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L’economia mondialeSvegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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L’economia mondiale
Dove va?
Che conseguenze avrà per voi?
“NON immaginate quanto sia difficile sbarcare il lunario”, dice Anna. È vero, ha una bella casa, ma il mutuo che pagano lascia quasi senza fiato. E sebbene il marito prenda un ottimo stipendio, l’inflazione ne ha ridotto il valore. “Ogni settimana i prezzi aumentano”, dice Anna, “mentre i soldi per la spesa rimangono gli stessi”. Si sente quindi presa inesorabilmente in una morsa. “Volevo trovare un lavoro a mezza giornata”, dice sospirando, “ma lui non vuole”.
In un altro continente, un contadino africano di nome Alion si sente similmente frustrato. I controlli governativi hanno stabilito prezzi così bassi che il lavoro di coltivare la terra e piantare non rende nulla. In passato, dice Alion, “tutti cercavano di piantare più del vicino. Ora si accontentano tutti di coltivare la stessa quantità”. Non vale la pena faticare per produrre di più.
Ansia e disperazione sono il retaggio dei nostri tempi così difficili sotto l’aspetto economico. E senza dubbio anche voi ne risentite, in qualunque parte del mondo abitiate. Il futuro sembra oscurato da punti interrogativi: ‘Devo comprare ora prima che i prezzi salgano? Devo investire i miei piccoli risparmi? Posso ancora aver fiducia che il mio denaro sia al sicuro in banca?’
Queste preoccupazioni non sono infondate. Negli Stati Uniti, per esempio, hanno chiuso gli sportelli più banche nel 1982 che in qualsiasi altro anno dal 1940. I casi di fallimento si sono minacciosamente avvicinati al massimo senza precedenti raggiunto durante la grande depressione degli anni trenta. Gli altissimi tassi di interesse hanno privato di vitalità le imprese, grandi e piccole. E i problemi non sono affatto limitati a un particolare paese. ‘Dove va dunque l’economia mondiale?’ potreste chiedere avviliti.
Francamente nessuno sa in effetti se il domani porterà la notizia di una ripresa economica o di un ulteriore regresso. L’economia è troppo imprevedibile. Tuttavia possiamo predire in modo autorevole dove andrà infine l’economia mondiale. Per far questo, però, dobbiamo guardare al di là della spirale dei salari e dei prezzi e al di là dei deficit delle bilance dei pagamenti e cercare le vere cause dei problemi odierni. Nondimeno sarebbe utile dare prima una breve occhiata ad alcuni problemi esteriori che riguardano l’economia.
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Da dove viene il denaro?Svegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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Da dove viene il denaro?
“I PRANZI si preparano per dare gusto e il vino rallegra la vita”, disse una volta un saggio, “e il denaro procura tutto”. (Ecclesiaste 10:19, Garofalo) Ma cos’è quella cosa misteriosa che si chiama denaro? Da dove viene?
Molto tempo fa l’uomo si rese conto che né il baratto né il portare in giro metalli erano metodi convenienti per fare affari. Così gli ingegnosi cinesi inventarono la moneta cartacea. E col tempo anche altre nazioni optarono per la comodità di emettere cartamoneta che, almeno in teoria, si poteva convertire in un metallo prezioso, di solito oro.
Il sistema monetario aureo, però, aveva un difetto intrinseco. Si dice che il valore complessivo di tutto l’oro estratto finora sia di appena 85 miliardi di dollari (al vecchio prezzo dell’oro di 35 dollari l’oncia). La quantità di metallo luccicante esistente è tutt’altro che sufficiente per stare al passo con la rapida espansione demografica e degli affari.
Per fare un esempio, dopo la seconda guerra mondiale il dollaro americano divenne la valuta negli scambi internazionali. Miliardi di dollari americani finirono così nelle mani di governi stranieri. Uno scrittore ha dichiarato: “Già nel 1965 c’erano più dollari nelle banche straniere di quanto valesse l’oro depositato a Fort Knox”. (Il corsivo è nostro) Che sarebbe successo se all’improvviso tutte le nazioni avessero chiesto il loro oro? Nel 1971 gli Stati Uniti sospesero la convertibilità del dollaro in oro. Le nazioni straniere non potevano più convertire i dollari in loro possesso con oro, anche se gli Stati Uniti avevano ancora enormi riserve auree. In pratica, quindi, il denaro era sostenuto solo dalla buona fede del governo degli Stati Uniti. Questo gettò nel caos il sistema monetario internazionale.
