-
L’ONU: il sogno di un uomoSvegliatevi! 1985 | 22 ottobre
-
-
L’ONU: il sogno di un uomo
L’ALBERTINA, un quadrimotore DC-6B, volava a bassa quota sopra la boscaglia africana. Aveva appena sorvolato l’aeroporto di Ndola nella Rhodesia settentrionale (attuale Zambia). Fra i 16 passeggeri c’era uno degli uomini più importanti del mondo a quell’epoca.
Nell’oscurità della notte il pilota si accinse ad atterrare. “Qualche istante più tardi le eliche urtarono contro le cime degli alberi . . . La punta di un’ala si spezzò, e, nei pochi secondi che seguirono, altri pezzi dell’ala si staccarono. . . . Quasi 250 metri più in là del punto dove vi era stato il primo impatto con gli alberi, il troncone dell’ala sinistra dell’Albertina investì la base di un formicaio. L’aereo girò su se stesso, ruotando poi verso sinistra per arrestarsi in fiamme col muso rivolto verso il punto da cui era venuto”.
Allorché i soccorritori raggiunsero infine l’aereo, vi trovarono i corpi carbonizzati di 14 persone. L’unico superstite visse cinque giorni. A pochi metri dai rottami dell’aereo c’era il corpo martoriato del segretario generale delle Nazioni Unite, Dag Hammarskjöld. Il più alto funzionario al servizio del pubblico, Mister Nazioni Unite, come lo chiamavano alcuni, era morto. — The Mysterious Death of Dag Hammarskjold, di Arthur L. Gavshon.
L’ONU e le chiese
La morte di Dag Hammarskjöld colse il mondo di sorpresa. Alcuni si chiesero come l’ONU avrebbe potuto continuare a funzionare senza la guida di quest’uomo intelligente e superiore che aveva lasciato la sua impronta sul ruolo del segretario generale.
Hammarskjöld è stato definito un cristiano mistico. Dai suoi scritti sembra di capire che credeva d’essere stato chiamato da Dio per il suo ruolo presso le Nazioni Unite. Parlando a gruppi religiosi, disse che la fede in Dio e nell’ONU dovevano procedere di pari passo. In un’occasione dichiarò: “L’Organizzazione delle Nazioni Unite e le chiese partecipano a fianco a fianco agli sforzi di tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente da credo o forma di adorazione, per stabilire la pace sulla terra”. Affermò pure: “Malgrado tutte le differenze in quanto a natura e responsabilità, le chiese e le Nazioni Unite hanno un obiettivo comune e un campo d’azione dove operano a fianco a fianco”.
Fu sempre Hammarskjöld a progettare la Sala della Meditazione che si trova nell’atrio del Palazzo di Vetro. Fu costruita con fondi raccolti da un gruppo misto di musulmani, ebrei, cattolici e protestanti. Al centro dell’austera sala c’è un lucido blocco di minerale ferroso illuminato da un sottile raggio di luce.
Come considerava Hammarskjöld quella massa ferrosa? Egli scrisse: “Possiamo considerarlo un altare, vuoto non perché Dio non esista, non perché sia un altare a un dio sconosciuto, ma perché è dedicato all’Iddio che l’uomo adora sotto molti nomi e in molte forme”.
Miliardi di persone credono in Dio. Molte di esse hanno visto i papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II nonché ecclesiastici protestanti dare il loro appoggio e la loro benedizione a questa organizzazione per la pace. Il Vaticano ha perfino un osservatore permanente presso l’ONU. A motivo di questo appoggio religioso, alcuni credono che l’ONU possa essere il mezzo con cui Dio porterà pace e sicurezza sulla terra. Guardano sin da ora al 1986 come all’“Anno Internazionale della Pace”.
Credete che l’ONU sia veramente il mezzo con cui Dio porterà la pace sulla terra? Pensate che i 40 anni di storia di questa organizzazione indichino che Dio l’ha benedetta? L’ONU ha veramente unito le nazioni stabilendo la pace?
