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Un uomo e il suo sognoSvegliatevi! 1985 | 8 ottobre
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Un uomo e il suo sogno
NACQUE a Staunton (Virginia, USA) il 28 dicembre 1856. Pur avendo cominciato a frequentare formalmente le scuole a nove anni, fece infine carriera come professore universitario a Princeton. Passò poi alla politica. Fu una decisione che l’avrebbe portato alla massima fama e alla massima angoscia.
Coltivava un sogno su come portare la pace all’umanità. L’ombra pacificatrice di Woodrow Wilson si proietta tuttora sul nostro pianeta lacerato dalla guerra. Basandosi sul suo progetto, alcuni politici e diplomatici stanno ancora tentando di portare la pace nel nostro mondo.
Che ne è stato del sogno di Wilson? Aveva la soluzione dei nostri problemi relativi a odio, guerra e spargimenti di sangue?
Nel 1913 Woodrow Wilson divenne il 28º presidente degli Stati Uniti. L’anno seguente in Europa scoppiò la Grande Guerra. Fu una guerra che provocò morte e violenza tra il fango e la melma di stagnanti trincee, con l’accompagnamento di uno snervante fuoco di artiglieria, di mitragliatrici e di attacchi con l’uso di gas tossici. Fu una carneficina su vastissima scala.
In un primo tempo l’opinione pubblica americana era fortemente avversa a un intervento nel conflitto europeo. Gli americani volevano restare fuori dalla lotta delle grandi potenze d’Europa. La neutralità era il concetto fondamentale accettato dalla nazione.
Il presidente Wilson, presbiteriano, era un uomo profondamente religioso e un idealista. Desiderava sinceramente salvaguardare la neutralità e l’isolazionismo americani. Ma accaddero cose che sfuggirono al suo controllo. Nel 1915 un sottomarino tedesco affondò il transatlantico Lusitania, provocando nel disastro la morte di 128 americani. Ma Wilson si rifiutò di dichiarare guerra alla Germania. Nel 1916 venne rieletto presidente degli Stati Uniti con lo slogan: “Ci ha tenuti lontano dalla guerra”.
“Il mondo dev’essere reso sicuro per la democrazia”
L’anno seguente i tedeschi annunciarono che tutte le imbarcazioni, sia belligeranti che neutrali, sarebbero state facile bersaglio dei loro sottomarini. Ciò voleva dire che le navi americane non sarebbero più state al sicuro in alto mare. Questo, a quanto pare, non lasciò alternative a Wilson. Con riluttanza dichiarò guerra alla Germania, affermando: “È una cosa spaventosa trascinare in guerra questo grande popolo pacifico, nella più terribile e disastrosa guerra di tutte, in cui la civiltà stessa sembra essere in bilico”.
Parlando al Congresso disse che gli Stati Uniti avrebbero combattuto “per la pace perpetua del mondo e per la liberazione dei popoli”. Pronunciò poi la celebre frase: “Il mondo dev’essere reso sicuro per la democrazia”. Il 6 aprile 1917 il Congresso approvò la sua decisione. Fu acclamato dai suoi collaboratori in Campidoglio e dal pubblico. Ma lui non era felice. “Pensi a cosa stavano applaudendo”, disse poi a un suo assistente. “Il messaggio che ho pronunciato oggi è stato un messaggio di morte per i nostri giovani. Come pare strano applaudire a questo”. Pochi minuti dopo “si asciugò grandi lacrime dagli occhi e quindi, reclinando il capo sul tavolo, pianse come un bambino”. — Mr. Wilson’s War, di John Dos Passos.
La neutralità era finita. Adesso il suo paese era coinvolto nella peggiore guerra che l’uomo avesse mai visto fino ad allora.
[Fonte dell’immagine a pagina 3]
U.S. National Archives
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Il sogno di pace prende formaSvegliatevi! 1985 | 8 ottobre
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Il sogno di pace prende forma
NEL 1916, ancor prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra, Wilson cominciò a farsi promotore dell’idea di creare un grande organismo permanente che garantisse la pace sulla terra. Secondo il biografo Gene Smith, progettava “l’istituzione di una Società delle Nazioni che servisse da tribunale in cui assicurare giustizia per tutti gli uomini ed eliminare definitivamente la minaccia della guerra”. Nel 1917 poi, mentre gli Stati Uniti erano in guerra, divenne il grande fautore di quelli che, nelle sue speranze, dovevano essere una pace eterna e il glorioso apogeo della sua carriera.
