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  • Un flagello del nostro tempo: Perché?
    Svegliatevi! 1990 | 22 dicembre
    • Un flagello del nostro tempo: Perché?

      “ESSERE magra: questa era diventata la cosa più importante della mia vita”, ha ammesso la trentaquattrenne Ann. La paura d’essere troppo grassa la indusse a seguire una dieta molto rigida e perse in breve tempo 30 chili. “Era diventata pelle e ossa e pareva fosse uscita da un campo di concentramento”, ha detto il marito.

      Poi, spinta dalla fame, cominciò a fare delle grandi abbuffate. Dopo di che, per non ingrassare, ricorreva a lassativi e al vomito per liberarsi del cibo. ‘Com’è possibile prendere un’abitudine così disgustosa?’, potreste chiedere.

      “È più facile di quanto si pensi”, ha confessato Ann. “Volevo essere magra ad ogni costo. Ci sono molte cose che spingono le donne a voler essere snelle. Ero bombardata dalle riviste di moda, che danno grande risalto alla magrezza. Così decisi d’essere magrissima e attraente”.

      Perciò Ann fu presa nell’inesorabile stretta dei disturbi della nutrizione, forme di alimentazione patologica, di cui fu prigioniera per dieci lunghi anni. Lei stessa ha detto: “Non ti sogneresti mai che vada a finire così”. Ma quello di Ann non è un caso isolato. Circa un milione di americane sono colpite ogni anno da anoressia nervosa o da bulimia. Anche molti uomini sono affetti da questo genere di disturbi, e ci sono anche molti uomini che pesano troppo. Ma in che consistono questi disturbi?

      I disturbi

      Anoressia nervosa: è caratterizzata dalla grave e prolungata incapacità — o dal rifiuto — di mangiare a causa di conflitti emotivi. Non è provocata da una malattia fisica. Questo disturbo porta a una considerevole diminuzione di peso. La persona — di solito una giovane donna — ha una morbosa paura di diventare obesa e si sente troppo grassa perfino quando è emaciata. Le mestruazioni cessano. Si rifiuta di mantenere il suo peso al di sopra del minimo normale per la sua età e statura.

      Bulimia: è caratterizzata da periodiche abbuffate, cioè dall’ingestione incontrollabile di grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo. Dopo di che il soggetto bulimico cerca di eliminare le calorie con il vomito auto-indotto, con lassativi, diuretici o con energici esercizi fisici. Chi è bulimico si preoccupa in continuazione della forma e del peso del corpo.

      Superalimentazione compulsiva: è caratterizzata dall’ingestione incontrollabile di cibi, seguita da sensi di colpa e di vergogna per questo tipo di comportamento e per il successivo aumento di peso. A quanto sembra, la persona afflitta da un’incontrollabile voglia di mangiare eccede quando è arrabbiata o eccitata. Ne risulta spesso obesità, dato che generalmente questi soggetti non eliminano il cibo ingerito.

      Ma il semplice fatto di ingrassare o di dimagrire, di pesare troppo o troppo poco, non indica che soffriate di uno di questi disturbi. Possono esserci cause genetiche o fisiologiche. Esiste un disturbo della nutrizione quando il proprio atteggiamento nei confronti del cibo e del peso è alterato. Allora la persona mangia — o si rifiuta di mangiare — a causa di profonde turbe emotive.

      In aumento

      La maggioranza degli esperti denuncia un aumento nelle turbe della nutrizione, e per alcuni si tratta addirittura di un’epidemia. In un articolo intitolato “Alimentazione patologica: implicazioni per gli anni ’90”, alcuni ricercatori hanno spiegato che questi disturbi “sono divenuti sorprendentemente più frequenti dal 1970 e ora è comune incontrarli nella pratica clinica”. A quanto viene riferito, 150.000 pazienti muoiono ogni anno per complicazioni dovute all’anoressia nervosa e alla bulimia.

      Ann, comunque, è completamente guarita. Le è andata bene. Niente meno che il 21 per cento di coloro che sono colpiti da anoressia nervosa muoiono per questo disturbo. Tra i soggetti bulimici sono comuni i pensieri di suicidio, e vari medici riferiscono che un terzo dei loro pazienti ha cercato di togliersi la vita.

      Sono disturbi che colpiscono persone di tutte le età, di tutti i gruppi etnici e razziali, e che interessano tutti gli strati sociali. Questo flagello di proporzioni sempre più vaste si è diffuso in molti paesi economicamente sviluppati. A quanto viene riferito, in Giappone l’aumento registrato dal 1981 “è stato sconvolgente”. Anche Svezia, Gran Bretagna, Hong Kong, Sudafrica, Australia e Canada hanno avuto aumenti.

