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“Maggiolini” made in GermanySvegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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sono la macchina più comoda del mondo, e le mie piccole dimensioni e il mio peso leggero possono essere uno svantaggio in caso di incidente o quando sono guidata in condizioni rischiose. Ma, dopo tutto, chi è perfetto?
19 gennaio 1978: il giorno più triste della mia vita, il giorno in cui cessò in Germania la produzione del “maggiolino”. Da quel momento in poi nei sei stabilimenti nazionali della Volkswagen sarebbero stati prodotti solo modelli più sofisticati. L’ultimo “maggiolino made in Germany” non avrebbe mai provato l’ebbrezza della velocità, ma era destinato a trascorrere il resto dei suoi giorni al sicuro in un museo. Tuttavia sono orgoglioso del fatto che il “maggiolino” originale si fabbrica ancora negli stabilimenti della Volkswagen in Messico, Brasile, Nigeria e Repubblica Sudafricana.
Questa svolta degli avvenimenti pone il tedesco patito del “maggiolino” in una situazione paradossale: se vuole comprare un “maggiolino” nuovo — che ora è il simbolo della Germania quasi quanto lo sono i calzoncini di cuoio, i boccali per la birra e gli orologi a cucù — deve importarlo! Immaginate! Sarebbe quasi come dire agli americani che da ora in poi dovranno far venire dall’estero hamburger, “hot dog” e gelato!
Scusatemi se piango sulla vostra spalla. Suppongo che tutte le persone importanti abbiano la tendenza a ricordare il loro passato glorioso. Forse sto solo invecchiando e diventando sentimentale. Chi vuol essere messo da parte e dimenticato? Naturalmente, ci sono ancora milioni del mio tipo che corrono rombando sulle autostrade tedesche e sulle strade e vie secondarie di oltre 140 paesi del mondo. Quindi anche se il mio momento di gloria è passato, sono ancora in piedi, vivo e vegeto, forse però non così forte come prima. Ma almeno potete essere sicuri di una cosa: Passerà molto tempo prima che ci si dimentichi di noi “maggiolini” made in Germany!
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Scuse sincereSvegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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Scuse sincere
La sede centrale dei testimoni di Geova ha ricevuto la seguente lettera da un dottore in filosofia e consulente di psicologia:
Cari testimoni di Geova,
Vi scrivo per scusarmi con i testimoni di Geova di qualcosa a cui partecipai nella primavera del 1942 a Brookhaven, nel Mississippi. Avevo 16 anni ed ero troppo giovane per arruolarmi, ma ero pieno di ardore per la guerra. Avendo sentito che alcuni testimoni di Geova si erano accampati con le roulotte fuori città e che esortavano altri a non fare il militare, una decina di miei compagni delle scuole superiori e io ci armammo di pistola e andammo al campo. Facemmo loro quelli che a nostro giudizio erano discorsi patriottici dicendo che per la sera successiva avrebbero fatto meglio a esser lontani dalla città. Ciò che fecero. Non ricordo di aver discusso coi miei amici su ciò che avremmo fatto se non se ne fossero andati.
Lo spirito di quei tempi si rispecchia nel fatto che il “Daily News” di Jackson pubblicò un articolo di fondo per elogiare il nostro ignobile gesto.
Negli anni sessanta l’atrocità dell’invasione americana in Indocina causò la mia completa conversione al pacifismo e fu il colmo dell’ironia che i soli due ragazzi della scuola superiore di mio figlio che per ragioni morali rifiutarono di partecipare ai R.O.T.C. [Corpi di Addestramento degli Ufficiali della Riserva] furono mio figlio . . . e un testimone di Geova.
Dal tempo del mio discorso “patriottico” del 1942 ho imparato molto sulla libertà e sulla democrazia nonché sul pacifismo dei cristiani vissuti nei primi 400 anni da che venne Cristo e desidero scusarmi con tutti i testimoni di Geova, anche se con 37 anni di ritardo. Distinti saluti. [Firmato] F.H.W.
Siamo certi che quei testimoni di Geova che furono direttamente coinvolti nell’episodio accetteranno queste scuse sincere, imitando il loro Maestro, Cristo Gesù. — Luca 23:34.
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