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  • Le vittime innocenti dell’abuso all’infanzia
    Svegliatevi! 1991 | 8 ottobre
    • Le vittime innocenti dell’abuso all’infanzia

      “ORA ho quasi 40 anni”, dice Eliana.a “E anche se il mio problema risale a più di 30 anni fa, mi ossessiona ancora. L’ira, i sensi di colpa, i problemi coniugali! Gli altri cercano di capire, ma non possono”. Il problema di Eliana? Da bambina fu vittima di abusi sessuali, e ne risente ancora.

      Eliana non è certo sola. Gli studi indicano che un allarmante numero di donne — e di uomini — hanno subito violenze di questo genere.b Lungi dall’essere un comportamento deviante raro, l’abuso sessuale all’infanzia è una piaga molto diffusa ad ogni livello sociale, economico, religioso e razziale.

      Fortunatamente la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne non penserebbe nemmeno di abusare di un minore in questo modo. Ma c’è una pericolosa minoranza che ha queste tendenze morbose. E contrariamente a ciò che in genere si immagina, pochi stupratori di bambini sono maniaci omicidi che si aggirano nei parchi con la bava alla bocca. La maggioranza sono persone in apparenza del tutto normali. Soddisfano le loro perversioni adescando bambini ingenui, fiduciosi e indifesi: di solito le loro stesse figlie.c In pubblico possono trattare le figlie affettuosamente e con gentilezza. In privato le assoggettano a minacce, violenze, umiliazioni e forme depravate di violenze sessuali.

      Si riconosce che è difficile capire come simili orrori possano verificarsi in famiglie all’apparenza così rispettabili. Anche nei tempi biblici, però, certi minori venivano usati “per la soddisfazione momentanea di . . . passioni sessuali”. (The International Critical Commentary; confronta Gioele 3:3). La Bibbia prediceva: “Ma sappi questo, che negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi . . . senza affezione naturale . . . senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà”. Non dovremmo quindi sorprenderci che oggi l’abuso sessuale si vada diffondendo su vasta scala. — 2 Timoteo 3:1-3, 13.

      Le molestie possono non avere conseguenze fisiche sui bambini. E non tutti gli adulti che da bambini sono stati molestati appaiono sconvolti. Ma come osserva un antico proverbio, “perfino nel riso il cuore può essere in pena”. (Proverbi 14:13) Sì, molte vittime si portano dentro profonde cicatrici emotive, dolorose ferite nascoste. Ma perché le molestie subite nell’infanzia provocano danni così gravi ad alcuni? Perché il passar del tempo non basta da solo a far rimarginare le ferite? Le dimensioni del problema sono tali che non ci si può permettere di ignorarlo. È vero che alcune delle informazioni che verranno trattate possono essere poco piacevoli, specialmente se avete subìto abusi sessuali durante l’infanzia. Ma non disperate, potete guarire.

  • Le ferite nascoste degli abusi subiti nell’infanzia
    Svegliatevi! 1991 | 8 ottobre
    • Le ferite nascoste degli abusi subiti nell’infanzia

      “Mi detesto. Continuo a pensare che avrei dovuto fare qualcosa, che avrei dovuto dirgli di smettere. Mi sento così sporca”. — Anna.

      “Mi sento isolata. Spesso provo un senso di angoscia e di disperazione. A volte vorrei morire”. — Gina.

      “L’ABUSO sessuale all’infanzia è . . . un’aggressione violenta, dannosa e umiliante per la mente, l’anima e il corpo di un bambino . . . L’abuso influisce su ogni aspetto della vita della persona”. Così si esprime il libro The Right to Innocence (Il diritto all’innocenza), di Beverly Engel.

      Non tutti i bambini reagiscono all’abuso nella stessa maniera.a I bambini differiscono in quanto a personalità, capacità di affrontare i problemi e risorse emotive. Molto dipende anche dalla relazione esistente fra il bambino e l’aggressore, dall’entità e dalla durata dell’abuso, dall’età del minore e da altri fattori. Inoltre, se l’abuso viene scoperto e il minore riceve l’aiuto di adulti amorevoli, spesso il danno può essere contenuto. Molte vittime, però, riportano grossi traumi a livello emotivo.

