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  • Che cosa accade alla religione nell’Unione Sovietica?
    Svegliatevi! 1973 | 22 settembre
    • di quasi 250.000.000 di persone, la terza del mondo dopo la Cina e l’India.

      Ottenendo il potere su oltre cento gruppi nazionali, i governanti comunisti si trovavano dinanzi a popoli che osservavano svariati credi religiosi. Naturalmente, la Chiesa Russo-Ortodossa era di gran lunga la religione più numerosa. Ma ce n’erano molte altre, specialmente nei territori venuti a trovarsi di recente sotto il dominio comunista.

      Tutte queste religioni si chiedevano quale fosse la loro posizione rispetto al nuovo governo. Lo avrebbero saputo ben presto. Sarebbero state tutte colpite con piena forza dai giganteschi venti di cambiamento che cominciarono a soffiare nel novembre del 1917.

  • La campagna dell’Unione Sovietica per annientare la religione
    Svegliatevi! 1973 | 22 settembre
    • La campagna dell’Unione Sovietica per annientare la religione

      QUANDO i comunisti ottennero il predominio sulla Russia, senza por tempo in mezzo fecero conoscere il loro scopo verso la religione. Era quello di far sparire la religione dall’esistenza e trasformare il paese in uno stato ateistico.

      È vero che ai primi del 1900 Lenin aveva scritto che doveva esserci tolleranza religiosa. Ma una volta che i bolscevichi si furono impadroniti del potere fu chiaro che il governo avrebbe considerato la religione come una nemica e avrebbe cercato di seppellirla. Nel suo trattato Relationship of the Workers’ Party to Religion, Lenin disse:

      “‘La religione è l’oppio del popolo’: questa dichiarazione di Marx è la pietra angolare dell’intero concetto mondiale del marxismo in fatto di religione. Il marxismo ritiene che tutte le religioni e le chiese odierne, tutte le organizzazioni religiose, siano sempre organi delle forze reazionarie borghesi [nemiche]”

      Ha inizio l’attacco

      Subito dopo essersi impadronito del potere nel novembre del 1917, il nuovo governo emanò un decreto secondo cui tutte le terre, inclusa la proprietà della chiesa, erano ora proprietà del popolo (in effetti del governo). Questa decisione preparò il terreno alla successiva confisca della proprietà della chiesa.

      Un altro decreto dichiarò che tutti i cittadini erano uguali qualunque religione professassero, o anche se non professavano nessuna religione. Il risultato pratico di ciò fu quello di condonare e promuovere l’ateismo.

      Quindi, ai primi del 1918, il governo annunciò la completa separazione della Chiesa Russo-Ortodossa dallo stato. A quel tempo tutto il patrimonio ecclesiastico passò sotto il controllo dei comunisti. Anche l’istruzione religiosa fu proibita nelle scuole. E tutti i pagamenti governativi alle chiese cessarono.

      Queste misure erano solo parte dell’attacco. Ce ne sarebbero state molte altre. Dal punto di vista del governo era essenziale influire sulla mente del popolo, specialmente dei giovani. La prima costituzione del 1918 aveva dichiarato che “è riconosciuto a tutti i cittadini il diritto di propaganda religiosa e antireligiosa”. Ma nel 1929 la costituzione fu emendata e il “diritto di propaganda religiosa” fu abrogato. Benché fosse conservato il ‘diritto di propaganda antireligiosa’, venne concesso solo il “diritto di professare fedi religiose”.

      La decisione del 1929 fu molto dannosa per la religione. Proibì a ogni religione qualsiasi opera sociale, educativa o di beneficenza. Confinò i gruppi religiosi negli edifici assegnati loro dalle autorità. Non potevano fare nulla per divulgare la loro religione. E giacché ora ai ragazzi s’insegnava solo l’ateismo nelle scuole, c’erano inquietanti prospettive per il futuro della religione.

      L’effetto

      Tutti questi procedimenti legali e l’ostile attitudine del governo ebbero il loro effetto. Dalle prime settimane della rivoluzione in poi, in ogni parte del paese le chiese furono prese d’assalto. Vennero saccheggiate, devastate o trasformate in fabbriche, magazzini, sale di riunioni politiche o musei.

      Non fu colpita solo la Chiesa Ortodossa. Vennero attaccate anche altre religioni. Per esempio, ecclesiastici cattolici romani furono messi in prigione, il patrimonio ecclesiastico fu confiscato e vennero imposte restrizioni sull’istruzione cattolica. La normale pratica comunista era di formare società di sacerdoti leali solo a Mosca, minando l’autorità del papa.

      Sotto la forte pressione, alcune religioni scomparvero del tutto. La Chiesa Uniata fu una di queste. Questa chiesa era risultata dalla fusione del cattolicesimo romano e della Chiesa Ortodossa. Era stata forte tra gli Ucraini. Ma gli ecclesiastici che si opponevano al comunismo vennero messi in prigione o mandati in esilio. Altri del clero rinnegarono la fedeltà al papa, abbandonarono la loro religione e si misero al seguito del patriarca ortodosso di Mosca.

      Di pari passo con la confisca dei beni ecclesiastici, l’imprigionamento o l’esilio degli ecclesiastici contrari e con la chiusura delle chiese, ebbe luogo un intenso processo di indottrinamento attraverso la stampa, la radio, il cinema e le scuole. Specialmente deleteria fu l’atmosfera antireligiosa nelle scuole. Un esempio tipico dell’indottrinamento fu un libro di testo scolastico del nono anno pubblicato nell’Unione Sovietica, che diceva:

      “Lo studio delle leggi dell’evoluzione del mondo organico è utile nell’elaborazione del concetto materialistico . . .

      “Oltre a ciò, questo insegnamento ci prepara per la lotta antireligiosa, dandoci l’interpretazione materialistica dello scopo evidente nel mondo organico, e comprovando nello stesso tempo l’origine dell’uomo dagli animali inferiori”.

      I ragazzi erano alla mercé degli insegnanti atei. E i genitori che frequentavano le chiese non erano in genere capaci di combattere quell’influenza. La maggioranza di questi genitori sapeva poco o nulla delle ragioni su cui si basavano gli insegnamenti e le pratiche della loro propria religione. Erano quindi impreparati ad arginare la marea.

      Per di più, furono stabilite grandi organizzazioni per i giovani. C’erano i “Giovani Pionieri” per i fanciulli, e l’“Unione della Gioventù Comunista” per quelli dai sedici ai ventitré anni. Queste organizzazioni erano sature delle idee di Marx e Lenin. Benché non fosse obbligatorio farne parte, la pressione sociale a conformarsi era enorme. Il naturale desiderio dei giovani di voler far parte di ciò ch’è popolare ebbe il suo effetto.

      Così, una volta al potere, i comunisti s’impegnarono a sradicare la religione tradizionale. E nel primo quarto di secolo dopo il 1917, la campagna contro la religione continuò, benché gli assalti avvenissero a ondate, a volte più violente di altre.

      Perché così antireligiosi?

      Molte persone in altri paesi inorridirono per tali attacchi. Ma non fu così per tutti

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