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Che genere di rappresentazioni sono, ornamentali o idolatriche?La Torre di Guardia 1972 | 1° novembre
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Che genere di rappresentazioni sono, ornamentali o idolatriche?
CHI desidera l’approvazione divina deve sapere se certe rappresentazioni sono idolatriche o semplicemente decorative, ornamentali. Colui che non potesse discernere esattamente ciò che costituisce un idolo avrebbe difficoltà a prestare ascolto ai comandi della Bibbia: “Fuggite l’idolatria”. “Guardatevi dagli idoli”. (1 Cor. 10:14; 1 Giov. 5:21) Questo potrebbe essere disastroso per l’individuo implicatovi. Perché? Perché gli idolatri sono specificamente nominati fra quelli che non erediteranno il regno di Dio. — 1 Cor. 6:9, 10.
Che cos’è che fa dunque di qualche cosa una rappresentazione idolatrica? È una statua, un’immagine o qualche cosa di simile, un idolo perché la creatura o la cosa che rappresenta fu un tempo oggetto di adorazione? Può qualche cosa essere un idolo in una parte del mondo ma servire semplicemente per scopi ornamentali o decorativi in un’altra parte del mondo? Che cosa dovrebbe guidare il cristiano nel determinare se debba disfarsi di certi oggetti a causa della loro relazione idolatrica?
Le Sacre Scritture dicono chiaramente che non tutte le immagini, le statue e altre rappresentazioni sono idoli. Se un oggetto sia o no un idolo dipende primariamente da come è considerato. Questo si potrebbe illustrare con le antiche rappresentazioni dei tori.
Nel cortile del tempio edificato da Salomone era il “mare di rame”. Questo grande bacino poggiava su dodici figure di tori. Queste rappresentazioni servivano così a uno scopo sia utilitario che ornamentale. Ma non furono mai adorate.
Esse sostenevano un bacino che normalmente conteneva 4.385.000 litri d’acqua, essendo i tori un appropriato simbolo di forza o potenza. (1 Re 7:26) Richiamavano l’attenzione sulla verità enunciata in Salmo 62:11: “La forza appartiene a Dio”.
D’altra parte, i vitelli d’oro eretti dal re Geroboamo a Dan e a Betel erano idoli. Era loro resa effettiva adorazione nel settentrionale Regno d’Israele. Benché si facesse l’asserzione che i vitelli d’oro rappresentassero Geova, ciò non ne rendeva accettevole la relativa adorazione. (1 Re 12:28; 14:7-9) Geova dichiarò per mezzo del suo profeta Isaia: “Io sono Geova. Questo è il mio nome; e non darò a nessun altro la mia propria gloria, né la mia lode alle immagini scolpite”. (Isa. 42:8) Facendo i vitelli d’oro (evidentemente giovani tori) e usandoli nell’adorazione, gli Israeliti si resero colpevoli d’aver scambiato la gloria di Dio per qualche cosa che lo rappresentava in maniera errata. Quale insulto fu per il supremo Sovrano dell’universo essere rappresentato come un toro, “un mangiatore di vegetazione”! — Sal. 106:20.
Il fatto che il toro fosse nel settentrionale Regno d’Israele oggetto di adorazione non fece dei tori che erano nel tempio di Salomone degli idoli. In modo simile, il fatto che varie creature, piante e corpi celesti, tutte parte delle opere creative di Dio, siano state e ancora siano venerate non le rende di per sé inaccettabili a scopo decorativo o ornamentale. Molte cose che un tempo erano adorate dagli antichi han perduto il loro significato idolatrico e sono in genere considerate come semplicemente ornamentali.
Comunque, il cristiano deve badare a non cominciare a ritenere alcun oggetto come qualche cosa di più di ciò che è realmente. Questo aspetto fu ben espresso da Giobbe il fedele servitore di Geova: “Se vedevo la luce quando irradiava, o la preziosa luna camminare, e il mio cuore era adescato in segretezza e la mia mano baciava la mia bocca, anche questo sarebbe stato un errore da porsi all’attenzione dei giudici, poiché avrei rinnegato il vero Dio di sopra”. — Giob. 31:26-28.
Conformemente, se un cristiano pensasse che la presenza di una certa immagine o oggetto potrebbe suscitare sentimenti di adorazione a causa della sua antica relazione idolatrica, sarebbe disposto a disfarsene. Questo potrebbe includere ornamenti personali, gioielli e simili. E, certo, non vorrebbe tenere cose che attualmente hanno un supposto significato sacro o che sono specificamente designate per l’uso nei falsi riti religiosi. Questo avverrebbe anche se gli oggetti in questione non avessero più per lui nessun significato religioso. Come i cristiani dell’antica Efeso, egli distruggerebbe gli ausili della falsa religione, senza tener conto di quanto possano essere stati costosi, affinché non li possa usare nessun altro. — Atti 19:19.
