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SallumAusiliario per capire la Bibbia
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(I Cron. 9:2, 3, 17-19, 31, 34; Esd. 2:1, 42; Nee. 7:45), riferimenti come quello alla “stanza da pranzo di Maaseia figlio di Sallum custode della porta” all’epoca di Geremia (Ger. 35:4) potrebbero indicare che il nome presente in elenchi posteriori all’esilio si riferisca a una casa paterna o famiglia di portinai, discendenti di un precedente Sallum. Questo sarebbe ulteriormente confermato se si tratta della stessa persona chiamata Selemia e Meselemia in I Cronache 26:1, 2, 9, 14, portinaio a E del santuario durante il regno di Davide.
2. Sedicesimo re del regno delle dieci tribù; figlio di Iabes. Verso il 791 a.E.V. Sallum in una cospirazione uccise Zaccaria, l’ultimo discendente regnante di Ieu, e diventò re in Samaria per un mese lunare, solo per essere assassinato da Menaem. — II Re 15:8, 10-15.
3. Figlio di Giosia, e re di Giuda per tre mesi prima di venir esiliato dal faraone Neco. (I Cron. 3:15; II Re 23:30-34; Ger. 22:11, 12) Altrove viene chiamato Ioacaz. — Vedi IOACAZ n. 3.
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SalmanAusiliario per capire la Bibbia
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Salman
(Sàlman o Salmàn).
Colui che aveva saccheggiato la casa di Arbel, menzionato da Osea nel profetizzare contro l’infedele regno settentrionale di Israele. Anche se nella Bibbia non vien fatta altra menzione di Salman né di Arbel, il riferimento casuale ma enfatico di Osea fa pensare che l’episodio fosse fresco nella mente dei suoi contemporanei. — Osea 10:14.
Gli Annali di Tiglat-Pileser III menzionano un principe di Moab di nome Salamanu, ma non c’è alcuna ragione storica per collegarlo con una “spoliazione” avvenuta in Israele.
Pertanto quasi sempre si ritiene che Salman sia una forma abbreviata di “Salmaneser”, nome di cinque re assiri. Il personaggio qui menzionato molto probabilmente sarebbe Salmaneser V, e infatti verso la fine del periodo durante il quale profetizzò Osea, Salmaneser V invase Israele e cinse d’assedio Samaria.
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SalmaneserAusiliario per capire la Bibbia
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Salmaneser
(Salmanèser) [il dio Sulman è capo].
Nome di cinque monarchi assiri; a quanto pare però solo due ebbero contatti diretti con Israele: Salmaneser III e Salmaneser V. Solo quest’ultimo è menzionato nella Bibbia.
1. Salmaneser III succedette al padre Assurnasirpal sul trono d’Assiria. In un’iscrizione egli si definisce “il re del mondo, il re senza rivali, il ‘Gran Dragone’, il (solo) potere entro i (quattro) cerchi (della terra)”. (J. B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts, p. 276) Si ritiene abbia regnato circa trentacinque anni, trentuno dei quali dedicati alle guerre combattute per conservare ed estendere il dominio assiro. Salmaneser III compì numerosi attacchi a O contro i regni aramei della Siria.
LA SUA ISCRIZIONE CHE SI PRESUME MENZIONI ACAB
Nell’iscrizione monolitica di Salmaneser III viene descritta la battaglia di Qarqar (presso Amat nella valle dell’Oronte), combattuta nel sesto anno del regno di Salmaneser. Là gli assiri affrontarono una coalizione nemica di dodici re, in prevalenza siri. Comunque nell’elenco compare un certo A-ha-ab-bu matSir-’i-la-a-a. Di solito nelle moderne opere di consultazione questo nome viene tradotto “Acab l’israelita”, e la partecipazione di Acab al combattimento come alleato dei siri è comunemente considerata un dato di fatto. Eppure la Bibbia non fa menzione di un avvenimento del genere e, nonostante l’apparente analogia dei nomi, ci sono valide ragioni per dubitare dell’identificazione di A-ha-ab-bu mº,Sir-’i-la-a-a con Acab di Israele.
