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  • Perché la cristianità non sopravvivrà?
    La Torre di Guardia 1980 | 15 gennaio
    • Perché la cristianità non sopravvivrà?

      La profezia biblica di Geremia indica “la via della vita” a quelli che amano la giustizia. Descrive anche l’esecuzione del giudizio di Geova Dio sulla falsa religione e sulle nazioni che si oppongono alla Sua volontà. Quell’ora è vicina! È quindi opportuno che “La Torre di Guardia”, in questo e in successivi numeri, tratti l’adempimento moderno della profezia di Geremia.

      “Ecco, han rigettato la medesima parola di Geova, e quale sapienza hanno . . . dal profeta fino al sacerdote, ciascuno agisce falsamente”. — Ger. 8:9, 10.

      1. Perché non è strano che Gerusalemme si riveli una delusione come fattore di pace?

      GERUSALEMME, città ritenuta di grande importanza da tre delle principali religioni del mondo, oggi sembra nuovamente svolgere un ruolo di rilevanza mondiale. Mostrerà d’essere la città del Principe della pace? Si rivelerà il fattore determinante per l’istituzione della pace mondiale? Sotto questi aspetti, non sarà che una delusione per quelli che le attribuiscono un grande significato religioso. Non è il caso di sorprendercene, perché anche l’antica Gerusalemme venne meno ai propri impegni verso lo stesso Dio il cui splendido tempio coronava l’altura del Monte Moria, uno dei suoi famosi colli.

      2. (a) Cosa rischiamo di perdere prestando ascolto ai portavoce della cristianità? (b) Geova cosa ha suscitato per avvertire la cristianità?

      2 Cerchiamo di non essere fra quelli il cui modo d’agire li porterà inevitabilmente alla delusione. La cristianità, che ripone molte speranze nella moderna Gerusalemme, fa sentire da tempo il peso della sua voce negli affari religiosi e politici. Nonostante il suo prestigio, rischiamo di perdere la tanto attesa vita eterna se prestiamo ascolto a quello che dicono i suoi portavoce nel tempo più critico di tutta la storia umana, il nostro. Secondo l’infallibile Parola dell’Iddio che la cristianità professa di adorare, il sistema del sedicente cristianesimo nominale è condannato, come lo era la Gerusalemme dei giorni del profeta Geremia. (Ger. 6:1-8) Tramite persone pienamente dedicate a Dio come lo era Geremia, la cristianità è stata debitamente avvertita della sicura distruzione che l’attende. Sì, proprio come negli ultimi giorni della Gerusalemme al tempo di Geremia, Geova Dio ha oggi costituito i suoi unti testimoni come una moderna classe di Geremia. (2 Cron. 36:15, 16) Ai membri delle chiese della cristianità Geova ha regolarmente inviato questi suoi testimoni cristiani, come se egli stesso si fosse ‘levato ogni giorno di buon’ora per mandarli’. (Ger. 7:25, 13) Ma invano!

      3. Quale modello hanno seguito i “profeti” e i “sacerdoti” della cristianità reagendo a tale avvertimento?

      3 I “profeti” e i “sacerdoti” della cristianità si son rifiutati di prestare ascolto. Non vogliono che i propri ‘greggi’ siano turbati. Perciò danno loro false assicurazioni che contraddicono le profezie di Dio. Una cosa simile avveniva al tempo di Geremia. La stessa cosa successe ai giorni degli apostoli di Cristo. (Ger. 5:20, 21; Matt. 13:13-15; Atti 28:25-27) Vogliamo essere sviati come quelle persone e rifiutarci di prestare ascolto? No!

      FIDUCIA MAL RIPOSTA IN UN AMULETO RELIGIOSO

      4, 5. (a) In che tipo di struttura confidano oggi le persone della cristianità? (b) Come descrive Geremia quelli che ai suoi tempi fecero un errore simile?

      4 Oggi milioni di persone ripongono la loro fiducia in una struttura religiosa già condannata. Il clero della cristianità induce i membri delle proprie chiese a farlo. Gli abitanti di Gerusalemme e del paese di Giuda fecero un simile errore ai giorni di Geremia. Noi non vogliamo imitarli. Geova comandò a Geremia di stare in piedi alla porta del tempio di Gerusalemme e di dire pubblicamente a quelli che vi entravano:

      5 “‘Non confidate in parole fallaci, dicendo: “Il tempio di Geova, il tempio di Geova, il tempio di Geova essi sono!” . . . Ecco, voi confidate in parole fallaci, non sarà per certo di nessun beneficio. Possono esservi rubare, assassinare e commettere adulterio e giurare falsamente e far fumo di sacrificio a Baal e camminare dietro ad altri dèi che voi non avevate conosciuti, e dovete venire e stare dinanzi a me in questa casa su cui è stato invocato il mio nome, e dovete voi dire: “Per certo saremo liberati”, malgrado il compiersi di tutte queste cose detestabili? È divenuta ai vostri occhi una semplice spelonca di ladroni questa casa sulla quale è stato invocato il mio nome? Ecco, io stesso l’ho anche visto’, è l’espressione di Geova”. — Ger. 7:4-11.

      6. Nel fare che cosa Gesù usò le figure di linguaggio impiegate da Geremia per indicare il tempio di Gerusalemme?

      6 Geremia non era autorizzato a purificare il tempio da tutte le cose contaminate portatevi da quelli che praticavano un miscuglio fra l’adorazione di Geova e gli idolatrici culti pagani. (Ger. 7:30, 31) Ma più di 630 anni dopo la distruzione di quel tempio, Gesù Cristo, Figlio di Dio, purificò in due occasioni il tempio ricostruito a Gerusalemme. Nel far questo Gesù si servì delle figure di linguaggio usate da Geremia. Leggiamo: “Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che vendevano e compravano nel tempio, e rovesciò le tavole dei cambiamonete e i sedili di quelli che vendevano colombe. E disse loro: ‘È scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”, ma voi ne fate una spelonca di ladroni’”. (Matt. 21:12, 13; vedi anche Giovanni 2:15, 16). Quel tempio contaminato fu distrutto nel 70 E.V.