      Perché ha un effetto sconvolgente

      La Bibbia aiuta a capire il perché di tale danno. Ecclesiaste 7:7 osserva: “La semplice oppressione può far agire follemente il saggio”. Se questo vale per un adulto, immaginate l’effetto della brutale oppressione su un bambino, specialmente se il responsabile dell’abuso è un genitore, una persona di cui il bambino si fidava. Dopo tutto, i primi anni della vita sono determinanti ai fini dello sviluppo emotivo e spirituale del bambino. (2 Timoteo 3:15) È in questi primi anni che il bambino comincia a sviluppare i confini morali e la stima di sé. Legandosi ai genitori, il bambino impara anche cosa siano l’amore e la fiducia. — Salmo 22:9.

      “Nei bambini che sono stati vittime di abusi”, spiega J. Patrick Gannon, “questo processo di consolidamento della fiducia si interrompe bruscamente”. L’aggressore tradisce la fiducia del bambino; lo priva di qualsiasi senso di sicurezza, di intimità, di rispetto di sé, e ne fa un semplice oggetto con cui soddisfare le proprie brame.b I bambini non capiscono il significato degli atti immorali a cui vengono sottoposti, ma quasi sempre è per loro un’esperienza sconvolgente, spaventosa, umiliante.

      L’abuso all’infanzia è stato perciò definito “il peggior tradimento”. Ci viene in mente la domanda di Gesù: “Se a un uomo fra voi il figlio chiede del pane, non gli darà una pietra, vero?” (Matteo 7:9) Chi abusa di un minore non gli dà amore e affetto, ma la più crudele delle ‘pietre’: la violenza sessuale.

      Perché le ferite restano

      Proverbi 22:6 dice: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; anche quando sarà invecchiato non se ne allontanerà”. L’influenza esercitata dai genitori può chiaramente durare tutta la vita. Ma che dire se il bambino è stato abituato a credere di non potersi opporre alle molestie sessuali, se è stato abituato a subire perversioni in cambio di “amore”, se è stato abituato a considerarsi indegno e impuro? Non potrebbe questo produrre un comportamento distruttivo e autolesionista per il resto della sua vita? Anche se l’essere stati vittime di abusi durante l’infanzia non autorizza a tenere un comportamento scorretto da adulti, può servire a spiegare perché si ha la tendenza ad agire in un certo modo o a provare determinati sentimenti.

      Molte vittime degli abusi manifestano una varietà di sintomi, compresa la depressione. Alcune sono anche agitate da persistenti, e a volte incontrollabili, sensi di colpa, da vergogna e da ira. Un sintomo riscontrato in altre vittime è l’arresto dello sviluppo emotivo, l’incapacità di esprimere o addirittura di provare emozioni. Molte si sentono indegne e impotenti. Sara, violentata dallo zio, ricorda: “Ogni volta che mi molestava mi sentivo raggelare e irrigidire, ero impotente, insensibile, confusa. Mi chiedevo: Perché sta succedendo questo?” La psicologa Cynthia Tower dice: “Gli studi mostrano che spesso chi ha subìto violenza nell’infanzia continuerà a considerarsi una vittima per tutta la vita”. Forse la vittima sposerà un uomo violento, si mostrerà vulnerabile o si sentirà impotente davanti alle minacce.

      Normalmente i bambini hanno circa 12 anni di tempo per prepararsi alle sensazioni che cominciano a farsi sentire durante la pubertà. Ma quando una bambina è sottoposta ad atti di libidine, può sentirsi oppressa dai sentimenti suscitati in lei. Come ha rivelato uno studio, questo può in seguito impedirle di provare soddisfazione nelle intimità coniugali. Una vittima di nome Linda confessa: “Trovo il lato sessuale del matrimonio la cosa più difficile da affrontare nella mia vita. Ho come la tremenda impressione che in quel momento lì ci sia mio padre, e vengo assalita dal panico”. Altre vittime possono reagire in maniera opposta e provare incontenibili impulsi immorali. “Condussi una vita promiscua e finii per avere rapporti sessuali con assoluti estranei”, ammette Gina.

      Le vittime degli abusi possono avere difficoltà anche a stringere sane relazioni. Alcune semplicemente non riescono ad instaurare rapporti amichevoli con gli uomini o con chi ha autorità. Certe arrivano a sabotare amicizie e il matrimonio assumendo un comportamento aggressivo o possessivo. Altre ancora hanno la tendenza ad evitare qualsiasi legame stretto.

