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  • Mariti e mogli parlano davvero due lingue diverse?
    Svegliatevi! 1994 | 22 gennaio
    • Mariti e mogli parlano davvero due lingue diverse?

      IMMAGINATE la scena: Fabio entra, esitante, nell’ufficio di Michele. Dalla sua espressione è evidente che c’è qualcosa che lo preoccupa. Michele guarda benevolmente il suo amico e aspetta che dica qualcosa. “Non so proprio se ce la faccio a mandare in porto questo affare”, dice Fabio sospirando. “Ci sono un sacco di contrattempi, e quelli della direzione vogliono tutto e subito”. “Di che ti preoccupi, Fabio?”, chiede Michele con tono tranquillo. “Sai bene che non c’è nessuno più qualificato di te per questo lavoro, e lo sanno anche loro. Rilassati. Te la prendi per questo? Beh, proprio il mese scorso . . .” Michele racconta i particolari umoristici di un suo piccolo fiasco, e ben presto il suo amico esce dall’ufficio ridendo, sollevato. Per Michele è stato un piacere tirarlo su di morale.

      Immaginate ora che Michele, tornando a casa quella sera, si accorga subito che anche sua moglie Cinzia è tesa. La saluta con più allegria del solito e poi aspetta che dica cosa c’è che non va. Dopo un silenzio carico di tensione, lei sbotta dicendo: “Non ce la faccio più! Questo nuovo capoufficio è uno schiavista!” Michele la invita a sedere, la stringe a sé e le dice: “Cara, non essere così arrabbiata. In fondo è solo un lavoro. I capiufficio sono fatti così. Avresti dovuto sentire come sbraitava il mio oggi! Ma se proprio non ce la fai, puoi sempre smettere di lavorare”.

      “Non ti importa niente di come mi sento!”, esclama Cinzia. “Non mi ascolti mai! Non posso smettere di lavorare! Tu non guadagni abbastanza!” Poi corre in camera e scoppia a piangere. Michele rimane fuori dalla porta chiusa, scioccato, e si chiede che cosa non ha funzionato. Come mai le sue parole di conforto hanno sortito effetti così diversi?

      Incomunicabilità tra uomini e donne?

      Per alcuni, il diverso esito di queste situazioni immaginarie è presto spiegato: Fabio è un uomo, Cinzia è una donna. I linguisti ritengono che spesso i problemi che si incontrano nel comunicare tra marito e moglie dipendono dalle differenze tra uomini e donne. Libri come You Just Don’t Understand (Non capisci proprio) e Men Are From Mars, Women Are From Venus (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere) sostengono che uomini e donne, pur parlando la stessa lingua, comunicano in modi profondamente diversi.

      Non c’è dubbio che quando Geova creò la donna dall’uomo, non si limitò a fare una copia con qualche piccola modifica. Uomo e donna furono progettati in maniera mirabile e ben ponderata per completarsi a vicenda sul piano fisico, emotivo, psicologico e spirituale. A queste differenze innate aggiungete il complesso bagaglio dell’educazione ricevuta e della propria esperienza di vita, nonché i condizionamenti che derivano dalla cultura, dall’ambiente e da ciò che la società considera maschile o femminile. A motivo di queste influenze, è possibile identificare alcuni tratti caratteristici nel modo in cui uomini e donne comunicano. Ma l’“uomo medio” e la “donna media” esistono solo nelle pagine dei testi di psicologia.

      Le donne sono generalmente note per la loro sensibilità, eppure molti uomini danno prova di una delicatezza straordinaria nel modo in cui trattano gli altri. La razionalità viene in genere attribuita maggiormente agli uomini, eppure spesso le donne sono dotate di una logica ferrea. Perciò, anche se non si può parlare di qualità esclusivamente maschili o puramente femminili, una cosa è certa: Capire il modo in cui un’altra persona vede le cose può fare la differenza tra una pacifica coesistenza e la guerra aperta, specialmente nel matrimonio.

      La sfida quotidiana di comunicare tra marito e moglie è formidabile. Molti mariti perspicaci possono confermare che la domanda: “Ti piace la mia nuova acconciatura?”, che trae in inganno per la sua apparente semplicità, può essere invece irta di pericoli. Molte mogli accorte imparano a trattenersi dal chiedere in continuazione: “Perché non ti fermi e non chiedi indicazioni?” quando sono in viaggio e il marito non trova la strada. Anziché disprezzare le apparenti stranezze del coniuge e ostinarsi a conservare le proprie, giustificandosi con un “Io sono fatto (o fatta) così”, il marito e la moglie che si vogliono bene guardano oltre le apparenze. Questo non significa scrutare freddamente il modo di comunicare dell’altro, ma cercare di capire ciò che l’altro ha nel cuore e nella mente.