Dedicò allora le sue energie a diffondere il suo vangelo della Lega o Società delle Nazioni, come lui lo concepiva. Aspirava a una “pace senza vittoria” grazie alla quale non ci sarebbe stato un popolo tedesco sconfitto, ma piuttosto il rovesciamento di governanti militaristici e dispotici.
Alla base dei negoziati per la pace pose i suoi famosi “quattordici punti”. Consistevano in cinque ideali di carattere generale che tutte le nazioni contendenti dovevano rispettare e in altri otto punti che prendevano in considerazione specifici problemi politici e territoriali. Il quattordicesimo punto era il più importante, dato che rappresentava l’essenza stessa della crociata di Wilson: la costituzione di una Lega delle Nazioni.
“Il massimo successo o la più grande tragedia”
Wilson era talmente convinto di avere il sostegno di Dio nel suo progetto che insistette a voler partecipare nel 1919 alla Conferenza della Pace di Parigi: questo anche se molti suoi alleati politici erano del parere che il presidente degli Stati Uniti dovesse restare al di fuori dei negoziati per la pace. Lui credeva di avere l’appoggio della popolazione mondiale, anche se non di tutti i politici. Era convinto di essere lo strumento di Dio per portare la pace. Lui, più di chiunque altro, doveva andare a Parigi.
Al suo segretario privato, Tumulty, confidò: “Questo viaggio rappresenterà o il massimo successo o la più grande tragedia di tutta la storia; ma io credo in una Provvidenza divina . . . Ho fiducia che nessun gruppo di uomini, anche se mettono insieme il loro potere o la loro influenza, può far fallire questa grande impresa mondiale”. (Il corsivo è nostro). Una fonte autorevole afferma: “Il Presidente era deciso a usare il suo potere e il suo prestigio perché nell’accordo finale di pace fosse incluso un progetto per una Società delle Nazioni”.
Nel novembre del 1918 gli eserciti tedeschi erano sull’orlo della disfatta. Fu loro offerto un armistizio per la cessazione immediata della guerra. Furono avviati negoziati che videro impegnati il gallese Lloyd George, primo ministro britannico, il severo premier francese Georges Clémenceau, il colto primo ministro italiano Vittorio Emanuele Orlando e l’impenetrabile rappresentante giapponese, Nobuaki Makino. Wilson era deciso a convincerli che la sua Lega era l’unica soluzione per i problemi dell’Europa e del mondo.
“Risorta la stella di Betleem”
Mentre percorreva l’Europa prima della Conferenza della Pace di Parigi Wilson fu acclamato dal popolo. Herbert Hoover scrisse in seguito: “Fu accolto ovunque con un fervore quasi religioso . . . Le ovazioni tributategli furono le più grandi mai attribuite a uomo mortale”. La sua iniziativa e il suo progetto di pace avevano entusiasmato le masse. Nel corso del suo viaggio in Italia le folle gridavano: “Viva Wilson, Dio della Pace”. Gli venivano attribuiti poteri quasi soprannaturali. Hoover aggiunse: “Per loro, dal tempo in cui Cristo aveva pronunciato il Sermone del Monte, non si erano più visti né un simile uomo dotato di potere morale e politico né un vangelo di pace come il suo . . . Era risorta la stella di Betleem”.
È chiaro che Wilson credeva con fervore evangelico nella sua missione di stabilire la pace sulla terra. Lo scrittore Charles L. Mee afferma: “A un certo punto sbalordì Lloyd George e Clémenceau spiegando come la lega avrebbe stabilito quella fratellanza fra gli uomini che il cristianesimo non era riuscito a stabilire. ‘Perché’, Lloyd George ricorda che Wilson chiese, ‘finora Gesù Cristo non è riuscito a indurre il mondo a seguire i Suoi insegnamenti a questo riguardo? Perché egli insegnò l’ideale senza escogitare nessun mezzo pratico per realizzarlo. Questa è la ragione per cui propongo un sistema pratico per realizzare i Suoi fini’”. — The End of Order, Versailles 1919.