Il cristiano deve anche tener presente che deve mostrare considerazione per la coscienza di altri. Mentre personalmente può non nutrire nessun sentimento di adorazione verso una certa immagine o oggetto, altri, a causa dei loro particolari precedenti religiosi, possono considerare la cosa in maniera del tutto diversa. Che ciò possa accadere anche fra i cristiani è messo in risalto dall’ispirato consiglio dell’apostolo Paolo: “Sia piuttosto questa la vostra decisione, di non mettere davanti al fratello pietra d’inciampo o causa per incespicare. Io so e son persuaso nel Signore Gesù che nulla è contaminato in se stesso; solo se un uomo considera qualche cosa contaminata, per lui è contaminata”. — Rom. 14:13, 14.
Quindi la persona che desidera l’approvazione di Dio fa bene a esaminare le immagini e gli oggetti nella sua casa per vedere se dovrebbe fare qualche cambiamento. Egli si potrebbe chiedere: Le persone della comunità nella quale abito considererebbero certe immagini e oggetti in mio possesso più che semplici ornamenti o decorazioni? Queste persone attribuiscono forse loro un certo significato religioso, considerandoli come sacri o portafortuna? Certi oggetti o immagini della mia casa farebbero pensare ad altri che sono d’accordo con i falsi sistemi o pratiche religiose? Alcune delle cose che ho rappresentano erratamente gli insegnamenti della Bibbia? Se la risposta a una qualsiasi di queste domande è “Sì”, la condotta saggia sarebbe quella di eliminare dalla propria casa qualsiasi possibile causa d’inciampo per sé o per altri.
Naturalmente, non c’è bisogno di andare in queste cose a nessun irragionevole eccesso. Anche le enciclopedie e i dizionari contengono illustrazioni di falsi dèi e simboli religiosi. Ma che una persona abbia tali opere di consultazione non indica affatto ad altri che sia d’accordo con concetti falsi. Una Bibbia con immagini e simboli religiosi potrebbe essere considerata sotto lo stesso aspetto, cioè come opera di consultazione.
Si dovrebbe comunque ricordare che l’effetto che le figure e altre rappresentazioni producono sulle persone varia considerevolmente. Nessuno può fare regole per altri. Se un uomo ha dunque riscontrato che non può guardare un’immagine senza provare l’attrazione della falsa religione, agirà con saggezza disfacendosene. Ogni qualvolta ci sia qualche ragionevole dubbio, è sempre meglio preferire la condotta che lascia con una coscienza pura dinanzi a Dio.
Diviene così evidente che chiunque desideri l’approvazione di Dio dovrebbe considerare la cosa con serietà, per assicurarsi di capire ciò che piace a Dio. Fatto ciò, egli potrà religiosamente fare pulizia nella sua casa. Come risultato nulla di ciò che ha lo distrarrà dal rendere al suo Creatore, Geova Dio, esclusiva devozione.
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Non venite meno allo scopo della liberazione di GeovaLa Torre di Guardia 1972 | 1° novembre
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Non venite meno allo scopo della liberazione di Geova
“Operando insieme a lui, vi supplichiamo anche di non accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo”. — 2 Cor. 6:1.
1. Come l’apostolo Paolo ricevette l’immeritata benignità di Geova, e perché l’apprezzò?
QUANDO l’apostolo Paolo parlò dell’immeritata benignità di Geova, parlava per esperienza. Paolo aveva accettato egli stesso l’immeritata benignità da Geova e l’apprezzava moltissimo. L’immeritata benignità di Geova gli era stata mostrata quando in realtà egli era in una missione per perseguitare i veri servitori di Geova, ma Paolo aveva un buon cuore, un cuore sensibile, e il suo cuore accolse l’immeritata benignità di Geova. (Atti 9:1-30) Paolo riconsiderò la sua precedente condotta riguardo alle congregazioni nella Galazia quando scrisse: “Voi, naturalmente, udiste della mia condotta d’una volta nel Giudaismo, che fino all’eccesso perseguitavo la congregazione di Dio e la devastavo, e che facevo nel Giudaismo più progresso di molti della mia stessa età nella mia razza, essendo assai più zelante nelle tradizioni dei miei padri”. (Gal. 1:13, 14) Ma per mezzo dell’immeritata benignità di Geova, Paolo fu liberato dalle antiscritturali tradizioni dei suoi padri. Si pentì della sua passata condotta e intraprese nella vita un nuovo corso.
2. Quale privilegio si offrì a Paolo per immeritata benignità? Come rispose?
2 Da Galati 1:15, 16 apprendiamo che Paolo fu chiamato al ministero cristiano per l’immeritata benignità di Geova Dio. Egli disse: “Dio, che mi aveva separato dal seno di mia madre e mi aveva chiamato mediante la sua immeritata benignità, ritenne bene rivelare riguardo a me il suo Figlio, affinché dichiarassi la buona notizia intorno a lui alle nazioni”. Anche agli Efesini confermò che per immeritata benignità era stato chiamato al ministero: “Io ne divenni ministro secondo il gratuito dono dell’immeritata benignità di Dio che mi fu dato secondo il modo in cui opera la sua potenza. A me, uomo da meno del minimo di tutti
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