      Come ogni persona è diversa da tutte le altre, così lo è ogni matrimonio, che è l’unione di due individui. Vista la nostra natura umana imperfetta, una buona intesa non si raggiunge per caso, ma richiede grossi sforzi. Ad esempio, è molto facile dare per scontato che gli altri vedano le cose come le vediamo noi. Spesso soddisfiamo i bisogni degli altri come vorremmo che fossero soddisfatti i nostri, forse cercando di seguire la regola aurea: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Gesù, però, non voleva dire che quello che volete voi dovrebbe andar bene anche agli altri. Piuttosto, voi desiderate che gli altri vi diano quello che voi volete, o di cui voi avete bisogno. Perciò dovete dare agli altri quello di cui loro hanno bisogno. Questo è particolarmente essenziale nel matrimonio, in quanto ciascun coniuge si è solennemente impegnato a soddisfare nella maggior misura possibile i bisogni dell’altro.

      Cinzia e Michele si sono assunti questo impegno. E i loro due anni di matrimonio sono stati felici. Ad ogni modo, anche se pensano di conoscersi bene, a volte si presentano situazioni che rivelano un abisso di incomunicabilità che le buone intenzioni da sole non bastano a colmare. “Il cuore del saggio fa mostrar perspicacia alla sua bocca”, dice Proverbi 16:23. Sì, il segreto è avere perspicacia nel comunicare. Vediamo come questo torna utile nel caso di Michele e Cinzia.

      Il punto di vista di un uomo

      Michele opera in un mondo competitivo in cui ogni uomo deve stare al suo posto in una scala gerarchica, e in ogni situazione assume il ruolo di subordinato o di superiore. Comunicare serve a chiarire la propria posizione, il proprio grado di competenza e di esperienza, o il proprio valore. Lui ci tiene alla sua indipendenza. Perciò quando qualcuno gli impartisce ordini in tono esigente, Michele dentro di sé si risente. Il velato messaggio “Non stai facendo il tuo lavoro” lo induce a ribellarsi, anche se ciò che gli viene chiesto è ragionevole.

      Michele conversa essenzialmente per scambiare informazioni. Gli piace parlare di fatti, idee e cose nuove che ha imparato.

      Quando ascolta qualcuno che sta parlando, Michele non lo interrompe quasi mai, nemmeno con piccoli commenti come “ah-ha, sì”, perché sta acquisendo informazioni. Ma se non è d’accordo, probabilmente non esita a dirlo, specie se chi parla è un amico. In questo modo dimostra che è interessato a ciò che il suo amico ha da dire, valutando tutte le possibilità.

      Se Michele ha un problema, preferisce trovare una soluzione da sé. Può quindi isolarsi da tutto e da tutti, oppure può cercare di rilassarsi con qualche diversivo per dimenticare temporaneamente il problema. Ne parlerà solo se vorrà avere consigli.

      Se un amico viene da lui con un problema come ha fatto Fabio, Michele capisce che è suo dovere dargli una mano, stando attento a non farlo sentire incapace. Di solito, oltre a dargli consigli, gli racconterà qualche guaio che lui stesso ha passato, così da fargli vedere che non è solo.

      A Michele piace dedicarsi a qualche attività insieme agli amici. Per lui stare in compagnia significa fare cose insieme.

      Michele considera la casa un’oasi di tranquillità in un mondo ostile, un luogo in cui non deve più dar prova di sé con quello che dice, dove trova fiducia e si sente accettato, amato e apprezzato. Nondimeno, di tanto in tanto Michele riscontra di aver bisogno di starsene per conto suo. Non che c’entri Cinzia o qualcosa che lei ha fatto: ha semplicemente bisogno di stare un po’ da solo. Per Michele è difficile confessare alla moglie i suoi timori, le sue incertezze e le sue pene. Non vuole che lei si preoccupi. Il suo compito è prendersi cura di lei e proteggerla, e ha bisogno che Cinzia abbia fiducia in lui. Michele vuole avere sostegno, è vero, ma non vuole essere compatito. Questo lo fa sentire incapace, inutile.