      Ci sono perfino vittime che assumono un comportamento autolesionista. “Odiavo il mio corpo perché aveva risposto allo stimolo dell’abuso”, ammette Renata. Purtroppo, disturbi della nutrizione,c impulso irrefrenabile di lavorare, alcolismo e droga sono comuni fra le vittime degli abusi sessuali, essendo disperati tentativi di dimenticare ciò che si prova. Alcune possono addirittura esprimere l’odio che provano per se stesse in modi più diretti. “Mi sono praticata dei tagli, graffiata le braccia con le unghie, ustionata”, aggiunge Renata. “Pensavo di meritare di essere maltrattata”.

      Non bisogna però concludere affrettatamente che chiunque provi sentimenti simili o agisca in modi analoghi abbia necessariamente subìto abusi sessuali. Possono esservi implicati altri fattori di natura fisica o emotiva. Per esempio, gli esperti dicono che sintomi del genere sono comuni fra gli adulti cresciuti in famiglie disadattate, con genitori che li maltrattavano, li deridevano, li umiliavano, che trascuravano i loro bisogni fisici o che erano dediti alla droga o all’alcool.

      Danno spirituale

      L’effetto più insidioso che l’abuso all’infanzia può produrre è il potenziale danno spirituale. Le molestie sono una “contaminazione di carne e di spirito”. (2 Corinti 7:1) Compiendo atti di libidine su un minore, violandone la sfera fisica e morale, tradendone la fiducia, il violentatore ne contamina lo spirito, l’inclinazione mentale predominante. Questo può ostacolare in seguito lo sviluppo morale e spirituale della vittima.

      Un libro (Facing Codependence, di Pia Mellody) fa questa osservazione: “Qualunque abuso grave . . . è anche un abuso spirituale, perché intacca la fiducia del bambino in un Essere superiore”. Per esempio, una donna cristiana di nome Elena chiede: “Come posso pensare a Geova come a un Padre quando il mio concetto di padre terreno è quello di un uomo crudele e violento?” Terry, un’altra vittima, dice: “Non ho mai pensato a Geova come a un Padre. Come Dio, Signore, Sovrano, Creatore sì! Ma come Padre mai!”

      Queste donne non sono necessariamente deboli spiritualmente o mancanti di fede. Al contrario, i loro persistenti sforzi di seguire i princìpi biblici sono una prova della loro forza spirituale! Ma immaginate come potrebbero sentirsi alcuni nel leggere versetti biblici come Salmo 103:13, che dice: “Come un padre mostra misericordia ai suoi figli, Geova ha mostrato misericordia a quelli che lo temono”. Forse ne afferrano il senso a livello mentale. Tuttavia, non avendo un sano concetto di ciò che è un padre, può essere difficile per loro condividere un sentimento del genere!

      Chi ha subìto violenza nell’infanzia può anche trovare difficile essere “come un bambino” davanti a Dio: vulnerabile, umile, fiducioso. Può non riuscire ad esternare i suoi veri sentimenti quando si rivolge a Dio in preghiera. (Marco 10:15) Può esitare ad applicare a sé le parole di Davide riportate in Salmo 62:7, 8: “In Dio è la mia salvezza e la mia gloria. La mia forte roccia, il mio rifugio è in Dio. Confida in lui in ogni tempo, o popolo. Dinanzi a lui versate il vostro cuore. Dio è per noi un rifugio”. Sensi di colpa e di indegnità possono anche minare la sua fede. Una vittima ha detto: “Credo molto nel Regno di Geova. Non penso però di essere abbastanza buona da meritare di esserci”.

      Ovviamente non tutte le vittime risentono dell’abuso allo stesso modo. Alcune si sentono attratte da Geova come Padre amorevole e non hanno nessuna difficoltà a stringere con lui un’intima relazione di amicizia. Ma in ogni caso, se avete subìto violenze sessuali nell’infanzia, potete trovare molto utile capire come ciò ha influito sulla vostra vita. C’è chi preferisce non rivangare il passato. Tuttavia, se ritenete che il danno sia rilevante, fatevi coraggio. Le vostre ferite possono guarire.

      a La nostra trattazione si basa su ciò che la Bibbia definisce pornèia, o fornicazione. (1 Corinti 6:9; confronta Levitico 18:6-22). Ciò include qualunque forma di rapporto sessuale immorale. Anche altre forme di abuso, come esibizionismo, voyeurismo e il far vedere al minore materiale pornografico, pur non costituendo pornèia, possono danneggiarlo emotivamente.

      b Poiché i bambini tendono a fidarsi degli adulti, l’abuso perpetrato da un familiare, un fratello maggiore, un amico di famiglia o anche un estraneo significa anche tradire questa fiducia, e ciò può avere effetti sconvolgenti.

      c Vedi Svegliatevi! del 22 dicembre 1990.