Il denaro, perciò, vale solo quanto il pubblico pensa che valga. Più denaro emettono i governi, meno valore gli attribuiscono i cittadini. Ma le macchine da stampa non sono l’unica fonte di denaro.
Dal nulla
“Avresti dovuto dunque depositare il mio denaro d’argento presso i banchieri”, disse un uomo in una parabola di Gesù, “e al mio arrivo avrei ricevuto ciò che è mio con l’interesse”. (Matteo 25:27) Anche nei tempi biblici i banchieri conoscevano l’arte di prestare denaro ricavandone un bell’utile e dividendo con il depositante parte di questo guadagno sotto forma di “interesse”. Così facendo però i banchieri creano abilmente denaro.
Per amore dell’argomento, immaginate di depositare 100.000 dollari (o un’equivalente somma nella valuta del vostro paese) in banca. Quindi un cliente chiede un prestito di 10.000 dollari per avviare un’impresa. Forse calcolate che il vostro deposito, sottratto questo prestito, accresca il capitale della banca di soli 90.000 dollari. Ma il banchiere non ragiona così. Anziché essere versato in contanti, il denaro viene di solito accreditato sul conto in banca di chi ha chiesto il prestito e di lì egli attingerà a poco a poco i 10.000 dollari. Quindi il capitale della banca non diminuisce, ma dai registri risulterà un totale di 110.000 dollari: 10.000 dollari creati dal nulla!
Questa manipolazione delle cifre può farvi venire il capogiro, ma il banchiere ne sorride. In questo modo le banche possono prestare più denaro di quanto non ne abbiano in realtà. “Ma non è pericoloso?” chiedete. Può esserlo, specie se una banca fa prestiti irresponsabili. Ad ogni modo, è raro che tutti coloro che fanno depositi e che chiedono prestiti si presentino contemporaneamente agli sportelli a ritirare il denaro. Per cui le banche tengono a disposizione una quantità di denaro contante sufficiente per le operazioni giornaliere.
Anche i governi creano enormi quantità di fondi senza fare necessariamente funzionare le macchine da stampa. Per esempio, stando al libro The Money Balloon (Il pallone del denaro), la Banca della Riserva Federale degli Stati Uniti “fa una serie straordinariamente complicata di registrazioni contabili — trasferendo cifre, acquistando e vendendo titoli dello Stato, facendo prestiti, acquistando titoli e concordando di rivenderli subito, vendendo titoli e concordando di riacquistarli subito . . . ma quando si analizza tutta questa attività, il sistema della Riserva Federale crea denaro dal nulla”.
Forse anche voi create inconsapevolmente denaro. La carta di credito vi permette di prendere denaro a prestito ogni volta che la usate. I libretti di conto corrente bancario vi permettono spesso di fare assegni per cifre superiori a quelle che avete depositato. In questo modo il volume del denaro aumenta e l’inflazione viene alimentata.
Il sistema monetario è perciò una bolla che potrebbe facilmente scoppiare se il pubblico perdesse la fiducia nel sistema. Comunque, visto che il denaro viene creato con tanta facilità, dove va a finire?
[Immagine a pagina 5]
La moneta in circolazione nel mondo non è più coperta dall’oro
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Il denaro non basta mai!Svegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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Il denaro non basta mai!
LA RICCHEZZA, disse il re Salomone, “appena la guardi già non c’è più, perché mette le ali come l’aquila e vola nei cieli”. (Proverbi 23:5, Garofalo) Molti sperperano il denaro, come quel generale dell’esercito ben retribuito che fallì dopo avere comprato “due Cadillac e un’altra pelliccia di visone alla moglie”.
Anche un governo può vivere oltre le sue possibilità. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno accumulato un debito interno di oltre mille miliardi di dollari! Anche altri paesi hanno un cumulo astronomico di debiti, che comprendono forti debiti con l’estero; fra questi vi sono l’Unione Sovietica (16 miliardi di dollari) e le Filippine (10 miliardi di dollari).
‘Ma perché le nazioni non sono state più prudenti?’, chiederete. Anzitutto, il nostro tempo ha visto una domanda senza precedenti di beni materiali. L’economista Irving S. Friedman spiega pertanto: “Dopo la seconda guerra mondiale i governi non sarebbero potuti sopravvivere né i partiti dell’opposizione sarebbero potuti andare al potere se non avessero promesso rapidi, generali e notevoli miglioramenti delle condizioni materiali”. Perciò i governi avevano bisogno di denaro — grandi quantità di denaro — per costruire strade, scuole, ospedali e alloggi, che i cittadini chiedevano a gran voce. I risultati? Enormi prestiti, che hanno avuto come conseguenze vertiginosi debiti nazionali. La situazione è peggiorata sensibilmente dal 1973.
