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  • Perché tante religioni che si dicono cristiane?
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • Perché tante religioni che si dicono cristiane?

      CIRCA un quarto degli abitanti del mondo dicono di essere cristiani. Si professano seguaci di Gesù Cristo, ma sono molto divisi. I cattolici si ritiene siano 580 milioni. Ma dopo il Concilio Vaticano II si è creata una divisione fra cattolici progressisti e difensori della tradizione latina. Si calcola che i membri della religione ortodossa orientale siano 74 milioni, divisi in varie chiese nazionali di rito diverso. In quanto agli oltre 343 milioni di protestanti, sono divisi in varie chiese episcopali, luterane, calviniste (presbiteriane, riformate), battiste, metodiste e altre.

      Tutte queste chiese si considerano religioni “affermate”, “ortodosse”, “rispettabili”. Ad esse devono aggiungersi le centinaia di cosiddette sette guardate con disprezzo dalla maggioranza cattolica, ortodossa e protestante.

      “Ortodosse” o “eretiche”?

      In effetti, se si esamina obiettivamente la questione dal punto di vista storico, nessuna delle chiese “cristiane” tradizionali può dire di essere la religione cristiana originale. Cominciarono tutte come diramazioni o sette, persino quella che asserisce di essere la più antica, la Chiesa Cattolica Romana. Storicamente, diverse città potrebbero vantare la precedenza su Roma come centri del cristianesimo primitivo. Quando il cristianesimo fu fondato alla Pentecoste del 33 E.V., non c’era nemmeno un seguace di Cristo a Roma. La prima sede della congregazione cristiana fu, al di là d’ogni dubbio, Gerusalemme. È vero che in occasione della Pentecoste c’erano a Gerusalemme giudei e proseliti provenienti da Roma, e senz’altro alcuni di loro divennero cristiani; tornati a Roma, essi vi fondarono una congregazione cristiana. Ma questo poté dirsi di molti altri luoghi menzionati nella Bibbia. Anzi, i visitatori provenienti da Roma sono menzionati quasi alla fine dell’elenco, al terz’ultimo posto, prima dei cretesi e degli arabi. — Atti 2:5-11.

      In quei primi tempi Roma non era un centro adatto dal quale organizzare le attività cristiane. Non fu a Roma, ma ad Antiochia di Siria, che i discepoli di Gesù furono per la prima volta chiamati cristiani. (Atti 11:26) E fu da Antiochia, non da Roma, che l’apostolo Paolo partì per i suoi tre viaggi missionari. (Atti 13:1-4; 14:26; 15:35, 36; 18:22, 23) È vero che molto probabilmente Paolo fu messo a morte a Roma. Ma non era uno dei dodici apostoli di Gesù, in quanto Giuda Iscariota era stato sostituito da Mattia. (Atti 1:23-26) In realtà non c’è assolutamente nessuna prova biblica che qualcuno dei dodici apostoli sia stato a Roma o vi sia morto. L’ultimo degli apostoli a morire fu Giovanni, probabilmente a Efeso o nei pressi. La morte degli apostoli spalancò la porta allo sviluppo dell’apostasia. — I Giovanni 2:18, 19; II Tessalonicesi 2:3, 4.

      Col passar del tempo, altre città divennero importanti centri del cristianesimo apostata. Fra queste c’erano Alessandria e Cartagine, nell’Africa settentrionale, e Bisanzio (chiamata poi Costantinopoli), al confine fra Asia ed Europa. In Occidente, una chiesa ricca e potente si sviluppò a Roma, capitale dell’impero.

      Col sorgere dell’apostasia predetta dagli apostoli, si andò formando una classe clericale. Uomini preminenti si innalzarono sul gregge e divennero i cosiddetti vescovi. Assetati di potere, capeggiarono fazioni rivali o sette in seno al cristianesimo apostata. Nei primi tempi nessuna particolare città, nessun vescovo, dominava apertamente sugli altri. Ma si scatenò una lotta per il potere, onde stabilire quale setta o diramazione apostata dell’originale cristianesimo biblico si sarebbe affermata come “ortodossa”, rendendo così “eretiche” le altre.

