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  • Viviamo negli ultimi giorni?
    La Torre di Guardia 1983 | 15 settembre
    • 11) Essi hanno atteso ansiosamente il tempo in cui Dio si sarebbe ricordato di loro risuscitandoli alla vita eterna. (Giobbe 14:13, 14; Salmo 37:29) I giusti confidavano nel potere di Dio di risuscitarli su una terra purificata, in cui Egli ‘avrebbe fatto cessare le guerre fino all’estremità della terra’. — Salmo 46:9.

      Ma non sapevano quando si sarebbero verificate queste cose. Il tempo in cui Dio avrebbe agito fu semplicemente chiamato il “tempo della fine”, o la “parte finale dei giorni”. (Daniele 11:40; Isaia 2:2) Non sorprende quindi che i discepoli di Gesù gli chiedessero in privato: “Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” — Matteo 24:3.

      La prima cosa che Gesù menzionò come indicazione dell’avvicinarsi della fine fu: “Udrete di guerre e di notizie di guerre”. (Matteo 24:6) Il fatto che viviamo nel “secolo più sanguinoso di tutta la storia umana” potrebbe costituire l’adempimento di questo segno dato da Gesù? Viviamo davvero negli ultimi giorni?

  • La prima guerra mondiale e l’inizio dei dolori
    La Torre di Guardia 1983 | 15 settembre
    • La prima guerra mondiale e l’inizio dei dolori

      SIN dai tempi più remoti la storia dell’umanità è stata contrassegnata da violenza e guerre. Il motivo per cui Dio portò il diluvio universale ai giorni di Noè fu proprio perché ‘la terra era piena di violenza’. (Genesi 6:11-13) Successivamente la Bibbia e la storia secolare menzionano centinaia di guerre combattute anche prima dei giorni di Gesù. Perciò ‘guerre e notizie di guerre’ non sarebbero state una novità per il mondo del genere umano.

      Per poter avere un senso per i discepoli di Gesù, queste ‘guerre e notizie di guerre’ avrebbero dovuto in qualche modo distinguersi. Egli proseguì con questa spiegazione: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori”. (Matteo 24:7, 8, CEI; confronta Luca 21:10, 11). Perciò non si trattava solo di sentir parlare di qualche guerra isolata qua e là. Questo aspetto del segno avrebbe coinvolto molte nazioni e regni. Sarebbe stata una guerra totale!

      Abbiamo visto un simile tipo di guerra? Sì, a partire dalla generazione del 1914. Infatti in questo secolo abbiamo visto due guerre del genere, che hanno coinvolto il mondo intero. Che questo tipo di guerra fosse davvero qualcosa di nuovo negli annali della storia umana è dimostrato dai titoli che le hanno attribuito gli storici. La prima fu chiamata la Grande Guerra. In seguito il nome le fu cambiato in prima guerra mondiale, e la successiva fu chiamata seconda guerra mondiale. A cominciare dal 1914 la guerra mondiale è stata un aspetto caratteristico del nostro tempo.

      Dolori senza precedenti

      Proprio come aveva predetto Gesù, la prima guerra mondiale contrassegnò un “inizio dei dolori”. Come si legge sulla sopraccoperta del libro The End of Order (La fine dell’ordine), “la prima guerra mondiale e il trattato di Versailles che ne seguì produssero il più grave sconvolgimento nel lungo e tempestoso corso della storia mondiale moderna. . . . Lungi dal ristabilire l’ordine, i diplomatici convenuti nel 1919 a Parigi e a Versailles fecero piombare di nuovo il mondo, questa volta in maniera irreversibile, nel caos del ventesimo secolo. Fu la fine dell’ordine”.

