BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Si auspica la pace, ma le nazioni attueranno il disarmo?
    Svegliatevi! 1979 | 22 maggio
    • una zona di pace. Il Bulletin of the Atomic Scientists osserva: “Il trattato ha fatto ben poco per limitare il numero dei satelliti militari. Circa il 75 per cento dei satelliti sono lanciati per scopi militari. Nel 1977 furono lanciati 133 satelliti, e di questi, 95 erano satelliti militari”.

      Ma c’è motivo per aver fiducia che disarmo e pace diverranno realtà. Su un muro di pietra proprio di fronte al palazzo principale delle Nazioni Unite è incisa la promessa biblica: “Dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. — Isa. 2:4.

      Ma come sarà adempiuta questa promessa? Ovviamente le Nazioni Unite non sono riuscite ad adempierla. Che ragione c’è dunque per aver fiducia che una vera pace diverrà realtà? La risposta è nella religione?

  • Ci sarà mai vera pace?
    Svegliatevi! 1979 | 22 maggio
    • Ci sarà mai vera pace?

      LA RELIGIONE è spesso considerata la principale paladina della pace. Specie nel periodo natalizio le chiese rendono omaggio al bambino Gesù, il promesso “Principe della pace”. Negli ambienti religiosi del mondo viene ripetuto il racconto biblico degli angeli che appaiono ai pastori e dicono: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. — Luca 2:14.

      Come sono belle queste parole nel nostro mondo minacciato dalla guerra, anzi, in molti luoghi, dilaniato dalla guerra! L’umanità brama vera pace. Pertanto la promessa della Bibbia, che l’umanità ‘non imparerà più la guerra’, tocca una corda sensibile nel cuore di molti. (Isa. 2:4) Ma si può sperare che le religioni del mondo promuovano tale pace ambita?

      Cosa mostra la storia

      Qual è la storia delle religioni del mondo? Sono state una forza che ha contribuito alla pace o hanno in effetti sostenuto la guerra? Cosa avveniva nei tempi antichi?

      L’Encyclopædia of Religion and Ethics, a cura di James Hastings, osserva: “La religione egiziana non condannò mai la guerra. . . . In breve, ogni guerra era morale, ideale, soprannaturale e sanzionata da un precedente divino”. Dell’Assiria, W. B. Wright dice nel suo libro Ancient Cities: “Combattere era l’attività nazionale, e i sacerdoti erano continui fomentatori di guerre . . . questa schiatta di saccheggiatori era esageratamente religiosa”.

      ‘Ma questo avveniva molto tempo prima che Gesù introducesse il cristianesimo’, protesterà qualcuno. Ed è vero. I primi seguaci di Cristo non parteciparono alle guerre delle nazioni. Il libro Paganism to Christianity in the Roman Empire di W. W. Hyde osserva: “Nei primi tre secoli . . . i cristiani furono contrari a prestare servizio negli eserciti romani come assassini di professione. Questo spirito iniziale, comunque, gradualmente cambiò”. Sì, col tempo le chiese della cristianità non si attennero agli insegnamenti di Cristo. Lo storico cattolico E. E. Watkin ammette:

      “Per quanto sia un’ammissione penosa, non possiamo nell’interesse di una falsa edificazione o di una disonesta lealtà negare o ignorare il fatto storico che i Vescovi hanno continuamente appoggiato tutte le guerre combattute dal governo del loro paese. Non conosco in effetti un solo caso in cui una gerarchia nazionale abbia condannato come ingiusta una guerra . . . Qualunque sia la teoria ufficiale, in pratica la massima seguita in tempo di guerra dai Vescovi cattolici è stata ‘il mio paese ha sempre ragione’”. — “Morals and Missiles”, a cura di Charles S. Thompson, pagg. 57, 58.