[Immagine a pagina 3]
Dag Hammarskjöld invitò le chiese a sostenere l’ONU
[Fonte]
UN photo
-
-
L’ONU: ha unito le nazioni?Svegliatevi! 1985 | 22 ottobre
-
-
L’ONU: ha unito le nazioni?
“CHI stabilirà la pace durevole, e quando?” I testimoni di Geova posero queste domande nell’opuscolo intitolato Pace — Può Essa Durare? pubblicato nel 1942. A causa della seconda guerra mondiale la Lega o Società delle Nazioni era in coma, o nell’“abisso”, per citare l’espressione della Bibbia. (Rivelazione 17:8) Perciò veniva posta anche questa domanda: Rimarrà la Lega nell’abisso dell’inattività?
Sin da allora i Testimoni trovarono la risposta nella Bibbia. Si combatteva ancora la seconda guerra mondiale quando l’opuscolo Pace predisse: “L’associazione delle nazioni mondane sorgerà di nuovo”. Si avverò quella previsione?
Nell’aprile del 1945 si tenne a San Francisco una conferenza per elaborare la Carta delle Nazioni Unite. Nel libro The Great Design (Il grande progetto), Cornelia Meigs descrive ciò che avvenne allorché doveva aprirsi la riunione: “Fu celebrata nella cattedrale di Washington una fastosa e solenne funzione, per chiedere l’aiuto di Dio nella nuova impresa. . . . Fatto degno di nota fu che nei discorsi di apertura e di chiusura della Conferenza stessa molti dei principali oratori invocarono l’aiuto di Dio su quanto si accingevano a fare”.
Alcuni volevano che nella Carta venisse menzionata la Divinità. Altri no. Le nazioni non furono concordi, per cui “Dio” venne escluso. Quella divergenza di opinioni avrebbe dovuto presagire ciò che sarebbe avvenuto poi. Ad ogni modo, le 51 nazioni fondatrici firmarono la Carta dell’ONU, e la defunta Lega si levò dalle ceneri.
In che cosa ha differito l’ONU dalla Lega? E ha essa avuto più successo nel mantenere la pace? Ha veramente unito le nazioni?
Il segretario generale
Le basi per un’organizzazione più forte e più efficiente furono poste da Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Josif Stalin nonché dai loro consiglieri. Questi uomini rappresentarono i tre Grandi — Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica — alle conferenze tenute a Mosca, Teheran, Jalta e Dumbarton Oaks (Washington). E fu il presidente Roosevelt a scegliere infine il nome Nazioni Unite.
L’Assemblea Generale dell’ONU tenne la sua prima sessione nel gennaio del 1946. Entro il 1º febbraio l’ONU aveva nominato il suo primo segretario generale, il norvegese Trygve Lie. Come considerò egli la sua nomina? “Ero stato praticamente catapultato al posto di segretario generale di questa nuova organizzazione internazionale, per preservare la pace e promuovere il progresso in un mondo tormentato da agitazioni, povertà e rivalità fra le grandi potenze. Era una sfida che andava oltre la mia più fervida immaginazione; ma era anche un incubo. . . . Mi chiedevo di continuo: Perché un compito così tremendo era toccato a un avvocato norvegese che si occupava di problemi sindacali?”
Come con la precedente Lega, in origine non ci si aspettava molto dal segretario dell’organizzazione. Secondo lo scrittore Andrew Boyd, i fondatori dell’ONU non si rendevano conto di quanto sarebbero stati ampi i poteri del segretario generale. Nel suo libro Fifteen Men on a Powder Keg (Quindici uomini su un barile di polvere), Boyd dice: “[I tre Grandi] non immaginavano neppure la possibilità che il più alto funzionario della nuova organizzazione mondiale dovesse comandarne le forze internazionali”. E aggiunge: “Lo consideravano la loro creatura, e una creatura timida per giunta”.
Ad ogni modo, l’articolo 99 della Carta dell’ONU diceva chiaramente: “Il segretario generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare la pace e la sicurezza internazionali”. (Il corsivo è nostro). Trygve Lie scrisse: “Questo Articolo attribuisce al segretario generale delle Nazioni Unite responsabilità politiche mondiali che nessun uomo, nessun rappresentante di una singola nazione, aveva mai avuto prima”. Perciò sarebbe stato una forza di cui tenere conto.