Le iscrizioni di Salmaneser mostrano che, nel diciottesimo anno del suo regno, cioè dodici anni dopo la battaglia di Qarqar, egli combatté contro Azael di Damasco e inoltre vi si legge: “In quel tempo ricevetti il tributo degli abitanti di Tiro, Sidone, e di Ieu, figlio di Omri”. Quindi l’identificazione di A-ha-ab-bu col re Acab sarebbe in contraddizione con la cronologia biblica, la quale indica che tra la morte di Acab e il regno di Ieu ci fu un periodo di circa quattordici anni, durante i quali regnarono Acazia e Ieoram. (I Re 22:51; II Re 3:1) Anche se quasi tutti i commentatori collocano verso la fine del regno di Acab la sua presunta adesione all’alleanza sira, questo non rientra lo stesso nello schema della cronologia biblica. Consapevoli di questo problema, gli studiosi Kamphausen e Kittel hanno avanzato l’ipotesi che nei documenti assiri ‘il nome di Acab sia stato confuso con quello di Ieoram’. (Hastings, Dictionary of the Bible, Vol. I, p. 53) Nella Bibbia comunque non c’è alcuna indicazione che Ieoram abbia partecipato alla battaglia di Qarqar. È pure difficile spiegare perché Acab si sarebbe unito in una coalizione del genere con gli acerrimi nemici di Israele. Sembra dunque del tutto possibile che la traduzione di A-ha-ab-bu matSir-’i-la-a-a con “Acab l’israelita” non sia corretta.
ISCRIZIONI RIGUARDANTI AZAEL E IEU
In adempimento della profezia di Geova per mezzo di Elia, Azael, ciambellano di Ben-Adad re di Damasco, uccise il suo signore e diventò re, probabilmente verso la fine del regno di Ieoram (ca. 917-905 a.E.V.). (II Re 8:7-15) Un’iscrizione di Salmaneser III conferma questo, dicendo: “(Lo stesso) Adadezer [Adad-’idri, evidentemente Ben-Adad di Damasco] perì. Azael, un comune cittadino (lett. figlio di nessuno), usurpò il trono”. (Ancient Near Eastern Texts, p. 280) Conflitti con Azael sono menzionati nel diciottesimo e nel ventunesimo anno del regno di Salmaneser; gli assiri riportarono vittorie ma non riuscirono mai a prendere Damasco.
Il nome di Ieu re di Israele (ca. 905-876 a.E.V.) compare anche nell’Obelisco Nero di Salmaneser III (ora al British Museum) insieme a un bassorilievo che raffigura quello che sembra un ambasciatore di Ieu nell’atto di inginocchiarsi davanti al re assiro e presentargli dei doni. L’iscrizione dice: “Il tributo di Ieu (Ia-u-a), figlio di Omri (Hu-um-ri); ricevetti da lui argento, oro, una coppa d’oro da saplu, un vaso d’oro dal fondo a punta, bicchieri d’oro, secchi d’oro, stagno, uno scettro”. (Ancient Near Eastern Texts, p. 281) Questo tributo non è menzionato nella narrazione biblica riguardante Ieu, e, anche se un’azione del genere poteva benissimo esser stata compiuta dal re israelita, date le condizioni descritte in II Re 10:31-33, non si dovrebbe concludere che gli egocentrici monarchi assiri non si abbassassero a travisare i fatti, sia nelle loro iscrizioni che nei bassorilievi.
2. Salmaneser V, successore di Tiglat-Pileser III. Per ciò che riguarda i documenti secolari, il suo regno è oscuro e di breve durata. Si ignora se fosse un figlio di Tiglat-Pileser o un usurpatore. Un’iscrizione storica menziona che restaurò un tempio di Nabu a Borsippa, in Babilonia. Pare che abbia regnato per cinque anni su Babilonia sotto il nome di Ululaia. (Ancient Near Eastern Texts, p. 272, nota in calce 4) Inoltre Giuseppe Flavio cita Menandro di Tiro che descrive un assedio di quella città ad opera di Salmaneser V. (Antichità giudaiche, Libro IX, cap. XIV, 2) A parte questo, la Bibbia è la principale fonte di informazioni su questo re.
