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  • Mantenete il giusto equilibrio cristiano
    La Torre di Guardia 1969 | 15 marzo
    • Mantenete il giusto equilibrio cristiano

      “Cristo soffrì per voi, lasciandovi un modello, onde seguiate attentamente le sue orme”. — 1 Piet. 2:21

      1. Quale provvedimento ha preso Dio, e che cosa si richiede per trarne beneficio?

      GEOVA Dio ha preso provvedimento affinché gli uomini ottengano la vita eterna in un giusto nuovo sistema di cose. Con questo fine in vista, “ha dato il suo unigenito figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Ma per ottenere questa grande ricompensa della vita, dobbiamo mantenere il giusto equilibrio cristiano. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, lo mantenne; e, con questo, stabilì un perfetto esempio o modello. Perciò, tutti quelli che vogliono camminare fermamente dinanzi a Dio devono seguire “attentamente le sue orme”. (1 Piet. 2:21) Ma si ammette che non è facile mantenere il giusto equilibrio cristiano.

      2. Che cosa occorre per mantenere l’equilibrio?

      2 Per capire meglio che cosa comporta l’equilibrio, osservate i commenti del Webster’s Dictionary of Synonyms: “L’equilibrio implica uno stato in cui nessuna parte, elemento, fattore, o influenza prevale sull’altra o è sproporzionata rispetto alle altre. Suggerisce perciò una stabilità o benessere di solito non esteriormente evidente finché non c’è turbamento . . . pertanto, l’uomo perde l’equilibrio e cade quando, scivolando sul ghiaccio, il suo peso si sposta e le gambe non lo reggono più”. Tale perdita di equilibrio e susseguente caduta possono essere dannose. In modo simile, perdere l’equilibrio quando si va in bicicletta o in motocicletta può significare un doloroso o anche mortale incidente. Il valore dell’equilibrio fisico è ovvio.

      ACQUISTIAMO L’EQUILIBRIO CRISTIANO

      3. Perché l’equilibrio spirituale è così essenziale? È qualche cosa che ereditiamo alla nascita?

      3 Comunque, il giusto equilibrio cristiano è anche più importante, poiché è assolutamente necessario per ricevere la benedizione di Dio e la vita eterna. La prima coppia umana, Adamo ed Eva, persero l’equilibrio spirituale; si allontanarono dalla via disubbidendo a Dio. Significò la morte per loro, e un inizio di vita senza equilibrio per tutti i loro discendenti, compresi noi oggi. Sì, noi tutti fummo concepiti nel peccato e dati alla luce nell’errore, con la naturale inclinazione a fare il male. — Sal. 51:5; Rom. 5:12.

      4. Come si ottiene l’equilibrio spirituale, e una volta acquistato si può perdere?

      4 Perciò, giacché nessuno di noi nacque con l’equilibrio cristiano, dobbiamo acquistarlo. Come il bambino che comincia a camminare impara l’equilibrio fisico con diligente sforzo, così noi dobbiamo esercitare iniziativa e perseveranza per acquistare l’equilibrio cristiano. Molti hanno, per così dire, imparato a stare in piedi da soli e come cristiani hanno camminato nelle orme del Maestro, Gesù Cristo. Hanno accettato il sacrificio di riscatto, si sono separati da questo mondo malvagio e dalle sue pratiche, e hanno persino dedicato la loro vita a servire Geova Dio. (Matt. 20:28; Giov. 17:16; Ebr. 10:7) Ma poi non hanno mantenuto l’equilibrio cristiano. Qualcosa ha fatto loro perdere l’equilibrio, inducendoli a smettere di seguire le orme di Cristo.

      5. Quali domande potrebbe farsi ciascun cristiano?

      5 La domanda, perciò, è: Dopo avere acquistato l’equilibrio cristiano, possiamo fedelmente mantenere questo equilibrio, malgrado le circostanze che si verificano nella nostra vita? Possiamo continuare a camminare attentamente nelle orme di Cristo? La vita eterna nel giusto nuovo sistema di cose di Dio dipende dal far questo! — 2 Piet. 3:13; Riv. 21:3, 4.

      EQUILIBRIO NELLA NOSTRA RELAZIONE CON DIO

      6. Qual è la prima cosa essenziale da fare per acquistare l’equilibro cristiano? Che esempio diede Cristo nella sua attitudine verso Dio?

