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Salvezza vincendo l’orgogliosa tradizioneLa Torre di Guardia 1960 | 1° marzo
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il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo, il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei beni della vita, non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e anche il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. (1 Giov. 2:15-17) Questo comando è veramente esplicito: non si devono seguire le vie di questo vecchio mondo. L’apostolo Paolo disse: “E cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, affinché proviate a voi stessi la buona e accettevole e completa volontà di Dio”. — Rom. 12:2.
17. Da chi ha origine la tradizione umana, e quale sarà la sorte di coloro che vi si attengono?
17 Queste scritture indicano chiaramente che l’orgogliosa tradizione umana non proviene da Dio ma dal Diavolo. Non viene dall’alto, ma dal basso, dall’empio mondo ostile a Dio. “Non sapete che l’amicizia col mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. (Giac. 4:4) Certo nessuno che sia intelligente desidera essere nemico di Dio. Quindi il popolo di Geova deve vincere il mondo e la sua tradizione.
18, 19. Quali sono i risultati della tradizione umana, e come si manifestano oggi?
18 La tradizione umana fa parte dell’orgoglio della carne, che produce il male. L’apostolo Paolo afferma: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odii, lotte, gelosia, eccessi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, baldorie, e cose simili. In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. (Gal. 5:19-21) Questa è un’altra valida ragione per cui tutti coloro che desiderano vivere nel nuovo mondo di Dio devono vincere l’orgogliosa tradizione.
19 I danni dell’orgogliosa tradizione umana sono riconoscibili nell’attuale stato deplorevole in cui si trova il mondo, pieno di contese, discordie, divisioni, parzialità, odio, corruzione e guerre. L’intera teoria della tradizione separatista è una forza che crea dissensi. L’unità mondiale, l’unità nazionale e l’unità familiare sono infrante da tale tradizione.
20. Quale posizione hanno presa i testimoni di Geova individualmente e collettivamente, com’è dimostrato dalla Risoluzione adottata all’assemblea di New York?
20 I testimoni di Geova si sono separati dal mondo e hanno preso posizione contro di esso. Essi sostengono il nuovo mondo di Dio ed hanno reso nota in tutto il mondo la loro posizione di popolo unito, separato dal mondo e dalle sue tradizioni separatiste. Nella Risoluzione adottata dalla loro assemblea internazionale di New York nel 1958 hanno dichiarato: “Che, malgrado il fatto che proveniamo da tanti popoli diversi, ciò che ci ha resi un solo popolo cristiano è la nostra separazione da questo mondo e dai suoi odiosi conflitti e la nostra dedicazione al nostro solo Dio e Padre celeste mediante Gesù Cristo . . . non permetteremo agli uomini che combattono contro Dio di spezzare la nostra unità”. E concludendo: “. . . affinché possiamo essere considerati meritevoli di vivere nell’eterno nuovo mondo di Dio dopo Armaghedon, per adorarlo qui unitamente come una sola famiglia di sue creature senza distinzioni razziali e divisioni e confini nazionali sotto un solo governo, il Suo regno mediante Cristo, e per fare la sua volontà per sempre”.
COME VINCERE L’ORGOGLIOSA TRADIZIONE
21. L’orgogliosa tradizione è forse nuova? Spiegate quello che l’apostolo Paolo trovò ad Atene.
21 Le orgogliose tradizioni umane manifeste in questo ventesimo secolo non sono nuove nella storia dell’umanità. La civiltà greca osservata dall’apostolo Paolo, che si recò ad Atene 1.900 anni fa, presentava la stessa mentalità. Mentre era solo, ed aspettava che Sila e Timoteo lo raggiungessero, Paolo osservò attentamente la città e i suoi costumi. Benché avesse visto molte città e molta idolatria, fu colpito da quanto vide ad Atene: “Or mentre Paolo li aspettava in Atene, sentivasi dentro nell’anima indignato a veder la città dedita all’idolatria”. (Atti 17:16, Ri) Vi erano idoli non solo nei templi, ma anche nelle pubbliche piazze, nelle strade e in tutta la città.
22. Qual era la condizione delle persone incontrate da Paolo ad Atene? E quali problemi dovette risolvere per presentar loro la verità?
22 Atene era una città universitaria, piena di professori, conferenzieri, filosofi, studenti e intellettuali. “Ora, gli Ateniesi tutti e gli ospiti forestieri non badavano ad altro che a dire o ascoltare qualche cosa di nuovo”. Essi amavano parlare e discutere: “E anche certi filosofi epicurei e stoici disputavano con lui”. (Atti 17:18-21) Paolo era l’unico cristiano in quell’atea comunità di agnostici e intellettuali gonfi di orgogliose tradizioni e teorie di uomini. Come poteva prospettare la vera adorazione a questi increduli? Come poteva aiutare questi uomini, sapienti agli occhi del mondo, a rendersi conto che non possedevano la verità? Come poteva aiutarli eliminando nella loro mente le barriere della tradizione? Egli si rese conto che la loro salvezza dipendeva dalla possibilità di superare prima la loro orgogliosa tradizione. Quindi si recò alla corte dell’Areopago, il più alto tribunale di Atene. Questo era un luogo di grande antichità, e qui l’apostolo Paolo perorò la causa del cristianesimo. Una volta capito come si comportò l’apostolo Paolo sotto la guida dello spirito santo, avremo dinanzi a noi un esempio di come si possono presentare le basilari verità bibliche per vincere l’orgogliosa tradizione.