      All’inizio erano tutte sette

      Una delle opere più recenti sull’argomento dice: “Cos’era eresia per i cristiani? O meglio, cos’era la Chiesa? . . . Il cristianesimo [apostata] cominciò fra la confusione, le controversie e gli scismi, e continuò così. Fu solo molto lentamente che emerse una Chiesa ortodossa predominante, con una struttura ecclesiastica ben definita. . . . E, come avviene in queste lotte, ciò non fu particolarmente edificante. . . . Nel primo e nel secondo secolo d.C. il Mediterraneo centrale e orientale brulicava di un’infinità di ideologie religiose che lottavano per affermarsi. . . . Dall’inizio, quindi, vi furono molte varietà di cristianesimo, che avevano ben poco in comune. . . . Prima della seconda metà del terzo secolo, è inesatto parlare di un filone dominante nel cristianesimo. Per quel che possiamo determinare, verso la fine del primo secolo, e praticamente per tutto il secondo, la maggioranza dei cristiani professava varie dottrine cristiano-gnostiche, o apparteneva a sette revivaliste raggruppate attorno a capi carismatici. . . . L’ortodossia non era che una delle diverse forme di cristianesimo esistenti nel terzo secolo, e forse non acquistò il predominio fino al tempo di Eusebio [inizi del IV sec.]”. — A History of Christianity (Storia del cristianesimo), di Paul Johnson.

      Che gli avvenimenti avrebbero preso questa piega era stato predetto dall’apostolo Paolo, il quale aveva scritto: “Verrà il giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”. — II Timoteo 4:3, 4, CEI.

      Fra questi maestri apostati ci furono quelli che le chiese della cristianità chiamano “padri della chiesa”. In genere si dividono in padri preniceni e postniceni, prendendo come punto di riferimento il cosiddetto I Concilio ecumenico di Nicea, convocato nel 325 E.V. in quella città dell’Asia Minore dall’imperatore romano Costantino, un pagano.

      Tentativi di imporre il primato di Roma

      È degno di nota che la stragrande maggioranza dei “padri” del II e III secolo non risiedevano a Roma e non scrissero in latino, ma in greco. A conferma di ciò l’Encyclopædia Britannica afferma: “Fin verso il 250 la maggioranza degli esponenti cristiani occidentali erano di lingua greca, non latina (ad esempio, Ireneo e Ippolito). La teologia latina fu basilarmente elaborata non a Roma ma nell’Africa settentrionale (ad esempio, da Tertulliano e Cipriano)”.

      In quei primi secoli dell’apostasia, quali città erano i centri principali della cosiddetta teologia cristiana? Non Roma, ma Antiochia, Alessandria, Cartagine, Cesarea, Gerusalemme e varie città dell’Asia Minore. La Catholic Encyclopedia ammette: “Sebbene nel II secolo Roma fosse potente e celebrata, . . . il vuoto nella sua letteratura è totale. Praticamente, quindi, la letteratura latina è . . . di due secoli e mezzo più giovane [di quella greca]. Tertulliano è un caso isolato, e divenne eretico. Fino alla metà del IV secolo non era sorto che un unico Padre latino [Cipriano, di Cartagine, nell’Africa settentrionale]. . . . Da Cipriano (morto nel 258) a Ilario [morto verso il 367] . . . non ci fu alcuna elaborazione teologica”.

      Come poté dunque la chiesa di Roma riuscire ad affermare il proprio primato sulle chiese di altre città, le quali si erano distinte molto di più nel produrre i “padri della chiesa”? Indubbiamente un fattore fu il prestigio conferitole dal fatto di essere situata nella capitale dell’impero. Era una chiesa ricca, che mandava aiuti economici alle chiese più povere in altre città, e questo dava un certo potere al suo vescovo, il quale cominciò ad arrogarsi il diritto di udire gli appelli contro le decisioni dei vescovi locali in materia di disciplina ecclesiastica.