DOMINAZIONE DI ISRAELE
Durante il regno di Oshea re di Israele (ca. 748-740 a.E.V.), Salmaneser V penetrò in Palestina e Oshea diventò suo vassallo, costretto a pagargli un tributo annuo. (II Re 17:1-3) Ma in seguito Oshea smise di pagare il tributo e si scoprì che cospirava con So re d’Egitto. Perciò Salmaneser mise agli arresti Oshea e quindi assediò Samaria per tre anni, dopo di che la città ben fortificata alla fine cadde, e gli israeliti furono portati in esilio. — II Re 17:4-6; 18:9-12; confronta Osea 7:11; Ezechiele 23:4-10.
La Bibbia non attribuisce a Salmaneser la finale conquista di Samaria. Sargon II, che succedette a Salmaneser V sul trono d’Assiria, si vanta di aver conquistato la città. Anche se molti assiriologi ritengono che Salmaneser sia morto o sia stato assassinato durante l’assedio, e che Sargon II abbia portato a termine la conquista, se l’abbia fatto realmente è un argomento controverso. Ad ogni modo, documenti di Sargon menzionano la deportazione di 27.290 israeliti e il trasferimento a Samaria di abitanti di altri paesi conquistati. — Vedi Ancient Near Eastern Texts, pp. 284, 285.
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Salmi, libro deiAusiliario per capire la Bibbia
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Salmi, libro dei
Libro formato pare da cinque raccolte di canti sacri ([1] Sal. 1-41; [2] Sal. 42-72; [3] Sal. 73-89; [4] Sal. 90-106; [5] Sal. 107-150), raccolte che terminano tutte con una benedizione pronunciata su Geova. Sin dall’antichità i singoli salmi erano evidentemente numerati secondo la loro collocazione nel libro. Per esempio, quello che attualmente viene chiamato il “secondo salmo” aveva la stessa designazione anche nel I secolo E.V. — Atti 13:33.
STILE
La poesia del libro dei Salmi consiste di idee o espressioni parallele. (Vedi EBRAICO [La poesia ebraica]). Caratteristici sono i salmi acrostici o alfabetici. (Sal. 9, 10, 25, 34, 37, 111, 112, 119 e 145) In questi salmi il verso iniziale o tutti i versi della prima strofa iniziano con la lettera ebraica ‘àleph, il verso o i versi successivi con la lettera behth, e così via per tutte o quasi tutte le lettere dell’alfabeto ebraico. Questo poteva servire come aiuto mnemonico.
SOPRASCRITTE
Le intestazioni o soprascritte all’inizio di molti salmi identificano lo scrittore, forniscono informazioni ambientali, provvedono istruzioni musicali o indicano l’uso o lo scopo del salmo. (Vedi le soprascritte dei Salmi 3, 4, 5, 6, 7, 30, 38, 60, 92, 102). A volte le soprascritte provvedono le informazioni necessarie per trovare altri brani scritturali che spiegano un particolare salmo. (Confronta Salmo 51 con II Samuele 11:2-15; 12:1-14). Dato che altre parti poetiche della Bibbia spesso sono introdotte in modo simile (Eso. 15:1; Deut. 31:30; 33:1; Giud. 5:1; confronta II Samuele 22:1 con la soprascritta del Salmo 18), questo fa pensare che le soprascritte fossero opera di coloro che scrissero o che raccolsero i salmi. Questo è confermato dal fatto che già all’epoca in cui fu scritto il rotolo dei Salmi rinvenuto presso il Mar Morto (datato tra il 30 e il 50 E.V.) le soprascritte facevano parte del testo principale.
SCRITTORI
Dei centocinquanta salmi, le soprascritte ne attribuiscono settantatré a Davide, undici ai figli di Cora (una di queste [Sal. 88] menziona anche Eman), dodici ad Asaf (evidentemente la casa di Asaf), uno a Mosè, uno a Salomone e uno a Etan l’Ezraita. Inoltre il Salmo 72, scritto “riguardo a Salomone”, a quanto pare fu opera di Davide. (Vedi v. 20) Da Atti 4:25 ed Ebrei 4:7 risulta che i Salmi 2 e 95 furono scritti da Davide. I Salmi 10, 43, 71 e 91 sembrano rispettivamente la continuazione dei Salmi 9, 42, 70 e 90. Perciò i Salmi 10 e 71 si possono attribuire a Davide, il Salmo 43 ai figli di Cora, e il Salmo 91 a Mosè. Ci sono indicazioni che il Salmo 119 sia stato scritto dal giovane principe Ezechia. (Nota i versetti 9, 10 23, 46, 99 e 100). Rimangono oltre quaranta salmi di cui non è indicato il compositore.
I salmi furono scritti durante un periodo di circa mille anni, dal tempo di Mosè fino al ritorno dall’esilio in Babilonia. (Sal. 90 [soprascritta]; 126:1, 2; 137:1, 8) Poiché Davide compose molti salmi e organizzò i musicisti leviti in ventiquattro gruppi di servizio, è ragionevole concludere che abbia iniziato una collezione di questi canti da usare nel santuario. (II Sam. 23:1; I Cron. 25:1-31; II Cron. 29:25-30) In seguito devono essere state fatte altre collezioni, come si può dedurre dalle ripetizioni che si trovano nel libro. (Confronta Salmi 14 e Salmi 53; Salmi 40:13-17 e Salmi 70; Salmi 57:7-11 e Salmi 108:1-5). Diversi studiosi ritengono che la disposizione del libro dei Salmi nella forma definitiva sia da attribuire a Esdra.
COMPILATO IN ANTICA DATA
È evidente che il contenuto del libro dei Salmi fu stabilito in antica data. L’ordine e il contenuto del libro nella Settanta greca concordano fondamentalmente col testo ebraico. Il libro dei Salmi doveva quindi essere già stato completato nel III secolo a.E.V., quando venne iniziata questa traduzione greca. Un frammento del testo ebraico che risale alla fine del I secolo E.V. e contiene il Salmo 150:1-6 è seguito immediatamente da una colonna in bianco. Ciò sembra indicare che quell’antico manoscritto ebraico faceva finire lì il libro dei Salmi e quindi corrispondeva anche al testo masoretico.
ACCURATA PRESERVAZIONE DEL TESTO
Il rotolo dei salmi rinvenuto presso il Mar Morto è una prova dell’accurata preservazione del testo ebraico. Pur essendo di quasi novecento anni più antico del testo masoretico generalmente riconosciuto, il contenuto di questo rotolo (quarantuno salmi canonici per intero o in parte) corrisponde fondamentalmente al testo su cui si basano quasi tutte le traduzioni. Il professor J. A. Sanders osserva: “Quasi tutte [le varianti] sono ortografiche e importanti solo per quegli studiosi che si interessano di indizi sulla pronuncia dell’ebraico nell’antichità, e cose del genere.... Alcune varianti si raccomandano immediatamente come miglioramenti del testo, specie quelli che offrono un testo ebraico più chiaro ma fanno poca o nessuna differenza nella traduzione o interpretazione”. — The Dead Sea Psalms Scroll, p. 15.
ISPIRATO DA DIO
Non c’è dubbio che il libro dei Salmi sia parte dell’ispirata Parola di Dio. Parlando di se stesso Davide scrisse: “Lo spirito di Geova parlò mediante me, e la sua parola fu sulla mia lingua”. (II Sam. 23:2) Tale ispirazione è confermata dall’apostolo Pietro (Atti 1:15, 16), dallo scrittore della lettera agli ebrei (3:7, 8; 4:7) e da altri cristiani del I secolo. (Atti 4:23-25) La testimonianza più notevole è quella del Figlio di Dio. (Luca 20:41-44) Dopo la risurrezione, egli disse ai discepoli: “Queste sono le parole che vi dissi quando ero ancora con voi, che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè e nei Profeti e
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