Infatti, il ruolo del segretario generale come mediatore crebbe a tal punto che durante la crisi del Congo nel 1961 Dag Hammarskjöld, succeduto a Trygve Lie, radunò 20.000 soldati e tecnici di 18 paesi per aiutare a porre fine a quel conflitto. Nel 1964 U Thant, che allora occupava quella carica, disponeva contemporaneamente di tre contingenti di pace dell’ONU.
L’attuale segretario generale, il peruviano Javier Pérez de Cuéllar, ha al suo comando forze di pace dell’ONU che operano ancora a Cipro e nel Medio Oriente. È anche a capo del Segretariato che ora dispone di un personale di circa 7.400 elementi presso la sede centrale dell’ONU a New York. Altre 19.000 persone lavorano sotto gli auspici dell’ONU in altri paesi. Ma nonostante abbia avuto a sua disposizione tutte queste risorse umane, negli scorsi 40 anni è riuscita l’ONU a prevenire le guerre?
Abbaia ma non può mordere
La risposta a quest’ultima domanda potrebbe essere sì e no. Vent’anni dopo la sua fondazione avvenuta nel 1919, la Lega delle Nazioni, allo scoppio della seconda guerra mondiale, entrò in agonia. A quarant’anni dalla sua nascita, l’ONU è ancora in piedi. Ma anche se una terza guerra mondiale non è ancora scoppiata, sono state combattute molte terribili guerre e milioni di persone ne hanno subìto le conseguenze. Vengono subito in mente le guerre di Corea (1950-53), del Medio Oriente (1948-49, 1967 e 1973) e quelle di Indocina-Vietnam (1945-54 e 1959-75). È logico chiedersi: Perché l’ONU non è stata capace di prevenire queste guerre?
La risposta data dai funzionari dell’ONU è che l’organizzazione è efficace solo nella misura consentita dai suoi membri. Stefan Olszowski, ministro degli Esteri polacco, in una lettera datata 9 maggio 1985, diceva: “Neppure le decisioni perfette dell’Organizzazione possono dare i risultati pratici previsti salvo che e fin quando non siano approvate e appoggiate dalla volontà politica degli Stati membri. Confido che l’umanità riuscirà a fermare e invertire la corsa verso il precipizio”.
L’ONU può dunque essere soltanto una forza di persuasione, non una forza di polizia dotata della facoltà di effettuare arresti. È in sostanza un foro mondiale, un’arena dove le nazioni possono presentare e discutere le loro lagnanze, se lo desiderano. L’ex segretario generale Kurt Waldheim infatti scrisse: “Se non sono disposte a sottoporre un problema al Consiglio [di Sicurezza], le Nazioni Unite possono essere di poco aiuto . . . Sottovalutando o ignorando il Consiglio di Sicurezza se ne erode il prestigio e se ne indebolisce la posizione . . . Credo che questa sia potenzialmente una delle tendenze più pericolose nella storia delle Nazioni Unite”.
Ma quando le nazioni sottopongono i loro problemi all’ONU, spesso è per muovere accuse e controaccuse. L’ONU diventa un foro dove fare propaganda politica. Stando così le cose, potreste chiedere: ‘Come può l’ONU usare la sua influenza a favore della pace?’
La risposta data dai funzionari dell’ONU è che l’organizzazione richiama l’attenzione del pubblico sui problemi e cerca di influenzare l’opinione mondiale affinché i governi agiscano. Ma di per se stessa non può compiere nessuna azione armata per prevenire o impedire una guerra. Che dire allora delle forze armate dell’ONU?