      Inoltre, come l’imperatore romano Costantino, un pagano, aveva capito che poteva servirsi del cristianesimo apostata per consolidare l’impero vacillante, così il vescovo di Roma capì che il paganesimo poteva rendere gradita al popolo la sua versione del cristianesimo apostata. La chiesa di Roma scelse la domenica pagana come giorno in cui celebrare la Pasqua, mentre le chiese orientali continuavano a celebrarla il giorno della settimana — qualunque fosse — in cui cadeva il 14 nisan del calendario ebraico. Inoltre, mentre varie chiese orientali erano favorevoli ad Ario, che negava la dottrina della Trinità, Roma adottò prontamente il concetto pagano di un dio trino.

      In entrambe le questioni, l’imperatore Costantino si schierò con Roma: nel 321 E.V. emanò una legge che imponeva l’osservanza della domenica, e nel 325 E.V. impose il dogma della Trinità al Concilio di Nicea. Fuse il cristianesimo apostata col culto pagano di Roma, e fece di questa forma di adorazione “universale” o “cattolica” la religione di stato.

      Poi, nel 382 E.V., l’imperatore Graziano emanò un decreto che accordava a Damaso, vescovo di Roma, il diritto di udire gli appelli di altri vescovi, compresi quelli delle “più distanti regioni dell’impero”. Sebbene questa decisione venisse contestata dai vescovi orientali, e anche da alcuni dell’Occidente, rafforzò senza meno l’autorità del vescovo di Roma. Damaso accettò la designazione di Pontifex Maximus, titolo e incarico pagano al quale l’imperatore Graziano aveva rinunciato, ritenendolo sconveniente per un cristiano! Damaso non aveva di questi scrupoli. Secondo la Catholic Encyclopedia, quello di Pontifex Maximus è tuttora “uno dei principali titoli” del papa. In Italia il papa è ancora chiamato “il Sommo Pontefice”.

      Scismi, dissensi e Riforma

      Ovviamente questa pretesa supremazia del vescovo di Roma non rimase incontrastata. I capi del cristianesimo apostata in città orientali come Alessandria, Gerusalemme, Antiochia e specialmente Costantinopoli, protestarono contro questa usurpazione. Tuttavia, pur essendo uniti nell’opporsi al predominio di Roma, i capi religiosi di queste città non avevano le stesse vedute in materia dottrinale. In queste e in altre città c’erano correnti di pensiero rivali, da cui sorsero varie sette, tutte sedicenti cristiane.

      Nel tentativo di sanare la frattura sempre più profonda fra le rivali sette cristiane apostate i cui quartieri generali erano situati rispettivamente a Roma e a Costantinopoli, e accusare di eresia i maestri cristiani apostati di altre città, furono indetti nel corso dei secoli vari “concili ecumenici (universali)”. Il primo si tenne a Nicea, nel 325 E.V., per condannare l’“eresia” antitrinitaria ariana. Altri vennero tenuti a Costantinopoli (quattro volte), Efeso, Calcedonia (proprio di fronte a Costantinopoli, al di là del Bosforo) e di nuovo a Nicea. I primi sette concili sono riconosciuti sia dalla Chiesa Cattolica Romana che da quelle ortodosse. L’insieme delle dottrine stabilite in questi concili include la Trinità, il concetto di Maria “Madre di Dio” e altri dogmi che non hanno nulla a che vedere col cristianesimo biblico. Questi concili ecclesiastici condannarono anche varie “eresie”, contribuendo così a creare ancora altre suddivisioni (sette) nel cristianesimo apostata.

      Fatto interessante, nessuno di questi concili “universali” fu tenuto a Roma, città che pretendeva di essere il centro universale del cristianesimo. Fu solo nel 1123 E.V. che a Roma si tenne il primo concilio cosiddetto ecumenico. Ma allora c’era già stato il “grande scisma” fra Roma e le chiese orientali: la prima frattura si era verificata nell’867 E.V., e lo scisma definitivo nel 1054. Così, da un punto di vista rigorosamente storico, nessun concilio veramente ecumenico o universale fu mai tenuto a Roma.

      Il filone orientale del cristianesimo apostata che ruppe con Roma non si riunì intorno a qualche altro vescovo che pretendesse d’essere il vicario di Cristo in terra. La Chiesa di Costantinopoli (chiamata anche Nuova Roma) avrebbe voluto diventare la “Roma” della religione ortodossa orientale, ma non vi riuscì. Col tempo l’ortodossia orientale si divise in 15 chiese nazionali autonome, che riconoscono al patriarca di Costantinopoli (la moderna Istanbul) un primato puramente onorario. Ci sono poi diverse chiese orientali indipendenti che non riconoscono né Roma né Costantinopoli. Decisamente il “cristianesimo” orientale è una casa divisa.