      Ma perché queste forme di alimentazione patologica, sebbene esistano da centinaia d’anni, hanno assunto proporzioni epidemiche nel XX secolo?

      “Il tempio della magrezza”

      Dopo 40 anni di ricerche, la dottoressa Hilde Bruch spiega: “Sono propensa a mettere [il fenomeno] in relazione con l’enorme risalto che la Moda dà alla magrezza. . . . Riviste e film trasmettono lo stesso messaggio, ma la più insistente è la televisione, che giorno dopo giorno batte sullo stesso tasto: che si può essere amati e rispettati solo se si è magri”.

      Prima del 1900 erano soprattutto i ricchi che si preoccupavano di vestire alla moda. Ma dopo la prima guerra mondiale (1914-18), la comparsa dei grandi magazzini, delle riviste femminili e delle fotografie di moda suscitò tra le masse femminili un accresciuto interesse per la moda. Iniziò la produzione in serie di nuovi ed eleganti modelli di abiti in taglie standard. Ma per indossarli la donna doveva avere la figura “giusta”. Così una figura imperfetta divenne causa di frustrazione e di imbarazzo per le donne che non potevano indossare questi abiti alla moda.

      Poi, nel 1918, il primo best seller americano sulla dieta mise il controllo del peso in relazione con la stima di sé. Il sovrappeso cominciò a essere considerato un difetto della personalità e un impedimento sociale per le donne. In un suo libro (Fasting Girls) Joan Brumberg spiega il risultato: “In effetti, verso gli anni ’20 l’aspetto esteriore era diventato più importante delle qualità interiori perché il sex appeal aveva sostituito la spiritualità come ‘scintillante ornamento’ femminile. . . . Molti adottarono l’idea che le dimensioni e la forma del corpo fossero una misura del proprio valore”.

      Sorse così l’ossessione delle diete e della bellezza fisica. Oggi si calcola che in qualsiasi dato momento il 50 per cento delle donne americane sia a dieta, la maggioranza di loro per motivi estetici! Nel corso di un’indagine condotta dalla rivista Glamour è stato chiesto a 33.000 donne: “Qual è la cosa che vi renderebbe più felici?” Il 42 per cento ha risposto: “Dimagrire”. Erano quasi il doppio delle donne che hanno scelto una delle altre cose proposte dall’indagine, come ad esempio il “Successo nel lavoro”.

      Ora, negli anni ’90, la magrezza è diventata un simbolo di forza, di successo e di attrattiva. “Poiché da lungo tempo rendiamo uno strano culto collettivo presso il tempio della magrezza, non c’è da meravigliarsi se tante giovani donne del nostro tempo fanno della dieta un articolo di fede”, ha spiegato la Brumberg. Un risultato evidente? Un’epidemia di forme di alimentazione patologica.

      Nonostante la società eserciti tante pressioni sulle donne perché siano magre, non tutte sono colpite da disturbi del comportamento alimentare. Quali sono dunque i soggetti più vulnerabili?

      [Riquadro a pagina 3]

      Rischi per la salute e disturbi della nutrizione

      Anoressia nervosa

      Malattie del sangue, pressione sanguigna insolitamente bassa, sonnolenza o debolezza anormale, battito cardiaco irregolare, improvviso collasso cardiaco, pelle giallastra, disfunzioni ormonali, cessazione delle mestruazioni, diminuzione della massa ossea.

      Bulimia

      Mestruazioni irregolari, debolezza muscolare e crampi, disidratazione, vertigini, erosione dello smalto dei denti e carie, intolleranza al freddo, spossatezza, problemi di digestione, battito cardiaco irregolare che può portare a un improvviso attacco cardiaco, lacerazioni ed emorragie nell’esofago, dolori addominali.

      Superalimentazione compulsiva

      Pressione sanguigna alta e spossatezza dovute al peso, grave obesità (con accresciuto rischio di diabete), disturbi coronarici, tumori, disfunzioni ormonali e calcoli biliari.

  • Quali sono i soggetti a rischio?
    Svegliatevi! 1990 | 22 dicembre
    • Quali sono i soggetti a rischio?

      Mentre un ragionevole interesse per il proprio aspetto è una cosa normale, l’esserne ossessionati può portare a turbe della nutrizione. Questo fatto è illustrato dalla seguente intervista.

      SVEGLIATEVI!: Il tuo peso era eccessivo, Ann, quando cominciarono i tuoi problemi?

      ANN: No, ma cominciavo a uscire con un ragazzo e volevo essere carina.

      SVEGLIATEVI!: La stima che avevi di te stessa dipendeva dal tuo aspetto?