      6 La prima cosa essenziale da fare per avere il giusto equilibrio cristiano è di mantenere una corretta relazione col nostro Creatore, Geova Dio. Ma qual è la giusta relazione con Dio? Considerate il modello perfetto, Cristo. Egli si presentò volontariamente per fare la volontà del Padre suo. Cristo tenne sempre l’adorazione di Dio quale punto centrale intorno al quale imperniò tutte le altre attività. La sua principale preoccupazione fu sempre di piacere al Padre suo. In modo simile, anche noi dobbiamo capire l’importanza di servire il nostro Creatore, e il debito che abbiamo verso di Lui. In realtà, Geova provvede tutte le cose necessarie per sostenere la vita, compresi il sole, la pioggia, l’aria che respiriamo, e il cibo che mangiamo, nonché gli essenziali provvedimenti spirituali. (Matt. 5:45; Atti 14:15-17) Prontamente dovremmo riconoscere col salmista biblico: “Presso di te è la fonte della vita”. — Sal. 36:9.

      7. Qual è la veduta equilibrata riguardo a ciò che dobbiamo a Dio?

      7 Ma poiché Dio possiede ogni cosa, che cosa possiamo darGli per contraccambiare la Sua bontà? Siamo dotati di libero arbitrio, quindi possiamo scegliere di adorare Geova Dio; possiamo amarLo con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente, con tutta la nostra anima e con tutta la nostra forza. (Matt. 22:37, 38) Tale devozione con tutta l’anima non è una cosa priva di equilibrio; è invece quello che occorre per mantenere la giusta relazione con Dio. Gesù Cristo stesso disse: “Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio”. (Matt. 4:10) È essenziale rendere a Dio esclusiva devozione per mantenere l’equilibrio cristiano.

      8. Quale esempio illustra la difficoltà di rendere a Dio esclusiva devozione?

      8 Comunque, è molto più facile parlare di amare Dio e scrivere ad altri di seguire l’esempio di Cristo circa il rendere a Dio esclusiva devozione in tutte le circostanze che non farlo effettivamente. Per esempio, il re Salomone, quando serviva fedelmente Geova, scrisse: “Temi il vero Dio e osserva i suoi comandamenti”. (Eccl. 12:13) Ma, in seguito, Salomone fu indotto a trascurare i comandamenti di Dio e non mise in pratica ciò che aveva scritto. Perché? Che cosa rende così difficile il mantenimento del giusto equilibrio cristiano?

      9. Perché è difficile mantenere il giusto equilibrio cristiano?

      9 Non è solo la peccaminosa inclinazione dell’uomo a fare il male che lo rende difficile. (Rom. 7:20, 21) Ma un altro importante fattore è la malvagia influenza dell’invisibile creatura spirituale Satana il Diavolo, che la Bibbia chiama “l’iddio di questo sistema di cose”. (2 Cor. 4:4) Gli sforzi di Satana mirano a distruggere la giusta relazione dei cristiani con Dio, a creare situazioni o circostanze che facciano perdere l’equilibrio. Gesù Cristo lo indicò quando, l’ultima sera prima di morire, si rivolse all’apostolo Simon Pietro e disse: “Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di avervi per vagliarvi come grano”. (Luca 22:31) Un attento sguardo agli sforzi di Satana di allontanare Pietro dal favore di Dio può esserci oggi di vero beneficio per aiutarci a mantenere il giusto equilibrio cristiano.

      IL TIMORE FA PERDERE L’EQUILIBRIO

      10. (a) Per celebrare quale avvenimento religioso Gesù e i suoi discepoli si radunarono il 14 Nisan 33 E.V.? (b) Che motivo c’è di credere che forse era quasi mezzanotte quando uscirono per andare nel giardino di Getsemani?

      10 Considerate prima lo sfondo degli importanti avvenimenti che si verificarono. Era l’inizio della primavera dell’anno 33 E.V. e il tempo dell’annuale festa di Pasqua celebrata nel mese di Nisan. Gesù e i suoi dodici apostoli si riunirono per l’occasione in una stanza superiore in qualche parte di Gerusalemme, dopo le 18, ora in cui cominciava il giorno ebraico. Le istruzioni di Dio erano che l’agnello pasquale fosse conservato fino al quattordicesimo giorno di Nisan “fra le due sere”, che secondo alcune autorità significa fra il tramonto e l’avanzato crepuscolo. In questo tempo doveva essere ucciso e quindi arrostito intero. (Eso. 12:6-10) Per arrostire tale animale intero ci sarebbero volute forse da quattro a cinque ore. Pertanto, era probabilmente verso mezzanotte quando il pasto pasquale fu finito e Cristo istituì la commemorazione della sua morte. Dopo ciò, Gesù e i suoi discepoli andarono nel giardino di Getsemani, dove Gesù fu arrestato e preso in custodia. — Mar. 14:17-46.