      Dopo lo scisma d’Oriente, la Chiesa di Roma, pur continuando a sperare in un ritorno delle chiese orientali sotto le sue ali, cercò di regnare incontrastata almeno in casa propria, in Occidente. Ma i suoi guai non erano finiti. Presto cominciarono a spuntare dei dissidenti. Ciò non poteva essere tollerato, e contro questi “eretici” furono prese misure drastiche. Fu istituita l’Inquisizione, ma il dissenso continuò. Nel XVI secolo scoppiò una rivolta generale, dapprima per motivi religiosi, e poi per motivi politici.

      Questa rivolta, chiamata la Riforma, diede vita a un terzo gruppo di religioni che si dicono anch’esse cristiane. Ma, invece di ripristinare l’originaria unità e le verità dottrinali del cristianesimo biblico, il protestantesimo ha prodotto una messe di chiese e sette divise.

      Perché così tante?

      Se appartenete a una chiesa o setta che si dice cristiana, vi sarete senz’altro chiesti perché ci sono tante religioni che asseriscono di seguire Cristo e la Bibbia. Forse siete rimasti disgustati da queste divisioni, in particolar modo quando provocano persecuzioni e guerre di religione, come è accaduto nel corso dei secoli e accade tuttora. Per questi e altri motivi forse avete smesso di andare in chiesa, facendovi un concetto personale del cristianesimo. Ma qualcosa dentro di voi vi dice che il cristianesimo non può esaurirsi in questo. Dalla Bibbia sapete che i primi cristiani formavano una famiglia spirituale felice e unita. — Giovanni 13:34, 35; Efesini 4:1-6.

      Oggi i testimoni di Geova formano una simile famiglia felice di cristiani. Non sono una setta, in quanto non seguono qualche maestro o capo umano né sono una derivazione di qualche altra chiesa o setta. I Testimoni provengono da ogni strato sociale. Non seguono alcun uomo, ma Dio e suo Figlio Gesù Cristo. Alla vostra domanda “Perché tante religioni che si dicono cristiane?” rispondono: “Perché questi gruppi religiosi hanno seguito uomini e non la Bibbia”. I testimoni di Geova sarebbero lieti di aiutarvi a trovare il vero cristianesimo biblico. Parlate quindi alla persona che vi ha offerto questa rivista o scrivete agli editori.

  • ‘Introdotte quietamente distruttive sette’
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • ‘Introdotte quietamente distruttive sette’

      “Pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette”. — II PIETRO 2:1.

      1, 2. (a) Cos’erano in origine tutte le chiese della cristianità? (b) Quali domande meritano ora d’essere prese in esame?

      IN ORIGINE tutte le chiese della cristianità erano delle sette. Alcune — in particolare la Chiesa di Roma e le chiese nazionali ortodosse e protestanti — reclamano la supremazia sulle altre cosiddette confessioni cristiane, da loro sprezzantemente definite sette. Questi fatti storici sono stati trattati nei due articoli precedenti.

      2 Ma qualcuno potrebbe chiedere: ‘Gesù Cristo e i suoi fedeli apostoli predissero veramente un allontanamento dal vero cristianesimo? Misero in guardia contro il pericolo di seguire uomini che avrebbero formato delle sette? Diciannove secoli fa c’era davvero bisogno che i veri seguaci di Gesù si guardassero da simili tendenze divisive? È necessario essere altrettanto vigili oggi?’

      Tendenze iniziali a formare sette

      3, 4. (a) Quale avvertimento diede Gesù, e cosa significa questo per quanto riguarda il vero cristianesimo? (b) Quale avvertimento simile diede Pietro?