      7. (a) Mentre contemporaneamente praticano la loro adorazione, in che cosa i fanatici religiosi della cristianità trasformano la loro struttura religiosa? (b) Come chiamano Gesù Cristo, eppure come Gesù chiamerà loro?

      7 Particolarmente dal 1919 E.V. la moderna classe di Geremia ha richiamato l’attenzione del mondo sulla condizione contaminata della cristianità. I membri delle chiese praticano la loro adorazione in questo sedicente sistema di cose cristiano e contemporaneamente prendono parte al “rubare, assassinare e commettere adulterio e giurare falsamente”. Oltre che al Signore Gesù Cristo, essi fanno sacrifici religiosi ad altri dèi (Baal, Signori). In modo materialistico trasformano la loro struttura religiosa in una “semplice spelonca di ladroni”. (Ger. 7:9-11) Nonostante tutte queste cose detestabili a Geova, i fanatici religiosi della cristianità servono a parole Gesù Cristo e lo chiamano “Signore”. Così facendo credono di aggiustare tutto e che la loro adorazione sia gradita a Dio e a Cristo. Ma Gesù Cristo li sorprenderà chiamandoli “operatori d’illegalità”, perché non avranno fatto la volontà del Padre suo. — Matt. 7:21-23.

      8. Perché i fanatici religiosi della cristianità credono che la vita della loro struttura religiosa sia miracolosamente protetta?

      8 Come gli israeliti ai quali Geremia annunciò il messaggio di Geova, i fanatici religiosi della cristianità considerano il loro “tempio”, sul quale invocano il nome di Cristo, come se fosse un amuleto contro la calamità per mano di Dio. Additano la loro struttura cristiana di nome e dicono: “Il tempio di Geova essi sono!” (Ger. 7:4) La Chiesa Cattolica Romana pretende d’essere apostolica per aver messo insieme una linea di successori apostolici che risalirebbe ai dodici apostoli di Cristo. La Chiesa Anglicana (d’Inghilterra) fa qualcosa del genere per quanto riguarda i suoi “vescovi” (il clero episcopale). I patriarcati delle Chiese Ortodosse Orientali si basano su una presunta ininterrotta successione di vescovi che risalirebbe ai dodici apostoli, i quali, essi affermano, ebbero dei successori apostolici. Il papato romano sostiene di essere edificato sull’apostolo Pietro, “questa pietra”, e che quindi le “porte dell’inferno” non possono prevalere contro di esso. (Matt. 16:18, 19, Nardoni) A causa di questa presunta continuità dai giorni di Cristo, essi ritengono che la vita della cristianità sia miracolosamente protetta, immune dallo sterminio.

      9, 10. (a) Quale domanda sorge circa gli adoratori che confidano nell’‘immunità’ della cristianità? (b) Geova cosa comandò a Geremia di dire riguardo ai giudei che confidavano nel loro tempio?

      9 Comunque, se uno ripone la propria fiducia nell’‘immunità’ della cristianità, ne garantisce questo la protezione dalla calamità e dalla distruzione assieme a lei? L’apostolo Paolo avverte che negli “ultimi giorni” gli uomini avrebbero avuto “una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza; e”, aggiunge, “da questi allontanati”. (2 Tim. 3:1-5) Perciò, se una persona partecipa a riti esteriori in un’istituzione o edificio che si dice sia dedicato a Dio, ma che nello stesso tempo è profanato da un miscuglio di falsa religione e mondanità, le garantisce questo la protezione dall’espressione del giusto disfavore di Dio? Ebbene, cosa comandò Geova a Geremia di dire agli israeliti che confidavano nel loro “tempio”? Ascoltate:

      10 ‘“Andate, ora, al mio luogo che era in Silo [una trentina di chilometri a nord di Gerusalemme], dove feci risiedere prima il mio nome, e vedete che cosa gli feci a causa della malizia del mio popolo Israele. E ora per la ragione che continuaste a fare tutte queste opere”, è l’espressione di Geova, “e io continuai a parlarvi, levandomi di buon’ora e parlando, ma voi non ascoltate, e continuai a chiamarvi, ma voi non rispondeste, di sicuro farò anche alla casa sulla quale è stato invocato il mio nome, nella quale voi confidate, e al luogo che diedi a voi e ai vostri antenati, proprio come feci a Silo. E di sicuro vi caccerò d’innanzi alla mia faccia, proprio come cacciai tutti i vostri fratelli, l’intera progenie di Efraim”’. — Ger. 7:12-15.

      11. Ai giorni di Samuele, cos’era accaduto a Silo da scuotere la sensibilità religiosa degli israeliti?

      11 Ciò che era accaduto a Silo ai giorni del giovane profeta Samuele aveva scosso la sensibilità religiosa degli israeliti. Essi confidavano che la sacra arca del patto li salvasse dalla sconfitta per mano dei filistei. Fu quindi portata fuori dal Santissimo del tabernacolo situato a Silo, e sacerdoti che violavano la legge, i figli del sommo sacerdote Eli, la portarono in battaglia. Ma l’Arca non li protesse dalle conseguenze delle loro violazioni della legge di Geova. Infine l’Arca cadde nelle mani dei pagani filistei; Ofni e Fineas, i sacerdoti figli di Eli, vennero uccisi e, ricevuta la triste notizia, il grasso sommo sacerdote Eli cadde all’indietro, si ruppe il collo e morì. Gli israeliti continuarono a essere oppressi dai filistei, e l’Arca, simbolo della presenza di Geova, non tornò più al suo posto nel sacro tabernacolo di Silo, pur essendo stata restituita dagli idolatri filistei colpiti da una piaga. — 1 Sam. 3:1–7:2.

