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  • Bacio
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    • 5:14), forse fra persone dello stesso sesso. Questa forma di saluto dei primi cristiani poteva corrispondere all’antica usanza ebraica di salutarsi con un bacio. Anche se le Scritture non forniscono particolari, il “santo bacio” o “bacio d’amore” evidentemente rifletteva il sano amore e l’unità che regnavano nella congregazione cristiana. — Giov. 13:34, 35.

      USO FIGURATIVO

      Il bacio come segno di rispetto e devozione è menzionato nel consiglio ispirato di ‘servire Geova con timore’ e ‘baciare il figlio, affinché Egli non si adiri e voi non periate dalla via’. (Sal. 2:11, 12) Coloro che sono lieti di sottoporsi al re e al regno di Dio avranno grandi benedizioni quando si potrà dire che “giustizia e pace, si sono baciate”, perché la relazione fra queste due sarà evidente a tutti come l’intimità di amici affezionati. — Sal. 85:10.

  • Baco
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    • Baco

      Larva vermiforme di insetto appena uscito dall’uovo. Il termine “baco” si applica in particolare alle larve che si trovano nella materia vegetale o animale in decomposizione e in tessuti viventi. La materia vivente o in putrefazione provvede il calore necessario all’incubazione delle uova e il nutrimento per le larve.

      Le Scritture alludono alla natura parassitica dei bachi e al fatto che vivono di materia organica morta. (Giob. 7:5; 17:14; 21:26; 24:20; Isa. 14:11) La miracolosa manna, se gli israeliti la conservavano fino all’indomani mattina, emanava un odore ripugnante e inverminiva; ma non così la manna raccolta il sesto giorno e conservata per il sabato. (Eso. 16:20, 24) Nel menzionare il “baco” in relazione alla Geenna, Gesù alludeva evidentemente all’immondezzaio fuori di Gerusalemme dove fuochi consumavano i rifiuti e vermi o bachi si nutrivano dei corpi in decomposizione finiti lì vicino, ma non nel fuoco. (Mar. 9:48; confronta Isaia 66:24). La parola “baco” venne usata da Bildad per indicare qualcuno di poco conto. — Giob. 25:6; vedi GEENNA.

  • Baffi
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    • Baffi

      Vedi BARBA.

  • Balaam
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    • Balaam

      (Bàlaam) [forse, divoratore].

      Figlio di Beor, vissuto nel XV secolo a.E.V. nel villaggio arameo di Petor, nell’alta valle dell’Eufrate presso il fiume Sajur. Pur non essendo israelita, Balaam aveva una certa conoscenza di Geova e lo riconosceva come il vero Dio, infatti in un’occasione lo chiamò “Geova mio Dio”. (Num. 22:5, 18) Questo forse era dovuto al fatto che devoti adoratori di Geova (Abraamo, Lot e Giacobbe) erano vissuti nelle vicinanze di Haran, non lontano da Petor. — Gen. 12:4, 5; 24:10; 28:5; 31:18, 38.

      Balaam rifiutò l’offerta della prima delegazione inviata da Balac re di Moab a portargli “compensi per la divinazione”, dicendo: “Geova ha rifiutato di lasciarmi andare con voi”. (Num. 22:5-14) Quando vennero “altri principi in maggior numero e più onorevoli” (Num. 22:15), e Balaam chiese di nuovo a Dio il permesso di andare, Geova disse: “Levati, va con loro. Ma tu potrai pronunciare solo la parola che io ti avrò pronunciata”. — Num. 22:16-21; Mic. 6:5.

      Cammin facendo l’angelo di Geova bloccò tre volte la strada, inducendo l’asina di Balaam prima a deviare in un campo, poi a premere il piede di Balaam contro un muro e infine a sdraiarsi per terra. Tre volte Balaam batté l’animale che miracolosamente espresse a parole la sua protesta. (Num. 22:22-30) Finalmente Balaam stesso vide l’angelo di Geova, che annunciò: “Io sono uscito a far resistenza, perché la tua via è stata a precipizio contro la mia volontà”. Ma ancora una volta Geova permise a Balaam di continuare per la sua strada. — Num. 22:31-35.