      3 Nel Sermone del Monte, Gesù disse: “Entrate per la porta stretta; perché ampia e spaziosa è la strada che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi entrano; mentre stretta è la porta e angusta la strada che conduce alla vita, e pochi son quelli che la trovano. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in manto da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti”. (Matteo 7:13-16) Gesù Cristo non disse quindi che il vero cristianesimo sarebbe divenuto una religione ampia, comoda, universale (“cattolica”), adatta ai “molti”. Sarebbe stato una strada difficile, angusta, che solo “pochi” avrebbero trovato. Questi “pochi” furono avvertiti che “falsi profeti” dall’apparenza innocua avrebbero cercato di farli deviare sulla strada “spaziosa . . . che conduce alla distruzione”.

      4 Più di trent’anni dopo, l’apostolo Pietro scrisse: “Vi furono anche falsi profeti fra il popolo [d’Israele], come pure fra voi [cristiani] vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità. E per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte”. — II Pietro 2:1-3.

      5. Quando cominciarono a manifestarsi gli apostati “lupi”, e in che modo ‘introdussero quietamente distruttive sette’?

      5 ‘La via della verità’, la via “che conduce alla vita”, è la via del vero cristianesimo. I “falsi profeti” o “falsi maestri” sono gli apostati “lupi in manto da pecore” che cominciarono a manifestarsi fra i primi cristiani già prima della morte degli apostoli di Gesù. (I Giovanni 2:18, 19; 4:1-3) Anche l’apostolo Paolo avvertì circa questi “oppressivi lupi”. Li identificò come uomini che ‘sarebbero sorti e avrebbero detto cose storte per trarsi dietro i discepoli’. (Atti 20:29, 30) Dalla seconda metà del primo secolo in poi, quei falsi maestri ‘introdussero quietamente distruttive sette’, sfruttando i primi cristiani “con parole finte”. A causa di questi apostati ‘si parlò oltraggiosamente della via della verità’, del vero cristianesimo.

      Alcune fra le prime sette

      6. In che modo il libro di Rivelazione mostra che sette apostate erano già sorte entro la fine del primo secolo, e perché Cristo le odiava?

      6 L’apostolo Giovanni, nella Rivelazione ricevuta verso il 96 E.V., mise per iscritto una serie di messaggi di ispirazione divina che rispecchiavano le condizioni spirituali allora esistenti nelle congregazioni cristiane, e che si sarebbero potute ripetere nel corso dei secoli. Due di questi messaggi rivelano l’esistenza di sette apostate odiate da Cristo, il capo della vera congregazione cristiana. A quanto pare, almeno una di queste sette tollerava l’idolatria e la fornicazione. — Rivelazione 2:6, 14, 15.

      7. In che modo le lettere di Paolo mostrano che ai suoi giorni la lotta contro il settarismo era già iniziata?

      7 Diverse lettere dell’apostolo Paolo, scritte molto prima, indicano che già allora egli doveva lottare strenuamente contro la tendenza a formare sette. Nella prima lettera ai cristiani di Corinto Paolo deplora la loro propensione a seguire uomini, cosa che dava adito a “dissensi” e a “divisioni”. (I Corinti 1:10-13; 3:1-4) Espresse un’analoga preoccupazione nelle sue lettere ai Galati (1:6-9; 5:19-21), a Tito (3:9, 10) e a Timoteo. — I Timoteo 1:3-7; 4:1-3; 6:20, 21; II Timoteo 4:3, 4.

      8. Cosa credevano gli gnostici, e perché per causa loro ‘si parlò oltraggiosamente della via della verità’?

      8 Alcuni studiosi biblici sono dell’avviso che, nella sua prima lettera ai Corinti e, in particolare, nella sua lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi, Paolo abbia usato di proposito certi termini greci (come gnòsis, conoscenza, e plèroma, pienezza) per confutare lo gnosticismo. Comunque fosse, Paolo stava senza dubbio combattendo le idee apostate che in seguito furono elaborate dalle sette gnostiche. Gli gnostici, che fiorirono durante il II secolo E.V., erano dualisti, in quanto credevano che tutta la materia fosse cattiva e lo spirito buono. Sostenevano che la salvezza si otteneva mediante una “conoscenza” (gnòsis) mistica. La loro idea che il corpo carnale fosse cattivo li portò a due estremi: l’ascetismo e gli eccessi carnali. Il cosiddetto gnosticismo cristiano fece ‘parlare molto oltraggiosamente della via della verità’.