      12. In che modo Geova trattò Gerusalemme e il paese di Giuda come aveva trattato Silo?

      12 Per bocca di Geremia, Geova avvertì che avrebbe fatto a Gerusalemme la stessa cosa fatta a Silo, che un tempo aveva goduto del suo favore. Lasciò pertanto che i babilonesi distruggessero Gerusalemme nel 607 a.E.V. Anche il tempio costruito dal re Salomone, e che ospitava l’arca del patto, fu demolito. L’Arca stessa sparì senza lasciare traccia, per cui oggi non se ne conosce la sorte. Dopo che la calamità si fu abbattuta su Silo, i filistei permisero agli israeliti di rimanervi. Ma dopo la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio ad opera dei babilonesi, questi portarono in esilio nella lontana Babilonia la maggior parte dei giudei sopravvissuti. I pochi rimasti abbandonarono infine il paese terrorizzati e fuggirono in Egitto. Questo lasciò disabitato l’intero paese di Giuda. Così Geova cacciò d’innanzi alla sua faccia quei giudei che avevano violato il patto!

      13. Quell’esempio di fiducia mal riposta quale lezione dovrebbe insegnarci?

      13 Impariamone la lezione. Non confidiamo in ciò che il clero della cristianità considera un amuleto religioso che la salverà dall’estinzione. La “grande tribolazione” che fra breve si abbatterà su di lei sarà peggiore di quella che colse di sorpresa Gerusalemme e il suo tempio 37 anni dopo che Gesù ebbe purificato quest’ultimo, ormai trasformato in una “semplice spelonca di ladroni” e perciò contaminato. — Matt. 24:1, 2, 21, 22.

      DALLA SANTITÀ ALLA CONTAMINAZIONE

      14. Perché non dobbiamo pregare che Dio risparmi la cristianità?

      14 Nessun vero adoratore dell’Iddio della Bibbia pregherà che alla cristianità non capiti mai una cosa del genere, una cosa così strana. Geova ordinò al suo profeta Geremia di non pregare che Gerusalemme e il suo tempio profanato venissero risparmiati dall’esecuzione della Sua giusta indignazione. La moderna controparte di Gerusalemme, la cristianità, si è dimostrata irriformabile. Dopo tutti questi anni in cui Geova ha inviato i suoi testimoni cristiani ad avvertire i popoli della cristianità, essa continua imperterrita nella sua malvagità, fino a divenire imperdonabile. — Ger. 7:18-26; 5:7-9.

      15, 16. (a) A causa di quale modo d’agire la cristianità non merita commiserazione? (b) Per darne un esempio, cosa disse Geova in Geremia 7:30, 31?

      15 Non dovremmo commiserare la cristianità perché la sua distruzione influirà su così tante vite umane. La sua condotta ha recato grande biasimo su Dio. Perché, prima di tutto, non dobbiamo pensare a lui? Egli è più importante di tutte le creature umane. Pensate al disonore recato sul suo nome dalla cristianità, con le centinaia di milioni di membri delle sue chiese, e alla persecuzione dei suoi fedeli testimoni che proclamano i suoi avvertimenti e i suoi salvifici consigli. Abbiamo più compassione per uomini incuranti e disubbidienti che per il nome dell’Iddio Altissimo? È vero che la loro distruzione assieme alla cristianità ci rincresce, ma la loro attuale vergognosa condotta religiosa non è meno deplorevole. Per spiegarlo, Geova disse:

      16 “‘I figli di Giuda han fatto ciò che è male ai miei occhi’, è l’espressione di Geova. ‘Hanno messo le loro cose disgustanti nella casa sulla quale è stato invocato il mio nome, per contaminarla. E hanno edificato gli alti luoghi di Tofet, che è nella valle del figlio di Innom [fuori delle mura meridionali di Gerusalemme], per bruciare [che cosa?] i loro figli e le loro figlie nel fuoco, cosa che io non avevo comandata e che non mi era mai salita in cuore’”. — Ger. 7:30, 31; nota Levitico 18:21; 20:2-5.

      17. (a) Quale domanda sorge circa la pietà per le vittime dei sacrifici umani e per i genitori che le offrivano? (b) Chi aveva avuto l’idea di fare sacrifici umani?

      17 Ebbene, in quanto ad avere pietà, per chi ne proviamo di più? Per i genitori idolatri che dovevano fare i conti con Geova o per i figli e le figlie che urlavano mentre venivano offerti come sacrifici umani al falso dio Molec (Re), su un elevato altare a Tofet, nella valle del figlio di Innom? (Ger. 32:35) Come potevano quei genitori senza cuore abbinare il culto della diabolica divinità idolatrica, Molec, con l’adorazione praticata nel santo tempio appena a nord della valle? Non era per comando di Geova che offrivano sacrifici umani a un falso dio. L’idea di fare sacrifici umani era salita in cuore a quegli apostati religiosi, ma mai a Geova Dio. Cosa meritavano quelli che cercavano di mischiare tale culto con l’adorazione di Geova?

      18. Numericamente, come sono quegli antichi sacrifici in paragone con quelli offerti di recente dalla cristianità in meno di un secolo?