  • ‘Un tempo per guarire’
    Svegliatevi! 1991 | 8 ottobre
    • ‘Un tempo per guarire’

      Anna era sempre pronta ad ascoltare chiunque avesse bisogno di conforto o si trovasse nei guai. Equilibrata e dall’aspetto impeccabile, non dava motivo di sospettare minimamente che si portasse dentro delle ferite emotive, finché un giorno le tornò in mente qualcosa. “Ero al lavoro”, ricorda Anna, “quando cominciai ad accusare dolori e a provare una grande vergogna. Non riuscivo quasi a stare in piedi! Stetti male per diversi giorni. Poi mi venne in mente che il mio patrigno mi aveva molestata; in realtà si era trattato di stupro. E non era accaduto una volta soltanto”.

      C’È ‘un tempo per guarire’. (Ecclesiaste 3:3, Garofalo) E per molte vittime di abusi subiti nell’infanzia — come Anna — il riaffiorare di ricordi da lungo tempo sepolti è un passo importante nel processo di ricupero.

      Ma come si può dimenticare un episodio così traumatizzante come un’aggressione sessuale? Pensate a quanto è indifesa una bambina di fronte agli approcci sessuali di un padre o di qualche altro adulto. Non può scappare. Non osa gridare. E non osa parlarne con nessuno! Eppure forse vedrà il suo aggressore ogni giorno e dovrà far finta di nulla. Per un adulto sarebbe difficile sostenere una situazione del genere; per un bambino è quasi impossibile. Perciò usa la straordinaria immaginazione di cui sono dotati i bambini e fugge mentalmente! Rifiuta a livello mentale l’abuso, cancellandolo o diventando insensibile ad esso.

      In realtà tutti noi qualche volta rifiutiamo mentalmente qualcosa che non vogliamo vedere o sentire. (Confronta Geremia 5:21). Ma le vittime degli abusi si servono di questa facoltà come mezzo di sopravvivenza. Alcune vittime riferiscono: “Immaginavo che stesse succedendo a qualcun’altra e che io fossi solo una spettatrice”. “Immaginavo di essere addormentata”. “Mentalmente facevo gli esercizi di aritmetica”. — Strong at the Broken Places, di Linda T. Sanford.

      Non sorprende quindi che il libro Surviving Child Sexual Abuse (Come sopravvivere all’abuso sessuale subìto nell’infanzia) affermi: “Si calcola che fino al 50 per cento di coloro che hanno subìto abusi sessuali nell’infanzia non ne siano coscienti”. Altri, comunque, pur ricordando l’abuso in sé, cancellano i sentimenti associati ad esso: dolore, ira, vergogna.

      Rimozione: tiro alla fune mentale

      Non è meglio allora che queste cose rimangano sepolte, che le vittime le dimentichino completamente? Per alcuni questo è senz’altro da preferirsi. Altri non ci riescono proprio. Come dice Giobbe 9:27, 28: “Se sorrido e cerco di dimenticare il mio dolore, tutta la mia sofferenza torna ad ossessionarmi”. (Today’s English Version) La rimozione di ricordi terribili comporta un estenuante sforzo mentale, un tenace tiro alla fune che può anche avere gravi conseguenze sulla salute.

      Col passar degli anni, le tensioni della vita spesso indeboliscono la capacità della vittima di rimuovere i ricordi. Il profumo di un’acqua di colonia, un volto familiare, un rumore improvviso, o anche una visita medica o dentistica possono far riaffiorare terribili ricordi e sensazioni.a Non dovrebbe la vittima sforzarsi ancor più di dimenticare? A questo punto molte vittime provano sollievo cercando di ricordare! Una donna di nome Gina afferma: ‘Una volta riemersi a livello cosciente, i ricordi perdono il loro potere. Tenerli dentro è più doloroso e pericoloso che affrontarli’.