      In ogni caso Dio disapprovò qualsiasi tentativo di Balaam di maledire Israele, insistendo che se fosse andato, avrebbe dovuto benedire, non maledire (Gios. 24:9, 10); tuttavia gli permise di andare. Come nel caso di Caino, Dio espresse la sua disapprovazione ma gli consentì di fare la sua scelta: abbandonare la via errata o buttarsi a capofitto in una condotta malvagia. (Gen. 4:6-8) Balaam, come Caino, si ostinò a non tener conto della volontà di Geova al riguardo, deciso a raggiungere il suo obiettivo egoistico. Nel caso di Balaam, l’avidità della ricompensa lo accecò facendogli seguire la via sbagliata, come scrive Giuda: ‘Balaam si precipitò nell’erroneo corso per ricompensa’. L’apostolo Pietro osserva: “Balaam, figlio di Beor, amò la ricompensa dell’ingiustizia, ma ricevette un rimprovero per la sua violazione di ciò che era giusto. Una bestia da soma senza voce, esprimendosi con voce umana, impedì la pazza condotta del profeta”. — Giuda 11; II Piet. 2:15, 16.

      Giunto in territorio moabita e incontrato il re Balac sulla riva dell’Arnon, Balaam non perse tempo e l’indomani si mise all’opera al servizio di quegli oppositori del popolo di Geova. Poi si tirò indietro sperando di trovare qualche “sinistro presagio” (Num. 23:3; 24:1), ma l’unico messaggio che ricevette da Geova fu una benedizione per Israele. La stessa procedura propiziatoria fu seguita di nuovo in cima al Pisga, e ancora una volta non ci fu “nessun sinistro incantesimo contro Giacobbe”, ma solo benedizioni. Infine la cerimonia fu ripetuta in cima al Peor, e per la terza volta “Dio cambiò la maledizione in benedizione”. — Num. 22:41-24:9; Nee. 13:2.

      A questo punto “l’ira di Balac s’infiammò contro Balaam”, e battendo le mani con rabbia egli esclamò: “Ti ho chiamato per esecrare i miei nemici, ed ecco, tu li hai benedetti fino al limite queste tre volte. E ora vattene al tuo luogo. Io mi ero detto che senza fallo ti avrei onorato, ma, ecco, Geova ti ha trattenuto dall’onore”. (Num. 24:10, 11) Balaam cercò di scusarsi, dando a Geova la colpa di non aver potuto maledire Israele, e dicendo che ‘non avrebbe potuto trasgredire l’ordine di Geova’, e che avrebbe detto ‘qualunque cosa Geova avesse proferito’. Quindi dopo aver pronunciato qualche altra massima proverbiale contro i nemici d’Israele, “Balaam si alzò e se ne andò e tornò al suo luogo”. — Num. 24:12-25.

      Dire che Balaam “tornò al suo luogo” non significa necessariamente dire che ritornasse proprio a casa sua a Petor. In se stessa questa espressione non indica che Balaam si fosse allontanato dalle immediate vicinanze del monte Peor. Il Commentary di Cook osserva in merito a Numeri 24:25: “Tornò al suo proprio luogo. Non al suo paese, infatti rimase fra i madianiti per complottare in altri modi contro il popolo di Dio, e per perire nel suo peccato. . . La frase, che ricorre spesso (cfr. Gen. xviii. 33, xxxi. 55; 1 Sam. xxvi. 25; 2 Sam. xix. 39), è idiomatica, significa semplicemente che Balaam se ne andò dove voleva”.