      Il punto di vista di una donna

      Cinzia vive in un mondo fatto di rapporti sociali. Per lei è importante allacciare e rafforzare queste relazioni interpersonali. Parlare è un modo importante per creare e confermare amicizie.

      Per Cinzia è naturale dipendere dagli altri. Si sente amata se Michele chiede la sua opinione prima di prendere una decisione, pur volendo che sia lui a prendere la direttiva. Quando deve prendere una decisione le piace consultare il marito, non necessariamente perché le dica cosa fare, ma per dimostrargli che gli è vicina e ha fiducia in lui.

      Se Cinzia ha bisogno di qualcosa le è molto difficile dirlo chiaramente. Non vuole infastidire Michele o fargli pensare che non sia felice. Aspetta piuttosto che sia lui ad accorgersi che c’è qualcosa che non va, oppure fa qualche allusione indiretta.

      Quando conversa, Cinzia è affascinata dai piccoli particolari e fa molte domande. Questo è naturale, vista la sua sensibilità e il suo profondo interesse per le persone e i rapporti interpersonali.

      Quando ascolta, interviene di continuo con esclamazioni, cenni di assenso o domande per dimostrare che sta seguendo il discorso e che le interessa ciò che la persona ha da dire.

      Cinzia si sforza di intuire i bisogni degli altri. Offrire aiuto senza che venga richiesto è un modo meraviglioso per mostrare amore. Desidera soprattutto aiutare il marito a maturare e a migliorare.

      Quando Cinzia ha un problema, può sentirsi sopraffatta. Deve parlarne, non tanto per cercare una soluzione quanto per esprimere il proprio stato d’animo. Ha bisogno di sapere che qualcuno la capisce e le vuole bene. Quando si agita fa delle affermazioni esagerate e drastiche. Se esclama: “Non mi ascolti mai!”, non intende essere presa alla lettera.

      Per Cinzia la miglior amica d’infanzia non era una con cui faceva tante cose, ma una con cui parlava di tutto. Perciò adesso che è sposata le attività esterne le interessano molto meno dell’avere una persona comprensiva che l’ascolta e con cui può esprimere liberamente i propri sentimenti.

      La casa è per lei un luogo in cui può parlare senza essere giudicata. Cinzia non esita a rivelare a Michele i suoi timori e i suoi guai. Se ha bisogno di aiuto non si vergogna di ammetterlo, poiché è sicura che suo marito le è vicino e le vuole abbastanza bene da ascoltarla.

      Cinzia di solito si sente amata e sicura nel matrimonio. Ma a volte, senza nessun motivo apparente, comincia a sentirsi insicura e non amata e ha urgente bisogno di essere rassicurata e di compagnia.

      Sì, Michele e Cinzia, ciascuno il complemento dell’altro, sono molto diversi. Le differenze che esistono tra loro possono creare gravi malintesi, anche se entrambi possono mettercela tutta per dimostrare amore e sostegno. Se potessimo chiedere a ciascuno di loro cosa pensa della situazione descritta sopra, cosa direbbero?

      Cosa hanno visto nella loro ottica

      “Non appena ho messo piede in casa ho capito che Cinzia era tesa”, direbbe Michele. “Pensavo che quando si sarebbe sentita pronta mi avrebbe detto il motivo. Non mi sembrava un problema così grosso. Pensavo che se solo l’aiutavo a capire che non c’era bisogno di prendersela tanto e che la soluzione era semplice, si sarebbe sentita meglio. Sono rimasto molto male quando, dopo che sono stato ad ascoltarla, mi ha detto: ‘Non mi ascolti mai!’ Mi è sembrato che mi incolpasse di tutta la sua frustrazione!”

      “Tutta la giornata è andata storta”, spiegherebbe Cinzia. “Sapevo che non era colpa di Michele. Ma quando è rientrato tutto allegro, ho avuto l’impressione che ignorasse il fatto che ero tesa. Perché non mi ha chiesto cosa c’era che non andava? Quando gli ho spiegato il problema, in pratica mi ha dato della sciocca, dicendo che si trattava di un’inezia. Invece di dirmi che capiva ciò che provavo, Michele, l’aggiustatutto, mi ha suggerito come risolvere il problema. Non cercavo soluzioni, cercavo comprensione!”

      Nonostante quello che può sembrare da questo screzio momentaneo, Michele e Cinzia si vogliono molto bene. Cosa può aiutarli a esprimere chiaramente questo amore?

