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  • Adamo ed Eva sono veramente esistiti?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 1/6 pp. 3-5

Adamo ed Eva sono veramente esistiti?

“IL PRIMO uomo fu Adamo e la prima donna Eva; furono i nostri primogenitori”. Questa fu l’opinione espressa nel 1947 dal Catéchisme à l’usage des diocéses de France (Catechismo ad uso delle diocesi francesi), il testo base per insegnare la fede cattolica ai bambini francesi.

Ma un anno dopo, nel 1948, Catholicisme, un’enciclopedia francese con approvazione ecclesiastica, diceva: “Qualsiasi dottrina evoluzionistica che lascia aperta la possibilità che l’anima sia stata creata da Dio non è in contrasto con la Bibbia”. Lo stesso anno la Pontificia Commissione Biblica spiegò che il racconto della creazione in Genesi era “una descrizione popolare delle origini del genere umano”, resa con un “linguaggio semplice e metaforico, adatto all’intelligenza di uomini meno progrediti”.

Nel 1981, di fronte alla Pontificia Accademia delle Scienze, Giovanni Paolo II ha dichiarato: “La Bibbia ci parla dell’origine dell’universo e della sua costituzione, non per offrirci un trattato scientifico, ma per precisare i giusti rapporti dell’uomo con Dio e con l’universo. E il Commento della Bibbia liturgica,a con approvazione ecclesiastica del 1979, riassume così l’opinione di molti teologi cattolici in merito al racconto della creazione in Genesi: “Il carattere di queste affermazioni non è scientifico, . . . né hanno un carattere storico”.

Quando si pensa al sostegno dato alla teoria dell’evoluzione, non vanno trascurate altre chiese che si ritengono cristiane. Alexandre Westphal, defunto professore emerito di storia religiosa e teologia biblica nella Facoltà Protestante di Teologia di Montauban, in Francia, nel suo Dictionnaire Encyclopédique de la Bible affermò che il racconto di Genesi sul conto di Adamo ed Eva e dei loro primi due figli “non va preso come una descrizione di avvenimenti realmente accaduti nella vita di quattro persone, ma come una narrazione, fatta con stile metaforico e con immagini semplici, dei primi rapporti dell’umanità con Dio. (Genesi 2:7–4:16) Nel 1949 l’arcivescovo di Canterbury, ritenuto il vescovo più importante della Chiesa Anglicana, disse addirittura: “La Chiesa cristiana nell’insieme ha accettato la teoria dell’evoluzione come scientificamente provata”.

Perciò, in tono perentorio, il settimanale francese L’Express afferma che il fatto che l’uomo appartenga al regno animale non viene oggi più messo in discussione da nessuno “eccetto da ignorantoni e pochi eccentrici”.

Racconto della creazione e scienza

Ma il racconto della creazione, accettato per tanti secoli, merita ora di essere rigettato con sdegno? È vero che il libro di Genesi non fornisce dettagli tecnici relativi al modo in cui fu creata la vita animale e vegetale, ma il suo schema generale è in perfetta armonia con i fatti scientifici.

La Bibbia, per esempio, indica che tutti gli uomini hanno un’origine comune e discendono dalla prima coppia umana, Adamo ed Eva. Confermando il fatto che l’umanità è un’unica famiglia, André Langaney, vicedirettore del Musée de l’Homme di Parigi, in un numero speciale del mensile francese Science et Vie ha spiegato: “Fatti storici e biologici mostrano che l’unità dell’uomo è profonda, in quanto supera le differenze del colore della pelle e della frequenza genetica nel sistema Gm [globuline del sangue caratteristiche di particolari popolazioni]”.

Il libro di Genesi inoltre fornisce informazioni su interrogativi che sfuggono alla comprensione degli scienziati. Rispondendo a una domanda sul “grande paradosso dell’invecchiamento”, rivoltagli dal settimanale italiano Europeo del 25 gennaio 1982, il biologo François Jacob, premio Nobel, ha ammesso: “Non si capisce il meccanismo. È talmente paradossale, in effetti, che un organismo che è riuscito a formarsi, al termine di un processo straordinariamente complesso, sia poi incapace di mantenere semplicemente il tutto nello stato in cui si trova. Che un essere umano possa essere costruito partendo da una cellula, da un uovo fecondato, è probabilmente il fenomeno più straordinario che si possa produrre su questo pianeta”.

Anche la Bibbia indica che in un certo senso è un paradosso che l’uomo debba morire. Secondo il racconto della creazione fatto dal libro di Genesi l’uomo fu creato perché vivesse, perché ‘fosse capace di mantenersi nello stato in cui si trovava’ per sempre. Questo, però, dipendeva dal fatto che rimanesse in buoni rapporti con Colui che lo aveva creato. Ribellandosi deliberatamente alle Sue esigenze, i primi esseri umani peccarono. Fu il peccato a portare fra gli uomini il “paradosso” della morte. Il peccato ‘operò la morte’ negli uomini, come aveva avvertito Dio. — Romani 7:13; Genesi 3:16-19.

Non è irragionevole, pertanto, credere al racconto dell’origine dell’uomo che troviamo nella Bibbia. L’articolo seguente, infatti, dimostrerà che un cristiano non può rigettare questo racconto della creazione dell’uomo senza minare seriamente la propria fede nel fondamento stesso del cristianesimo: la morte in sacrificio di Cristo. Notate perché.

[Nota in calce]

a Autori vari, ed. Paoline, 1984, trad. dallo spagnolo di L. Rolfo.

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