Wilson fu senza dubbio incoraggiato da diverse parti. Il ministro americano della Marina, Josephus Daniels, salutò la pubblicazione della bozza del Patto della Società delle Nazioni con questo elogio: “La bozza della Società di Pace è semplice quanto una Parabola di Gesù ed è altrettanto illuminante ed edificante. È tempo che le campane delle chiese suonino a distesa, che gli ecclesiastici si inginocchino, che i politici si rallegrino e che gli angeli cantino: ‘Gloria a Dio nei cieli altissimi!’”
La Lega e la Chiesa Cattolica
Gli ecclesiastici si inginocchiarono? Alcuni furono prontissimi a salutare la Lega come la soluzione divina dei problemi dell’umanità. Nell’agosto del 1917 papa Benedetto XV aveva quasi messo in ombra Wilson allorché, come dice lo scrittore John Dos Passos, rivolse un appello alle nazioni belligeranti “affinché negoziassero una pace senza vittoria, con termini molto simili a quelli usati da Woodrow Wilson nei discorsi da lui pronunciati prima che l’America entrasse in guerra”. Wilson, tuttavia, pensava di essere troppo occupato nell’impegno bellico per prestare attenzione al papa: almeno fino a quando non ricevette una significativa lettera dal colonnello House, suo assistente personale. Questa lettera diceva:
“Sono colpito a tal punto dalla gravità della situazione che la disturbo nuovamente . . . Ritengo lei abbia la possibilità di togliere i negoziati per la pace dalle mani del Papa e tenerli lei stesso in pugno”.
Wilson passò subito all’azione per essere sicuro di non perdere l’iniziativa. Il progetto di una Lega delle Nazioni era suo, non del papa. Ed era lui l’uomo che doveva realizzarlo.
Nondimeno la Chiesa Cattolica appoggiò la Lega. Il cardinale Bourne, arcivescovo cattolico di Westminster sino alla fine del 1934, affermò: “Si ricordi che la Lega delle Nazioni, per quante imperfezioni possa avere, adempie il desiderio della Chiesa Cattolica per quanto riguarda la Pace, nonché i voleri del nostro Santo Padre, il Papa”.
“La Lega delle Nazioni è radicata nel Vangelo”
Nemmeno gli ecclesiastici protestanti furono evasivi nel dare sostegno alla Lega. Il New York Times dell’11 gennaio 1920 riferì: “Le campane delle chiese di Londra questa sera hanno suonato a distesa per celebrare la pace conclusa con la Germania e la nascita ufficiale della Società delle Nazioni”.
L’opuscolo The Christian Church and the League of Nations, pubblicato in Inghilterra, affermava: “La chiesa cristiana britannica sostiene la Lega delle Nazioni. La seguente è una Dichiarazione solenne resa dall’arcivescovo di Canterbury e da quello di York, da trentacinque vescovi diocesani inglesi, dal Moderatore della Chiesa di Scozia e da rappresentanti ufficiali di tutte le Chiese Libere d’Inghilterra:
“Siamo convinti che:
“(1) In questo tempo Dio sta invitando le nazioni del mondo a imparare a vivere come un’unica famiglia;
“(2) Il congegno di cooperazione internazionale provveduto con la Lega delle Nazioni . . . fornisce il migliore strumento disponibile per realizzare i princìpi del Vangelo di Cristo su come porre fine alla guerra, rendere giustizia e organizzare la pace”.
In precedenza, nel dicembre del 1918, il Consiglio Federale delle Chiese di Cristo d’America aveva rilasciato una dichiarazione che in parte diceva: “Quali cristiani incoraggiamo la costituzione di una Lega di Nazioni Libere durante la prossima Conferenza della Pace. Tale Lega non è un semplice espediente politico; è piuttosto l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra”. (Il corsivo è nostro). Proseguiva dicendo: “La Chiesa ha molto da dare e molto da ottenere. Può dare una solenne approvazione impartendo al nuovo ordine internazionale qualcosa della gloria profetica del Regno di Dio. . . . La Lega delle Nazioni è radicata nel Vangelo”.
Se la Lega delle Nazioni era veramente “radicata nel Vangelo” ed era “l’espressione politica del Regno di Dio”, allora il suo destino si sarebbe ripercosso sia sul Vangelo che sul Regno. Wilson era presuntuoso nel ritenersi lo strumento di Dio per portare una pace perpetua alle nazioni? E, domanda ancora più importante, la Lega delle Nazioni aveva realmente il sostegno di Dio?