      18 I sacrifici di bambini compiuti da quei rinnegati “figli di Giuda” diventano insignificanti, come numero, se paragonati ai sacrifici umani offerti dalla cristianità ai suoi dèi non cristiani durante i secoli. Pur pretendendo d’essere il visibile regno del Principe della pace, essa ha offerto innumerevoli figli e figlie all’iddio della guerra, il suo Molec o “Re”. In meno di un secolo ha sacrificato decine di milioni dei migliori giovani delle sue chiese nelle due più sanguinose guerre di tutta la storia umana e in molte guerre minori. In modo blasfemo, la cristianità chiama tutto ciò cristianesimo. Considera questi sacrifici “il sacrificio supremo”, che garantisce alle vittime l’immediato accesso al cielo alla presenza di Cristo!

      SACRIFICI CHE GEOVA DIO GRADISCE

      19. Cosa significa per un cristiano presentare il proprio corpo come “sacrificio vivente, santo” a Dio?

      19 Tali sacrifici non sono quelli che Geova Dio raccomanda ai seguaci di suo Figlio Gesù Cristo. In Romani 12:1, 2 egli ispirò invece l’apostolo Paolo a scrivere: “Vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare. E cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. Che il cristiano presenti il proprio corpo come “sacrificio vivente, santo”, non significa che debba suicidarsi o farsi uccidere da un sacerdote come offerta su un altare. Quello non sarebbe ‘sacro servizio con la propria facoltà di ragionare’. Significa piuttosto che il cristiano deve vivere una vita di abnegazione, dedita al servizio di Dio, non che debba deliberatamente fare il martire per far bella figura.

      20. Vivendo in modo “accettevole a Dio”, quali sacrifici un cristiano può offrire a Dio?

      20 Continuando a vivere in maniera “accettevole a Dio”, il vero cristiano può offrire a Dio i sacrifici menzionati in Ebrei 13:15, 16: “Per mezzo di lui [Cristo, sommo sacerdote di Dio] offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome. Inoltre, non dimenticate di fare il bene e di condividere con altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici”.

      21. Rivolgendosi al suo popolo eletto, a cosa diede importanza Geova più che alle offerte di vittime animali, e quindi cosa si può dire dei sacrifici umani?

      21 I sacrifici appena descritti non consentono che si mischi l’adorazione di Geova con l’offerta di vittime umane o animali ai falsi dèi di questo mondo. (Isa. 42:8) La prima cosa che Dio esige dal suo popolo è l’ubbidienza, l’ubbidienza alla “buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. Quando liberò il popolo eletto dalla mortifera oppressione dell’antico Egitto, Geova non mise in risalto, come se fossero state di primaria importanza, le offerte di sacrifici animali: “Ma espressi in effetti questa parola in comando su di loro, dicendo: ‘Ubbidite alla mia voce, e di sicuro io diverrò vostro Dio, e voi stessi diverrete mio popolo; e dovrete camminare in tutta la via che io vi comanderò, onde vi vada bene’”. (Ger. 7:22, 23; 1 Sam. 15:22) Perciò, se Geova non aveva preteso dal suo popolo eletto sacrifici animali, quanto meno avrebbe chiesto loro di fare sacrifici umani! L’idea di sacrifici umani, come quelli offerti a Baal o Molec, non gli era mai “salita in cuore”. — Ger. 7:31.

      22, 23. (a) Perché la cristianità, con la sua reputazione di feroce spargitrice di sangue umano, non ha offerto sacrifici accettevoli a Dio? (b) Per sapere se resterà impunita, cosa fu detto che sarebbe accaduto al suo antico prototipo?

      22 La cristianità, nonostante la sua reputazione di feroce spargitrice di sangue umano, non ha offerto a Dio i sacrifici che gli sono graditi. Non ha ubbidito all’Iddio della Bibbia. (Mic. 6:6-8) Fino ad oggi non si è pentita della sua condotta disubbidiente e non ha offerto a Dio il sacrificio appropriato: “I sacrifici a Dio sono lo spirito rotto; il cuore rotto e affranto, o Dio, tu non disprezzerai”. (Sal. 51:17) Merita essa di restare impunita? Resterà impunita? Il suo antico prototipo, Gerusalemme, subì la meritata punizione, proprio come disse Geova:

      23 “‘Perciò, ecco, vengono i giorni’, è l’espressione di Geova, ‘in cui non si dirà più che sia Tofet e la valle del figlio di Innom, ma la valle dell’uccisione; e dovranno seppellire in Tofet senza che ci sia sufficiente luogo. E i corpi morti di questo popolo dovranno divenire pasto per le creature volatili dei cieli e per le bestie della terra, senza che alcuno li faccia tremare. E di sicuro farò cessare dalle città di Giuda e dalle vie di Gerusalemme la voce d’esultanza e la voce d’allegrezza, la voce dello sposo e la voce della sposa; poiché il paese non diverrà altro che un luogo devastato’”. — Ger. 7:32-34; 19:6-9.

      24. Quando si ebbe l’adempimento tipico di solenne profezia?

      24 L’adempimento di questa solenne profezia non si verificò durante il regno del re Giosia, che intraprese una campagna per abbattere gli idoli e profanò i luoghi dedicati al culto di Molec e di altri dèi demonici. (2 Re 23:3-20) La trasformazione di Tofet e della valle di Innom in una valle dell’uccisione, cosparsa di corpi di giudei, priva di tombe che impedissero a bestie e uccelli necrofagi di divorarli, ebbe luogo nel 607 a.E.V., quando, dopo un lungo assedio, Gerusalemme cadde in mano ai babilonesi, i miserevoli sopravvissuti furono deportati e la città fu devastata. Per 70 anni Gerusalemme e Giuda rimasero desolate. — 2 Cron. 36:17-21.

