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  • Il parto deve proprio essere così doloroso?
    Svegliatevi! 1981 | 22 febbraio
    • sulla fronte fredda e sudata, e subito mi sentii rilassata e tranquilla. Sapevo che era brava e aveva molti anni di esperienza come levatrice”. Questo pensava una giovane donna della sua ostetrica poco prima di partorire. Una persona esperta infonde fiducia.

      Il dott. Nils Uddenberg dice: “Per la donna che sta per partorire l’ostetrica è la naturale fonte di sicurezza. È indice di conoscenza e di esperienza. . . . Un buon contatto con l’ostetrica è dunque estremamente essenziale perché la donna si senta a suo agio durante il travaglio”.

      Naturalmente, è bene ricordare che in alcuni luoghi bisogna soddisfare certe norme legali per esercitare la professione di ostetrica. Debitamente applicate e osservate, tali norme possono essere una protezione per tutti gli interessati. — Rom. 13:1-5.

      In ospedale o a casa?

      Molti scienziati affermano pure che il luogo influisce sull’esperienza del parto. In anni recenti, si è discusso animatamente se sia meglio partorire all’ospedale o a casa. Alcuni affermano che un’atmosfera naturale, calorosa e simile a quella della casa sia molto importante per la madre e il bambino. Dicono che molti ospedali non possono offrirla e raccomandano invece di partorire a casa. Nei paesi poveri molte donne non hanno scelta: l’unico luogo è la casa. In quelli ricchi c’è ora la tendenza a partorire di più a casa. Adesso negli Stati Uniti il 2 per cento dei parti avvengono a casa.

      A una conferenza sul parto una madre ha detto: “Ho partorito per la prima volta a casa cinque anni fa. È stata un’esperienza completamente diversa dalla nascita del mio primo bambino, che ho dato alla luce in ospedale. La casa è la casa e fai tutto a modo tuo. La famiglia è partecipe e il parto è un’esperienza emotiva e non medica”.

      Molti sostengono che l’ospedale sia il luogo più sicuro. Quando sorgono complicazioni ci si può subito valere dell’assistenza di personale qualificato, e a volte può essere molto importante. Ma alcuni affermano che non tutti gli ospedali siano così sicuri. Il dott. Mendelsohn dice in un libro sull’assistenza medica: “I reparti di pediatria e le nursery sono molto soggetti alla diffusione di infezioni. È un segreto gelosamente custodito negli ospedali che il luogo più pericoloso — per quanto riguarda i pazienti — è la nursery, dove nessuno dei pazienti (particolarmente quelli ai quali è negata la trasmissione dell’immunità con l’allattamento materno) è immune dai germi”.

      Qualunque sia la cosa più sicura — fattore non trascurabile  — gli esperimenti mostrano che le donne che partoriscono a casa, o in una sala parto che simula la casa, sono più rilassate e perciò soffrono di meno. Nel 1974 il dottore francese Frédérick Leboyer cominciò una sorprendente serie di esperimenti: approntò una sala parto con luci soffuse e con un’atmosfera tranquilla, simile a quella domestica, e dove il bambino veniva consegnato alla madre appena nato. Secondo un resoconto basato su 120 parti di questo tipo, le madri la definirono un’esperienza “sorprendente, meravigliosa e fantastica”. Tutte queste donne vorrebbero partorire di nuovo allo stesso modo.

      In molti luoghi avere un bambino sta diventando una faccenda di famiglia. La madre si sente spesso a suo agio quando il marito assiste al parto. In alcuni ospedali è permesso assistere anche ai ragazzi più grandi per rendere la cosa meno drammatica e più naturale. A una bambina di otto anni, che aveva visto la madre partorire il fratellino, fu chiesto se le sarebbe piaciuto avere un bambino. “Sì”, disse senza esitazione, ma poi aggiunse: “Se non avessi deciso invece di fare la ballerina”.