      11. Che cosa fece Pietro quando Gesù fu preso in custodia?

      11 Nel freddo e nelle tenebre di quelle prime ore del mattino, dice il racconto biblico, “ora condussero Gesù al sommo sacerdote, e a tutti i capi sacerdoti e gli anziani e gli scribi riuniti. Ma Pietro, a buona distanza, lo seguiva fino al cortile del sommo sacerdote; e sedeva insieme ai servitori della casa, riscaldandosi davanti alla luce del fuoco. Nel frattempo i capi sacerdoti e l’intero Sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non ne trovavano alcuna. Molti, in realtà, davano falsa testimonianza contro di lui”. — Mar. 14:53-56.

      12. Come fu trattato Gesù in quel tempo?

      12 Gesù era malvagiamente presentato sotto falsa luce da quei falsi testimoni. Non solo, ma il racconto ispirato dice: “Alcuni cominciarono a sputargli addosso e alcuni a coprirgli tutta la faccia e a colpirlo coi pugni, dicendogli: ‘Profetizza!’ E, schiaffeggiandolo, i servitori della corte lo presero”. (Mar. 14:65) Che ingiustizia! Quella turba era istigata dal Diavolo! Satana era responsabile di istigare quegli uomini a oltraggiare fisicamente Gesù e a insultarlo. Che effetto avrebbe avuto tutto questo su Pietro? Avrebbe egli, imitando il suo Maestro, mantenuto il giusto equilibrio in queste difficili circostanze?

      13. Che effetto ebbe su Pietro questo trattamento riservato a Gesù?

      13 Non siamo lasciati nel dubbio, poiché la narrazione biblica continua: “Ora mentre Pietro era di sotto nel cortile, venne una delle servitrici del sommo sacerdote, e, visto Pietro che si riscaldava, lo guardò fisso, dicendo: ‘Anche tu eri col Nazareno, con questo Gesù’. Ma egli lo negò, dicendo: ‘Non lo conosco né capisco ciò che dici’, e se ne andò fuori nel vestibolo. Ivi la servitrice, scortolo, cominciò di nuovo a dire a quelli che stavano lì presso: ‘Questo è uno di loro’. Di nuovo egli lo negava. E dopo un po’, quelli che stavano lì presso ancora una volta dicevano a Pietro: ‘Certamente tu sei uno di loro, poiché, infatti, sei Galileo’. Ma egli cominciò a maledire e a giurare: ‘Non conosco quell’uomo di cui parlate’”. — Mar. 14:66-71.

      14. Che cosa indusse Pietro a rinnegare Cristo?

      14 Ma questo non era vero. Pietro in effetti conosceva Gesù. Infatti, alcune ore prima, mentre era con Gesù, aveva asserito: “Signore, sono pronto ad andare con te sia in prigione che alla morte”. “Benché tutti gli altri inciampino riguardo a te, io non inciamperò mai!” (Luca 22:33; Matt. 26:33) Che cosa causò questo improvviso cambiamento d’attitudine in Pietro? Fu causato dal timore. Le circostanze presero Pietro di sorpresa. Gesù era descritto come un abietto criminale. La verità era svisata. Quello ch’era giusto era fatto passare per sbagliato, e l’innocente per colpevole. A causa delle pressioni del momento Pietro perse l’equilibrio. All’improvviso il suo giusto senso di lealtà fu destato, con suo proprio dolore. “Accasciatosi, scoppiò a piangere”, dice la Bibbia. — Mar. 14:72.

      PUÒ ACCADERE OGGI

      15. (a) Perché potremmo aspettarci di trovarci in circostanze simili a quelle di Pietro? (b) A causa di questa esperienza Pietro perse l’equilibrio permanentemente?