      25. Stando così le cose, la cristianità non sfuggirà all’adempimento di quale profezia di Geremia?

      25 L’odierna cristianità, colpevole di sangue, permeata di usanze pagane, tradizioni umane, e di un miscuglio di filosofie pagane e insegnamenti biblici, non se la passerà meglio del suo antico prototipo. Non sfuggirà all’adempimento della profezia di Geova: “Una gran tempesta stessa si leverà dalle più remote parti della terra. E gli uccisi da Geova per certo saranno in quel giorno da un’estremità della terra fino all’altra estremità della terra. Su di essi non si farà lamento, né saranno raccolti o seppelliti. Diverranno come letame sulla superficie della terra”. (Ger. 25:32, 33) La cristianità non sopravvivrà quindi all’incombente “grande tribolazione”. (Matt. 24:1, 2, 21, 22) Per di più, tutto il resto dell’impero mondiale della falsa religione ne seguirà strettamente la sorte nella distruzione.

  • Dicono “Pace”, ma pace non c’è
    La Torre di Guardia 1980 | 15 gennaio
    • Dicono “Pace”, ma pace non c’è

      1. L’odierna classe di Geremia è inclusa fra quelli che proclamano “Pace!” mentre non c’è nessuna pace?

      IL PROFETA Geremia non era fra quelli che allora dicevano “Pace!” mentre non c’era nessuna pace. In modo simile, l’odierna classe di Geremia non è fra i portavoce della cristianità che imitano quelli che continuavano a dire “Pace!” ai giorni di Geremia. Alla fine, chi mostrerà di aver detto la verità: quelli che proclamano “Pace!” o i cosiddetti “profeti di sventura”?

      2, 3. (a) Dove sono costretti a guardare gli uomini in cerca di una pace durevole? (b) Per illustrare l’impotenza di una simile fonte di pace, cosa fu comandato a Geremia di dire?

      2 Perché gli affari mondiali abbiano esito pacifico gli uomini si sentono obbligati a cercare un aiuto soprannaturale, dall’alto. Ma non si rivolgono all’Iddio dell’antico profeta Geremia come Fonte di una pace stabile e duratura. Le forze soprannaturali in cui confidano per avere pace si riveleranno divinità false, assolutamente impotenti! Per avvertire tutti noi del crollo degli infondati sogni di pace da parte di re, principi, sacerdoti, profeti e della popolazione preoccupata quando i loro falsi dèi di pace li pianteranno in asso, l’ispirato profeta Geremia ricevette il comando di dire circa quel tempo:

      3 “‘In quel tempo [quello predetto in Geremia 7:32-34]’, è l’espressione di Geova, ‘[i conquistatori babilonesi] estrarranno anche le ossa dei re di Giuda e le ossa dei suoi principi e le ossa dei sacerdoti e le ossa dei profeti e le ossa degli abitanti di Gerusalemme dai loro sepolcri. E in effetti le spargeranno al sole e alla luna e a tutto l’esercito [sidereo] dei cieli ch’essi hanno amati [come oggetti d’adorazione] e che han serviti e dietro cui han camminato e che han cercato e a cui si sono inchinati. [Le ossa] non saranno raccolte, né saranno seppellite. Diverranno come letame sulla superficie della terra’”. — Ger. 8:1, 2.a

      4. Che cosa mostra la profanazione dei sepolcri circa gli adoratori di falsi dèi, e che cosa non meritano nemmeno?

      4 Sì, i corpi celesti, che risplendevano in modo così promettente sugli abitanti di Gerusalemme e del paese di Giuda, avrebbero guardato giù impotenti durante il calamitoso tempo in cui sarebbe stata risolta la controversia su chi fosse l’Iddio di verità. La profanazione dei sepolcri di persone importanti in campo religioso e politico avrebbe rivelato il disprezzo per quelli che adoravano falsi dèi in violazione dei Dieci Comandamenti di Geova. Anche la pace del loro riposo nella morte sarebbe stata turbata. (Giob. 3:13-19) Agli occhi di Geova, gli adoratori devoti a falsi dèi non si acquistano una santità protettiva, specialmente se pretendono d’essere vincolati all’Iddio della Bibbia come cristiani e tuttavia ne violano i comandamenti chiaramente espressi. (Eso. 20:1-6; 1 Giov. 5:21; 2 Cor. 6:16) Non meritano nemmeno il rispetto per i morti.

      5. In che modo i persecutori dei testimoni di Geova riscontreranno che gli scherni rivolti a Geova si applicano ai loro stessi dèi?

      5 Verrà quindi il giorno della resa dei conti per tutti quelli che hanno perseguitato i cristiani testimoni di Geova, schernendoli con le provocatorie parole: ‘Dov’è il vostro Dio Geova? Venga ora a salvarvi!’ (Sal. 22:7, 8) Nell’incombente “grande tribolazione” in cui crollerà la cristianità, i persecutori che l’hanno assecondata con le loro azioni scopriranno se i loro falsi dèi possono aiutarli. Allora sapranno che i loro dèi sono incapaci di salvarli dal giudizio dell’Iddio che ridicolizzavano.

      6, 7. (a) Cosa avrebbero preferito quelli deportati a Babilonia, e perché? (b) Nonostante gli appelli di Geova perché si torni a lui, in che modo la reazione è stata simile a quella dei giorni di Geremia?