Una pubblicazione dell’ONU risponde: “Queste forze [se ricevono autorità dal Consiglio di Sicurezza o dall’Assemblea Generale] aiutano di solito a impedire il ripetersi di scontri, a ristabilire e mantenere l’ordine e a favorire il ritorno alla normalità. A tal fine, le forze di pace sono autorizzate a fare ricorso secondo il bisogno a negoziati, persuasione, osservazione e inchiesta. . . . Pur essendo armate, sono autorizzate a far uso delle armi solo per difendersi”. (Il corsivo è nostro). Il loro scopo è pertanto quello di dissuadere gli altri dal combattere ed evitarlo esse stesse.
Perciò l’ONU cosa diventa? Un cane da guardia che può solo abbaiare ma non mordere. Un cane che abbaia però avverte almeno del pericolo. Perché allora sembra che l’ONU non ci riesca?
Chi ha veramente il potere
Secondo Andrew Boyd, i problemi dell’ONU nascono dalla Carta elaborata dai tre Grandi. Egli spiega: “Senza tante cerimonie dissero ai piccoli che avevano già deciso per un tipo di struttura di Nazioni Unite che sarebbe stata interamente controllata dalle grandi potenze. . . . Roosevelt, Churchill e Stalin erano stati perfettamente d’accordo sul fatto che la proposta organizzazione delle Nazioni Unite sarebbe stata uno strumento per eseguire le decisioni prese congiuntamente dai tre Grandi (mentre Cina e Francia ebbero il privilegio d’essere loro associate)”.
Boyd prosegue: “Ovviamente, un sistema ideato dai tre Grandi non era fatto in modo tale che avrebbero dovuto sottoporre nella benché minima misura la loro vasta potenza militare al controllo del gruppo formato da stati minori; o a quello del segretario generale dell’ONU . . . o alla Corte Internazionale di Giustizia o a chiunque altro”. Come difesero dunque il loro monopolio del potere e del controllo?
Boyd spiega: “I tre Grandi non si fidavano l’uno dell’altro. Il diritto di veto sarebbe stato lo scudo con cui difendersi l’uno dall’altro e dal potere degli stati minori conferito loro dal numero”. Che cos’è il diritto di veto? È la facoltà di bloccare una decisione con un voto contrario. È riservato ai 5 membri permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica) del Consiglio di Sicurezza formato di 15 membri. Perciò, affinché un’importante decisione del Consiglio sia approvata, deve avere almeno nove voti favorevoli inclusi i voti dei cinque. Un’astensione, però, non è considerata un veto.
Perciò, tenendo conto del diritto di veto, la Carta dell’ONU “faceva pensare che probabilmente le grandi potenze avrebbero litigato”. Con un inizio del genere, le nazioni “unite” non cominciarono bene.
Comunque, eccoci nel 1985, e finora la terza guerra mondiale è stata evitata. L’ONU svolge tuttora un ruolo attivo negli affari del mondo. È dunque ragionevole credere che l’ONU possa ancora essere il mezzo con cui Dio porterà la pace?
[Prospetto a pagina 6]
Il segretario generale dell’ONU e alcuni suoi problemi
Trygve Lie (1946-53) Guerra di Corea; Medio Oriente; blocco di
Berlino
Dag Hammarskjöld Guerra del Congo; intervento sovietico
(1953-61) in Ungheria; Medio Oriente
U Thant (1961-71) Guerra del Vietnam; guerra civile in
Nigeria/Biafra; crisi rhodesiana; guerra
indo-pakistana; intervento sovietico in
Cecoslovacchia; Medio Oriente; Cipro;
crisi cubana
Kurt Waldheim Guerra del Vietnam; Cambogia; Afghanistan;
(1972-81) Medio Oriente
Javier Pérez de Guerra del Libano; Afghanistan; Iran e
Cuéllar(1982-) Iraq
[Immagine a pagina 4]
Trygve Lie chiese: ‘Perché questo compito tremendo è toccato a me?’
[Fonte]
UN photo
[Immagine a pagina 5]
U Thant aveva al suo comando tre contingenti di pace dell’ONU contemporaneamente
[Fonte]
UN photo
[Immagine a pagina 7]
Kurt Waldheim scrisse in merito a “una delle tendenze più pericolose nella storia delle Nazioni Unite”
[Fonte]
UN photo
[Immagine a pagina 7]
Javier Pérez de Cuéllar è a capo di un personale formato di circa 26.000 elementi
[Fonte]
UN photo
-
-
L’ONU: il mezzo con cui Dio porterà la pace?Svegliatevi! 1985 | 22 ottobre
-
-
L’ONU: il mezzo con cui Dio porterà la pace?