      ANN: Certamente. Quando qualcuno mi guardava, mi chiedevo sempre: ‘Cosa pensano?’ Nella mia mente continuavo a ripetermi: ‘Per essere attraente le tue forme devono essere OK’.

      SVEGLIATEVI!: Perciò quando pensavi di essere carina, eri soddisfatta di te stessa?

      ANN: Senz’altro! Se ingrassavo, odiavo me stessa. Quando mi guardavo allo specchio, non pensavo alle qualità interiori.

      Nessuno sa perché alcuni sono colpiti da questi disturbi mentre altri in circostanze analoghe non lo sono. È evidente che cultura, fattori genetici, alterazioni biochimiche od organiche e ambiente domestico giocano tutti un ruolo. Tuttavia pare che certi tratti della personalità siano un denominatore comune di quasi tutti i soggetti colpiti.

      Perfezionismo

      Come gruppo, coloro che soffrono di disturbi della nutrizione sono per lo più persone che hanno la tendenza a essere perfezioniste e a eccellere a scuola o nel lavoro. Dopo aver curato oltre 130 persone affette da anoressia, la dottoressa Hilde Bruch descrive in un suo libro i sentimenti tipici di questi pazienti: ‘Hanno un solo grande timore, quello d’essere comuni, normali, di rimanere nella media, di non essere abbastanza bravi. . . . Pensano di avere un qualche valore solo se fanno qualcosa di speciale, qualcosa di così magnifico e strabiliante che i genitori e altri a cui tengono ne siano favorevolmente impressionati e li ammirino considerandoli persone eccezionali’. — The Golden Cage.

      Lee, che ha sofferto di anoressia, ha ammesso: “Cercavo d’essere super, d’essere la migliore in tutto quello che facevo”. Spesso questa tendenza al perfezionismo è rivelata dal fervido desiderio di piacere agli altri, d’essere ‘la migliore ragazzina del mondo’.

      Anche il modo in cui una donna sente il suo ruolo nella società può renderla particolarmente vulnerabile. Sebbene anche gli uomini possano essere colpiti da questi disturbi, sono prevalentemente le donne a soffrirne. Un libro sul soggetto (Surviving an Eating Disorder) spiega: “Le ragazze che soffrono di forme di alimentazione patologica sono cresciute spesso con la convinzione di non dover essere troppo esigenti con gli altri. La brava ragazza è tranquilla, non si fa notare e impara a tenere nascosto quello che la disturba”. Comunque, un’educazione del genere induce alcuni a pensare che non sono padroni della propria vita.

      Per alcune donne, il tentare sempre di accontentare gli altri e il soffocare allo stesso tempo il desiderio di far quello che vogliono della propria vita crea un conflitto interiore che può portare a turbe della nutrizione. Una giovane di nome Dawn, che ha superato il problema della superalimentazione compulsiva ed è guarita dalla bulimia, spiega: “I miei familiari si aspettavano che facessi tutto a modo loro, che fossi quello che volevano loro. Mentre esteriormente apparivo molto sicura e molto intelligente, interiormente non lo ero affatto. Non ho mai pensato di poter essere all’altezza delle loro aspettative. Non potevo accontentare nessuno, né i miei amici né i miei genitori. Poi mi resi conto di poter controllare il peso! Potevo metter su chili, potevo perderli, potevo farne quello che volevo. Questo mi faceva sentire padrona della mia vita. Se potevo controllare il peso, potevo controllare tutto”.

      La paura di non essere all’altezza

      L’insicurezza e i dubbi di Dawn sono tipici di molti soggetti anoressici e bulimici. Pur essendo persone dotate, la maggioranza sostanzialmente non ha amor proprio. L’eccesso nel mangiare può a volte essere indice di scarsa stima di sé. La persona dice, in effetti: ‘Sono una nullità. Perché dovrei preoccuparmi di me o del mio peso?’ Questi sentimenti generano depressione, di cui soffrono quasi tutti coloro che sono affetti da uno di questi disturbi.

      Cos’è che fa sentire così inutili? La Bibbia risponde: “A causa della pena del cuore c’è lo spirito abbattuto”. (Proverbi 15:13) Varie cose possono causare profonda pena: amare delusioni, l’essere respinti, un ambiente in cui i propri bisogni emotivi sono ignorati o episodi traumatici dell’infanzia, per menzionarne solo alcuni. Le ricerche rivelano che un sorprendente numero di pazienti affetti da disturbi della nutrizione era stato oggetto di abusi sessuali o addirittura violentato.

