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  • Splendida raccolta di ricordi della Cina
    Svegliatevi! 1974 | 22 gennaio
    • Tuttavia non è solo il merletto ad affascinare. Sono state intagliate sfere dentro sfere da un solo pezzo d’avorio. Fra queste ce n’è una con tredici strati mobili, uno dentro l’altro. Ciascuna palla si può far girare dentro le altre.

      Un’altra cosa ancora è ciò che forse rappresenta il più elegante cestino da pranzo del mondo. È formato da una serie a strati di cassette ovali d’avorio scolpito così finemente che ciascuno ha uno spessore inferiore a quello di uno stuzzicadenti piatto. È una sorta di schermo che lascia passare l’aria in modo da tenere il cibo al fresco, tuttavia impedendo che vi entrino gli insetti. Bisogna convincere alcuni visitatori che non è fatto di merletto rigidamente inamidato!

      La miniaturizzazione è un’altra dote dei Cinesi. La collezione d’avorio include una barchetta per gite lunga solo cinque centimetri. Ogni particolare è netto e chiaro. Si vedono i passeggeri dentro la barca, e si possono far scorrere avanti e indietro i finestrini della cabina.

      Ecco che siamo arrivati al presente, eppure non ho nemmeno menzionato le mie lacche intagliate. Venivano attentamente applicati su una superficie fino a trentasei strati di lacca, ciascuno dei quali si seccava ed era smerigliato, seguito poi da un altro. Quindi l’intagliatore faceva il suo lavoro. Il suo compito era di intagliare la lacca, non il legno sotto di essa. In alcuni casi venivano applicate lacche di diversi colori, e l’intagliatore intagliava fino allo strato del colore desiderato, senza penetrarlo. Alcuni dei miei pezzi sono intagliati profondamente e hanno tre colori nei loro disegni.

      Una delle mie collezioni più ricche è quella della giada. L’ho conservata perché non appartiene a nessuna dinastia. Il rispetto dei Cinesi per la giada è il filo d’ordito del lungo arazzo della nostra storia culturale. Possiedo sia le più antiche che le più grandi giade del mondo. Fra le giade più recenti posso mostrarvi un gambo di cavolo cinese dallo stelo bianco con in cima un ciuffo di foglie verdi e due cavallette verdi. Tutto questo fu fatto senza vernice o tinta, ma lo scultore si servì del suo occhio esperto per riconoscere le possibilità della direzione del colore nel materiale greggio.

      Le mie pitture su rotoli

      E che dire delle pitture? Nei rotoli cinesi la mia storia è assai esplicita. Se mai venite a visitarmi, spero che sia esposto almeno uno dei due famosi rotoli. “La Città del Catai” è un rimarchevole documento sulla vita nelle passate dinastie. È un rotolo orizzontale o manuale, lungo undici metri e mezzo! Lo spettatore parte dalla foce di un fiume; e l’occhio viaggia lungo le sue rive attraversando campagne e zone isolate per giungere infine alla città. Migliaia di figure, minuscole e complicate, popolano la scena. Da esse si ha un’immagine della vita, del modo di vestire, del commercio, una veduta pittorica del passato più eloquente delle parole.

      L’altro grande rotolo manuale si chiama “I Cento Cavalli”. È un paesaggio lungo 7 metri e 75 centimetri, pieno di cavalli d’ogni specie in ogni fase di impiego e di vita. Uno o due di essi sono morti. Lasciate prima che vi chieda, però, se notate che la pittura cinese ha uno “stile” che potete riconoscere. Potete additare ciò che ve la fa apparire cinese? Si tratta di due cose importanti. La prospettiva, che vi dà l’impressione d’essere sempre sospesi a un gancio per aria, oscillando sopra la scena mentre la si guarda. L’altra è l’assenza di ombre. La distanza si ottiene dipingendo le cose più scure se sono vicine a voi, e più chiare se sono distanti.