      6 Al tempo di Geremia dovevano esserci sopravvissuti alla distruzione di Gerusalemme. Che dire di loro? Dovevano essere deportati nel paese di Babilonia. Là, per quanto li riguardava, ‘la morte sarebbe stata più desiderabile della vita’. (Ger. 8:3, Diodati) Sebbene Geova facesse appello agli israeliti che violavano il patto perché tornassero a lui in una pacifica relazione, essi scelsero la “condotta popolare” di questo mondo, fino al 607 a.E.V. Perciò non posero nessun saldo fondamento per un pacifico futuro sotto la benedizione di Geova. Nei tempi moderni, anche la cristianità ha scelto la condotta popolare. Per decenni ormai, dal 1919 E.V., la classe di Geremia, composta dagli unti testimoni di Geova, ha annunciato la via per ristabilire pacifici rapporti con l’Iddio della Bibbia. Ma la maggioranza dei membri delle chiese della cristianità hanno rifiutato di prestare ascolto. È proprio come disse Geremia:

      7 “Perché mai questo popolo, Gerusalemme, è infedele di un’infedeltà durevole? Hanno afferrato l’inganno; han rifiutato di volgersi indietro. . . . Non c’era un uomo che si pentisse della sua malizia, dicendo: ‘Che ho fatto?’ Ciascuno torna alla condotta popolare”. — Ger. 8:4-6.

      8. Sia allora che oggi, il problema consisteva nel mancato uso di quali facoltà di discernimento?

      8 Qual era il problema ai giorni di Geremia, nel tempo in cui Geova stava ispezionando il popolo del suo patto? E qual è oggi il problema degli aderenti alla cristianità? Era ed è il mancato uso delle proprie facoltà di discernimento, come quelle di cui sono dotati gli uccelli migratori per discernere l’arrivo della primavera. Gli uccelli del nord, rifugiatisi nei caldi climi del sud durante l’inverno settentrionale come quello della Palestina, tornano prontamente ai loro luoghi di dimora e di riproduzione a nord. “Ma”, dice Geova per fare un contrasto, “in quanto al mio popolo, non ha conosciuto il giudizio di Geova”. (Ger. 8:7) Avvenne la stessa cosa ai giorni di Gesù e degli apostoli, prima che i romani distruggessero Gerusalemme nel 70 E.V. (Matt. 16:2-4; Luca 19:44) Lo stesso si può dire della cristianità del nostro tempo, tempo in cui è presente la classe di Geremia.

      FRATTURA NON SANATA

      9, 10. (a) Per quale motivo il clero della cristianità si ritiene saggio e versato nella legge? (b) Smentendo le loro pretese, cosa predice Geova quale risultato del loro modo d’agire?

      9 Il clero della cristianità si ritiene saggio, principalmente non per il fatto di avere la Bibbia ma per essere stato istruito nei seminari teologici. Affermano risolutamente di conoscere la legge dell’Iddio della Bibbia e di sapere come interpretarla e applicarla. Ma l’Iddio della Bibbia è di diverso avviso. Vede già nel prossimo futuro, quando essi dovranno affrontare le conseguenze del modo in cui hanno amministrato la cristianità. In anticipo Geova dice:

      10 “Come potete dire: ‘Siamo saggi, e la legge di Geova è con noi’? Di sicuro, ora [allo scoppio dei guai finali], il falso stilo dei segretari ha operato nell’assoluta falsità. I saggi si sono vergognati. Si sono atterriti e saranno presi. Ecco, han rigettato la medesima Parola di Geova, e quale sapienza hanno? Perciò [all’invasione delle forze nemiche] darò le loro mogli ad altri uomini, i loro campi a quelli che prendono possesso; poiché, dal più piccolo fino al più grande, ciascuno fa guadagno ingiusto; dal profeta fino al sacerdote, ciascuno agisce falsamente”. — Ger. 8:8-10.

      11, 12. (a) In che senso lo “stilo dei segretari” della cristianità “ha operato l’assoluta falsità”? (b) Secondo Geremia 8:9, per quale motivo la penna degli scrittori della cristianità scrive falsità?

      11 Scrivendo cose contrarie a ciò che Geova ha predetto, lo “stilo dei segretari” dell’odierna cristianità si dimostrerà fra breve una penna ‘falsa’. Non ha scritto la verità. Di conseguenza, in questo “tempo della fine” in cui tanto si e scritto a favore della cristianità, quella penna o “stilo” religioso ha certamente “operato nell’assoluta falsità”. (Dan. 12:9) Perché?

      12 “Ecco”, disse Geova in Geremia 8:9, “[i presunti saggi] han rigettato le medesima parola di Geova, e quale sapienza hanno?” Sì, gli ecclesiastici della cristianità scelgono forse come tema un versetto della Bibbia, ma nella predica che segue si allontanano da ciò che dice la Bibbia. Insegnano tradizioni umane che rendono la scritta Parola di Dio senza valore. Parlano di politica o discutono un popolare programma di riforme sociali. Si atteggiano a “saggi” nelle cose di Dio, ma antepongono la filosofia greca e la “sapienza di questo mondo” a quello che la Bibbia dice sull’anima umana, sulla condizione dei morti, sulla personalità di Dio, e così via. (1 Cor. 3:19) Ma si stanno cacciando in una trappola. Alla fine saranno “presi” dal fallimento dei loro propri metodi, saggi dal punto di vista mondano. Saranno svergognati e ne affronteranno le terrificanti conseguenze.

      13. Su chi ricade gran parte della responsabilità se i membri delle chiese della cristianità fanno “guadagno ingiusto”, dal piccolo al grande? E perché?