      Ma si può avere poca stima di sé anche a causa dell’atteggiamento degli altri. “Per quel che riesco a ricordare sono sempre stata troppo grassa e mia madre batteva in continuazione su quel tasto”, ha spiegato una giovane donna. “Fu tentato di tutto per farmi dimagrire; quella era l’unica cosa che contava. È per questo che odio me stessa e il mio corpo”. La grande enfasi data nel mondo odierno alla magrezza è uno dei motivi per cui alcuni che pesano troppo odiano se stessi.

      In altri casi è il disturbo stesso che fa perdere il rispetto di sé. Lynn, che vomitava fino a dieci volte al giorno, ha ammesso: “Dopo essermi liberata guardavo la mia faccia nello specchio e dicevo: ‘Ti odio’, e poi piangevo. Mi sentivo una nullità”.

      Intimamente, la maggioranza delle persone che soffrono di questi disturbi sono convinte che il difetto sia fondamentalmente nella loro personalità. Quindi tutti i loro sforzi sono rivolti a nascondere quel difetto, sostanzialmente il fatto che non si sentono all’altezza, e a trovare i modi per accrescere la stima di sé. I soggetti anoressici cercano di far questo in un modo tutto particolare. Lo sforzo che compiono per accrescere il rispetto di se stessi è ciò che rende l’anoressia così insidiosa, e mortale.

      Quando Lee fu respinta da un uomo che amava, la stima che aveva di se stessa subì un brusco calo. “Volevo dimostrare che si era lasciato sfuggire qualcosa di buono”, ha detto. “Così decisi che sarei stata supermagra e superintelligente”. Per dimagrire, smise di mangiare e divenne molto occupata. “Cominciai a compiacermi di me stessa. Pensavo d’essere veramente speciale perché riuscivo a fare qualcosa che altri non riuscivano a fare. Pensavo: ‘Sono forte’”.

      Il peso di Lee scese in modo inquietante da 73 a 47 chili. Pensando a quelli che cercavano di indurla a mangiare, ha detto: “Credevo che tutti cercassero di rovinare la mia vita e la mia felicità facendomi perdere tutta la stima che avevo di me stessa. Pensavo che avrei finito per essere come chiunque altro”. Questo atteggiamento di Lee è tipico dei soggetti anoressici, che cercano di accrescere il rispetto di sé dominando i loro desideri e facendo cose che altri non riescono a fare.

      Se una ragazza è stata ferita nei sentimenti, anche i suoi sforzi per impedire che la sua già scarsa stima di sé diminuisca ulteriormente possono portare all’anoressia. Shirley, per esempio, era infastidita dalle attenzioni dei ragazzi da quando le sue forme si erano arrotondate. Poi niente meno che suo padre le fece delle proposte immorali. “Ero così imbarazzata e disgustata che andai da mia madre e non seppi far altro che piangere”, ha detto Shirley. “Dopo essere dimagrita e avere perso le curve, nessuno mi dava più fastidio. L’altro sesso non mi prestava più attenzione”.

      In alcuni casi l’anoressia è un modo per sottrarsi ai doveri dell’età adulta. “Non volevo crescere e affrontare le responsabilità di una famiglia”, ha commentato Shirley. “Come potevo permettermi di ingrassare? No, mai! Per nessuno al mondo!” Purtroppo, l’ossessione di far fermare il tempo la portò a lasciarsi morire penosamente di fame.

      Non tutti i pazienti anoressici corrispondono a queste descrizioni. Pare comunque che tutti si sentano forti diventando persone degne di ammirazione ai propri occhi. In questo modo riescono ad avere un po’ di amor proprio. La magrezza diventa per loro motivo di vanto e di gioia.

      Situazioni penose

      Dato che il cibo placa e calma, può essere usato erroneamente per combattere solitudine, ansietà, noia, ira, depressione, o per far fronte a un rifiuto o a un tradimento. “Mentre andavo a scuola mi capitò qualcosa di sgradevole che era troppo penoso da raccontare”, ha spiegato Dawn. “Ogni volta che pensavo a quell’episodio, o che c’era una situazione che non riuscivo ad affrontare, mi abbuffavo. Cercavo di affogare questi sentimenti nel cibo”. Il cibo attutiva le sue pene emotive. Ma la sua superalimentazione compulsiva la fece aumentare di 45 chili.

      A volte il disturbo diventa un modo per sottrarsi alle difficoltà della vita. Per esempio, Anne era cresciuta in una famiglia col padre alcolizzato ed era continuamente presa in giro per il suo peso. Spiegando perché divenne bulimica ha detto: “Era il mio modo per combattere lo stress quotidiano, e funzionava perché quando sei ossessionato da qualcosa, non devi pensare ai tuoi problemi reali. Dai la colpa di tutto al fatto che hai dei chili di troppo e dici a te stessa che quando sarai dimagrita, la vita sarà meravigliosa”.