      Balaam sperava ancora di ricevere la ricca ricompensa per cui aveva fatto tanta strada e si era dato tanto da fare. Se non poteva maledire Israele, ragionò, forse Dio stesso avrebbe maledetto il suo popolo, se solo si poteva indurlo ad abbandonarsi all’adorazione immorale del Baal di Peor. Quindi Balaam insegnò a Balac a porre una pietra d’inciampo davanti ai figli d’Israele, affinché mangiassero cose sacrificate agli idoli e commettessero fornicazione. (Riv. 2:14) “Secondo la parola di Balaam”, le figlie di Moab e di Madian “servirono a indurre i figli d’Israele a commettere infedeltà verso Geova nel fatto di Peor, così che il flagello venne sull’assemblea di Geova”. (Num. 31:16) Il risultato: 24.000 uomini d’Israele morirono per il loro peccato. (Num. 25:1-9) Né Madian né Balaam stesso sfuggirono alla punizione divina. Geova ordinò che uomini, donne e ragazzi fossero tutti giustiziati; solo le vergini furono risparmiate. “E uccisero Balaam figlio di Beor con la spada”. (Num. 25:16-18; 31:1-18) In quanto ai moabiti, essi furono esclusi dalla congregazione di Geova “fino alla decima generazione”. — Deut. 23:3-6.

  • Balac
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    • Balac

      (Bàlac) [devastatore].

      Re di Moab, adoratore di Baal, vissuto nel XV secolo a.E.V.; figlio di Zippor. Il popolo di Balac fu preso da spavento e da grande timore vedendo quello che Israele aveva fatto agli amorrei. Alleatosi ai madianiti, Balac mandò a cercare Balaam nel villaggio di Petor sull’Eufrate perché venisse dalla Mesopotamia e maledicesse Israele con “potere magico” nella speranza di avere così un vantaggio militare. “Ecco”, Balac disse a Balaam, “[gli israeliti] hanno coperto la terra fin dove si può vedere, e dimorano proprio di fronte a me”. Dapprima Balaam ricusò di andare, ma dopo che Balac gli inviò una più onorevole delegazione di principi e aumentò l’offerta, l’avido profeta alla fine accettò, col permesso di Geova. Quando giunse sulla sponda dell’Arnon, Balac lo rimproverò: “Perché non sei venuto da me [la prima volta]? Non posso realmente e veramente onorarti?” — Num. 22:2-37.

      Balac portò Balaam in tre punti da cui si poteva vedere l’esercito d’Israele. Ogni volta si seguì la stessa procedura propiziatoria; fu ordinato a Balac di costruire sette altari su cui furono sacrificati sette tori e sette montoni. Tuttavia, ogni volta, invece di maledire Israele, Balaam lo benedisse. — Num. 22:41-24:9; Mic. 6:5.

      A questo punto “l’ira di Balac s’infiammò contro Balaam”. Battendo le mani con rabbia esclamò: “Ti ho chiamato per esecrare i miei nemici, ed ecco, tu li hai benedetti fino al limite queste tre volte. E ora vattene al tuo luogo”. Ma prima di partire questo profeta di Petor predisse che la “stella” messianica sarebbe venuta per mezzo del seme di Giacobbe. — Num. 24:10-17; Gios. 24:9, 10; Giud. 11:25.

      Gli avvenimenti successivi indicano che Balaam insegnò a Balac a porre una pietra d’inciampo davanti ai figli d’Israele, affinché mangiassero cose sacrificate agli idoli e commettessero fornicazione. — Riv. 2:14; Num. 25:1-18.

  • Baladan
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    • Baladan

      (Bàladan) [egli ha dato un figlio].

      Padre di Merodac-Baladan (Isa. 39:1; “Berodac-Baladan” in II Re 20:12). Merodac-Baladan figlio di Baladan regnava in Babilonia durante l’ultima parte del regno di Ezechia re di Giuda (745–716 a.E.V.).