      13 Gli ecclesiastici hanno incoraggiato i propri “greggi” in imprese mondane che promettono fama o ricompense materiali. Hanno favorito i ricchi a danno dei poveri. Hanno richiesto un compenso finanziario per i loro servizi religiosi. Avendo dato un esempio del genere, devono addossarsi gran parte della responsabilità se i membri delle loro chiese, dal piccolo al grande, mettono all’ultimo posto gli interessi spirituali e al primo posto il “guadagno ingiusto” o “guadagno disonesto”. (1 Piet. 5:1, 2) Com’è dunque appropriato che Geova lasci che tali sedicenti cristiani perdano tutto il loro “guadagno ingiusto” nell’imminente “grande tribolazione” che si abbatterà sulla cristianità! La profetica Parola di Geova si avvererà in tal modo su di loro.

      14. In che misura il clero ha sanato la frattura spirituale della cristianità?

      14 Gli ecclesiastici della cristianità sono ancora ritenuti medici spirituali. Ma dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, sono forse riusciti a sanare la ferita spirituale, “la frattura [ebraico: shéber]”, subita dalla cristianità? La storia degli oltre sessant’anni trascorsi fornisce la risposta per quanto riguarda il clero e gli esponenti religiosi suoi collaboratori. Essa mostra che non sono riusciti a eliminare la causa principale di ciò che affligge la cristianità, per cui essa non sopravvivrà alla “grande tribolazione” ma subirà la distruzione secondo l’avverso giudizio di Dio. Continuano semplicemente a curare i sintomi, ma non la vera causa per cui la cristianità è condannata da Dio. Ne hanno sanato la frattura superficialmente, in modo insignificante, a fior di pelle, “con leggerezza”, come se agli occhi di Geova Dio fosse una piccolezza.

      15. Il clero come considera i rimedi religiosi che ha prescritto, e con quali parole rassicura i propri greggi?

      15 Dalla fine della prima guerra mondiale la cristianità ha visto una straordinaria crescita nel numero dei propri membri. Ma che dire della condizione spirituale di questi membri e della loro relazione con Dio? I rimedi religiosi prescritti dal clero non hanno migliorato le cose, non hanno impedito alla corrotta mondanità di invaderne le chiese. Non è necessario scendere nei particolari. Il clero nutre notevole fiducia nei propri rimedi. Con parole che non aiutano certo i loro greggi malati a stare in guardia, gli odierni “sacerdoti” e “profeti” continuano a rassicurare la cristianità con le parole “C’è pace! C’è pace!” o “Bene! Bene!”. — Ger. 8:11; Garofalo; vedi anche La Bibbia di Gerusalemme.

      16. In che modo il clero dice il contrario di quel che dice la classe di Geremia?

      16 Perciò questi capi religiosi agiscono falsamente. Lasciano intendere ai loro greggi che nella cristianità non ci sia nulla di fondamentalmente sbagliato. Asseriscono che la sua relazione con Dio è buona, e che quindi non ci sia da aspettarsi nessuna tribolazione da parte Sua. Non si presti dunque attenzione, essi dicono, alle predizioni fatte dalla classe di Geremia circa un’imminente distruzione della cristianità in una “grande tribolazione”. — Ger. 6:14.

      17. Perché in effetti non c’è pace fra Geova e la cristianità?

      17 La minacciosa situazione è pertanto falsata dai portavoce della cristianità che danno assicurazioni di pace “quando non c’è nessuna pace”. La relazione fra Geova Dio e la cristianità non è per nulla pacifica. I suoi peccati non sono coperti dal sacrificio espiatorio di Cristo. Il cumulo dei suoi peccati, che si innalza fino al cielo, è imperdonabile. Perciò Dio non è in pace con lei. L’attende la distruzione, non la “pace” o prosperità spirituale, perché il suo clero e i membri delle sue chiese hanno impudentemente “fatto pure ciò che era detestabile” a Geova. — Ger. 8:12.

      18. In che modo la distruzione si abbatterà sulla cristianità, e quanto sarà estesa?

      18 Vista la condizione impreparata del clero e dei suoi greggi, la distruzione si abbatterà su di loro “all’improvviso”, sì, come “in un momento”. (Ger. 4:20; 6:25, 26) Dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, Geova ha fatto una meticolosa ispezione della cristianità, e fra breve, nel tempo da lui fissato, le presterà la debita attenzione, come fece con l’antica Gerusalemme. Allora i suoi fanatici sostenitori, oggi sicuri di sé, inciamperanno e cadranno nella distruzione. Geova farà piazza pulita; non ci saranno avanzi o rimanenze. Qualsiasi cosa materiale Geova abbia permesso loro di acquistare ‘passerà da loro’ finendo nelle mani dei nemici. — Ger. 8:12, 13.

      19. (a) Gesù cosa disse ai suoi discepoli di fare quando avrebbero visto approssimarsi la distruzione di Gerusalemme? (b) Al tempo di Geremia, cosa fecero quelli che erano in aperta campagna, vedendo poi crollare le loro speranze?