      L’importanza di ammettere l’accaduto

      Perché avviene questo? Una ragione è che la vittima, ricordando, prova dolore. Il dolore è una reazione naturale al trauma; ci aiuta a superare situazioni angosciose e ad andare avanti. (Ecclesiaste 3:4; 7:1-3) Alla vittima dell’abuso sessuale è stato negato il diritto al dolore, perché è stata costretta a negare la sua orribile esperienza, a reprimere il suo dolore. Questo può dar luogo a quelli che i medici chiamano disturbi da stress postraumatico: uno stato di intorpidimento in cui praticamente non si prova nessuna emozione. — Confronta Salmo 143:3, 4.

      Man mano che i ricordi riemergono, la vittima può in effetti rivivere l’abuso. Alcune vittime addirittura tornano allo stadio infantile. “Quando all’improvviso una scena torna a balenarmi nella mente”, dice Gina, “spesso provo sintomi di natura fisica. A volte i ricordi sono così opprimenti che mi sembra di impazzire”. La rabbia a lungo repressa nell’infanzia può scatenarsi all’improvviso. “Ricordare mi fa sprofondare nella depressione e nell’ira”, dice Silvia. Ma in queste particolari circostanze l’ira non è fuori luogo. State provando dolore, esprimendo una giusta ira repressa! Avete il diritto di odiare le azioni malvage commesse contro di voi. — Romani 12:9.

      Una vittima spiega: “Quando veramente riuscii a ricordare, provai una sensazione di grande sollievo . . . Almeno ora sapevo con che cosa avevo a che fare. Per quanto ricordare mi sia stato difficile, mi ha restituito una parte della mia vita che mi incuteva terrore perché era sconosciuta e misteriosa”. — The Right to Innocence, cit.

      Ricordando, la vittima può anche essere aiutata ad andare alla radice di alcuni suoi problemi. “Ho sempre saputo che dentro di me covavo un profondo odio per me stessa e ira, ma non sapevo il perché”, dice una vittima di incesto. Il ricordare aiuta molti a comprendere che ciò che è accaduto non è stato colpa loro, e che loro sono stati semplici vittime.

      Naturalmente non tutti ricordano con la stessa drammaticità o nitidezza gli abusi subiti. E la maggioranza dei consulenti conviene che non è necessario ricordare ogni particolare dell’abuso per guarire dai suoi effetti. Il semplice fatto di ammettere che l’abuso c’è stato può essere un grande passo avanti verso la guarigione. — Vedi riquadro a pagina 9.

      Chiedere aiuto

      Se da bambini avete subìto violenza carnale, non affrontate da soli l’impatto dei ricordi. È utile discutere a fondo di ciò che provate. (Confronta Giobbe 10:1; 32:20). Alcuni che sono enormemente afflitti possono decidere di chiedere aiuto a un medico, a un consulente o a un esperto di igiene mentale. Ad ogni modo, un amico fidato, il coniuge, familiari o sorveglianti cristiani disposti ad ascoltare con empatia e rispetto possono pure essere validi alleati.b “Il mio migliore aiuto è stata Giulia, la mia migliore amica”, dice Gianna. “Mi ha permesso di parlare e riparlare di un certo ricordo. Mi permette di provare le emozioni che ne derivano. Mi ascolta e risponde con comprensione”.

      Fidarsi comporta dei rischi, e forse vi sentite indegni di essere aiutati da qualcuno o vi vergognate troppo per parlare degli abusi subiti. Ma un vero amico è “nato per quando c’è angustia” e può ben dimostrarsi all’altezza della situazione se gliene date l’opportunità. (Proverbi 17:17) Sappiate scegliere però le persone con cui confidarvi. Imparate ad esternare le vostre preoccupazioni in maniera graduale. Se un amico si dimostra comprensivo e discreto, allora potreste rivelargli altri particolari.

      È anche bene avere buona cura di sé sotto l’aspetto fisico. Concedetevi sufficiente riposo. Fate un po’ di esercizio. Seguite una dieta sana. Se possibile, semplificate la vostra vita. Sentitevi liberi di piangere. Può sembrare che il dolore non finisca mai, ma col tempo si attenuerà. Ricordate: Eravate solo dei bambini, eppure siete sopravvissuti all’abuso. Da adulti, avete delle risorse e una forza che allora non avevate. (Confronta 1 Corinti 13:11). Perciò affrontate i vostri dolorosi ricordi e impedite loro di continuare ad affliggervi. Confidate in Dio perché vi dia forza. Il salmista disse a Dio: “Quando i miei inquietanti pensieri divennero molti dentro di me, le tue proprie consolazioni vezzeggiavano la mia anima”. — Salmo 94:19.