      Nel libro, l’autore Charles L. Mee jr. spiega: “Alla fine della Grande Guerra, però, i diplomatici si trovarono di fronte a un mondo in frantumi, un mondo che sembrava trovarsi nel mezzo di un enorme esaurimento psichico, dello sfacelo di vecchi aggregati di stati e imperi, della disgregazione dei sistemi economici e del capitalismo del XIX secolo, dello scoppio di improvvisi disastri, di sommosse e assassinii, di tirannide e disordine, di frivolezze e disperazione, di ilarità e terrore, a un livello tale da lasciare attoniti. . . . Lungi dal ristabilire l’ordine nel mondo, presero il caos della Grande Guerra e . . . ne fecero la condizione permanente del nostro secolo”.

      Quei dolori — la carneficina e le sofferenze dell’umanità a partire dalla prima guerra mondiale — non hanno precedenti nella storia umana. Il mondo fu devastato dall’impiego di mezzi bellici moderni: carri armati, mitragliatrici, aeroplani e sottomarini, come pure dall’invenzione e dall’uso bellico dei gas venefici. “Una generazione era stata decimata sui campi di battaglia dell’Europa”, dice il libro The End of Order. “Mai prima si era visto un simile massacro: ogni giorno in media il numero di soldati morti era 10 volte più grande che nella guerra civile americana, 24 volte più alto di quello dei caduti nelle guerre napoleoniche, 550 volte maggiore che nella guerra boera”.

      Eppure, aveva detto Gesù, questo non sarebbe stato che l’“inizio dei dolori” o “principio dei dolori d’afflizione”. Altre traduzioni rendono le parole di Gesù con l’espressione “il principio delle doglie”. (Jerusalem Bible; New Testament in Modern English, di Phillips) Una donna in procinto di partorire ha dolori che si ripetono con crescente intensità, frequenza e durata. La prima guerra mondiale e i dolori che l’accompagnarono non furono che l’inizio dei dolori d’afflizione.

      L’afflizione mondiale aumenta

      Altri e più intensi dolori sarebbero presto sopraggiunti con la seconda guerra mondiale. “Si calcola che nella prima guerra mondiale il numero dei morti causati da azioni belliche e da malattie disseminate dalla guerra sia stato di oltre 40 milioni, e quello imputabile alla seconda guerra mondiale di oltre 60 milioni”. “Almeno il 10 per cento dei decessi nella civiltà moderna può essere attribuito direttamente o indirettamente alla guerra”. — Dal libro A Study of War (Uno studio della guerra), di Quincy Wright.

      Il numero di civili morti nella seconda guerra mondiale fu straordinariamente alto. Come spiega il professor Wright, “nella seconda guerra mondiale l’intera popolazione nemica e tutto il suo territorio furono sottoposti a fame, bombardamenti, confische e terrore, con la distruzione di intere città. . . . Ogni attività nello stato nemico divenne oggetto di attacco. Certi stati estesero la dottrina della conquista fino al punto di includervi l’eliminazione di una popolazione e dei suoi diritti di proprietà per liberare lo spazio da essa occupato e stabilirvi propri insediamenti”.

      L’afflizione causata dai bombardamenti su Dresda e Tokyo nel 1945, bombardamenti che fecero 235.000 morti, fu eclissata pochi mesi dopo dagli orrori delle due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Ora una sola bomba poteva causare uno sterminio di vite umane che prima avrebbe richiesto decine di migliaia di bombe. Ma ancor più devastanti furono i letali effetti della contaminazione radioattiva, tuttora in corso.

      Parlando solo della bomba atomica sganciata su Hiroshima, un periodico (World Press Review del giugno 1982) dice: “Ai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse fu data via libera. I più fortunati furono quelli che morirono nell’impatto iniziale: circa 100.000 uomini, donne, ragazzi, bambini e neonati. La maggioranza delle altre 100.000 vittime sarebbero morte agonizzanti per lesioni interne, ustioni orrende o per il lento supplizio della contaminazione radioattiva”. I dolori d’afflizione si andavano intensificando.

      Tolta la pace dalla terra

      Il riferimento ai “Cavalieri dell’Apocalisse” è interessante in quanto trae spunto dal racconto biblico del sesto capitolo del libro di Rivelazione. Qui, al versetto 4, si legge: “E uscì un altro cavallo color fuoco; e a colui che vi sedeva sopra fu

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