      Mentre può capitare a tutti di mangiare un po’ di più quando si è turbati o ci si sente soli, chi è soggetto a questo tipo di disturbi non cerca di neutralizzare l’agitazione interiore in maniera normale. Per esempio, il soggetto può provare un senso di ostilità verso qualcuno o verso qualche situazione ma anziché esprimere il suo risentimento preferisce soffocare la sua ostilità mangiando.

      Le diete

      Secondo le ricerche, una dieta rigida è la ragione più comune addotta da coloro che hanno esplosioni di bulimia incontrollata. Uno studio condotto nel 1989 sulle cause dell’obesità rivela che “fare la dieta per motivi di peso sembra paradossalmente aggravare il problema del sovrappeso”. Ma perché?

      Coloro che cercano di seguire una dieta eliminano di solito dolci e altri cibi gustosi. Questi cibi “vietati” diventano una perenne tentazione. Quindi, allorché sono turbati, ansiosi o soli, si commiserano. Per tirarsi su di morale, si rimpinzano proprio di quei cibi che si erano negati. Ne consegue una dieta ancora più rigida, con lo stesso risultato: un’abbuffata. Questo circolo vizioso porta all’aumento di peso e a forme di alimentazione patologica. Lee ha spiegato che furono le diete a farla diventare anoressica: “Avevo provato ogni sorta di diete. Dimagrivo e poi ingrassavo di nuovo. Stavolta ero decisa a non riacquistare peso”.

      Anche se conoscere le cause di uno di questi disturbi non basta per guarirne, questa conoscenza può essere utile per liberarsene. Può anche aiutare a impedire che sorgano i problemi. Ma che dire se scorgete qualcuno di questi tratti della personalità in voi stessi, in qualche familiare o in un amico? Come si possono cambiare?

      [Immagine a pagina 7]

      Preoccuparsi troppo per il proprio aspetto fisico può portare a un disturbo della nutrizione

      [Immagine a pagina 8]

      Alcuni si abbuffano quando hanno dei dispiaceri

  • Vincere la battaglia!
    Svegliatevi! 1990 | 22 dicembre
    • Vincere la battaglia!

      Appena si conosce Lee, una giovane donna spigliata, espansiva e con appena qualche chilo in più, è difficile credere che cinque anni fa ha rischiato di morire di anoressia. Ma quando si comincia a parlare con lei, si è profondamente impressionati dai cambiamenti che ha dovuto fare a livello mentale — alcuni difficilissimi — per sconfiggere questa malattia mortale. “Non è stata solo una battaglia col cibo”, spiega.

      Dato che alla base di questo tipo di disturbi ci sono dei profondi problemi emotivi, la battaglia per superarli si combatte nella mente. Uno dei primi passi per ottenere la guarigione è cercare di farsi una diversa scala dei valori. Tutti noi abbiamo dei valori ben precisi, cose che consideriamo importanti. Questo determina ciò che pensiamo di noi stessi e il modo in cui reagiamo ai problemi stressanti. Chi soffre di anoressia o bulimia deve cambiare i propri valori, deve cioè sviluppare una mentalità diversa.

      “Lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente”, esorta la Bibbia. “Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a lui gradito, perfetto”. (Romani 12:2, Parola del Signore) Sì, dobbiamo imparare a ragionare in base a ciò che è gradito a Dio. Il nostro Creatore ci conosce intimamente. Sa bene cosa ci recherà felicità duratura. Cos’è dunque che lui considera importante?

      Concentratevi sulla vera bellezza

      Presso Dio ha valore ciò che siamo interiormente. “La persona segreta del cuore”, quando è adornata di uno spirito quieto e mite, “è di grande valore agli occhi di Dio”. (1 Pietro 3:4) Tuttavia viviamo in un mondo in cui le donne sono di solito valutate in base all’aspetto. Ma è sciocco adottare questo criterio di valutazione; infatti, che succederebbe se la mentalità d’oggi, secondo cui “magro è bello”, dovesse cambiare? Cent’anni fa, negli Stati Uniti, andavano di moda le forme prosperose. Una pubblicità del 1890 reclamizzava una marca di cibi così: ‘Dite con rispetto alle signore di arrotondare le forme con [nome della marca], prodotti GARANTITI per rendere le magre grassottelle e avvenenti’.

      “Avevo sempre giudicato gli altri dall’aspetto fisico”, ha ammesso Lee, che poi ha fatto qualche cambiamento nel suo modo di pensare. “Ma ho imparato ad apprezzare negli altri e in me stessa le qualità cristiane. Ora cerco di sviluppare qualità gradevoli. Mi rendo conto di quanto sia superficiale giudicare me stessa e gli altri dall’aspetto fisico”.