      15 Oggi possono verificarsi circostanze simili. Satana il Diavolo è ancora attivo, e si sforza di far perdere l’equilibrio ai cristiani e rovinare la loro relazione con Dio. E possiamo essere certi che le tattiche che ebbero tanto successo contro Pietro saranno impiegate contro i cristiani moderni. È vero che Pietro riacquistò prontamente il suo equilibrio spirituale. Si pentì profondamente e ottenne il perdono che cercò con tanta premura. Divenne uno dei più intrepidi ministri dell’impopolare Gesù Cristo, e morì fedele a Geova Dio. Ma che infelice esperienza quando rinnegò tre volte il suo Maestro, Gesù! Quanto sarebbe stato meglio evitare un’esperienza simile! Siete preparati ad affrontare circostanze simili a quella in cui si trovò Pietro? Possono sorgere, e, infatti, è probabile che sorgano.

      16. Che cosa può far perdere l’equilibrio ad alcuni odierni cristiani?

      16 Vi sono moltissime situazioni in cui l’indebito timore può far perdere l’equilibrio al dedicato cristiano e fargli dimenticare la sua giusta relazione con Geova Dio. Può essere il timore di quello che potrebbero pensare i vicini se lo vedessero andare di casa in casa col messaggio del Regno. Sì, che dire se lo vedesse il suo stesso datore di lavoro! Che pensiero allarmante può essere questo per chi ha dimenticato che quello che conta realmente è ciò che Dio pensa di lui! I ragazzi negli anni dell’adolescenza sono particolarmente inclini ad aver paura di quello che la gente pensa di loro.

      17, 18. Quale considerazione potrebbe avvenire in un’aula scolastica creando circostanze simili a quella in cui si trovò Pietro?

      17 Forse tu sei un giovane cristiano, e l’ambiente è un’aula della scuola dove tu studi. Lì si possono cominciare a considerare in classe le credenze dei testimoni di Geova. Il pregiudizio e lo spirito patriottico possono essere forti. “I testimoni di Geova sono sovversivi. Sono contro il governo”, afferma un giovane. Questa è un’accusa simile a quella mossa a Gesù il giorno della sua esecuzione. (Luca 23:2) “I testimoni di Geova non votano né combattono per il loro paese”, aggiunge un altro ragazzo. Tuttavia, la condotta seguìta da Gesù e dai primi cristiani fu di stretta neutralità rispetto alle questioni politiche delle nazioni. (Giov. 6:15; 15:17-19; Giac. 4:4) Un moderno libro di testo osserva: “Gli zelanti cristiani non prestavano servizio nelle forze armate né accettavano cariche politiche”.a Ma gli studenti e l’insegnante non conoscono bene gli insegnamenti della Bibbia al riguardo, né le credenze e le pratiche dei primi cristiani. La conversazione si fa più animata.

      18 “I testimoni di Geova sono anticristiani”, afferma una ragazza. “Poiché non celebrano neppure il Natale!” I sentimenti d’ostilità verso i testimoni di Geova si fanno più intensi. I presenti non si rendono conto che il Natale è una celebrazione pagana, che non è sostenuto dalla Bibbia e non era osservato dai primi cristiani. Non conoscono la testimonianza delle correnti opere di consultazione a questo riguardo. Quindi un altro ragazzo fa l’accusa: “I testimoni di Geova non amano i loro figli. Li lasciano morire piuttosto che far loro una trasfusione di sangue per salvare la vita!” Come devono essere terribili i testimoni di Geova! Questo è il sentimento prevalente. I giovani non si rendono conto che la Bibbia proibisce severamente di mangiare sangue, e che i primi cristiani si astennero completamente sia dal sangue animale che dal sangue umano.b — Lev. 17:10; Atti 15:20, 29.

      19. (a) A quali domande dovrebbe rispondere il giovane cristiano in tale situazione? (b) Quando ci si dovrebbe preparare per tale eventualità?

      19 Pressappoco a questo punto qualcuno in aula può rivolgersi a te e chiedere: “Sei testimone di Geova, vero?” Lì ti troverai in una situazione simile a quella in cui si trovò l’apostolo Pietro. Che cosa dirai? Come affronterai la situazione? Manterrai il giusto equilibrio cristiano? Sarai un fedele Testimone di Geova Dio, come lo fu anche Gesù Cristo? (Giov. 17:6; Riv. 1:5) Ora è tempo di prepararsi ad affrontare circostanze simili che possono sorgere. Ora devi prendere la ferma risoluzione di imitare l’intrepido esempio di Gesù Cristo in tali situazioni. Questo ti aiuterà a evitare di perdere l’equilibrio.

