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Setar-BozenaiPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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del tempio da parte degli ebrei, lavoro che Artaserse aveva vietato. Tuttavia gli ebrei continuarono a lavorare nonostante le lamentele, mentre veniva inviato un rapporto a Dario. Tattenai, Setar-Bozenai e i loro colleghi scrissero una lettera al re per informarlo di ciò che avveniva a Gerusalemme e per riferire che i costruttori del tempio si valevano di un’autorizzazione data dal re Ciro. Essi chiedevano che fosse investigata la cosa. La risposta confermò l’esistenza dell’immutabile decreto di Ciro, e Dario non solo ordinò a Setar-Bozenai e ai suoi compagni di ‘tenersi lontani’ da Gerusalemme, ma ingiunse, sotto pena di una grave ammenda, di provvedere agli ebrei aiuti materiali dal tesoro reale per la costruzione del tempio e per le offerte. Setar-Bozenai e i suoi colleghi fecero come comandato. — Esd 4:23–6:13.
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SettaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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SETTA
Il sostantivo greco (hàiresis, da cui l’italiano “eresia”) così tradotto significa “scelta” (Le 22:18, LXX) o “ciò che viene scelto”, quindi “gruppo di uomini che si separano da altri e seguono dottrine proprie [setta o partito]”. (J. H. Thayer, A Greek-English Lexicon of the New Testament, 1889, p. 16) Questo termine è usato a proposito degli aderenti ai due rami principali del giudaismo, i farisei e i sadducei. (At 5:17; 15:5; 26:5) I non cristiani definirono anche il cristianesimo una “setta” o la “setta dei nazareni”, forse considerandolo una deviazione dal giudaismo. — At 24:5, 14; 28:22.
Il fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo, pregò che fra i suoi seguaci regnasse unità (Gv 17:21), e gli apostoli si interessarono vivamente di preservare l’unità della congregazione cristiana. (1Co 1:10; Gda 17-19) Una divergenza di opinioni poteva dare origine a violente dispute, dissensi e anche ostilità. (Cfr. At 23:7-10). Quindi si dovevano evitare le sette, elencate fra le opere della carne. (Gal 5:19-21) I cristiani furono esortati a non promuovere sette e a non lasciarsi sviare da falsi insegnanti. (At 20:28; 2Tm 2:17, 18; 2Pt 2:1) Nella lettera a Tito, l’apostolo Paolo intimò che, dopo essere stato ammonito due volte, l’uomo che continuava a promuovere una setta venisse rigettato, volendo evidentemente dire espulso dalla congregazione. (Tit 3:10) Chi rifiutava di lasciarsi coinvolgere nel creare divisioni entro la congregazione o nel sostenere una particolare fazione si distingueva per la fedele condotta e dimostrava di avere l’approvazione di Dio. Questo, pare, è ciò che Paolo intendeva quando disse ai corinti: “Ci devono anche essere fra voi delle sette, affinché le persone approvate siano pure manifeste fra voi”. — 1Co 11:19.
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Settanta settimanePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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SETTANTA SETTIMANE
Periodo di tempo profetico menzionato in Daniele 9:24-27, durante il quale Gerusalemme sarebbe stata ricostruita e il Messia sarebbe apparso e quindi sarebbe stato stroncato; dopo questo periodo sia la città che il luogo santo sarebbero stati ridotti in rovina.
Nel primo anno del regno di Dario “figlio di Assuero del seme dei medi”, il profeta Daniele comprese dalla profezia di Geremia che era vicino il tempo della liberazione degli ebrei da Babilonia e del loro ritorno a Gerusalemme. Allora Daniele ricercò con impegno Geova in preghiera, in armonia con le parole di Geremia: “‘E voi certamente mi invocherete e verrete e mi pregherete, e io certamente vi ascolterò. E voi in effetti mi cercherete e mi troverete, poiché mi ricercherete con tutto il cuore. E io stesso certamente mi lascerò trovare da voi’, è l’espressione di Geova. . . . ‘E di sicuro vi ricondurrò al luogo dal quale vi feci andare in esilio’”. — Ger 29:10-14; Da 9:1-4.
Mentre Daniele pregava, Geova mandò il suo angelo Gabriele con una profezia di cui quasi tutti i commentatori biblici riconoscono il carattere messianico, pur comprendendola in svariati modi. Gabriele disse:
“Settanta settimane sono state determinate sul tuo popolo e sulla tua santa città, per porre termine alla trasgressione, e porre fine al peccato, e fare espiazione per l’errore, e recare giustizia per tempi indefiniti, e imprimere un suggello sulla visione e sul profeta, e ungere il Santo dei Santi. E devi conoscere e avere perspicacia che, dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino a Messia il Condottiero, ci saranno sette settimane, anche sessantadue settimane. Essa tornerà e sarà effettivamente riedificata, con pubblica piazza e fossato, ma nelle strettezze dei tempi. E dopo le sessantadue settimane Messia sarà stroncato, senza nulla per lui stesso. E il popolo di un condottiero che verrà ridurrà in rovina la città e il luogo santo. E la fine d’esso sarà mediante l’inondazione. E sino alla fine ci sarà guerra; sono decise le desolazioni. Ed egli deve tenere in vigore il patto per i molti per una settimana; e alla metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono. E sull’ala di cose disgustanti ci sarà colui che causa desolazione; e fino a uno sterminio, la medesima cosa decisa si verserà anche su colui che giace desolato”. — Da 9:24-27.