      Non è facile mantenere il giusto punto di vista circa l’aspetto. Può darsi che dobbiamo smettere di frequentare regolarmente chi è ossessionato dal peso o chi batte sempre sul tasto dell’aspetto fisico. “È una lotta continua per combattere le pressioni sociali e mantenere il giusto punto di vista”, ammette Lynn, che è felicemente guarita dalla bulimia. “L’atteggiamento giusto non viene automaticamente; ho dovuto costringermi a pensare nel modo giusto”. Questo mutato modo di pensare influisce anche sul tipo di cose su cui edifichiamo la stima di noi stessi.

      Respingete la “vanagloria”

      Molti che sono affetti da un disturbo della nutrizione sviluppano il loro amor proprio mirando alla perfezione o dominando completamente la fame. Trovano un motivo di vanto che in realtà è vano o futile. La Parola di Dio ci dice di non fare nulla ‘per egotismo, ma con modestia di mente di considerare gli altri superiori’. (Filippesi 2:3) La parola originale greca per “egotismo” significa letteralmente “vanagloria”, cioè una lode priva di valore. Perciò chi fa le cose per egotismo cerca di richiamare l’attenzione su di sé per motivi che sono privi di valore autentico o duraturo. Si vanta di cose vane.

      Lee, per esempio, ha detto: “Mi sentivo qualcuno perché nessuno poteva indurmi a mangiare”. Tuttavia ha ammesso: “Credevo che se solo ero più magra, sarei stata più soddisfatta di me stessa. Ma anche quando perdevo altri chili, continuavo a non essere soddisfatta di me”.

      Lee ha quindi indicato un momento decisivo nella sua guarigione. “Mi resi conto”, ha detto, “che agli occhi di Dio ero come una minuscola goccia in un secchio, quindi perché dovevo essere la più brava? Non è necessario essere i migliori. È bene che in certe cose gli altri siano migliori di noi”.

      Sì, Lee ha imparato a ‘considerare gli altri superiori’. In effetti, come noi possiamo eccellere in certe cose, così gli altri hanno determinate capacità e doti che sono superiori alle nostre. Questo non significa tuttavia che gli altri abbiano un valore intrinseco maggiore del nostro o che noi valiamo più di loro.

      I soggetti anoressici o bulimici desiderano ardentemente sentirsi soddisfatti di se stessi, per cui devono concentrarsi su ciò che fa ottenere vera stima di sé. “Anziché aspettarmi d’essere lodata per il mio aspetto”, ha confidato Melissa, una ex bulimica, “ho scoperto che accettare i valori di Dio e rispettare il suo punto di vista mi ha aiutata ad avere più amor proprio”. Sì, è proprio come dice la Bibbia: “L’attrattiva può essere falsa, e la bellezza può essere vana; ma la donna che teme Geova è quella che si procura lode” la lode autentica, non quella falsa. — Proverbi 31:30.

      L’amicizia di Dio

      Il giusto ‘timore di Geova’ non è una morbosa paura della punizione divina ma la paura di dispiacere a Dio perché è divenuto nostro Amico. “Felice è l’uomo che teme Geova, nei cui comandamenti ha provato sommo diletto”, dichiara Salmo 112:1. Chi è amico di Dio può provare piacere nell’ubbidire alle Sue leggi. Questo dà una forte motivazione. Ma cosa ne pensa Dio di questi disturbi?

      La Parola di Dio ci dice di rispettare il nostro corpo, un prezioso dono di Dio. (Romani 12:1) L’apostolo Paolo incluse ‘l’impurità di ogni sorta e l’avidità’ fra le cose che dispiacciono a Dio, facendo notare che ci sono ‘cose che avvengono in segreto presso gli increduli che è vergognoso perfino narrare’. Tra queste cose c’era probabilmente l’usanza di alcuni romani che ai banchetti si alleggerivano del cibo vomitando per poter tornare a mangiare avidamente. (Efesini 5:3, 5, 12) L’apostolo scrisse: “Non mi farò porre sotto autorità da alcuna cosa”. (1 Corinti 6:12) Quindi, per avere il favore di Dio, non possiamo permettere che cibi e diete divengano l’elemento dominante della nostra vita.

      Dato che ci sono varie forme di alimentazione patologica e che se ne può essere affetti in diverse misure, la gravità della propria condotta agli occhi di Dio può variare. Tuttavia, il desiderio d’essere amici di Dio spingerà a guarire da questi disturbi. “Ciò che più ha contribuito alla mia guarigione”, ha detto Ann, “è stato rendermi conto che non potevo seguire questa pratica e piacere a Dio”. Ma che dire se nella propria guerra si perde qualche battaglia?