      Vedere le cose nell’ottica dell’altro

      Michele pensava che sarebbe stato sgarbato chiedere a Cinzia cosa c’era che non andava, perciò fece spontaneamente quello che avrebbe voluto che gli altri facessero con lui. Aspettò che la moglie si aprisse e parlasse. Ora Cinzia era irritata non solo per il problema, ma anche perché Michele sembrava ignorare la sua richiesta di aiuto. Non interpretò il silenzio del marito come un gesto di gentilezza e di rispetto, ma come mancanza di interesse. Quando poi si mise a parlare, Michele l’ascoltò senza interromperla. Lei però pensava che lui non si stesse sforzando di capire come si sentiva. Infine lui, anziché mostrare comprensione, suggerì una soluzione. Per Cinzia questo equivaleva a sentirsi dire: ‘Non c’è motivo per cui tu ti debba sentire così; la tua reazione è esagerata. Non vedi quanto è facile risolvere questo piccolo problema?’

      Come sarebbero state diverse le cose se ciascuno fosse stato in grado di vedere le cose nell’ottica dell’altro! Sarebbe potuta andare così:

      Michele torna a casa e trova Cinzia tesa. “Cosa c’è che non va, cara?”, le chiede con affetto. Cinzia comincia a versare qualche lacrima e spiega cosa c’è che l’affligge. Non dice: “È tutta colpa tua!”, né fa pensare che Michele non stia facendo abbastanza. Michele la tiene stretta e l’ascolta con pazienza. Quando lei ha finito, dice: “Mi dispiace che tu ti senta così. Capisco perché sei così tesa”. Cinzia risponde: “Grazie per avermi ascoltata. Mi sento molto meglio ora che so che tu mi capisci”.

      Purtroppo, anziché risolvere i propri dissapori, molte coppie scelgono semplicemente di por fine al matrimonio, e divorziano. La mancanza di comunicazione rovina molte famiglie. Esplodono liti che scuotono le fondamenta stesse del matrimonio. Come nascono queste liti? L’articolo che segue lo spiega, e spiega anche come evitarle.

  • Anatomia di una lite
    Svegliatevi! 1994 | 22 gennaio
    • Anatomia di una lite

      LEI ha bisogno di sfogarsi. Lui vuole offrire soluzioni. Nel corso del tempo ci sono state milioni di liti coniugali: queste avranno avuto molte sfumature diverse, ma spesso sono state semplici variazioni su pochi temi fondamentali. Comprendendo l’ottica del vostro coniuge, diversa dalla vostra, e il suo diverso modo di comunicare, potete trasformare questi incendi devastanti in semplice brace, che emana il suo piacevole tepore nel focolare di una casa felice.

      “Non cercare di controllare la mia vita!”

      L’immagine stereotipata della moglie autoritaria e bisbetica può diventare realtà per molti mariti che si ritrovano continuamente subissati di consigli, richieste e critiche. La Bibbia riconosce che questo può succedere quando dice: “Le contese di una moglie sono come il gocciolare di un tetto che costringe ad andar via”. (Proverbi 19:13) Una moglie può fare una richiesta che il marito, senza pronunciarsi, non accoglie per motivi che lei non conosce. Pensando che lui non abbia udito, la volta dopo lei gli dice cosa fare. Lui si irrigidisce ancora di più sulla sua posizione. Una moglie bisbetica e un marito dominato dalla moglie? O solo due persone che non hanno comunicato in maniera chiara?

      Nell’ottica della moglie, il modo migliore per esprimere amore al marito è quello di dargli suggerimenti utili. Nell’ottica del marito, lei gli sta imponendo continuamente ordini, facendolo passare per un incapace. Per lei, dire: “Non dimenticarti la valigetta” è un modo per dimostrare premura, significa accertarsi che lui abbia tutto quello che gli serve. A lui ricorda quando la mamma gli gridava dalla porta di casa: “Hai preso i guantini?”

      Una moglie stanca potrebbe dire: “Preferisci mangiare fuori stasera?”, intendendo dire in realtà: “Non mi porti fuori a cena? Sono troppo stanca per cucinare”. Ma il suo fedelissimo marito potrebbe cogliere l’occasione per lodare la sua cucina e giurare che a suo giudizio nessuno cucina meglio di lei. Oppure potrebbe pensare: ‘Sta cercando di manovrarmi!’ Intanto, la moglie potrebbe dire fra sé e sé, risentita: ‘Perché non me ne sono stata zitta?’