Quell’anno l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ridusse drasticamente la quantità di petrolio che affluiva nel resto del mondo. Questa mossa devastatrice fece vacillare il mondo. I prezzi del petrolio salirono alle stelle. Le nazioni più colpite, comunque, furono quelle in via di sviluppo.
La marcia dei petrodollari
La tattica dell’OPEC funzionò e i paesi membri si trovarono all’improvviso favolosamente ricchi (anche se più recentemente si sono venuti a trovare in difficoltà finanziarie a causa delle eccessive scorte di petrolio e del calo dei prezzi). A quell’epoca gran parte della loro nuova ricchezza finì nelle casse impoverite delle nazioni in via di sviluppo. Questo desiderio di profitto però si dimostrò una “radice di ogni sorta di cose dannose”. — I Timoteo 6:10.
Tutto questo denaro contante contribuì ad alimentare l’inflazione, che alcuni paesi hanno tentato di controllare lasciando salire vertiginosamente i tassi di interesse. Le nazioni fortemente indebitate, ad ogni modo, erano in trappola: avevano bisogno di altro denaro ma non potevano pagare nemmeno l’interesse sui vecchi prestiti. Come vedremo più avanti, questi debiti minacciano ora la solvibilità dell’intero sistema economico mondiale!
Aiuti al Terzo Mondo
Dopo la seconda guerra mondiale furono stabiliti la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per fare prestiti ai paesi che ne avevano bisogno. Queste organizzazioni sono finanziate dalle nazioni membri più ricche. Recentemente il presidente della Banca Mondiale, A. W. Clausen, ha dichiarato che “uno dei principali obiettivi della Banca Mondiale è quello di alleviare la povertà”. Queste istituzioni hanno veramente convogliato nelle nazioni in via di sviluppo i fondi tanto necessari. Ci è rammentata comunque la saggezza delle parole riportate in Proverbi 22:7: “Il ricco è quello che domina su chi ha pochi mezzi, e chi prende a prestito è servitore dell’uomo che fa il prestito”. Alcune nazioni in fase di sviluppo perciò sono contrarie ad accettare gli aiuti di queste organizzazioni. Perché?
Per salvaguardare i propri investimenti, l’FMI richiede di solito che la nazione che chiede un prestito modifichi sensibilmente la sua politica economica cercando di pareggiare il bilancio, tagliare le spese governative e svalutare la sua moneta. Queste possono essere idee valide dal punto di vista economico, ma possono anche gettare nel caos un paese povero. Pertanto un economista ha concluso che imporre queste politiche a un paese in via di sviluppo è “come gettare un’ancora a un uomo che sta affogando”.
Mettere in circolazione altro denaro è un’impresa inutile: non fa altro che rafforzare la stretta mortale dell’inflazione mondiale. Così nazioni fortemente indebitate possono non avere altra scelta che adottare i sistemi delle organizzazioni internazionali da cui ottengono i prestiti.
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Quali sono le cause dell’inflazione?Svegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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Quali sono le cause dell’inflazione?
ENTRATE nel vostro bar preferito e ordinate un caffè a un prezzo già esorbitante. Ma quando andate alla cassa vi informano che nel tempo che avete impiegato a berlo, il prezzo è quasi raddoppiato. Impossibile? No, poiché questo accadde davvero ai tedeschi negli anni venti: un agghiacciante esempio di come l’inflazione può accelerare.
Forse voi non avete risentito tanto dell’inflazione. Nondimeno l’Argentina ha avuto un tasso inflazionistico del 500 per cento ed è uno di quei paesi che soffre a causa della disastrosa, rapida inflazione. Gli studiosi della Bibbia però non si sorprendono di questo fatto, poiché Rivelazione 6:6 parlava di un tempo in cui il salario di una giornata sarebbe bastato per comprare appena “una chenice di grano”.
Può darsi però che, come la maggioranza di noi, neanche voi sappiate bene a chi (o a cosa) attribuire l’inflazione. Chiediamolo dunque agli “esperti”! Figuratevi l’aula di un tribunale in cui siano riuniti uomini d’affari, politici ed economisti. Voi avete il grave privilegio d’essere il presidente della corte.