“Sono convinto che le Nazioni Unite rappresentano la migliore strada verso il futuro per quelli che hanno fiducia nella nostra capacità di determinare il nostro destino su questo pianeta”.
QUESTA è la convinzione espressa dall’ex segretario generale Kurt Waldheim nel suo libro The Challenge of Peace (La sfida della pace). Pur ammettendo i difetti dell’ONU, egli fa anche notare quanto segue: “Bisognerebbe riconoscere che le Nazioni Unite, dopo tutto, sono un mondo in piccola scala. Le loro debolezze devono essere perciò attribuite principalmente alle contraddizioni che distinguono la comunità mondiale”. E aggiunge: “Devo precisare che [l’ONU] non è altro che uno specchio del mondo a cui rende servizio. Quel mondo è un conglomerato di nazioni estremamente diverse, spesso intrattabili, violente e antagoniste”. Ma non tutti i commentatori vedono l’ONU in una luce così favorevole.
Nel loro libro A Dangerous Place—The United Nations as a Weapon in World Politics (Un posto pericoloso: le Nazioni Unite, un’arma nella politica mondiale), i professori Yeselson e Gaglione sostengono che sin dai suoi primissimi giorni l’ONU è stato un luogo in cui sfogare la propria bellicosità; dicono altresì che è una polveriera dove antagonismi e manovre politiche possono solo alimentare le fiamme del conflitto internazionale. E che dire del mondo in cui opera? “Un fatto assurdo eppure semplice è che la politica mondiale somiglia moltissimo a una giungla. Il comportamento delle nazioni si ispira sostanzialmente all’interesse personale e alla sopravvivenza. Il pensiero ossessivo di queste ultime cose fa sì che il sistema degli stati sovrani adotti non solo la legge della giungla ma anche la sua moralità”. Di conseguenza, “la guerra è divenuta un aspetto permanente delle relazioni internazionali”.
Che contrasto con le rosee speranze nutrite allorché fu firmata nel 1945 la Carta delle Nazioni Unite! Il suo preambolo diceva: “NOI POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, DECISI a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità . . . ABBIAMO RISOLUTO DI UNIRE I NOSTRI SFORZI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI TALI FINI”.
A distanza di quarant’anni queste parole suonano un po’ vuote. Invece di unirsi, le nazioni si dividono. Anche in questo momento la guerra è il cibo quotidiano per milioni di persone in una parte o l’altra della terra! Ogni giorno ci sono uomini che soffrono e muoiono, vittime della guerra, nonostante l’esistenza dell’ONU.
Chi c’è veramente dietro l’ONU?
Sia pure con punti di vista diversi, i due libri citati in precedenza sono d’accordo su un particolare insolito. Waldheim dice che l’ONU “è uno specchio del mondo a cui rende servizio”, e Yeselson e Gaglione paragonano questo mondo politico a una giungla. Pertanto nell’ONU dev’essere immancabilmente riflessa la stessa legge della giungla politica abitata dalle nazioni membri.
Tenendo presente questo fatto, è molto interessante notare i simboli usati nella Bibbia. Essa parla di una “bestia selvaggia” e anche della sua “immagine”, descritta come “una bestia selvaggia di colore scarlatto”. (Rivelazione 13:1, 2, 14; 17:3, 8, 11) La prima bestia selvaggia rappresenta l’intera organizzazione politica mondiale che si è sviluppata negli scorsi 4.000 anni e che ha raggiunto il suo culmine nelle diverse entità politiche esistenti nel mondo d’oggi.a Cosa rappresenta dunque l’“immagine” di quella bestia?