      “Con doglie partorirai figli”, disse il Creatore alla prima donna sulla terra, secondo il primo libro della Bibbia. (Gen. 3:16) Nel corso della storia è stato dimostrato che è così. A causa dell’imperfezione umana, il parto è doloroso. Ma non è insopportabile. Se la madre in attesa ha un’onesta e amorevole relazione con il marito e la famiglia, coltiva giusti sentimenti verso il bambino in arrivo, impara a cooperare con il proprio corpo, riceve una buona assistenza prima e durante il parto, le è data la possibilità di partorire in un’atmosfera tranquilla e gioiosa, e, soprattutto, ripone la sua fiducia nel meraviglioso Creatore della vita, allora è ben preparata a partorire suo figlio con il minor dolore ora possibile.

  • Uno sguardo al mondo
    Svegliatevi! 1981 | 22 febbraio
    • Uno sguardo al mondo

      I giovani cercano le virtù

      ◆ I presidi delle scuole superiori della prefettura di Hokkaido, in Giappone, sono stati sorpresi dalle risposte ottenute in un sondaggio sulle qualità più ricercate nell’altro sesso. Prima del sondaggio, “forte volontà”, “sincerità” e “ferma decisione” erano considerate virtù maschili. Nella società giapponese sono sempre state molto apprezzate. Ma nel recente sondaggio la risposta più comune delle ragazze è stata: “gentilezza e tenerezza”, seguita da “comprensione” e “allegria”. Fatto degno di nota, a giudizio dei maschi le virtù ideali per le ragazze sono “gentilezza e tenerezza”, “simpatia” e “comprensione”. Solo l’8,5 per cento ha dato importanza al lato fisico. È interessante che in un mondo che mette l’accento sul “meismo” e l’aspra competizione, questi giovani riconoscano che esistono qualità migliori da ricercare e coltivare.

      Cura per la solitudine

      ◆ Quando James J. Lynch, autore di un libro sulla solitudine (The Broken Heart: The Medical Consequences of Loneliness), è stato intervistato recentemente, ha citato alcuni rimedi contro la solitudine: “I miei rimedi sono molto elementari. Li conosciamo da migliaia d’anni, e fanno parte di ogni grande religione. Basilarmente, se volete ricevere amore, dovete dare amore. Suona banale, ma è vero. . . . A volte il rimedio è molto semplice, basta prendersi un animale per compagnia, ci crediate o no. Il commercio degli animali non è un’industria da molti miliardi di dollari perché la gente sia stravagante, ma perché soddisfa profondi bisogni biologici. Studi effettuati su persone affette da disturbi coronarici che uscite dall’ospedale vivono sole indicano che la percentuale di sopravvivenza tra coloro che hanno la compagnia di un animale è superiore rispetto a coloro che non hanno tale compagnia. Penso inoltre che dobbiamo riprovare questo mito della ‘persona indipendente’. C’è una dipendenza salutare e c’è una dipendenza non salutare, ma nessuno è biologicamente indipendente. È un vero peccato che tanti critichino chi ammette di avere bisogno di un’altra persona”. — U.S. News & World Report, 30 giugno 1980.

      Allattamento materno e tumori alla mammella

      ◆ Secondo i risultati di una recente inchiesta condotta in Italia, pare che la mortalità per tumore alla mammella sia inferiore fra le madri che allattano i figli al seno rispetto a quelle che allattano artificialmente. Si rileva anche uno stretto legame fra lo sviluppo economico, il diverso tenore di vita e i tumori alla mammella. Pertanto nelle regioni dell’Italia settentrionale, dove la donna più frequentemente lavora fuori casa ed è meno in grado di allattare col proprio latte, pare che i tumori al seno siano più diffusi. Ecco alcuni dati riportati da La Stampa del 17 febbraio 1980, che ha trattato l’argomento: “Su 100.000 abitanti la mortalità è del 5,3 in Basilicata, 7,8 in Calabria, 7,4 in Sardegna, e per contro il 18,1 in Lombardia, 17,9 in Piemonte e 22,3 in Liguria”.

      “Non si fa niente altro”

      ◆ Nella Repubblica Federale di Germania, avvengono “140.000 decessi per fumo all’anno, ma non si fa niente altro . . . che menzionare questo orribile dato”, commentava Die Zeit

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