Picchiando col martelletto dite con tono imperioso: “Silenzio in aula! L’economia mondiale sta per morire e uno di voi è colpevole! Chi vuole difendersi per primo?”
“Se la corte permette”, dice un economista, “vorrei cercare di fare un po’ di luce su quanto è accaduto. L’inflazione”, dice, “è il semplice risultato della legge della domanda e dell’offerta. Quando le banche espandono il credito, il denaro in circolazione aumenta. Più soldi ha la gente, più beni può chiedere. Maggiore è la domanda di beni, maggiore è il loro costo. È tanto semplice”.
“Non incolpate noi banchieri”, obietta un uomo elegantemente vestito. “Se non concedessimo crediti, ne seguirebbe una recessione economica di portata mondiale. Senza il credito la gente non può comprare la casa, la macchina e neppure gli elettrodomestici. Imprese e industrie ne soffrono. Il mercato azionario subisce una flessione perché gli investitori ritirano i loro capitali. Ammetto che a volte ci siamo fatti prendere un po’ la mano nel concedere crediti. Ma è stata l’OPEC in primo luogo a darci tutto quel denaro. E sono stati loro a fare arrivare i prezzi alle stelle con l’embargo. (Si odono mormorii di assenso). Ma i veri colpevoli sono i politici”. Lo statista adirato fa per parlare, ma il banchiere gli tronca la parola in bocca dicendo: “Sì, siete voi che spendete tutti quei soldi nei vostri meschini programmi governativi. Sì, voi spendete tanto, per cui c’è una maggior domanda di beni. È naturale che i prezzi salgano!”
“Non intendo sopportare altro”, dice un politico. “Prima di tutto sono i militari a chiedere sempre altri soldi per i loro ‘giocattoli’, anche se ci sono già abbastanza bombe per far saltare in aria il mondo più di una volta! E tengo a precisare che siete voi banchieri a protestare quando i tassi d’interesse vengono alzati per controllare l’inflazione”.
“Ma tutto questo non è servito ad altro che a far precipitare il mondo nella recessione”, dice l’economista. “Inoltre, è raro che i prezzi calino una volta che sono aumentati. Diverse volte il costo delle materie prime è diminuito. E cos’hanno fatto alcuni industriali? Invece di far risparmiare al consumatore, hanno investito il denaro in ulteriore pubblicità nel tentativo di far aumentare il consumo dei loro prodotti!”
Un industriale ha il viso paonazzo. “Un momento”, dice. “Come possiamo abbassare i prezzi quando la manodopera chiede continuamente paghe più alte? A volte i sindacati hanno chiesto un aumento in previsione dell’inflazione: ancor prima che si verificasse! Cosa possiamo fare se non alzare i prezzi? Per di più, teniamo la gente occupata. Che possiamo farci se il nostro sviluppo porta all’inflazione?”
A queste parole nell’aula scoppia il finimondo, mentre voi picchiate col martelletto. “Ne ho abbastanza delle vostre scuse”, dite. “Non sarò un economista, ma mi è chiaro che tutti voi siete colpevoli. Tutti avete contribuito a questa terribile situazione. Perciò vi condanno . . .”
Ma un pensiero vi attraversa la mente e rimanete col martelletto a mezz’aria. Pensate a tutte le carte di credito che avete in tasca e all’abuso che ne avete fatto. Pensate alle cose che avete comprate non per bisogno, ma per le vostre eccessive esigenze e per il timore che i prezzi salissero. Non vi sentite più tanto sicuri come giudici e con la testa china vi unite alle file dei colpevoli.
[Riquadro a pagina 8]
Alcune cause dell’inflazione
● Credito eccessivo
● Spese governative
● Spese militari
● Richieste di forti aumenti salariali
● Embargo petrolifero dell’OPEC
● Alti tassi di interesse
● Cambi fluttuanti sul mercato monetario internazionale
● Eccezionale domanda di beni di consumo
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Il denaro è al sicuro in banca?Svegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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Il denaro è al sicuro in banca?
‘IL LUNEDÌ mattina cominciarono a fare la fila. Sfidarono il freddo pungente e un’attesa che avrebbe potuto protrarsi per cinque ore. Le rassicurazioni dei dirigenti di banca, degli economisti e dei capi politici non facevano altro che accrescere il senso di panico. In tutta la nazione, anzi, in tutto il mondo, una folla sempre crescente di depositanti assediava le banche, rivolgendo la stessa richiesta: VOGLIAMO I NOSTRI SOLDI!’