[Prospetto a pagina 6]
Schieramenti contrapposti in Europa nella prima guerra mondiale (1914-18)
Imperi Centrali Stati dell’Intesa
Germania Gran Bretagna
Austria-Ungheria Francia
Bulgaria Russia (fino al 1917)
Turchia Italia, Romania, Grecia,
Serbia, Polonia, Belgio,
Portogallo, Albania, Finlandia
[Immagine a pagina 5]
Wilson fu particolarmente popolare in Europa
[Fonte]
U.S. National Archives
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Un sogno respintoSvegliatevi! 1985 | 8 ottobre
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Un sogno respinto
“LA LEGA esiste, ma che sarà? Sarà una cosa vera o un’impostura?” Questa domanda fu posta dal lord britannico Robert Cecil, presidente della Società delle Nazioni. In effetti, anche se molti furono indotti a credere che la Lega avrebbe garantito la pace, altri espressero seri dubbi.
Il noto scrittore inglese Jerome K. Jerome disse: “La Società delle Nazioni è venuta al mondo già morta. . . . I suoi fautori . . . ci invitano al suo battesimo. . . . Speravano in un nuovo Messia. Sembrano essersi persuasi che gridando e prostrandosi la possano far sorgere dai morti”. Lo Standard di Londra affermò: “Una Società delle Nazioni nella quale nessuno crede, ma alla quale tutti danno un’adesione formale, è semplicemente una simulazione, e per di più dannosissima”.
Una voce dissenziente
D’altra parte abbiamo visto il modo in cui gli ecclesiastici salutarono la Lega. Ma in mezzo alle acclamazioni religiose, nel maggio del 1920 la rivista Torre di Guardia (inglese) pubblicò una netta denuncia della Lega, affermando: “È stata acclamata in lungo e in largo come ciò che emanciperà il genere umano . . . Ma dovrà necessariamente fallire”.
Perché la Lega era destinata al fallimento? Semplicemente per ragioni politiche, per il fatto che gli Stati Uniti non avevano voluto entrare a farvi parte? No, i testimoni di Geova consideravano l’intero problema della Lega delle Nazioni come un semplice avvenimento sullo sfondo di una scena ben più grande: il conflitto universale fra il Sovrano Signore Geova e il promotore della ribellione universale, Satana. (Giobbe, capitoli 1 e 2; Giovanni 8:44) Perciò la Lega, promossa dai politici e acclamata dagli ecclesiastici, era in realtà un falso rimedio preparato da Satana per distogliere l’attenzione dall’unica vera soluzione dei mali dell’umanità: il Regno di Dio retto da Cristo. Dal punto di vista di Dio la Lega era davvero un’“impostura” e una “simulazione”. — Confronta Salmo 2.
Per questo la summenzionata Torre di Guardia proseguiva: “Anche se gli Stati Uniti avessero accettato la Lega delle Nazioni entrando a farvi parte assieme agli altri paesi del mondo, essa non potrebbe conseguire l’obiettivo prefisso per il fatto che è di origine umana e concepita da uomini egoisti; e per di più è contraria al modo di fare di Dio”.
Il 10 settembre 1922 i testimoni di Geova fecero una denuncia ancor più incisiva durante un loro congresso tenuto a Cedar Point (Ohio, USA). Lì affermarono in una risoluzione pubblica:
“Che tutte le conferenze internazionali e tutti gli accordi e trattati in esse conclusi, compreso il patto della Lega delle Nazioni e tutti i patti simili, sono destinati a fallire perché Dio ha decretato che sia così”.
Denunciarono inoltre il sostegno dato dagli ecclesiastici alla Lega, affermando “che loro [gli ecclesiastici] hanno ulteriormente ripudiato il Signore e il Suo Regno e si sono dimostrati sleali unendosi volontariamente all’organizzazione di Satana e annunciando sfrontatamente al mondo che la Lega delle Nazioni è l’espressione politica del regno di Dio sulla terra, annuncio da loro fatto disprezzando totalmente le parole di Gesù e degli apostoli”.