      PREPARAZIONE ANTICIPATA

      20. Che cosa ci vuole per mantenere il giusto equilibrio cristiano, e come mostrò Gesù di riconoscerne il bisogno?

      20 Dobbiamo pregare e considerare regolarmente la Parola di Dio per mantenere la giusta relazione con Geova Dio, e così mantenere l’equilibrio cristiano. Gesù riconobbe questo bisogno. In quelle gravi ultime ore della sua vita terrena egli ne fu specialmente consapevole. Perciò, mentre era coi suoi discepoli nella stanza superiore quell’ultima sera parlò in modo incoraggiante di cose spirituali per rafforzare la fede, concludendo la considerazione con le parole: “Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. Quindi pregò a lungo coi suoi discepoli, dopo di che si recarono nel giardino di Getsemani. — Giov. 16:33–18:1.

      21, 22. In che modo i discepoli nel giardino di Getsemani non imitarono l’esempio di Cristo?

      21 Lì fuori nel giardino Gesù continuò a pregare il suo Padre celeste, cercando la Sua guida e direttiva. Prima di lasciarli per pregare in privato, Gesù disse a Pietro e ad altri due suoi discepoli: “State qui e siate vigilanti”. Ma furono vigilanti? Diedero ascolto alle istruzioni di Gesù? Il racconto biblico dice: “Egli venne e li trovò addormentati”. Che delusione! Questo non era il modo di prepararsi per ciò che li attendeva. Gesù si volse quindi a Pietro e disse: “Simone, dormi? Non hai avuto la forza di vigilare per un’ora? Vigilate e pregate, affinché non entriate in tentazione. Lo spirito, naturalmente, è desideroso, ma la carne è debole”. (Mar. 14:32-38) È vero, era tardi, probabilmente a quell’ora la mezzanotte era passata da un pezzo. La carne era stanca. Ciò nondimeno, avrebbero dovuto imitare l’esempio di Gesù. Questo era il tempo di prestare più che la solita attenzione alle cose spirituali. Il promesso seme della donna di Dio stava per essere ferito! Che importante occasione! — Gen. 3:15; Gal. 3:16.

      22 Pietro e gli altri discepoli presero dunque seriamente l’urgente incoraggiamento che Gesù diede per la seconda volta? Il racconto di Marco dice: “E andò via di nuovo e pregò, dicendo la stessa parola. E di nuovo venne e li trovò addormentati, poiché i loro occhi erano aggravati e non sapevano quindi che cosa rispondergli”. (Mar. 14:39, 40) Pietro e i suoi compagni non ascoltarono! Trascurarono di prestare attenzione alle istruzioni di Gesù. Prima di allontanarsi per pregare per la terza volta, senza dubbio Gesù esortò nuovamente i suoi discepoli a stare svegli e a pregare. Ma ancora una volta il suo ammonimento non fu ascoltato! Poiché Gesù “venne la terza volta e disse loro: ‘In un tempo come questo voi dormite e prendete il vostro riposo! Basta! L’ora è venuta! Ecco, il Figlio dell’uomo è tradito nelle mani dei peccatori’”. — Mar. 14:41.

      23. (a) Quale fu indubbiamente un fattore che indusse i discepoli ad abbandonare Gesù, e perciò che cosa non si mette mai abbastanza in risalto? (b) Che motivo c’è per credere che oggi Satana è anche più attivo?

      23 Non è probabile che questa letargica condizione di sonno fosse un fattore che pochi momenti dopo indusse i discepoli ad abbandonare Gesù e a fuggire, proprio come prediceva la profezia? (Mar. 14:50; Matt. 26:31; Zacc. 13:7) Non si mette mai abbastanza in risalto che la preparazione anticipata e il rafforzamento spirituale sono essenziali se il cristiano vuole superare con successo le prove della sua fede. Questo vale ora come allora. Poiché, se mai, viviamo in tempi in cui Satana è anche più attivo. La profezia biblica mostra chiaramente che recentemente, in questa generazione, egli e i suoi demoni sono stati cacciati dal cielo, e le conseguenze furono annunciate dalla voce celeste: “Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. (Riv. 12:12) Ci troviamo in quel breve periodo di tempo proprio ora! Satana fa tutto quello che è in suo potere per far perdere l’equilibrio ai cristiani e togliere loro il favore di Dio.