      Ne “I Cento Cavalli”, comunque, noterete che ci sono ombre. Inoltre, gli occhi dei cavalli sono lumeggiati, sistema non usato dai pittori cinesi. Tuttavia sentite ancora che questa pittura è cinese. Avete ragione. L’artista impiegò tutte le tecniche dello stile cinese, ma furono aggiunte quelle due tecniche occidentali. L’artista è noto in Cina col nome di Lang Shih-ning. Fu pittore alla corte della dinastia Ch’ing al principio del 1700. Comunque, nacque come Giuseppe Castiglione, e venne in Cina come sacerdote gesuita. È l’unico straniero considerato dai cinesi come pittore cinese.

      Oggetti impiegati nei riti buddisti

      Un’altra influenza straniera prese piede in Cina, tuttavia non fu assorbita e si perse nel massiccio abbraccio della popolazione cinese. Fu il buddismo, che conserva le sue forme e i suoi termini indiani ed esercita la sua potente influenza sul pensiero e sulla vita cinese. Perché io, un museo, lo menziono? Perché fa parte della mia raccolta di ricordi. Il buddismo esoterico (contenente misteri noti solo agli iniziati) venne dal Tibet per essere accettato e praticato nel Palazzo Imperiale di Peiping e nel Palazzo d’Estate di Jehol. La mia collezione include oggetti impiegati in questi riti. Sembra il corteggiamento alla morte. Posso mostrarvi un rosario di teschi di ferro, o un “grembiule” di avorio scolpito che doveva essere indossato dal sacerdote, pieno di teste di morto. Calici fatti da teschi umani come quelli che sono nella mia esposizione erano impiegati per mettervi le offerte agli dèi. Di solito si usavano solo teschi di nobili e sommi sacerdoti. Un altro oggetto ancora ricavato da un teschio è il tamburo impiegato nelle orchestre del tempio. È fatto con la cima di due teschi di bambini, uniti per la parte superiore, e le superfici aperte sono coperte di pelle d’agnello o di scimmia. Un altro strumento musicale è una tromba fatta con un osso di gamba umana su cui è stata montata un’imboccatura metallica. Non sono primitivi dal punto di vista artistico, ma sono elegantemente dipinti e ornati.

      Si è sorpresi dalla natura fondamentale delle somiglianze religiose, non solo nell’impiego dei rosari, ma anche negli oggetti di abbigliamento dei sacerdoti che sono nella mia esposizione. Le mitre della mia collezione corrispondono ai loro equivalenti delle religioni occidentali. Molti visitatori commentano questo fatto. Vi piacerebbe vedere dell’altro? Venite a farmi visita.

      Abbiamo solo scalfito la superficie di quello che ho da mostrarvi tra le copertine del mio libro di storia, nonché di ciò che ho da dirvi sulla storia del mio paese e del mio popolo, il più numeroso sulla faccia della terra. Ho ricordi molto remoti. — Da un collaboratore.

  • Cura dello shock
    Svegliatevi! 1974 | 22 gennaio
    • Cura dello shock

      ● Le persone gravemente ustionate possono morire per lo shock. Si devono sostituire immediatamente i liquidi che il corpo ha perduto. Un metodo impiegato dai medici era quello di somministrare trasfusioni di sangue alle vittime di ustioni. Ma nel Perù gli scienziati hanno fatto esperimenti con un’altra cura. In uno studio durato tre anni e mezzo, metà delle persone gravemente ustionate ricevettero una trasfusione di sangue; all’altra metà fu somministrata una soluzione di sale e bicarbonato di sodio. Essa si dimostrò efficace quanto il sangue per combattere lo shock. Non furono notati effetti tossici, mentre le trasfusioni di sangue si sono rivelate pericolose. Il trattamento presentato come alternativa consiste di un cucchiaino di sale e mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio sciolti in meno d’un litro d’acqua, che il paziente è incoraggiato a bere il più spesso possibile. La facilità con cui si può preparare questa soluzione in casa è un fattore chiave per salvare la vita.

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