      Liberarsi dei sensi di colpa e di vergogna

      Un altro passo importante ai fini della guarigione è smettere di addossarsi la colpa dell’accaduto. “Tuttora mi è difficile pensare che ero innocente”, dice una vittima di nome Renata. “Mi chiedo: perché non gliel’ho impedito?”

      Tenete presente però che i violentatori ricorrono ai più diabolici mezzi di coercizione: autorità (‘Sono tuo padre!’), minacce (‘Se lo dici a qualcuno ti ammazzo!’), forza bruta e perfino sensi di colpa (‘Se lo dici a qualcuno, papà andrà in prigione’). Viceversa, alcuni agiscono con dolcezza ricorrendo alla persuasione o a regali e favori. Altri presentano le attività sessuali come un gioco o espressioni dell’affetto paterno. “Mi disse che questo è ciò che fanno le persone che si vogliono bene”, ricorda una vittima. Come può un bambino resistere a questi ricatti emotivi e a questi stratagemmi? (Confronta Efesini 4:14). Sì, chi abusa dei bambini approfitta freddamente del fatto che sono indifesi, vulnerabili, “bambini in quanto a malizia”. — 1 Corinti 14:20.

      Forse, come passo successivo, avete bisogno di ricordare a voi stessi quanto eravate vulnerabili e indifesi da piccoli. Potreste provare a trascorrere un po’ di tempo con dei bambini o guardare delle foto di quando eravate piccoli. Amici comprensivi possono pure aiutarvi ripetendovi regolarmente che ciò che è successo non è stato colpa vostra.

      Tuttavia una donna dice: “Mi sento nauseata al solo pensiero delle sensazioni che mio padre mi faceva provare”. Alcune vittime (il 58 per cento, secondo uno studio) ricordano di aver provato eccitazione sessuale durante le molestie. È comprensibile che ne provino molta vergogna. Un libro (Surviving Child Sexual Abuse, cit.) ci ricorda comunque che “l’eccitazione fisica [è] solo la [reazione] automatica del corpo al fatto di essere toccato o stimolato in certi modi” e che il bambino “non ha alcun controllo su questa eccitazione”. Perciò la responsabilità di ciò che è accaduto è esclusivamente dell’adulto. NON È STATA COLPA VOSTRA!

      Vi sia di conforto anche il sapere che Dio vi considera “irriprovevoli e innocenti” sotto questo aspetto. (Filippesi 2:15) Col tempo l’eventuale impulso ad assumere un comportamento autodistruttivo può attenuarsi, e voi potrete imparare ad avere tenera cura del vostro corpo. — Confronta Efesini 5:29.

      Trovare un accordo con i genitori

      Questo può rivelarsi uno dei passi più difficili sulla strada della guarigione. Alcuni continuano a provare accesa ira, desiderio di vendetta o sensi di colpa. Una vittima ha detto: “Sono depressa perché penso che Geova si aspetti che io perdoni chi mi ha molestato, ma non ci riesco”. O forse continuate a provare un morboso timore di chi ha abusato di voi. Oppure potete nutrire sentimenti di ostilità verso vostra madre se ha fatto finta di non accorgersi dell’abuso o ha reagito negandolo o adirandosi quando ne è stata informata. “Mia madre diceva che dovevo essere comprensiva con mio padre”, ricorda amaramente una donna.

      È solo naturale provare ira quando si è stati vittima di un abuso. Nondimeno i vincoli familiari possono essere forti e forse non volete tagliare completamente i ponti con i vostri genitori. Forse volete valutare la possibilità di una riconciliazione. Molto però dipende dalle circostanze. A volte le vittime sono inclini a perdonare completamente i genitori, non scusando l’abuso, ma rifiutando di lasciarsi consumare dal rancore o di farsi dominare dal timore. Preferendo evitare uno scontro a livello emotivo, alcune si accontentano di ‘avere il loro dire nel loro cuore’ mettendoci una pietra sopra. — Salmo 4:4.