Una profezia messianica. È evidente che questa profezia è un “gioiello” per quanto riguarda l’identificazione del Messia. È della massima importanza determinare quando ebbero inizio le 70 settimane, e anche quanto durarono. Se fossero state settimane letterali di sette giorni ciascuna, la profezia non si sarebbe adempiuta, il che è impossibile (Isa 55:10, 11; Eb 6:18), oppure il Messia sarebbe venuto più di 2.400 anni fa, all’epoca dell’impero persiano, e non sarebbe stato identificato. In quest’ultimo caso, le altre decine e decine di caratteristiche del Messia specificate nella Bibbia non sarebbero state soddisfatte o adempiute. È quindi evidente che le 70 settimane simboleggiavano un tempo molto più lungo. Certo gli avvenimenti descritti nella profezia erano di natura tale che non potevano aver luogo in 70 settimane letterali, cioè in poco più di un anno e quattro mesi. La maggioranza dei biblisti conviene che le “settimane” della profezia sono settimane di anni. In alcune traduzioni italiane si legge “settanta settimane di anni” (ATE, Lu), “settanta periodi di sette anni” (PS); anche le note in calce di altre versioni italiane come NVB e PIB dicono la stessa cosa.
Quando ebbero inizio le “settanta settimane” profetiche?
Per quanto riguarda l’inizio delle 70 settimane, Neemia ebbe da Artaserse re di Persia, nel 20º anno del suo regno, nel mese di nisan, il permesso di ricostruire le mura e la città di Gerusalemme. (Ne 2:1, 5, 7, 8) Per le indicazioni relative al regno di Artaserse, Neemia a quanto pare usò un calendario che iniziava col mese di tishri (settembre-ottobre), come l’attuale calendario civile ebraico, e terminava col mese di elul (agosto-settembre), il 12º mese. Non è noto se questo era il suo modo di calcolare il tempo o quello seguito in determinati casi in Persia.
Qualcuno potrebbe obiettare a quanto detto sopra citando Neemia 7:73, dove Neemia parla di Israele radunato nelle sue città nel settimo mese, e questo secondo un calendario che inizia col mese di nisan. Ma in questo caso Neemia stava copiando “il libro della registrazione genealogica di quelli che erano saliti la prima volta” con Zorobabele nel 537 a.E.V. (Ne 7:5) Un’altra volta Neemia descrive la celebrazione della festa delle capanne avvenuta allora nel settimo mese. (Ne 8:9, 13-18) Questo era assolutamente corretto perché la Bibbia dice che trovarono “scritto nella legge” ciò che Geova aveva comandato, e in quella legge, in Levitico 23:39-43, viene detto che la festa delle capanne si doveva celebrare nel “settimo mese” (del calendario sacro, che iniziava col mese di nisan).
Tuttavia, a riprova del fatto che Neemia, nel riferire certi avvenimenti, può aver usato un calendario che iniziava in autunno, possiamo confrontare Neemia 1:1-3 con 2:1-8. Nel primo brano egli dice di avere ricevuto cattive notizie sulla condizione di Gerusalemme nel mese di chislev (terzo mese del calendario civile e nono mese del calendario sacro) nel 20º anno di Artaserse. Nel secondo, chiede al re il permesso di andare a ricostruire Gerusalemme, permesso che gli viene concesso nel mese di nisan (settimo mese del calendario civile e primo mese del calendario sacro), ma sempre nel 20º anno di Artaserse. Quindi è ovvio che Neemia non contava gli anni del regno di Artaserse da nisan a nisan.
Per stabilire il 20º anno di Artaserse, risaliamo alla fine del regno di Serse, suo padre e predecessore, morto verso la fine del 475 a.E.V. L’anno di accessione di Artaserse iniziò dunque nel 475 a.E.V., e il suo primo anno di regno decorrerebbe dal 474 a.E.V., come indicano altre testimonianze storiche. Perciò il 20º anno del regno di Artaserse sarebbe il 455 a.E.V. — Vedi PERSIA, PERSIANI (I regni di Serse e di Artaserse).
“Dall’emanazione della parola”. La profezia dice che “dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino a Messia il Condottiero” sarebbero trascorse 69 settimane di anni. (Da 9:25) La storia secolare, oltre alla Bibbia, dimostra che Gesù andò da Giovanni e fu battezzato, divenendo così l’Unto, Messia il Condottiero, all’inizio dell’autunno del 29 E.V. (Vedi GESÙ CRISTO [Epoca della nascita, durata del ministero]). Contando a ritroso da questo punto saliente della storia, possiamo determinare che le 69 settimane di anni iniziarono nel 455 a.E.V. Quell’anno ebbe luogo l’importante “emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme.
Nel mese di nisan (marzo-aprile) del 20º anno del regno di Artaserse (455 a.E.V.), Neemia rivolse al re una supplica: “Se il tuo servitore sembra buono davanti a te, . . . che tu mi mandi in Giuda, alla città dei luoghi di sepoltura dei miei antenati, affinché io la riedifichi”. (Ne 2:1, 5) Il re diede il consenso e Neemia compì il lungo viaggio da Susa a Gerusalemme. Verso il quarto giorno del mese di ab (luglio-agosto), dopo un’ispezione notturna delle mura, Neemia diede ordine agli ebrei: “Venite e riedifichiamo le mura di Gerusalemme, affinché non continuiamo più a essere un biasimo”. (Ne 2:11-18) Quindi ‘la parola emanata’, l’autorizzazione di Artaserse, di riedificare Gerusalemme, venne messa in atto da Neemia a Gerusalemme quello stesso anno. Questo indica chiaramente il 455 a.E.V. come l’anno da cui si sarebbero cominciate a contare le 70 settimane.
Il lavoro di riparazione delle mura fu ultimato il 25º giorno del mese di elul (agosto-settembre), in soli 52 giorni. (Ne 6:15) Dopo la ricostruzione delle
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