      “Non mi vuoi bene!”

      “Come può pensare una cosa del genere?”, si chiede il marito, frustrato e perplesso. “Lavoro, porto a casa la paga e a volte le porto persino i fiori!”

      Tutti gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi amati, ma la donna ha uno speciale bisogno di essere ripetutamente rassicurata al riguardo. Forse non lo dice apertamente, ma dentro di sé potrebbe sentirsi un peso indesiderato, specie se si sente giù a causa del suo ciclo mensile. In questi casi il marito potrebbe prendere un po’ le distanze, pensando che la moglie voglia starsene un po’ per conto suo. Lei potrebbe interpretare questo fatto come la conferma del suo peggior timore: lui non le vuole più bene. Allora potrebbe avere uno scatto d’ira, cercando di costringerlo ad amarla e a darle sostegno.

      “Cosa c’è che non va, caro?”

      Di fronte a un problema stressante, un uomo potrebbe reagire cercando un luogo tranquillo per riflettere. La moglie potrebbe intuire che lui è teso e reagire istintivamente cercando di farlo uscire dal suo guscio. Per quanto questi sforzi siano benintenzionati, il marito li potrebbe considerare invadenti e umilianti. Più egli tenta di chiudersi in sé per analizzare il suo problema, più si accorge che la moglie devota non demorde. Nei suoi orecchi risuona l’insistente voce di lei, piena di amore, che dice: “Caro, va tutto bene? Cosa c’è che non va? Parliamone”.

      Se non riceve nessuna risposta, la moglie può sentirsi ferita. Quando lei ha un problema, vuole parlarne con lui. Ma l’uomo che lei ama non vuole metterla a parte dei suoi sentimenti. Lei potrebbe concludere che evidentemente lui non le vuole più bene. Così quando l’ignaro marito finalmente esce dal suo mondo interiore, soddisfatto della soluzione che ha trovato, si ritrova davanti non più la moglie amorevole e preoccupata che aveva lasciato, bensì una moglie irritata pronta a rinfacciargli che lui l’ha esclusa.

      “Non mi ascolti mai!”

      L’accusa sembra ridicola. A lui sembra di non far altro che stare ad ascoltare la moglie. Ma lei, quando parla, ha l’impressione che le sue parole vengano vagliate e analizzate da un computer impegnato a risolvere un problema di matematica. I suoi sospetti vengono confermati quando, nel bel mezzo di una frase, lui se ne esce con un: “Beh, perché non fai così e cosà?”

      Quando una moglie porta un problema all’attenzione del marito, molto spesso non vuole incolparlo di nulla né vuole che lui trovi una soluzione. Ciò che desidera più di ogni altra cosa è che lui ascolti in maniera comprensiva non solo i fatti nudi e crudi, ma ciò che lei prova. Dopo di che, lei non vuole consigli, ma la conferma che il suo stato d’animo è giustificato. Ecco perché più di un marito benintenzionato ha innescato una bomba dicendo solo: “Cara, non hai motivo di sentirti così. Non è poi così grave”.

      Spesso ci si aspetta che il coniuge ci legga nel pensiero. “Siamo sposati da 25 anni”, ha detto un uomo. “Se lei non ha ancora capito cosa voglio, vuole dire che o non le importa o non ci fa caso”. Uno scrittore afferma in un libro sul matrimonio: “Quando i partner non si dicono l’un l’altro cosa vogliono e si criticano di continuo per non aver saputo cogliere occasioni favorevoli, non c’è da meravigliarsi se lo spirito di amore e di cooperazione scompare. Al suo posto subentra . . . la lotta per il potere, in cui ciascun partner cerca di costringere l’altro a soddisfare i propri bisogni”.

      “Sei un irresponsabile!”

      Una moglie potrebbe non dirlo chiaro e tondo al marito, ma può farglielo capire altrettanto chiaramente con il tono della voce. Se una moglie chiede al marito: “Perché sei così in ritardo?”, potrebbe farlo per semplice curiosità. Ma è più probabile che il suo sguardo accusatore e le mani sui fianchi dicano al marito: “Ragazzetto irresponsabile che non sei altro, mi hai fatto stare in pena. Perché non mi hai dato un colpo di telefono? Sei uno sconsiderato! Adesso la cena è rovinata!”