      Può darsi però che giungiate alla conclusione che il problema si può risolvere solo ponendo i vostri genitori di fronte alla realtà dell’abuso: di persona, per telefono o per lettera. (Confronta Matteo 18:15). In questo caso assicuratevi di esservi ripresi a sufficienza — o almeno di avere il necessario sostegno — per superare la tempesta emotiva che potrebbe scatenarsi. Dato che urlare non serve a nulla, cercate di essere fermi ma calmi. (Proverbi 29:11) Potreste procedere dichiarando (1) ciò che è successo, (2) che effetto ha avuto su di voi, e (3) cosa vi aspettate che facciano ora (ad esempio che vi porgano le loro scuse, che paghino eventuali spese mediche sostenute, o che cambino condotta). Come minimo il fatto di mettere le cose in chiaro può dissipare qualsiasi sentimento di impotenza vi portiate ancora dentro. E potrebbe permettervi di instaurare rapporti diversi con i vostri genitori.

      Per esempio, vostro padre potrebbe ammettere l’abuso ed esprimere profondo rincrescimento. Può anche aver fatto sinceri sforzi per cambiare, forse sottoponendosi a un trattamento di disintossicazione dall’alcool o iniziando a studiare la Bibbia. Vostra madre può pure supplicarvi di perdonarla per non avervi protetta. A volte ciò può dar luogo a una completa riconciliazione. Tuttavia non sorprendetevi se continuate a provare sentimenti contrastanti verso i vostri genitori e preferite non legarvi troppo a loro. Male che vada, potrete riallacciare ragionevoli rapporti familiari.

      Viceversa, il confronto può scatenare un’ondata di dinieghi e di improperi da parte del molestatore e di altri familiari. Quel che è peggio, potreste scoprire che egli rappresenta ancora una minaccia per voi! In questo caso può darsi che perdonare sia fuori luogo e che una relazione stretta sia impossibile. — Confronta Salmo 139:21.

      Comunque vadano le cose, dovrà forse passare un considerevole periodo di tempo prima che i vostri sentimenti feriti si plachino. Potreste dover ricordare più volte a voi stesse che in definitiva spetta a Dio fare giustizia. (Romani 12:19) Parlarne con una persona comprensiva disposta ad ascoltarvi ed esprimere i vostri sentimenti, anche per iscritto, può aiutarvi a dare sfogo all’ira che covate dentro. Con l’aiuto di Dio potete comprendere le ragioni della vostra ira e vincerla. Col passar del tempo, i sentimenti feriti non domineranno più i vostri pensieri. — Confronta Salmo 119:133.

      Guarigione spirituale

      Lo spazio non ci consente di trattare tutti gli aspetti emotivi, comportamentali e spirituali implicati. È sufficiente dire che potete fare molto per agevolare il processo di guarigione “rinnovando la vostra mente” con l’aiuto della Parola di Dio. (Romani 12:2) ‘Protendetevi verso le cose che sono davanti’, riempiendo la vostra vita con pensieri e attività spirituali. — Filippesi 3:13; 4:8, 9.

      Per esempio, molte vittime trovano di grande conforto leggere i Salmi. Benefìci ancora maggiori si hanno però applicando con diligenza i princìpi biblici. Col tempo lo stress nella vita coniugale può attenuarsi. (Efesini 5:21-33) Il comportamento distruttivo o autolesionista può cessare. (1 Corinti 6:9-11) I sentimenti dannosi sotto il profilo sessuale possono scomparire. (Proverbi 5:15-20; 1 Corinti 7:1-5) Potete anche imparare ad essere equilibrati nei rapporti interpersonali e nello stabilire saldi limiti morali. — Filippesi 2:4; 1 Tessalonicesi 4:11.

      Non fatevi illusioni: Per ristabilirvi occorrono vera determinazione e il massimo impegno! Salmo 126:5, però, assicura: “Quelli che seminano con lacrime mieteranno pure con grido di gioia”. (Salmo 126:5) Ricordate inoltre che il vero Dio, Geova, ha a cuore il vostro benessere. Egli “è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”. (Salmo 34:18) Una vittima dice: “Quando alla fine ho capito che Geova è consapevole di ogni mio sentimento e che si interessa — che si interessa veramente — di me allora finalmente ho trovato la pace interiore”.

      Il nostro amorevole Dio Geova offre più che la semplice pace mentale. Egli promette un nuovo mondo di giustizia, dove ogni ricordo del dolore provato nell’infanzia sarà cancellato. (Rivelazione 21:3, 4; vedi anche Isaia 65:17). Questa speranza può sostenervi e rafforzarvi mentre percorrete la via che porta alla completa guarigione.

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