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Fuori delle tombe alla “risurrezione di giudizio”La Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
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21. (a) In quale condizione vogliamo morire, se moriamo prima della distruzione di Babilonia la Grande e della guerra di Har-Maghedon? (b) Quale altra possibilità abbiamo noi oggi?
21 Rimane ancora breve tempo prima della distruzione di Babilonia la Grande e della guerra di Har-Maghedon. Se moriamo prima d’allora, vogliamo morire degni d’essere conservati nella memoria di Dio, che è come essere tenuti nelle “tombe commemorative”. Quindi, al tempo fissato, udremo la voce del Figlio dell’uomo e verremo fuori con la prospettiva della vita eterna nel giusto nuovo ordine di cose di Dio, a una “risurrezione di vita”. Ma potremmo anche essere tra quelli della “grande folla” che non morranno ma che supereranno la guerra di Har-Maghedon ed entreranno direttamente nel nuovo ordine di cose di Dio.
22. Che cosa è dunque bene che facciamo ora, e con quale beneficio per noi stessi?
22 È dunque consigliabile che ora ci asteniamo dal praticare cose vili e ci prepariamo per il giusto nuovo ordine! Con amore per la giustizia facciamo bene a scegliere di fare ora cose buone in armonia con la volontà di Dio e imitando il suo Cristo! In tal modo ci avvieremo in anticipo sulla via della giustizia che conduce alla vita eterna in felice armonia con Dio.
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Origine dei riti e delle cerimonie della cristianitàLa Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
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Origine dei riti e delle cerimonie della cristianità
NELLA sua opera Ecclesiastical History John Lawrence von Mosheim parla del compromesso che fece la cristianità sin dai suoi inizi ai giorni di Costantino perché più pagani accettassero il cristianesimo: “Mentre gli imperatori cercavano premurosamente di promuovere la religione cristiana, l’indiscreta pietà dei vescovi ne oscurava la vera natura e ne indeboliva le energie, con la moltiplicazione di riti e cerimonie. L’osservazione di Agostino è ben nota: Che il giogo posto una volta sui Giudei era più sopportabile di quello posto su molti cristiani della sua epoca. Poiché i vescovi cristiani introdussero nell’adorazione cristiana, con minimi cambiamenti, quei riti e quelle istituzioni coi quali precedentemente i Greci, i Romani e altre nazioni avevano manifestato la loro pietà e riverenza verso le loro divinità immaginarie; supponendo che la gente avrebbe accettato il cristianesimo più prontamente, se avesse visto che i riti che le erano stati trasmessi dai suoi padri esistevano ancora immutati fra i cristiani, e se scorgevano che Cristo e i martiri erano adorati nella stessa maniera, come lo erano precedentemente i loro dèi.
“Naturalmente, v’era poca differenza, in quei tempi, fra la pubblica adorazione dei cristiani e quella dei Greci e dei Romani. In entrambe v’erano splendide vesti, mitrie, tiare, ceri, pastorali, processioni, lustrazioni, immagini, vasi d’oro e d’argento, e innumerevoli altre cose. Non appena Costantino ebbe rinunciato alla religione dei suoi antenati, furono eretti ovunque magnifici templi, che vennero adornati con figure e immagini, e che sia nella forma esterna che in quella interna erano molto simili ai luoghi consacrati e ai templi degli dèi. Questi templi . . . furono consacrati con gran pompa, e con riti presi a prestito in grande misura dall’antico codice pontificale dei Romani”. — Pagg. 276, 277, Libro II, Parte, Capitolo IV.
I primi cristiani, anziché prendere a prestito dai pagani, diedero ascolto al comando divino: “‘Uscite di mezzo a loro e separatevi’, dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa impura’”. In tal modo essi diedero l’esempio per i veri cristiani d’oggi. — 2 Cor. 6:17.
“Benedico il Signore in ogni tempo, e sempre la sua lode ho sulla bocca. L’anima mia si gloria nel Signore, gli umili l’ascoltano e ne gioiscono. Magnificate il Signore con me ed esaltiamo insieme il suo Nome. Ho cercato il Signore e mi ha esaudito, e da tutti i miei timori mi ha liberato”. — Sal. 34:1-4, NM; 34:2-5, Na.
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