      Naturalmente, la moglie ha ragione per quanto riguarda la cena. Ma se scoppia una lite, non sarà in pericolo anche la loro unione? “La maggior parte delle liti si verificano non perché i due non sono d’accordo, ma perché o l’uomo ritiene che la donna non approvi il suo punto di vista oppure la donna non approva il modo in cui lui le parla”, osserva il dott. John Gray.

      Alcuni sono dell’idea che in casa bisognerebbe essere liberi di dire chiaro e tondo quello che si pensa. Ma chi sa comunicare cerca di arrivare a un accordo e alla pace, tenendo in considerazione i sentimenti di chi ascolta. Grosso modo, potremmo paragonare questa maniera di conversare al porgere al marito o alla moglie un bicchiere d’acqua fredda anziché buttarglielo in faccia. Potremmo dire che la differenza sta non nella sostanza delle cose, ma nel modo di presentarle.

      Applicando le parole di Colossesi 3:12-14 si eviteranno liti e si porranno le basi per una famiglia felice: “Rivestitevi dei teneri affetti di compassione, benignità, modestia di mente, mitezza e longanimità. Continuate a sopportarvi gli uni gli altri e a perdonarvi liberalmente gli uni gli altri se qualcuno ha motivo di lamentarsi contro un altro. Come Geova vi perdonò liberalmente, così fate anche voi. Ma, oltre a tutte queste cose, rivestitevi d’amore, poiché è un perfetto vincolo d’unione”.

      [Immagine a pagina 9]

      Lui bada ai fatti, lei ai sentimenti

  • La casa felice: Dove uno più uno fa uno
    Svegliatevi! 1994 | 22 gennaio
    • La casa felice: Dove uno più uno fa uno

      SE DOVESTE costruire una casa solida, sicura e confortevole, quali materiali usereste? Legno? Mattoni? Pietra? Ecco cosa raccomanda il libro di Proverbi: “Mediante la sapienza si edificherà una casa, e mediante il discernimento sarà fermamente stabilita. E mediante la conoscenza le stanze interne si riempiranno di ogni cosa di valore, preziosa e piacevole”. (Proverbi 24:3, 4) Sì, per costruire una casa felice ci vogliono sapienza, discernimento e conoscenza.

      Chi fa il lavoro di costruzione? “La donna veramente saggia ha edificato la sua casa, ma la stolta la demolisce con le sue proprie mani”. (Proverbi 14:1) Lo stesso vale per l’uomo saggio che si rende conto che dipende da lui rendere il matrimonio solido e felice oppure debole e infelice. Quali elementi possono fare la differenza? È interessante notare che i suggerimenti di alcuni odierni consulenti matrimoniali ricalcano molto da vicino l’eterna sapienza della Parola di Dio, scritta migliaia di anni fa.

      Ascoltare: “Ascoltare veramente è uno dei più grandi complimenti che si possa fare a una persona ed è essenziale per edificare e mantenere l’intimità”, afferma un manuale per le coppie sposate. “L’orecchio dei saggi cerca di trovare conoscenza”, dice il proverbio biblico. (Proverbi 18:15) Mentre si nota subito se uno ha gli occhi aperti o la bocca aperta, non si può notare con altrettanta facilità se uno ha le orecchie aperte. Pertanto, come potete mostrare a vostro marito o a vostra moglie che state ascoltando davvero? Un modo è la “tecnica dello specchio”, ovvero l’ascolto attivo. — Vedi il riquadro a pagina 11.

      Schiettezza e intimità: “La nostra cultura scoraggia la schiettezza”, osserva un libro sui rapporti interpersonali. (One to One—Understanding Personal Relationships) “Sin da piccoli ci insegnano a farci gli affari nostri, ad essere riservati per quanto riguarda soldi, idee, sentimenti, . . . tutto ciò che è personale. Questa lezione non si dimentica facilmente, nemmeno quando ci si innamora. A meno che non si lotti di continuo per essere schietti, l’intimità non può fiorire”. “I piani sono frustrati dove non si parla in maniera confidenziale”, osserva Proverbi, “ma presso quelli che si consultano c’è sapienza”. — Proverbi 13:10; 15:22.

      Lealtà e fiducia: Marito e moglie si promettono fedeltà di fronte a Dio. Quando l’uno ha fiducia nella fedeltà dell’altro, l’amore non è ostacolato da sospetti, orgoglio, competizione o preoccupazione di ottenere quello a cui si ha diritto.