23. Quali verità fondamentali presentò Paolo per superare l’orgogliosa tradizione?
23 Paolo per cominciare pose gli orgogliosi intellettuali ateniesi su un livello comune affermando queste verità fondamentali: “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo, come Questi è, Signore del cielo e della terra, . . . egli stesso dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Ed egli ha tratto da un solo uomo tutte le nazioni degli uomini . . . Poiché da lui abbiamo vita, ci muoviamo ed esistiamo . . . Vedendo dunque che siamo progenie di Dio, non dovremmo immaginare che l’Essere Divino sia simile a oro o argento o pietra, simile ad una cosa scolpita dall’arte e dall’immaginazione dell’uomo. . . . [Egli] ha stabilito un giorno nel quale si propone di giudicare con giustizia la terra abitata per mezzo di un uomo che ha incaricato, e ne ha dato a tutti una garanzia in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — Atti 17:24-31.
24. Dimostrate con le Scritture perché nessun uomo ha ragione di vantarsi di qualche cosa.
24 Qui vediamo come Paolo abbia indicato la reale condizione dell’umanità con le sue orgogliose tradizioni, dimostrando che tutti gli uomini dipendono da Dio per la loro esistenza stessa. Senza questo primo dono di Dio, né loro, né le loro città, nazioni e tradizioni, sarebbero mai esistiti. Quindi, rendendosi conto della loro completa dipendenza dal Creatore e Datore di vita, avrebbero dovuto imparare la sua via e ubbidire ai suoi comandamenti. Come Paolo disse in seguito nella sua lettera a Timoteo: “Poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, e non possiamo portarne via nulla. Perciò avendo nutrimento e di che coprirci, con queste cose saremo contenti”. — 1 Tim. 6:7, 8.
25. Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la salvezza, e perché dovremmo render grazie?
25 Nessuno di noi potrà mai raggiungere la salvezza, per la sua famiglia o per sé, se non ci rendiamo conto che tutto ciò che abbiamo viene dall’Onnipotente Creatore dell’universo. Ognuno dovrebbe essere pieno di gratitudine verso di Lui, per la sua bontà e immeritata benignità nell’aprire per noi la via del suo favore e della salvezza. Se non abbandoniamo le mondane tradizioni umane col loro orgoglio, queste saranno sempre una barriera sulla via, danneggiando, dividendo, rendendoci sempre ostili verso Dio e verso il prossimo. Rendiamo grazie a Geova perché ci ha rivelato la verità, sapendo che nel nuovo mondo di Geova non vi è luogo per separatismo e divisione. Tutti devono vivere ora insieme, in pace e unità reciproca.
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Una congregazione francese raduna le pecoreLa Torre di Guardia 1960 | 1° marzo
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Una congregazione francese raduna le pecore
IN FRANCIA, dove l’opera dei testimoni di Geova è decisamente in aumento, in alcune zone la distanza rimane il maggior problema del ministero. Per esempio, l’anno scorso il gruppo di Chauny, in Francia, era composto di trenta Testimoni sparsi per una distanza di settanta, ottanta chilometri. Essi tenevano studi biblici a domicilio con venticinque persone di buona volontà sparse nei villaggi. Il problema era ora di portarle alla Sala del Regno. Ma quando giunse il giorno della Commemorazione della morte di Cristo furono prese disposizioni speciali. Venne prenotato un autobus che fece un giro di più di centosessanta chilometri per raccogliere tutte queste persone e portarle alla sala.
Così il 3 aprile alle 14,30, invece delle solite diciotto, venti persone, ve n’erano cinquantacinque nella Sala del Regno, alcune delle quali furono molto sorprese di trovare delle conoscenze fra coloro che si erano pure uniti ai Testimoni. Ma la Commemorazione non sarebbe stata tenuta fin dopo il tramonto. Che avrebbero fatto ora quelle persone? Erano state invitate ad accompagnare i testimoni di Geova nel loro ministero di casa in casa, e i Testimoni accompagnarono nel servizio di campo quelli con cui avevano studiato.
Il risultato? Dieci persone nuove, alcune delle quali avevano studiato solo per qualche settimana, divennero proclamatori della buona notizia del regno di Dio, e immediatamente la congregazione superò la mèta del 20 per cento d’aumento di proclamatori del Regno che si era prefissa, e felicemente superò lo scoraggiamento prodotto dalla difficoltà di trovare mezzi di trasporto.
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Il clero e le Nazioni UniteLa Torre di Guardia 1960 | 1° marzo
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Il clero e le Nazioni Unite
● Un articolo di fondo del Chronicle di Houston (Texas, Stati Uniti) ripubblicato, a causa della sua stranezza, dal Leader di Graham (Texas) del 6 novembre 1958, col titolo “Il governo non è affare della chiesa”: “Nella costituzione dello stato di Maryland vi è una clausola che dice: ‘Nessun ministro o predicatore del vangelo o di qualsiasi credo o denominazione religiosa potrà essere eletto come senatore o deputato’. Questo era molto saggiamente inteso a mantenere la separazione fra chiesa e stato. Precedenti di ciò si trovano nella Bibbia stessa dove sono citate le parole di Cristo che ammoniva i Farisei che avevano cercato di coglierlo in fallo: ‘Rendete a Cesare le cose di Cesare e a Dio le cose di Dio’. Gli ecclesiastici, appartenenti al Convegno Internazionale delle Chiese Cristiane, convenuti la settimana scorsa a S. Louis, avrebbero fatto bene a ricordarsi di ciò. Benché alcuni a tale convegno esprimessero vigorose proteste, la grande maggioranza approvò una risoluzione che proponeva al Congresso di approvare la legge che permettesse ai singoli contribuenti di dare il 2 per cento della tassa sull’entrata alle Nazioni Unite invece di pagarla agli Stati Uniti”.
● Un’altra scrittura che avrebbe potuto essere citata è quella di Giacomo 4:4: “Non sapete che l’amicizia col mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”.
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