Potrebbe esser questa la notizia che leggerete in un giorno non lontano? The Wall Street Journal ha recentemente citato l’economista Alan Greenspan il quale avrebbe detto che “le probabilità di un pericoloso crac [bancario] non sono mai state così grandi da mezzo secolo a questa parte”. Perché?
Dov’è finito il denaro?
Rammentate quanti rigorosi controlli avete subito l’ultima volta che avete chiesto un piccolo prestito bancario. È strano, ma le banche non sono sempre altrettanto prudenti quando si tratta di grosse somme di denaro. Per esempio, il Messico, con le sue notevoli riserve petrolifere, ottenne facilmente prestiti per circa 57 miliardi di dollari. Poi ci fu un brusco aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo e i prezzi del petrolio calarono. Il Messico era sull’orlo della rovina. Tra coloro che avevano il proprio denaro in banca si diffuse una specie di panico quando cominciò a correre voce che c’era la possibilità che il Messico divenisse inadempiente. Furono prese misure d’emergenza per far affluire ancora altro denaro in questa nazione. Anche se una crisi può essere stata scongiurata, ci sono altre nazioni, come ad esempio Polonia e Brasile, che hanno difficoltà a pagare i loro enormi debiti.
Altri miliardi sono investiti nelle imprese. In passato, le grandi imprese finanziavano le loro organizzazioni vendendo titoli (prestiti a lungo termine) al pubblico. Ma quando i tassi di interesse sono saliti alle stelle, gli investitori hanno venduto i loro titoli e investito il denaro in campi più redditizi. Le imprese sono state costrette a ricorrere a prestiti bancari a breve termine per i quali devono pagare un alto interesse. Le banche però potrebbero perdere una fortuna se queste imprese fallissero. Il recente crac della Drysdale Government Securities Corporation è un inquietante esempio di quanto siano vulnerabili le banche: è costato loro 285 milioni di dollari!
Una reazione a catena?
Gli economisti temono che questi elementi possano scatenare una reazione a catena di portata mondiale. Supponiamo che una nazione straniera, o un certo numero di grandi società, venga meno ai propri impegni. Potrebbe significare la rovina per una o due grandi banche. Questo, a sua volta, potrebbe spaventare chi ha depositato il proprio denaro in altre banche e indurlo a ritirare freneticamente i propri depositi. Dato che le banche tengono a disposizione solo una modesta quantità di denaro contante, potrebbe seguirne una massiccia crisi di liquidità. I banchieri avrebbero un disperato bisogno di contante. Questa reazione a catena potrebbe allargarsi dando luogo al crollo dell’economia mondiale!
I banchieri però dicono che una situazione del genere è improbabile. David Rockefeller, ex presidente della Chase Manhattan Bank, ha dichiarato in una recente intervista che il sistema bancario “è molto solido”. È vero che “le banche fanno molti affari tra loro, per cui c’è un’enorme interdipendenza”, ma a suo avviso è “piuttosto improbabile” che una simile reazione a catena possa far crollare il sistema bancario mondiale. Dato però che il successo del sistema bancario dipende dalla fiducia del pubblico, è comprensibile che i portavoce delle banche si esprimano con tanto ottimismo.
‘Una nazione non permetterebbe il fallimento delle sue maggiori banche’, potreste replicare. Eppure questo è esattamente ciò che ha fatto la Banca d’Italia! Il crac del Banco Ambrosiano ha ricevuto molta pubblicità a causa dei suoi stretti legami col Vaticano. Quando questa banca, con tutti i suoi scandali, si è trovata in difficoltà, la Banca d’Italia, con sorpresa e costernazione dei banchieri europei, ha ritirato il suo appoggio. I banchieri temono che sia stato così stabilito un pericoloso precedente.
“Pace e sicurezza” nel mondo finanziario?
Secondo il New York Times del 10 ottobre 1982, “chi è addentro predice che il timore di un crollo della finanza internazionale spingerà infine le parti a un accordo”. Durante la crisi economica degli anni trenta, però, le nazioni non cooperarono, e cercarono piuttosto “di proteggersi dalla tempesta economica mondiale prolungata senza tener conto degli effetti dannosi che le loro misure avevano sugli altri paesi”. E non c’è molto a indicare che le nazioni abbiano cambiato i loro sentimenti. I governi, per esempio, davanti al grave problema dell’inflazione hanno lasciato salire i tassi di interesse, senza badare all’effetto nocivo che questo ha avuto sulle nazioni povere.