      19 Nel lontano 33 E.V., quando predisse la distruzione che doveva abbattersi su Gerusalemme nel 70 E.V., cosa disse Cristo ai giudei di fare? Disse loro di uscire da Gerusalemme e da tutta la provincia della Giudea quando avrebbero visto avvicinarsi l’incombente distruzione. Chi fosse stato nel campo o in zone rurali non sarebbe dovuto entrare a Gerusalemme ma avrebbe dovuto abbandonare immediatamente la Giudea, se voleva sopravvivere. (Matt. 24:15-18, Luca 21:20, 21) Al tempo di Geremia, all’avvicinarsi dei conquistatori babilonesi il popolo ritenne meglio lasciare l’aperta campagna e rifugiarsi a Gerusalemme e in altre città fortificate. Durante l’assedio, preferivano restare in silenzio lì, in quelle presunte roccaforti, fino alla morte se necessario. Ma l’aiuto di Geova, l’Iddio del loro tempio, non giunse. Al contrario, egli lasciò che bevessero una pozione amara, una mortifera “acqua avvelenata”. A motivo delle assicurazioni date dai “falsi profeti, “c’era speranza di pace”, ma che accadde? “Ma non venne nessun bene; di un tempo di guarigione, ma, ecco, il terrore!” Nei loro orecchi risuonavano i rumori, o le notizie, delle distruttive forze d’invasione. — Ger. 8:14-16.

      20. Secondo Geremia 8:17, chi avrebbe inviato le forze sterminatrici, e come si adempì questa profezia?

      20 Al tempo di Geremia fu Geova a mandare i suoi distruttivi agenti contro gli israeliti che avevano violato il patto. Avevano fatto cose detestabili dinanzi a lui, profanandone il tempio e il paese. “‘Poiché, ecco, io mando fra voi serpenti, serpi velenose, per cui non c’è incanto, e per certo vi morderanno’, è l’espressione di Geova”. (Ger. 8:17) In Israele non c’era più Mosè che innalzasse un serpente di rame su un palo affinché gli israeliti fossero guariti dal morso dei serpenti semplicemente volgendo con fede lo sguardo al serpente di rame. (Num. 21:4-9; Giov. 3:14, 15) I distruttori o desolatori babilonesi facevano sul serio; in quel 609 a.E.V. gli israeliti assediati non poterono fare nulla per incantarli onde non portassero a termine il mandato divino. Le “città fortificate” in cui gli israeliti si erano rifugiati non poterono proteggerli dal giudizio di Geova.

      21. In che modo, in Geremia 8:18, 19, Geova mostrò che in cuor suo non provava alcun piacere nel recare quella calamità nazionale?

      21 Geova non provava in cuor suo alcun piacere nel recare questa calamità nazionale. Perciò diede dovuto avvertimento, predicendo la desolazione del paese di Giuda e la deportazione della maggior parte dei sopravvissuti nella lontana Babilonia. Lì i miseri deportati, sgomenti per l’‘opera strana’ di Geova, gli avrebbero rivolto invocazioni d’aiuto. Per cui egli disse: “Una mestizia che è oltre la guarigione è sorta in me. Il mio cuore è malato. Ecco, c’è il suono dell’invocazione di soccorso della figlia del mio popolo dal paese lontano [Babilonia]: ‘Non è Geova in Sion? O non è in essa il suo re?’” — Ger. 8:18, 19.

      22. Perché quell’opera di Dio sembrava strana, e quale ragione indicò Geova?

      22 I giudei esiliati non riuscivano a capacitarsi che Geova potesse abbandonare Gerusalemme (Sion) in un simile stato di umiliazione, senza tempio quale casa del loro Dio, e senza un trono reale su cui sedesse un discendente del re Davide come unto re di Geova. Che biasimo per il Suo nome! Per quanto strano ciò sembrasse allora, l’imminente distruzione della cristianità sembrerà ancora più strana. Il motivo per cui questo accadrà è indicato da Geova nella sua risposta al grido di soccorso dei giudei esiliati: “Perché mi hanno offeso con le loro immagini scolpite, con i loro vani dèi stranieri?” — Geremia 8:19b; Isa. 28:21.

      23. Secondo Geremia 8:20, cosa accadrà alle speranze di salvezza degli aderenti alla cristianità che si basano sulle loro opere?

      23 Le speranze di salvezza della cristianità non sono scritturali; deve perire! Verrà il tempo in cui gli aderenti alla cristianità diranno: “La mietitura è passata, l’estate [in cui produrre mezzi di salvezza] è pervenuta alla fine; ma in quanto a noi, non siamo stati salvati!” (Ger. 8:20) Cerchiamo di non essere fra quelli che saranno costretti a dirlo!

      24. Lo sconforto suscitato da un messaggio calamitoso come il nostro è indicato da quale esclamazione di Geremia 8:21, 22?

      24 Chi oggi fa parte della cristianità può sentirsi affranto udendo un messaggio come il nostro. Molto tempo fa Geremia si rattristò alla prospettiva di veder distruggere il tempio in cui prestava servizio come sacerdote e sapendo che la nazione di cui faceva parte doveva subire il massacro e la dispersione. Disperando della guarigione spirituale del suo popolo, poté dire in tutta sincerità e senza alcuno spirito vendicativo: “Per la frattura [shéber, o frantumazione] della figlia del mio popolo son divenuto affranto [shabár]. Mi sono rattristato. Mi ha preso completo stupore. Non c’è nessun balsamo in Galaad? O non c’è nessun sanatore? Perché, quindi, non si è rimessa la figlia del mio popolo?” — Ger. 8:21, 22.

      25. Esiste oggi alcun rimedio per sanare la cristianità, e cosa dovrebbero fare ora quelli che desiderano pace durevole?

      25 La rovinosa condizione spirituale dell’antica Gerusalemme e del paese di Giuda era insanabile. Furono quindi effettivamente frantumati dai babilonesi nel 607 a.E.V. Oggi, in questa tarda ora, non esiste alcuno spirituale ‘balsamo di Galaad’ in grado di sanare la cristianità. Pertanto, prima che la distruzione si abbatta “all’improvviso” su di lei, ne fuggano tutti quelli che desiderano essere in vera e durevole pace con Geova Dio.

      (Questa serie di articoli sulla profezia di Geremia continua).

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