      In passato alcuni consideravano sbagliata questa menzione di Baladan, dato che le iscrizioni assire del re Sargon II menzionano Merodac-Baladan figlio di “Yakin”. Tuttavia, nelle iscrizioni del re d’Assiria Salmaneser III, Ieu re d’Israele è chiamato “figlio di Omri”, mentre Ieu in effetti era figlio di Giosafat e nipote di Nimsi. (II Re 9:2) Anche se la dinastia di Omri terminò alla morte di Ieoram (II Re 9:24), gli assiri continuarono a riferirsi al regno d’Israele come “Bit Humri” (Casa di Omri o Paese di Omri) e, in modo corrispondente, si riferivano al paese di Merodac-Baladan come “Bit Yakin”. Sembra dunque che Merodac Baladan fosse “figlio di Yakin” principalmente nel senso che era suo successore.

      Alcuni ritengono che “Baladan” sia l’abbreviazione di un nome più completo, e suggeriscono che il padre di Merodac-Baladan avesse lo stesso nome del figlio. L’abbreviazione dei nomi non è insolita nella Bibbia (per esempio, l’abbreviazione di “Ioacaz” in “Acaz”), né è insolita nei testi assiri e babilonesi.

  • Baldassarre
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Baldassarre

      (Baldassàrre) [ebr. Belshaʼtsàr; accadico Bel-shar-usur; Bel protegge il re].

      Figlio primogenito di Nabonedo e suo coreggente durante gli ultimi anni dell’impero babilonese. Nella Bibbia è menzionato solo dal profeta Daniele e per molto tempo la sua posizione di “re di Babilonia” era smentita dai critici. (Dan. 5:1, 9; 7:1; 8:1) Tuttavia prove archeologiche sotto forma di antichi testi hanno poi dimostrato in modo inequivocabile la storicità del racconto biblico.

      Prove storiche indicano che Baldassarre era figlio di Nabonedo e di sua moglie Nitocri, figlia di Nabucodonosor. Baldassarre era dunque nipote di Nabucodonosor, in armonia con i riferimenti biblici a Nabucodonosor come “padre” di Baldassarre (il termine “padre” veniva usato anche per nonno), e a Baldassarre come “figlio” (usato anche per nipote) di Nabucodonosor. (Dan. 5:11, 18, 22; confronta Genesi 28:10, 13). Questa non era soltanto una consuetudine biblica, ma anche un’usanza neobabilonese. (Iscrizioni assire menzionano certi re come ‘figli’ dei loro predecessori anche se in effetti non erano consanguinei).

      Una tavoletta cuneiforme che risale all’anno dell’ascesa al trono di Neriglissar, succeduto ad Amel-Marduk (Evil-Merodac) sul trono babilonese, si riferisce a “Baldassarre, il principale funzionario del re”, in relazione a un’operazione finanziaria. Alcuni studiosi ritengono che si tratti del Baldassarre della Bibbia, indicando così che aveva già una certa preminenza prima dell’ascesa al trono di Nabonedo. Tale identificazione non è però affatto sicura.

      Nel 1924 è stata pubblicata la decifrazione di un antico testo cuneiforme, detto “Storia persiana in versi di Nabonedo”, grazie al quale sono state portate alla luce preziose informazioni che avvalorano senz’altro la posizione regale che Baldassarre aveva a Babilonia e spiegano in che modo diventò coreggente di Nabonedo. A proposito della conquista di Tema da parte di Nabonedo nel terzo anno del suo regno, parte del testo dice: “Egli affidò un accampamento al figlio primogenito; le truppe del territorio inviò con lui. Si liberò le mani dal governo, che affidò a lui. Poi egli stesso [Nabonedo] intraprese una campagna militare in luogo remoto, e le forze della terra di Arcadia avanzarono con lui; egli si volse verso Tema, nella regione occidentale”. (Finegan, Luci del lontano passato, p. 193) Quindi Baldassarre esercitò l’autorità regale dal terzo anno di Nabonedo in poi, e questo avvenimento probabilmente corrisponde al riferimento di Daniele al “primo anno di Baldassarre il re di Babilonia”. — Dan. 7:1.

  • Bagno
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Bagno

      Vedi PUREZZA, PURO.

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