Ad ogni modo, la Bibbia predice che presto eminenti capi annunceranno “Pace e sicurezza!” (I Tessalonicesi 5:3) Resta da vedere fino a che punto questo includerà gli eventuali provvedimenti presi per rabberciare in qualche modo l’economia mondiale. Intanto cosa si può fare data l’instabilità dell’economia mondiale?
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Qual è la soluzione dei problemi economici?Svegliatevi! 1983 | 8 ottobre
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Qual è la soluzione dei problemi economici?
“DA DOVE vengono le guerre e da dove vengono le lotte fra voi?” chiese lo scrittore biblico Giacomo. “Non vengono da questo, cioè dalle vostre brame di piacere sensuale che causano un conflitto nelle vostre membra? Voi desiderate, eppure non avete. Voi continuate ad assassinare e a concupire e non potete ottenere. Continuate a combattere e a far guerra”. (Giacomo 4:1, 2) Non è proprio così? Il vero problema non è l’uomo stesso? Non è il suo insaziabile desiderio di possesso a causare conflitti economici?
È stato l’avido desiderio di profitto, non l’altruistico interesse per il proprio simile, a indurre i banchieri a prestare quantità così enormi di denaro a paesi che non sono in grado di restituirlo. E la Bibbia condanna senza mezzi termini questa forma di sfruttamento. (Neemia 5:1-11; vedi anche Esodo 22:25). È l’avido interesse personale che impedisce alle nazioni di cooperare insieme per giungere a una soluzione.
Dal momento che la Bibbia descrive così accuratamente i fattori emotivi che provocano all’uomo difficoltà di questo genere, non deve sorprendere che predìca pure a cosa porteranno i problemi, economici e di altro genere, che affliggono le nazioni odierne: alla completa distruzione dell’attuale sistema mondiale. Questo avverrà subito dopo l’annuncio di “Pace e sicurezza!” Durante uno spaventoso periodo chiamato “grande tribolazione” sarà messa in evidenza, fra l’altro, l’inutilità di confidare nei beni materiali che sono stati febbrilmente accumulati. “Getteranno il loro medesimo argento nelle vie, e il loro oro diverrà una cosa orrenda”. Immaginate, perfino l’oro e l’argento saranno considerati privi di valore! Ma avverrà solo a causa dell’inflazione? No, poiché la profezia continua: “Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno della furia di Geova”. — Matteo 24:21; Ezechiele 7:19.
I veri cristiani tuttavia non temono quel giorno di esecuzione del giudizio divino né il crollo economico che potrà accompagnarlo. Sanno che la “grande tribolazione” culminerà con la distruzione di questo sistema di cose malvagio, che sarà sostituito da un giusto nuovo governo di Dio. (Rivelazione 21:1-4; vedi anche Daniele 2:44). Sotto questo governo tutti gli abitanti della terra avranno vera sicurezza economica. — Isaia 65:21-23.
La fede in questo prossimo governo aiuta i testimoni di Geova a far fronte in modo realistico a questi tempi difficili per l’economia. Riconoscono che chi vive per le cose materiali può essere indotto a dimenticare Geova Dio. (Deuteronomio 8:10-17) Sono invece consapevoli dell’importanza di ricercare i valori morali sostenuti nella Bibbia. Questa è una protezione per loro. Qualora siano disoccupati molti sono disposti a fare lavori più umili che altri potrebbero disdegnare. (Efesini 4:28) Chi segue veramente i principi biblici si accontenta di un semplice tenore di vita. E come lo scrittore di Proverbi 30:8, egli chiede: “Non mi dare né povertà né ricchezza”. Quindi, anziché vivere al di là delle proprie possibilità, è felice d’avere solo le cose necessarie della vita. Sa che la Bibbia condanna i debiti eccessivi e così fa un uso moderato delle carte di credito e va piano negli acquisti a credito. — Salmo 37:21.
Permetteteci dunque di aiutarvi ad acquistare la nostra stessa fede mediante lo studio della Bibbia. In tal modo non solo sarete preparati per la futura tribolazione mondiale, che includerà il crollo dell’economia, ma potrete avere gioia e contentezza sin da ora.
[Testo in evidenza a pagina 11]
L’avido interesse personale impedisce alle nazioni di cooperare insieme per giungere a una soluzione
[Testo in evidenza a pagina 11]
Chi vive per le cose materiali può essere indotto a dimenticare Dio
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