      9. Menzionate e descrivete altre delle prime sette del cristianesimo apostata.

      9 Un’altra delle prime sette fu quella dei marcioniti, i seguaci di Marcione, figlio di un “vescovo” cristiano apostata dell’Asia Minore. Marcione credeva nell’esistenza di due divinità: un imperfetto Dio del “Vecchio Testamento” e un Dio di amore rivelato nel “Nuovo Testamento”, o meglio, in quelle parti d’esso che egli accettava (alcuni scritti di Paolo e Luca). Un’altra setta del secondo secolo fu il montanismo. Montano era un “profeta” dell’Asia Minore, che predicava come imminente la seconda venuta di Cristo e l’istituzione della Nuova Gerusalemme nella Pepuza, vicino alla moderna città di Ankara, in Turchia. Criticava inoltre il crescente potere e la rilassatezza morale del clero del cristianesimo apostata. Tertulliano divenne montanista. Due altri movimenti di protesta contro la rilassatezza morale fra i cosiddetti cristiani e contro l’indulgenza nei confronti degli apostati furono i novaziani del III secolo e i donatisti del IV secolo. Entrambi questi gruppi scismatici accettavano però i principali errori dottrinali delle chiese più antiche e affermate.

      L’“uomo dell’illegalità” si organizza

      10. Chi si dovrebbero includere tra i “falsi maestri” che ‘introdussero quietamente distruttive sette’?

      10 Tutte queste sette, e altre che non abbiamo menzionato, erano varianti del cristianesimo apostata. Ma gli uomini che le formarono non furono gli unici “falsi maestri” che ‘introdussero quietamente distruttive sette’. (II Pietro 2:1-3) Pietro predisse anche che ‘molti avrebbero seguito i loro atti di condotta dissoluta’. Abbiamo appena visto che alcune di quelle prime sette sorsero come protesta contro la condotta dissoluta del clero dominante. Perciò anche quegli ecclesiastici vanno inclusi fra i “falsi maestri”, e le loro chiese sono da considerarsi “distruttive sette”.

      11. Quale nuova classe di persone cominciò a innalzarsi, e come l’aveva predetto Paolo?

      11 Come si è visto, tutte quelle sette apostate lottavano per la supremazia. Ciascuna cercava di essere considerata l’unica chiesa “ortodossa”, “apostolica” e “cattolica (universale)”, e a sua volta trattava le altre come semplici sette eretiche. Contemporaneamente, in seno alle chiese più grandi e potenti, una classe clericale cercava di innalzarsi al di sopra del resto del gregge. Parlando di questa apostasia e dell’emergere di una classe clericale dominante, l’apostolo Paolo scrisse: “Nessuno vi seduca in alcuna maniera, perché esso [il giorno di Geova] non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità, il figlio della distruzione. Egli si pone in opposizione e s’innalza al di sopra di chiunque è chiamato ‘dio’ o oggetto di riverenza, così che si mette a sedere nel tempio del Dio, mostrando pubblicamente d’essere un dio”. — II Tessalonicesi 2:2-4.a

      12. (a) Cos’è l’“uomo dell’illegalità”, e quando fu pienamente rivelato? (b) Quali passi portarono al completo sviluppo della classe del clero? (c) Descrivete il sistema gerarchico.

      12 Questa apostasia era “già all’opera” ai giorni di Paolo. Ma fu pienamente rivelata solo dopo la morte dei veri apostoli di Geova, allorché fu tolta la “restrizione” esercitata dalla loro presenza. (II Tessalonicesi 2:6, 7) Piano piano cominciò a delinearsi una classe clericale. Agli inizi del II secolo E.V., Ignazio, “vescovo” di Antiochia, parlò di una gerarchia in cui si distinguevano tre gradi: vescovo, presbitero (prete) e diacono. L’“uomo dell’illegalità” cominciava a prendere forma. Ma il “padre della chiesa” che veramente organizzò il clero in un sistema gerarchico fu Cipriano, “vescovo” di Cartagine, nell’Africa settentrionale (morto nel 258 E.V.). Un autorevole dizionario teologico cattolico (Dictionnaire de Théologie Catholique) afferma che Cipriano definì una gerarchia monarchica formata da sette gradi, il principale dei quali era occupato dal vescovo. Sotto di lui c’erano preti, diaconi, suddiaconi, accoliti, lettori ed esorcisti. Un ottavo grado — ostiari (portinai) — fu in seguito aggiunto nella chiesa occidentale, latina, o romana, mentre quella orientale, o greca, si accontentò di una gerarchia di cinque gradi. Così, entro il III secolo E.V., il composito “uomo dell’illegalità”, l’apostata clero della cristianità, fu pienamente “rivelato”. Ha continuato a esistere nel corso dei secoli in tutte le chiese e sette della cristianità che hanno una classe speciale di ministri o ecclesiastici.