      “Non ho parole per descrivere il senso di colpa che la bulimia mi procurava”, ha ammesso Melissa. “Di giorno e di notte, quando ero sola, non facevo altro che piangere, supplicando Dio di aiutarmi e perdonarmi”. Com’è confortante sapere che Dio “perdonerà in larga misura” e mostrerà “misericordia a quelli che lo temono”. (Isaia 55:7; Salmo 103:13) Anche se il nostro cuore ci dovesse condannare, “Dio è maggiore del nostro cuore e conosce ogni cosa”. (1 Giovanni 3:20) Egli vede al di là delle nostre debolezze. Conosce l’intensità degli sforzi che compiamo e vede il progresso che facciamo.

      Non stancatevi mai di rivolgervi a Dio con fervore, chiedendo il suo perdono indipendentemente dalle volte che dovete accostarvi a lui per la stessa debolezza. Se siete sinceri, vi darà una coscienza purificata a motivo della sua immeritata benignità. (Romani 7:21-25) “Durante tutte le mie traversie”, ha affermato Melissa, “Dio è stato un Amico fedele e fidato che ha udito le mie preghiere”. Un segreto per vincere la battaglia è quello di non desistere!

      Sentimenti penosi

      Per vincere la battaglia si deve imparare ad affrontare i sentimenti negativi anziché servirsi del cibo come di un tranquillante. Spesso, per provare sollievo, bisogna parlare di questi sentimenti con qualcuno. Mary, per esempio, contrasse la bulimia perché il padre la prendeva in giro per il suo peso. “In realtà era colpa mia perché non parlavo con nessuno del male che mi faceva prendendomi in giro”, ha spiegato Mary. “Me ne andavo semplicemente nella mia stanza a piangere”.

      Ma per chi è ossessionato dal pensiero di piacere agli altri non è facile esprimere tali sentimenti. Tuttavia un libro (Bulimia: A Systems Approach to Treatment) dichiara: “Riconoscere i sentimenti d’ira e imparare a esprimerli in modo equilibrato e appropriato sono fattori chiave per guarire dalla bulimia”. Veramente opportuno è il consiglio della Bibbia: “Siate adirati, eppure non peccate; il sole non tramonti sul vostro stato d’irritazione”! (Efesini 4:26) Quando siamo arrabbiati o qualcuno cerca di indurci a dire di sì mentre in realtà vogliamo dire di no, facciamo bene a chiederci: ‘Come posso essere sincero e schietto senza essere pungente?’

      Ricordate inoltre che il ruolo della donna descritto nella Bibbia non è solo quello di piacere. Le fedeli donne di Dio, pur essendo sottomesse al marito, a volte esprimevano giustamente e con franchezza i propri sentimenti. Usavano iniziativa e svolgevano attività non sempre facili. (Proverbi 31:16-18, 29) Naturalmente, quando si fa qualcosa in cui si ha poca pratica il rischio di non riuscire esiste. I soggetti bulimici e anoressici spesso hanno il terrore di fare sbagli e di apparire sciocchi. Ma tutti fanno sbagli! “Il giusto può cadere pure sette volte, e certamente si leverà”, dice Proverbi 24:16. Per prevenire questo tipo di malattie e per guarirne è essenziale imparare a trarre profitto dagli sbagli e dagli insuccessi.

      A volte ci sono sentimenti penosi che hanno relazione con cose accadute in passato. Mentre il ricordo di quelle cose può ancora addolorarvi, sforzatevi di ‘mostrarvi attenti verso gli atti di amorevole benignità di Geova’. (Salmo 107:43) Ci sono stati senz’altro dei momenti buoni in cui potevate vedere la prova della bontà e dell’amore di Dio. Cercate di concentrarvi su questi. Anche se siete stati vittime di terribili abusi, non significa che li abbiate meritati, né è questo a determinare il vostro valore come persone.

      Fatevi aiutare!

      Chi cerca di guarire da uno di questi disturbi deve confidarsi con qualcuno in cui ha fiducia. Non cercate di fare da soli. Lynn spiega qual è stato uno dei fattori più importanti che hanno contribuito alla sua guarigione: “Una sera feci venire mia madre nella mia stanza. Dopo aver pianto per dieci minuti, non riuscii più a trattenermi e le dissi che ero bulimica”. Poi aggiunge: “I miei genitori sono stati molto comprensivi. Mia madre mi ha aiutato ad avere pazienza e a non aspettarmi una guarigione dalla sera alla mattina. Papà mi ha dato consigli pratici e ha pregato insieme a me. Se non mi fossi confidata, non avrei ricevuto tutto questo aiuto”.a

      L’appoggio di altri è spesso indispensabile per una completa guarigione. Evitate di isolarvi, specie quando vi sentite vulnerabili. (Proverbi 18:1) Allorché Lynn è turbata, non si chiude più in sé. Parlando della sua guarigione dice: “La mamma ed io andavamo a fare una passeggiata e parlavamo del problema che mi turbava. Invece di ricadere nel comportamento bulimico, facevo qualcosa, come ad esempio telefonare a un’amica, anziché isolarmi”.

