-
RisurrezionePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
-
-
Gesù diede al genere umano la confortante assicurazione: “L’ora viene, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che avranno prestato ascolto vivranno. . . .
-
-
RisurrezionePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
-
-
I “morti” che udirono parlare Gesù sulla terra. Considerando le parole di Gesù, notiamo che quando egli parlava alcuni “morti” udivano la sua voce. Pietro usa un’espressione simile dicendo: “Infatti, per questo scopo la buona notizia fu dichiarata anche ai morti, affinché fossero giudicati in quanto alla carne dal punto di vista degli uomini ma vivessero in quanto allo spirito dal punto di vista di Dio”. (1Pt 4:6) Questo perché coloro ai quali Cristo parlava, prima di udire erano ‘morti nei loro falli e peccati’, ma grazie alla fede nella buona notizia avrebbero cominciato a ‘vivere’ spiritualmente. — Ef 2:1; cfr. Mt 8:22; 1Tm 5:6.
Giovanni 5:29: l’esito di un periodo di giudizio. Una cosa molto importante da notare, che aiuta a determinare a quale tempo si riferiscono le parole di Gesù circa ‘la risurrezione di vita e la risurrezione di giudizio’, è ciò che egli aveva appena detto nello stesso contesto, parlando di persone allora in vita che erano spiritualmente morte (come viene spiegato al sottotitolo ‘Passare dalla morte alla vita’): “L’ora viene, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che avranno prestato ascolto [lett. “gli aventi udito”] vivranno”. (Gv 5:25, Int) Questo indica che non stava semplicemente parlando di qualcuno che percepisse udibilmente la sua voce, bensì degli “aventi udito”, cioè di quelli che, dopo aver udito, accettano come verità ciò che odono. I verbi “udire” e “ascoltare” sono usati molto spesso nella Bibbia nel senso di “prestare ascolto” o “ubbidire”. (Vedi UBBIDIENZA). Quelli che si dimostrano ubbidienti vivranno. (Cfr. l’uso dello stesso verbo greco [akoùo], “udire” o “ascoltare”, in Gv 6:60; 8:43, 47; 10:3, 27). Sono giudicati non in base a ciò che avevano fatto prima di udire la sua voce, ma in base a ciò che fanno dopo averla udita.
-
-
RisurrezionePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
-
-
Verissimamente vi dico: L’ora viene, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che avranno prestato ascolto vivranno”. — Gv 5:24, 25.
Quelli ‘passati dalla morte alla vita’ allora, non erano persone letteralmente morte che si trovavano effettivamente nella tomba. Al tempo in cui Gesù parlava, tutto il genere umano si trovava sotto la condanna a morte di fronte a Dio, Giudice di tutti. Quindi coloro ai quali Gesù si riferiva erano evidentemente persone sulla terra che un tempo erano morte in senso spirituale. Egli doveva riferirsi a persone del genere, spiritualmente morte, quando all’ebreo che voleva andare prima a casa a seppellire suo padre disse: “Continua a seguirmi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. — Mt 8:21, 22.
Coloro che erano divenuti cristiani, veri credenti, si trovavano un tempo fra le persone del mondo spiritualmente morte. L’apostolo Paolo rammentò questo fatto alla congregazione dicendo: “Dio vi rese viventi benché foste morti nei vostri falli e nei vostri peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose di questo mondo . . . Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore col quale ci amò, ci rese viventi insieme al Cristo, anche quando eravamo morti nei falli — per immeritata benignità siete stati salvati — e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù”. — Ef 2:1, 2, 4-6.
Così, poiché non camminavano più nei falli e nei peccati contro Dio, e a motivo della loro fede in Cristo, Geova tolse loro di dosso la sua condanna. Li destò dalla morte spirituale e diede loro la speranza della vita eterna. (1Pt 4:3-6) L’apostolo Giovanni descrive questo passaggio dalla condizione di morte nei falli e nei peccati alla vita spirituale con queste parole: “Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli”. — 1Gv 3:13, 14.
-