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CopricapoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Paolo richiama l’attenzione sui capelli naturalmente lunghi delle donne della congregazione a cui stava scrivendo definendoli un costante rammemoratore divino del fatto che la donna è per natura soggetta all’uomo. Essa dovrebbe quindi riconoscere questo fatto quando svolge nella congregazione cristiana compiti che normalmente sarebbero di pertinenza dell’uomo, nel qual caso dovrebbe portare un copricapo oltre ai suoi capelli naturali
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CopricapoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Paolo dice che i capelli lunghi sono stati dati alla donna “in luogo di copricapo”. L’apostolo stava scrivendo ai cristiani di Corinto, che vivevano in mezzo a europei e semiti, presso i quali vigeva questa distinzione naturale fra maschi e femmine in quanto alla lunghezza dei capelli. Alle schiave e alle donne sorprese nell’atto di commettere fornicazione o adulterio veniva rasata la testa. Paolo indicò che i capelli lunghi erano per la donna un segno naturale del suo ruolo femminile sotto l’autorità dell’uomo. La donna, vedendo questo rammemoratore naturale della sua sottomissione, avrebbe di conseguenza dovuto portare sulla testa un copricapo come “segno di autorità” quando pregava o profetizzava nella congregazione, dimostrando così agli altri, inclusi gli angeli, che riconosceva personalmente il principio dell’autorità. (1Co 11:3-16)
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