      Nelle congregazioni dei testimoni di Geova ci sono persone che hanno aiutato alcuni che si sforzavano di guarire da uno di questi disturbi. “Non ce la facevo più da sola”, ha ammesso Ann, che nella sua lotta contro la bulimia aveva toccato il fondo. “Così aprii il mio cuore, parlando del problema che avevo tenuto nascosto per dieci anni”. Gli amici della congregazione cristiana le furono molto vicini. “L’orgoglio mi aveva impedito di chiedere aiuto, e per poco non ci ho lasciato la pelle. Non ho parole per descrivere il sollievo provato. Grazie all’aiuto dei miei amici, la guarigione è stata completa”.

      In certi casi bisogna consultare uno specialista. Di solito il primo passo è quello di sentire il parere di un medico. Tra le cure disponibili ci sono vari tipi di psicoterapia, consigli sulla nutrizione e forse l’uso di farmaci. In casi estremi può essere necessario il ricovero in ospedale. Probabilmente un medico o un ospedale sanno se ci sono specialisti di questo genere nella vostra zona.

      Ragionevolezza e speranza

      “Il medico mi assicurò che se solo facevo pasti equilibrati, il mio metabolismo sarebbe tornato normale e non sarei ingrassata”, ha spiegato Lynn. “Ed è andata proprio così”. Perciò, davvero saggia è questa esortazione della Bibbia: “La vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini”. — Filippesi 4:5.

      Si può riuscire a perdere i chili in più riducendo continuamente la quantità di grassi e di cibi raffinati, come zucchero e fior di farina, e aumentando il consumo di frutta, verdura e farina integrale. Pure importante è la giusta quantità di moto.b Tuttavia a causa di fattori genetici, di età e di altre cause, alcuni sono più grassi di quanto imponga la moda.

      Lisa, che ha lottato a lungo con le diete e la bulimia, è pervenuta a una saggia conclusione: “Non credo che la vittoria dipenda dal dimagrire. Credo che per vincere si debba imparare a essere moderati in ogni cosa, anche se questo vuol dire pesare più di quanto non impongano i canoni della moda d’oggi”. Tuttavia, mentre si impara ad avere un punto di vista ragionevole sull’aspetto fisico, si può cercare di dimagrire non solo per motivi estetici, ma per evitare i rischi che l’obesità comporta per la salute.

      Invece di cercare continuamente di dimagrire per poter portare taglie più piccole si possono indossare abiti che sono attraenti oltre che comodi. Sforzatevi di essere occupati in attività sane anziché pesarvi e misurarvi tutti i giorni. Se siete affetti da bulimia, accertatevi di sbarazzarvi di tutto il cibo extra che avete messo da parte, e quando andate a fare la spesa, fatevi accompagnare da qualcuno. Cercate di consumare i pasti insieme ad altri. Sforzatevi di seguire un programma ragionevole e prendetevi il tempo necessario per lo svago.

      Soprattutto, coltivate uno scopo nella vita. Incentrate la vostra attenzione sulla speranza biblica di un futuro nuovo mondo di giustizia. Dio libererà la terra dalle molte frustrazioni che portano ai vari disturbi della nutrizione e porrà fine per sempre a questo flagello del XX secolo. — 2 Pietro 3:13.

      Ma cosa può fare un genitore o un coniuge per aiutare qualche familiare che soffre di uno di questi disturbi? Questo soggetto sarà trattato in un prossimo numero di Svegliatevi!

      [Note in calce]

      a In alcuni disturbi della nutrizione, il problema può dipendere soprattutto da un genitore. Quindi può darsi che anche i genitori debbano chiedere aiuto. Se tali consigli sono dati in privato, è più facile per il figlio continuare ad avere il giusto rispetto per il genitore. Quest’ultimo è pertanto in grado di contribuire alla guarigione.

      b Vedi l’articolo “Dimagrire: Una battaglia persa?” nel nostro numero del 22 maggio 1989.

      [Immagini a pagina 10]

      Imparate a respingere la propaganda del mondo secondo cui il vostro valore dipende dalla bellezza

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