Stando alle fonti citate sopra, quale organizzazione rispecchia l’attuale sistema politico? Ovviamente l’ONU con le sue 159 nazioni membri, che rappresentano quasi tutto il mondo. (Vedi pagina 11). E i simboli biblici delle bestie selvagge si conciliano molto bene con la figura della ‘giungla politica’. È triste ma vero che molti uomini politici hanno attuato e attuano ancora le loro ideologie politiche a somiglianza di bestie selvagge: uccidendo selvaggiamente milioni di persone — soldati e civili — nelle loro guerre e nelle loro epurazioni politiche. Gli squadroni della morte sono stati e sono tuttora strumenti di coercizione politica. E la maggioranza di questi stessi governi e ideologie hanno i loro rispettabili rappresentanti all’ONU.
Sulla base di quanto sopra, è ragionevole credere che l’ONU sia il mezzo con cui Dio porterà la pace, specie quando si pensa che, per usare la definizione più semplice, “Dio è amore”? (I Giovanni 4:8) Ma se l’ONU non è il mezzo con cui Dio risolverà il problema, chi c’è veramente dietro l’ONU?
La Bibbia non lascia dubbi sull’origine del sistema politico raffigurato da una “bestia selvaggia” e su quella della sua “immagine”, l’ONU. In Rivelazione 13:2 leggiamo: “E il dragone diede alla bestia la sua potenza e il suo trono e grande autorità”. Chi rappresenta “il dragone”? Lo stesso scrittore biblico precisa che “il dragone” è “colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata”. Ma in che modo Satana svia il mondo? — Rivelazione 12:9.
Servendosi di ogni possibile filosofia e progetto politico, inclusa l’ONU, Satana, il primo bugiardo, svia l’attenzione dell’umanità dalla sola vera strada che conduce alla pace e alla sicurezza: il dominio del Regno di Dio sopra questa terra. (Giovanni 8:44) Per quasi duemila anni coloro che si sono professati cristiani hanno pregato: “Venga il tuo regno”. Eppure la maggioranza non aveva un chiaro concetto di ciò che si intende per Regno di Dio. Cosa significa per voi? Ora che quel Regno è così vicino è indispensabile capire bene cos’è. — Matteo 6:9, 10.
I corrispondenti di Svegliatevi! sanno per aver parlato personalmente con loro che molte persone sincere e devote si danno da fare per promuovere gli obiettivi dell’ONU. Queste persone sincere vedono anche le carenze dell’organizzazione, ma come Kurt Waldheim e altri, credono che sia la sola speranza di pace e sicurezza durature che l’uomo abbia. Non conoscono una soluzione migliore. Eppure c’è un’alternativa di cui forse non hanno tenuto conto: il dominio del Regno di Dio. — Rivelazione 11:15.
Il solo mezzo con cui sarà portata la pace
La Bibbia mostra che per Regno di Dio si intende il dominio celeste, o il governo della terra retto da qualcuno del reame spirituale. (Daniele 2:44; Rivelazione 21:1-4) Questo governo del Regno retto da Cristo è già all’opera in tutto il mondo e sta preparando un popolo sopranazionale per la vita eterna sotto il suo dominio. Questo gruppo di persone in completa unità e di ogni nazione e lingua è noto col nome di testimoni di Geova. Si tratta veramente di “nazioni unite” che hanno già ‘fatto delle loro spade vomeri’. Hanno anche infranto le catene del razzismo e dell’angusto nazionalismo che è stato definito “la forza più potente e più deleteria della politica internazionale”. Quelle stesse catene legano e ostacolano ancora l’ONU. — Isaia 2:2-4.
Dallo studio personale della Bibbia i testimoni di Geova hanno appreso che solo il Regno di Dio può portare su questa terra vera pace duratura e che è vicinissimo il tempo in cui il Regno di Dio interverrà. (Luca 21:31-33; Rivelazione 16:14, 16) ‘In che modo?’, chiederete. Distruggendo coloro che rovinano deliberatamente la terra. (Rivelazione 11:18) Ciò include lo stritolamento di tutti i divisivi elementi politici. (Daniele 2:44) Pertanto i testimoni di Geova rifiutano la falsa soluzione di Satana, l’ONU, per la sua inadeguatezza. Ma perché è inadeguata?