      “Distruttive sette” nel tempo della fine

      13. In quali due modi le sette della cristianità si rivelano “distruttive”?

      13 Nel greco originale l’espressione “distruttive sette” usata da Pietro significa letteralmente “sette di distruzione”. Questa espressione è doppiamente significativa. Le sette e le chiese della cristianità si sono rivelate distruttive per quanto riguarda il vero cristianesimo, ‘la via della verità’. Sono anche “sette di distruzione” nel senso che i loro falsi maestri ‘recano subitanea distruzione su se stessi’ e su coloro che ‘seguono i loro atti di condotta dissoluta’. Pietro aggiunge: “Ma in quanto a loro [ai falsi maestri] il giudizio dei tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia”. (II Pietro 2:1-3) Questa “subitanea distruzione” li coglierà nella “grande tribolazione” che si avvicina rapidamente. — Matteo 24:21.

      14. Quando sarà distrutto l’“uomo dell’illegalità”, e di che cosa sarà una prova tale distruzione?

      14 Mostrando che il composito “uomo dell’illegalità” non sarebbe stato distrutto se non al tempo della “presenza” di Cristo, l’apostolo Paolo scrisse: “Sarà rivelato l’illegale, che il Signore Gesù sopprimerà con lo spirito della sua bocca e ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza [parousìas]”. (II Tessalonicesi 2:8) La distruzione della clericale classe dell’“uomo dell’illegalità”, insieme al resto del babilonico impero religioso di Satana, sarà una rimarchevole “manifestazione” della “presenza” o Parusia di Cristo, che dimostrerà ad amici e nemici che il Signore Gesù è invisibilmente presente e che la predetta “grande tribolazione” è iniziata.

      Avvertimento per i veri cristiani

      15. Quale avvertimento per i cristiani è contenuto nell’illustrazione di Gesù circa il grano e le zizzanie?

      15 L’illustrazione di Gesù circa il grano e le zizzanie indica che alle chiese e sette delle “zizzanie”, i cristiani apostati, sarebbe stato permesso di crescere nel corso dei secoli. Solo al “termine del sistema di cose” sarebbe stata fatta una chiara distinzione fra questi finti cristiani e i veri “figli del regno”, il “grano”. (Matteo 13:24-30, 37-40) Ma la parabola di Gesù contiene anche un avvertimento per i veri cristiani, siano essi degli unti “figli del regno” o dei loro compagni. Gesù disse: “Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità, e le lanceranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti”. — Matteo 13:41, 42.

      16. (a) Quale opera di separazione è in corso dal 1919? (b) Quale ulteriore avvertimento diedero gli apostoli e quale osservazione aggiunge Giuda?

      16 Il “grano” è stato separato dalle “zizzanie” nel campo religioso a partire dal 1919. Ma questo non significa che da allora gli angeli del Figlio dell’uomo non abbiano continuato a ‘raccogliere fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità’. Giuda ci rammenta che ‘gli apostoli del nostro Signore Gesù Cristo’ diedero il seguente avvertimento: “Nell’ultimo tempo vi saranno degli schernitori, che procederanno secondo i desideri della propria empietà”. E Giuda aggiunge: “Questi son quelli che fanno separazioni [“che provocano divisioni”, CEI]”. — Giuda 17-19.