      Allo stesso modo, il defunto Harry Emerson Fosdick, influente ecclesiastico protestante, ammise: “Abbiamo messo le bandiere di combattimento perfino nelle nostre chiese . . . Con un angolo della bocca abbiamo lodato il Principe della pace e con l’altro abbiamo esaltato la guerra”. Questo è avvenuto particolarmente nel recente passato quando, durante la seconda guerra mondiale, era divenuta popolare la canzone americana “Loda il Signore e passami le munizioni”. Ma qual era la situazione in Germania?

      Friedrich Heer, professore cattolico di storia presso l’Università di Vienna, spiegò:

      “Nella cruda realtà della storia tedesca, la Croce e la svastica furono associate sempre più strettamente, finché la svastica proclamò il messaggio della vittoria dai campanili delle cattedrali tedesche, bandiere con la svastica apparvero attorno agli altari e teologi, pastori, ecclesiastici e statisti cattolici e protestanti accolsero di buon grado l’alleanza con Hitler”. — “God’s First Love”, Friedrich Heer, pag. 247.

      Alcuni anni prima, durante la prima guerra mondiale, si era verificata la stessa situazione: da ambo le parti le chiese avevano incoraggiato nel modo più energico gli sforzi bellici dei rispettivi paesi. L’illustre storico religioso Roland H. Bainton osserva nel suo libro Christian Attitudes Toward War and Peace:

      “Gli ecclesiastici americani di tutte le fedi non erano mai stati così uniti fra loro e con lo spirito della nazione. Era una guerra santa. Gesù era vestito con l’abito color cachi e rappresentato mentre puntava la canna di un fucile. I tedeschi erano unni. Ucciderli significava purificare la terra dai mostri.

      I fatti sono troppo evidenti perché si possano negare. La religione non ha contribuito alla pace. Invece ha sostenuto, a volte anche incoraggiato, la guerra. Questo può dirsi ancor oggi. L’articolo GUERRE RELIGIOSE, UNO ZELO SANGUINARIO, pubblicato in un recente numero della rivista Time, faceva notare quanto segue:

      “Le scene sono macabre. Immagini religiose ornano veicoli e cannoni mentre i soldati cristiani, alcuni dei quali portano la croce al collo, prendono d’assalto i capisaldi musulmani. I soldati musulmani, a loro volta, spogliano o mutilano i corpi dei soldati cristiani morti, li legano alle macchine e li trascinano per le strade. Nella spietata guerra del Libano, la religione è una presenza tangibile. . . .

      “Combattimenti e uccisioni sotto il vessillo religioso proseguono con violenta persistenza in altre parti del mondo. Protestanti e cattolici romani nell’Ulster si uccidono in una specie di inutile moto perpetuo. Arabi e israeliani stanno tesi sull’orlo di una disputa territoriale, culturale e religiosa. Nelle Filippine, i separatisti musulmani sono in rivolta contro una maggioranza cristiana. Cristiani ortodossi greco-ciprioti fronteggiano musulmani turco-ciprioti separati da una inquieta linea di tregua. Il Pakistan si separò dall’India perché i musulmani temevano il dominio di una maggioranza indù”. — 12 luglio 1976.

      Ciò che Cristo deve pensare

      Cosa supponete che pensi Gesù Cristo, il Principe della pace, di queste religioni, specie di quelle che asseriscono di rappresentarlo? Non se ne compiace certo! Egli pensava senz’altro a tale ipocrisia religiosa quando disse: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. — Matt. 7:21.

      Nel periodo natalizio, per esempio, le chiese onorano con le labbra Gesù, il Principe della pace. Dicono di celebrarne il genetliaco. Si cantano begli inni e per celebrare l’avvenimento vengono rappresentate scene della natività preparate ad arte. Ma poi normalmente i celebranti si abbandonano a sfrenata baldoria, ubriachezza e condotta immorale. Cosa celebrano in realtà?

      “La festa del Natale è la revisione cristiana del giorno romano del solstizio invernale”, spiega l’Encyclopædia Britannica. Le festività romane di dicembre erano spaventosamente licenziose, e l’attribuire loro il nome di Cristo non cambiò

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi