alcuni cattolici italiani al cattolicesimo polacco? Lo scrittore Peter Nichols descrive le reazioni di un gruppo che ha visitato la Polonia per vedere da vicino il revival cattolico in quel paese. “Il primo trauma — ce ne furono anche altri — fu di trovare che Gesù aveva un ruolo subalterno. Prima veniva la Vergine, poi il papa polacco e, come dissero quei giovani, Gesù era terzo, però distanziato”. In questo caso, il Signore Geova, “l’Altissimo, sovrano di tutta la terra”, non era neppure quarto! — Salmo 83:19, versione cattolica del Pontificio Istituto Biblico.

      A chi diede risalto Pietro?

      Quanto sopra ci dà un’idea della formazione religiosa polacca dell’attuale papa e del suo fondamentale messaggio per l’umanità. Egli ribadisce il ruolo della “Madre di Dio” come mediatrice fra Dio e l’uomo. Ma insegna il messaggio appropriato per i tempi in cui viviamo? Dovrebbe dare risalto alla madre di Cristo? O dovrebbe proclamare ciò che l’apostolo Pietro e i primi cristiani predicarono come sola speranza per l’umanità, cioè il Regno, il governo di Dio retto da Cristo?

      Dato che il papa afferma d’essere il legale successore dell’apostolo Pietro, sarebbe interessante sapere cosa disse Pietro di Maria. Rivolse l’attenzione a lei come soluzione dei problemi dell’umanità? Se ne servì come di un simbolo nazionalistico? La esaltò al di sopra di Dio e di Cristo nell’adorazione?

      Il fatto è che nelle sue due lettere non menziona Maria neppure una volta! E Maria è menzionata solo in 5 dei 27 libri delle Scritture Greche. Sebbene nei Vangeli si parli con rispetto e favore dell’umile ruolo che ebbe come madre del Messia, nessuno scrittore le rende mai adorazione.

      Al contrario, Pietro dà chiaramente risalto al ruolo di Dio. Nella sua prima lettera dichiara: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti”. E riguardo a Gesù disse ai conservi credenti: “Riponete la vostra speranza nell’immeritata benignità che vi sarà recata alla rivelazione di Gesù Cristo”. La “rivelazione di Gesù Cristo”, non di Maria, significherà la fine di questo corrotto sistema di cose. Per mezzo della purificatrice “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, sarà eliminata dalla terra tutta la malvagità. Diritto e giustizia saranno ristabiliti per mezzo del dominio del Regno di Cristo dai cieli. — I Pietro 1:3, 13; Rivelazione 16:14, 16; 19:11.

      Pietro scrisse in merito a quel Regno dicendo: “Infatti, così vi sarà riccamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. È questo stesso Regno o governo celeste che farà sparire dalla terra tutti gli elementi che bestemmiano il nome di Geova e contaminano questa terra. Pietro fa questa sorprendente dichiarazione: “Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. — II Pietro 1:11; 3:13; Daniele 2:44.

      Il messaggio giusto e il mediatore giusto

      Perciò oggi il messaggio corretto per le nazioni non è quello di immischiarsi nella politica o nel nazionalismo; né è quello di rispettare una tradizione umana in merito a Maria, “l’aspetto femminile di Dio”, come la definisce un sacerdote, Greeley. Il messaggio di vitale importanza per i nostri tempi pericolosi è quello comandato da Gesù: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matteo 24:14.

      Gesù esortò i suoi seguaci a pregare per la venuta di quel Regno quando consigliò loro: “Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra’”. Disse Gesù che i suoi seguaci dovevano chiedere mediante sua madre, Maria, che venisse il Regno di Dio? La sua risposta fu: “E qualunque cosa chiederete nel mio nome, io la farò, onde il Padre sia glorificato riguardo al Figlio [non alla madre]. Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, la farò”. È chiaro che Cristo è l’unico Mediatore fra Dio e l’uomo, come afferma anche l’apostolo Paolo: “Poiché vi è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù”. — Matteo 6:9, 10; Giovanni 14:13, 14; I Timoteo 2:5.

      Perciò se vogliamo una speranza sicura per il futuro dell’umanità e della terra, a chi dobbiamo rivolgerci? Alla “Regina della Polonia”, come ha suggerito molte volte il papa? Cosa disse Gesù? “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Sì, la vita eterna si ottiene mediante Geova Dio e Cristo Gesù perché anche il Regno proviene da loro. E si acquista conoscenza d’essi studiando la Parola di Dio, la Bibbia, ‘gli scritti sacri, che possono rendere saggi per la salvezza per mezzo della fede riguardo a Cristo Gesù’. — Giovanni 17:3; II Timoteo 3:15.

      Esortiamo tutte le persone sincere, cattoliche e non, ad acquistare questa conoscenza. Anche voi potete acquistare conoscenza del Regno di Dio e attendere con pazienza il tempo che si avvicina rapidamente in cui “egli asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. I testimoni di Geova del quartiere saranno lieti di aiutarvi a capire la Bibbia per mezzo di un gratuito studio biblico a domicilio, senza impegno da parte vostra. — Rivelazione 21:4.

      [Testo in evidenza a pagina 12]

      Se vogliamo avere una speranza sicura per il futuro, a chi dobbiamo rivolgerci: a Maria o a Dio?

      [Immagine a pagina 11]

      Il papa nutre un “ardente affetto per la Vergine Maria”

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