      17. Cosa disse Gesù circa lo “schiavo malvagio”?

      17 Ciò che Gesù disse sarebbe accaduto agli illegali che “causano inciampo” ci ricorda quello che disse in seguito riguardo a coloro che si sarebbero rifiutati di riconoscere “lo schiavo fedele e discreto”, la classe del “grano” composta di cristiani unti che Cristo avrebbe ‘costituito sopra tutti i suoi averi’. Gesù avvertì: “Ma se quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:45-51.

      18. (a) In che modo oggi alcuni manifestano le caratteristiche dello “schiavo malvagio”? (b) Che fine faranno questi se continuano a ‘provocare divisioni’?

      18 Oggi alcuni individui sleali manifestano le caratteristiche di quello “schiavo malvagio” dicendo in cuor loro: “Il mio signore ritarda”. Mostrano di corrispondere agli “schernitori” che dicono: “Dov’è questa sua promessa presenza?” (II Pietro 3:1-7) Come avvertì Giuda, cercano di ‘provocare divisioni’. (Giuda 19, CEI) Criticando la classe dello “schiavo fedele e discreto” da cui ricevettero per la prima volta conoscenza della “via della verità”, ‘cominciano a battere i loro compagni di schiavitù’. Ma se persistono in questo loro spirito divisivo, a tempo debito vengono ‘raccolti’ dagli angeli e ‘assegnati insieme agli ipocriti’ della cristianità. ‘Lì sono il loro pianto e lo stridor dei loro denti’, che a volte esprimono divulgando tramite i mezzi d’informazione le presunte ingiustizie ricevute.

      19. (a) Cosa disse Paolo circa il sorgere di “sette” fra il popolo di Dio? (b) Come possiamo dimostrare di essere “persone approvate”?

      19 Questo ci ricorda ciò che l’apostolo Paolo scrisse ai corinti: “Poiché vi devono anche essere fra voi delle sette, affinché le persone approvate siano pure manifeste fra voi”. (I Corinti 11:19) Sì, se oggi qualcuno cerca di ‘introdurre quietamente distruttive sette’ fra i testimoni di Geova, questo dà ai cristiani leali un’ottima opportunità di dimostrare che sono “persone approvate” da Dio e da Cristo. Essi possono e devono dimostrare che apprezzano la vera unità cristiana. Di questa unità parleremo nel prossimo articolo.

      [Nota in calce]

      a Per una più ampia trattazione dell’“uomo dell’illegalità”, si veda il capitolo XVIII del libro Il millenario regno di Dio si è avvicinato, pubblicato dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.

      Ricordate?

      ◻ Quando e come ebbe inizio l’apostasia della cristianità?

      ◻ Chi o che cosa è l’“uomo dell’illegalità”?

      ◻ In che senso le chiese della cristianità sono “distruttive”?

      ◻ Che avvertimento diede Gesù circa lo “schiavo malvagio”?

      [Immagine a pagina 11]

      Gesù avvertì che i falsi profeti sono come lupi in manto da pecore

      [Immagine a pagina 13]

      I falsi cristiani sono come “zizzanie” meritevoli solo di distruzione

  • “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”

      “[Vi sono] un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti”. — EFESINI 4:4-6.

      1, 2. (a) Riguardo a se stesso, cosa rese molto chiaro Geova tramite Mosè? (b) In Israele c’era quindi posto per diverse opinioni religiose?

      “GEOVA nostro Dio è un solo Geova. Non dovete camminare dietro ad altri dèi, agli dèi dei popoli che sono tutto intorno a voi (poiché Geova tuo Dio è in mezzo a te un Dio che esige esclusiva devozione)”. Mosè non lasciò alcun dubbio nella mente degli israeliti radunati nelle pianure di Moab, poco prima di entrare nella Terra Promessa. Egli dichiarò chiaramente che il loro Dio, Geova, era un solo Dio, e che Geova esigeva esclusiva adorazione. In un precedente discorso Mosè aveva detto: “Geova è il vero Dio nei cieli di sopra e sulla terra di sotto. Non c’è nessun altro. E devi osservare i suoi regolamenti e i suoi comandamenti che oggi ti comando, affinché [ti] vada bene”. — Deuteronomio 6:4, 14, 15; 4:39, 40.

      2 Queste parole non lasciavano spazio a opinioni religiose diverse! Israele aveva

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