      24. Che cosa devono fare tutti i cristiani per mantenere l’equilibrio?

      24 Questo, perciò, non è il tempo di cadere nel letargo spirituale. Dobbiamo stimolarci spiritualmente, e prepararci per le prove della fede che ci stanno immediatamente dinanzi. Non assumete l’attitudine che, giacché siete attivi cristiani da tanti anni, non corriate il pericolo di mettere a repentaglio la vostra relazione con Geova Dio e di perdere il suo favore. Non pensate di potervi permettere d’assentarvi dalle adunanze di congregazione, o di non stare attenti quando si considerano cose spirituali. (Ebr. 2:1; 10:24, 25) Abbiamo tutti bisogno d’essere spiritualmente vigilanti, di studiare regolarmente la Parola di Dio in privato e insieme ai conservi cristiani, se dobbiamo mantenere il giusto equilibrio cristiano. Né possiamo trascurare la preghiera. La stretta relazione con Dio alimentata dalla regolare comunicazione con lui è assolutamente necessaria per avere equilibrio. Imitate l’esempio di Cristo! Sebbene fosse spiritualmente la persona più forte che ci fosse sulla terra, fu costante nella preghiera, particolarmente l’ultima notte della sua vita umana. Se vogliamo mantenere l’equilibrio spirituale, dobbiamo fare altrettanto.

      TENETE LO SGUARDO RIVOLTO AL PREMIO

      25. Che cosa aiutò Gesù a mantenere l’equilibrio?

      25 Ciò che aiutò Gesù a mantenere l’equilibrio spirituale fu il tenere al primo posto nella mente la gioia di piacere al suo Padre celeste e di ricevere il Suo dono della vita eterna. Perciò siamo esortati: “[Guardate] attentamente il principale Agente e Perfezionatore della nostra fede, Gesù. Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio”. (Ebr. 12:2) Per mantenere l’equilibrio, seguite dunque l’esempio di Gesù! Tenete lo sguardo rivolto al privilegio di onorare il vostro Creatore e di ricevere il Suo premio della vita!

      26. Perché non è sempre facile mettere al primo posto gli interessi di Dio nella nostra vita?

      26 Comunque, può non essere sempre facile tenere gli interessi di Geova Dio, che è invisibile, al primo posto nella nostra vita. Questo avviene specialmente quando in questo mondo vi sono tante visibili attrazioni. Per esempio, il denaro e le molte cose allettanti che con esso si possono comprare. Molti cristiani hanno perduto l’equilibrio a causa dello sfrenato desiderio di cose materiali. (2 Tim. 4:10) Hanno mancato di imitare Gesù Cristo, che mise sempre al primo posto gli interessi del Padre suo. Infatti, Gesù diede così completamente un posto secondario alle sue comodità personali che una volta disse: “Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo hanno dove posarsi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove adagiare la testa”. — Luca 9:58.

      27. Quale eccellente esempio fu dato da Mosè e da Davide?

      27 Anche il patriarca Mosè diede un eccellente esempio mettendo l’adorazione di Dio al primo posto nella sua vita. Fu allevato come figlio della figlia di Faraone, senza dubbio godendo della magnificenza del palazzo reale di quel potente governante dell’antichità. Tuttavia, Mosè scelse il biasimo come servitore di Geova Dio anziché tutti i tesori d’Egitto. Perché? Il racconto biblico dice: “Poiché rimase saldo come vedendo Colui che è invisibile”. (Ebr. 11:23-27) Sì, la sua attenzione era rivolta al suo invisibile Dio, Geova. Mantenendo la giusta relazione con Geova, Mosè poté avere esemplare equilibrio spirituale. Egli riconobbe che tutto appartiene a Geova, e che gli uomini possono solo darGli in cambio adorazione e devozione. In seguito, il salmista Davide ebbe la stessa veduta equilibrata, e scrisse: “Ho posto Geova continuamente di fronte a me”. — Sal. 16:8.

      28. A quale conclusivo ammonimento dovremmo diligentemente dare ascolto?

      28 Per mantenere il giusto equilibrio cristiano, anche noi dobbiamo avere questa veduta. Questo è necessario specialmente ora che da ogni parte vi sono tante attrazioni materiali. L’attribuire a una qualsiasi di esse troppa importanza può far perdere l’equilibrio. Tenete dunque lo sguardo rivolto alle cose di sopra, al vostro invisibile Dio, e non fate delle egoistiche occupazioni materiali il vostro principale interesse. (Col. 3:2) