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  • Il “rasoio noleggiato”, la vera minaccia
    La Torre di Guardia 1978 | 1° gennaio
    • Il “rasoio noleggiato”, la vera minaccia

      NEL corso della storia umana spesso è accaduto l’imprevisto. In pochi anni nazioni che un tempo incutevano terrore alle altre sono divenute impotenti. Sarebbe stato ben difficile predire tali avvenimenti del passato. Ma Geova Dio, per mezzo dei suoi profeti, a volte rivelò in anticipo come si sarebbero svolte le cose. Oggi gli adempimenti di molte di quelle profezie appartengono alla storia e servono a rafforzare la nostra fede che altre profezie ancora saranno certamente adempiute.

      La cosa straordinaria delle profezie bibliche è che possono additare avvenimenti che sembrano del tutto contrari al corso attuale degli eventi. Un notevole esempio di ciò è la parola di Geova rivolta ad Acaz, re di Giuda, per mezzo del profeta Isaia. Proprio in quel tempo, nell’ottavo secolo a.E.V., il regno delle dieci tribù d’Israele aveva stretto un’alleanza con la Siria. Questa unione siro-israelita era decisa a deporre il re di Giuda, sostituendolo con un uomo che non era della discendenza regale di Davide. (Isa. 7:1, 2, 6) Ma, per mezzo del profeta Isaia, la rivelazione divina fu che questo piano sarebbe fallito e che la vera minaccia sarebbe stata un’altra. — Isa. 7:7-9, 17.

      Nel libro di Isaia leggiamo: “Per mezzo di un rasoio noleggiato nella regione del Fiume [Eufrate], pure per mezzo del re d’Assiria, Geova raderà la testa e il pelo dei piedi, ed esso porterà via pure la stessa barba”. (Isa. 7:20) Non riponendo fede nella parola di Geova per mezzo di Isaia, Acaz ricorse all’aiuto dell’Assiria contro l’alleanza siro-israelita. Egli non credette che il re d’Assiria, come un rasoio, avrebbe provocato la rovina del regno di Giuda, radendone tutto il pelo come a un uomo denudato.

      La devastazione provocata dagli Assiri nella terra di Giuda avrebbe influito anche sull’alimentazione della popolazione. La profezia di Isaia prosegue: “Dovrà accadere in quel giorno che un individuo conserverà in vita una giovane vacca della mandra e due pecore. E dovrà accadere che, a motivo dell’abbondanza della produzione del latte, mangerà burro; perché burro e miele sarà ciò che mangerà chiunque sarà stato lasciato rimanere in mezzo al paese. . . . E tutti i monti dov’erano state tolte le piante fastidiose con la zappa, tu non vi andrai per timore dei rovi e delle zizzanie; e per certo diverrà un luogo per lasciarvi sciolti i tori e terra da esser calpestata dalle pecore”. — Isa. 7:21, 22, 25.

      In seguito all’invasione assira, la terra un tempo coltivata sarebbe stata soffocata da rovi e zizzanie. La popolazione rimasta si sarebbe quindi sostentata in gran parte di latticini e miele selvatico. Poiché ci sarebbero stati ampi pascoli a motivo della devastazione, gli animali rimasti in vita avrebbero prodotto in abbondanza per la popolazione molto ridotta.

      Inoltre, animali selvaggi si sarebbero insediati nei vigneti di un tempo. Evidentemente riferendosi al bisogno di protezione da questi ultimi, la profezia di Isaia afferma: “Dovrà accadere in quel giorno che ogni luogo dove c’erano mille viti, del valore di mille pezzi d’argento, veramente sarà per i rovi e per le zizzanie. Egli vi verrà con frecce e arco, perché tutto il paese diverrà semplici rovi e zizzanie”. (Isa. 7:23, 24) Sì, bisognava esser pronti a difendersi con arco e frecce dalle bestie selvagge che potevano aggirarsi tra i vigneti desolati.

      Gli Assiri contribuirono a ridurre la terra di Giuda a uno stato di desolazione? Sì, durante il regno di Ezechia figlio di Acaz, il monarca assiro Sennacherib invase Giuda, catturando una città fortificata dopo l’altra. (Isa. 36:1) I suoi annali ancora esistenti riferiscono: “Poiché Ezechia, il Giudeo, non si sottomise al mio giogo, posi l’assedio a 46 sue città forti, fortezze murate e a innumerevoli piccoli villaggi nelle loro vicinanze, e (li) conquistai . . . Catturai (da essi) 200.150 persone, giovani e vecchi, maschi e femmine, cavalli, muli, asini, cammelli, bestiame grande e piccolo senza numero”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, pag. 288) Anche se la dichiarazione di Sennacherib può essere esagerata, nondimeno abbiamo un’idea della devastazione che coincide con la parola profetica.

      La profezia del “rasoio noleggiato” non è che una delle tante contenute nelle Sacre Scritture. Insieme alle altre, è una valida prova che il messaggio della Bibbia non è d’origine umana ma è ispirato da Dio. Quindi dovremmo prestargli attenzione. Questo può significare il miglior modo di vivere ora e la promessa della vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio. — 2 Piet. 3:13; Riv. 21:3-5.

  • Significato delle notizie
    La Torre di Guardia 1978 | 1° gennaio
    • Significato delle notizie

      La Chiesa scredita la Bibbia

      ● La Chiesa Cattolica Romana ha pubblicato in Italia una versione della Bibbia, con l’imprimatur del cardinale arcivescovo di Milano. Nei commenti introduttivi, la Chiesa mostra come considera la Bibbia, dicendo: “La Bibbia . . . non si può dire né vera né falsa. Ad esempio, è vera quando espone le origini del mondo?” La Chiesa risponde: “La verità dei primi capitoli della Bibbia non è sul piano della ricerca scientifica”, ma questi capitoli sono “antiche tradizioni e . . . antichi miti corretti”.

      I commenti introduttivi dicono pure: “Quanto ai racconti storici, essi riportano sovente i fatti colti sul vivo; a volte si abbelliscono fino a diventare epopee”. Come esempi sono citati il libro di Giona e passi del libro di Daniele che non sarebbero “una serie di fatti storici”. Dicono che tali scritti biblici sono come un “romanzo”.

      Tuttavia la Bibbia dice: “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia”. (2 Tim. 3:16, versione cattolica a cura de La Civiltà Cattolica) È ragionevole pensare che l’Iddio di verità ispiri a insegnare delle falsità? Avrebbe Gesù insegnato delle falsità per poi dire ai suoi seguaci: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”? — Giov. 8:32, versione a cura de La Civiltà Cattolica.

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