Perché i Testimoni assunsero subito una posizione così netta contro la Lega? Perché studiando la Bibbia avevano compreso “che il 1914 ha contrassegnato lo scadere legale del vecchio mondo e allora Cristo, il giusto Re, ha assunto il potere reale;
“Che il Signore Gesù Cristo è ora presente, invisibile all’uomo, e procede nell’opera di stabilire il Suo regno, per il quale insegnò ai suoi seguaci a pregare”. — Matteo 6:9, 10.
Pertanto i Testimoni consideravano la Lega un sostituto umano del Regno di Dio. In quanto tale era destinata a fallire. (Geremia 10:23; Daniele 2:44) Cosa accadde, infatti, alla Lega di Woodrow Wilson? Per saperlo ripercorriamo gli avvenimenti del periodo che va dal 1920 al 1946.
[Immagini a pagina 8]
Le speranze del mondo si imperniavano sulla Lega delle Nazioni, che aveva sede a Ginevra, in Svizzera
[Fonti]
United Nations
U.S. National Archives
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La fine di un sognoSvegliatevi! 1985 | 8 ottobre
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La fine di un sogno
LA LEGA delle Nazioni fu costituita e tenne la sua prima riunione nel 1920 a Ginevra, in Svizzera. Nonostante Woodrow Wilson avesse problemi di salute e dopo lunghi ed estenuanti negoziati svolti a Parigi, i suoi sforzi sembravano essere stati coronati dal successo.
Mediante la Lega, Wilson si accingeva a diffondere la sua “verità di giustizia e libertà e pace”. In un suo discorso affermò: “Noi abbiamo accettato quella verità e ci faremo guidare da essa, ed essa guiderà noi [americani], e tramite noi il mondo, in pascoli di quiete e pace tali quali il mondo non ha mai sognato prima”. Questa era l’essenza del suo sogno.
Rivolgendosi al Senato americano disse: “La scena è pronta, il destino è rivelato. Questo non è avvenuto grazie a un progetto da noi concepito, ma grazie alla mano di Dio che ci ha guidati in questa strada. . . . Non possiamo far altro che andare avanti, a testa alta e con spirito rinvigorito, per seguire il sogno”. (Il corsivo è nostro). Il visionario aveva parlato di nuovo. Si riteneva ancora lo strumento di Dio per portare la pace all’umanità.
Respinto in patria
In Europa il presidente Wilson era stato acclamato come salvatore. Ancor prima che si recasse alla Conferenza della Pace, però, negli Stati Uniti furono sparate al suo indirizzo salve di avvertimento. Lo scrittore Elmer Bendiner riferisce: “Theodore Roosevelt annunciò il verdetto [del Congresso americano]: ‘I nostri Alleati, i nostri nemici e lo stesso sig. Wilson dovrebbero capire che in questo momento il sig. Wilson non ha alcuna autorità di parlare a nome del popolo americano . . . Il sig. Wilson e i suoi quattordici punti . . . non vanno neppure lontanamente accettati come espressione della volontà del popolo americano”.
Woodrow Wilson commise l’errore di pubblicizzare la sua idea in Europa, trascurando nel contempo coloro che nel suo paese nutrivano dubbi. Nel marzo del 1920 il Congresso americano decise di restare fuori dalla Lega.
Accecato dalla sua causa, Wilson andò avanti come se niente fosse. Nel suo ultimo discorso pubblico il suo convincimento risuonò forte e distinto, ma inutilmente: “Ho visto altri stolti opporsi alla Provvidenza, e ne ho visto la distruzione, come accadrà di nuovo a costoro: distruzione improvvisa e scherno. La nostra vittoria è certa come il fatto che Dio regna”.
La sua salute era stata da poco rovinata da un attacco di paralisi e il voto negativo dei suoi connazionali non fece altro che peggiorare le cose. Il suo sogno della Lega divenne nebuloso e incompleto. Il 3 febbraio 1924 Woodrow Wilson morì. Le sue ultime parole furono: “Sono un pezzo danneggiato di un ingranaggio. Se l’ingranaggio è rotto . . . io sono pronto”. Era crollato fisicamente e crollato era il suo sogno di una Lega delle Nazioni che abbracciasse tutto il mondo.
“Il Trattato di Versailles non esiste più”!