      Fare le cose insieme: Le esperienze fatte insieme rendono una relazione più profonda. Con il tempo una coppia può tessere un inestimabile arazzo di esperienze comuni, prezioso per entrambi. Pensare di infrangere tale vincolo di amicizia è l’ultima cosa che passa loro per la mente. “Esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello”. — Proverbi 18:24.

      Gentilezza e tenerezza: Le gentilezze riducono gli attriti e attenuano l’orgoglio. Se si ha l’abitudine di essere gentili, la gentilezza non svanisce neanche quando durante una discussione ci si accalora, limitando così al minimo i danni. La tenerezza crea un clima caloroso in cui l’amore può crescere. Anche se per un uomo può essere particolarmente difficile esprimere questa qualità, la Bibbia dice: “La cosa desiderabile nell’uomo terreno è la sua amorevole benignità”. (Proverbi 19:22) E nel caso della buona moglie, “la legge di amorevole benignità è sulla sua lingua”. — Proverbi 31:26.

      Umiltà: L’umiltà è l’antidoto per il veleno dell’orgoglio, e spinge a chiedere subito scusa e a ringraziare spesso. Che dire se venite incolpati ingiustamente di qualcosa? Perché non dite teneramente: “Mi dispiace che questo ti abbia irritato tanto”? Mostrate di preoccuparvi della sensibilità del vostro coniuge, e poi insieme vedete come riparare il torto. “È una gloria per l’uomo desistere dalla disputa”. — Proverbi 20:3.

      Rispetto: “La chiave per ammettere le differenze di opinione e per appianare insieme i contrasti è il rispetto. Quello che è importante per uno dei due può non esserlo per l’altro. Nondimeno, ciascun coniuge può sempre rispettare il punto di vista dell’altro”. (Keeping Your Family Together When the World Is Falling Apart) “Mediante la presunzione si causa solo zuffa, ma presso quelli che si consultano c’è sapienza”. — Proverbi 13:10.

      Senso dell’umorismo: Le più fosche nubi foriere di tempesta si possono disperdere con una bella risata. Questa si propaga grazie all’amore che lega marito e moglie, e allevia la tensione che spesso impedisce di pensare chiaramente. “Il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso”. — Proverbi 15:13.

      Dare: Datevi da fare per trovare nel coniuge cose da apprezzare e non risparmiate i complimenti. Questi possono fare più piacere di una cravatta di seta o di un mazzo di fiori. Naturalmente, nessuno vi impedisce di farvi regali o belle sorprese. Ma “i regali più belli che possiate fare”, dice un libro, “non si possono impacchettare. Sono le vostre espressioni di amore e di apprezzamento, il vostro incoraggiamento e il vostro aiuto”. (Lifeskills for Adult Children) “Come mele d’oro in cesellature d’argento è una parola pronunciata al tempo giusto”. — Proverbi 25:11.

      Se queste qualità si potessero paragonare ai mattoni con cui costruire il matrimonio, allora il dialogo sarebbe la malta necessaria per cementarle assieme. Cosa può fare, dunque, una coppia quando nascono dei contrasti? “Anziché considerare le idee divergenti del coniuge come fonte di conflitto, . . . prendetele come fonte di conoscenza. . . . Le piccole cose della vita quotidiana diventano una miniera di preziose informazioni”, dice il libro Getting the Love You Want (Come ottenere l’amore che volete).

      Pertanto, considerate ogni disaccordo non come una chiamata alle armi, ma come una preziosa opportunità per capire meglio la persona che amate. Accettate insieme la sfida di appianare il contrasto e di far vela per i pacifici lidi dell’armonia coniugale, rafforzando così il legame che vi unisce, e rendendo più profondo l’amore che fa di voi due una persona sola.

      Geova Dio apprezza molto la collaborazione, e per questo la ritroviamo nella creazione: nel continuo scambio di ossigeno tra piante e animali, nelle orbite dei corpi celesti, nel rapporto di simbiosi che lega insetti e fiori. Perciò anche nell’unione matrimoniale può esistere un meraviglioso ciclo in cui il marito rassicura la moglie del suo amore, a parole e con i fatti, e la moglie fiduciosa e amorevole segue soddisfatta la sua direttiva. In questo modo i due diventano davvero una persona sola, e ciò reca gioia ad entrambi e all’Istitutore del matrimonio, Geova Dio.

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