Spinoza, filosofo olandese del XVII secolo, disse che la pace “non è assenza di guerra”, ma qualcosa di molto più ampio. Disse: “È una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”. È una condizione che si può conseguire solo educando le persone nelle vie dell’amore e dell’armonia anziché in quelle dell’odio e della disunione. Infatti, lo scrittore biblico Giacomo dichiarò: “Il frutto della giustizia si semina in condizioni pacifiche per quelli che fanno la pace”. (Giacomo 3:18) Con la loro opera educativa mondiale i testimoni di Geova insegnano le divine vie della pace, poiché la sua Parola dichiara: “Tutti i tuoi figli saranno persone ammaestrate da Geova, e abbondante sarà la pace dei tuoi figli”. — Isaia 54:13.
Se desiderate sapere di più in merito al governo del Regno di Dio, sentitevi liberi di contattare i testimoni di Geova della vostra zona. Saranno lieti di aiutarvi a conoscere il mezzo con cui Dio porterà la pace.
[Nota in calce]
a Per un’ulteriore spiegazione di questi simboli biblici, vedi il libro “Quindi è finito il mistero di Dio”, capitoli 22 e 23, pubblicato dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.
[Riquadro a pagina 11]
I principali problemi che investono l’ONU
Elenco parziale dei principali problemi di portata mondiale che investono al presente molte nazioni membri dell’ONU.
1. Corsa agli armamenti nucleari e rivalità tra USA e URSS
2. Squilibrio economico fra Nord e Sud nel mondo; crisi del debito con l’estero nei paesi in via di sviluppo
3. Fame e povertà in Africa, graduale desertificazione del continente
4. Traffico internazionale di droga
5. Terrorismo internazionale
6. Politica di apartheid nel Sudafrica e relazioni con gli stati vicini
7. Indipendenza della Namibia dal Sudafrica
8. Israele e la questione palestinese
9. Disordini nel Libano
10. Conflitto Iran-Iraq
11. Sud-Est asiatico: occupazione vietnamita della Cambogia
12. America Centrale: guerriglia nel Salvador e nel Nicaragua
13. Afghanistan: intervento dell’Unione Sovietica
14. Problema mondiale dei profughi che interessa oltre dieci milioni di persone
15. Abusi contro i diritti dell’uomo
Questo elenco si basa sui discorsi pronunciati nel 1984 alla 39ª sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU da 150 rappresentanti, fra cui 16 capi di stato o di governo. (Vedi UN Chronicle, Volume XXI, Numero 8/1984).
[Riquadro a pagina 11]
L’aumento dei membri dell’ONU
1945 51 nazioni: America Centrale e Meridionale, 19; Europa, 14; Asia, 2; Medio Oriente, 7; Africa, 3; Oceania, 3; America Settentrionale, 3
1950 60 nazioni: America Centrale e Meridionale, 19; Europa, 16; Asia, 7; Medio Oriente, 9; Africa, 3; Oceania, 3; America Settentrionale, 3
1960 100 nazioni: America Centrale e Meridionale, 19; Europa, 27; Asia, 13; Medio Oriente, 10; Africa, 25; Oceania, 3; America Settentrionale, 3
1970 127 nazioni: America Centrale e Meridionale, 23; Europa, 28; Asia, 16; Medio Oriente, 12; Africa, 41; Oceania, 4; America Settentrionale, 3
1980 154 nazioni: America Centrale e Meridionale, 29; Europa, 30; Asia, 19; Medio Oriente, 16; Africa, 50; Oceania, 7; America Settentrionale, 3
1985 159 nazioni: America Centrale e Meridionale, 32; Europa, 30; Asia, 20; Medio Oriente, 16; Africa, 50; Oceania, 8; America Settentrionale, 3
[Immagine a pagina 9]
Le bandiere di 159 nazioni membri sventolano davanti all’ONU
[Immagine a pagina 10]
Chi ha già ‘fatto delle proprie spade vomeri’?
-