Anche se per quindici anni non venne dichiarata ufficialmente alcuna guerra nel mondo, la Lega fu in agonia fin dalla nascita. Nel 1933 si dimostrò incapace di evitare che Bolivia e Paraguay entrassero in guerra. Nel 1935 non riuscì a impedire l’aggressione di Mussolini all’Etiopia. L’Italia tolse l’Etiopia, devastandola e conquistandola, dal novero delle nazioni affiliate alla Lega, e poi abbandonò essa stessa la Lega nel dicembre del 1937. L’anno seguente sette nazioni dell’America Latina lasciarono la Lega. Il sogno stava andando in fumo.
Nel 1936 scoppiò la guerra civile in Spagna. I membri della Lega decisero di non intervenire ufficialmente in quella guerra. Tuttavia la Germania, che aveva lasciato la Lega nel 1933, e l’Italia diedero un appoggio materiale alla ribellione del generale Franco contro il governo repubblicano di Madrid. La Lega non riuscì a impedire che sul suolo spagnolo si verificasse una carneficina. La guerra civile spagnola fu la prova generale di quello che sarebbe stato il colpo di grazia per la Lega delle Nazioni: la seconda guerra mondiale.
Nel frattempo Hitler era salito al potere in Germania e stava rapidamente smantellando le restrizioni imposte al suo paese dopo la Grande Guerra dal Trattato di Versailles. Voleva Lebensraum (spazio vitale) per la nazione tedesca. Ampliò i confini tedeschi annettendo la Saar, la Renania e l’Austria. Nel 1939 completò l’occupazione della Cecoslovacchia. In tutte queste circostanze la Lega fu praticamente incapace di agire.
Da tempo Hitler era infastidito dal fatto che alla Polonia fosse stato concesso un corridoio in territorio tedesco fino al porto di Danzica sul Mar Baltico. Nell’agosto del 1939 pose fine a quella situazione. Un suo rappresentante consegnò all’alto commissario della Lega delle Nazioni a Danzica un messaggio che affermava: “Lei rappresenta il Trattato di Versailles; il Trattato di Versailles non esiste più. Entro due ore la Svastica [la bandiera nazista] sarà issata sopra questa casa”.
Il 1º settembre 1939 gli eserciti di Hitler invasero la Polonia. La Gran Bretagna e la Francia reagirono dichiarando guerra alla Germania. Era iniziata la seconda guerra mondiale.
Il sogno svanisce
Woodrow Wilson, parlando agli abitanti della città americana di Omaha nel 1919, aveva fatto una predizione che avrebbe dimostrato che la sua Lega era un fallimento. Secondo la biografa Ishbel Ross, avrebbe detto: “‘Posso predire con assoluta certezza che entro la prossima generazione ci sarà un’altra guerra mondiale, se le nazioni non concorderanno il metodo [la Lega] mediante il quale impedirla’. E a San Diego fece risuonare un altro avvertimento profetico, dicendo: ‘Ciò che hanno impiegato i tedeschi sono stati giocattoli a confronto di ciò che verrebbe utilizzato nel prossimo conflitto’”. Nonostante ci fosse la Lega, la seconda guerra mondiale divenne una realtà e le armi impiegate non furono affatto giocattoli.
Perché la Lega fallì? Nel suo libro A Time for Angels lo scrittore Elmer Bendiner commenta: “La nascita della Lega fu il risultato di una serie di illusioni politiche: che il cessate il fuoco del 1919 fosse una pace e non semplicemente una tregua; che gli interessi nazionali potessero venir subordinati a quelli mondiali; che un governo possa sostenere una causa che non sia la propria”. E la Bibbia indica un’altra illusione: che gli uomini possano stabilire mediante strumenti politici ciò che può portare soltanto il dominio del Regno promesso da Dio: vera pace e felicità per tutto il genere umano. — Rivelazione 21:1-4.
Nel 1939 allo scoppio della seconda guerra mondiale la Lega era già cadavere, in attesa della sepoltura. Nel 1946 “le sue caratteristiche e la sua eredità di speranza e follia”, scrive Bendiner, “furono trasmesse al suo successore: le Nazioni Unite”. Quell’organizzazione avrebbe avuto più successo della Lega? Avrebbe tradotto i sogni in realtà? E che cosa prediceva la Bibbia a questo proposito? Il prossimo numero di Svegliatevi! prenderà in esame queste e altre domande attinenti.
[Immagini a pagina 10]
Lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 fu il colpo di grazia per la Lega
[Fonte]
U.S. Army photos
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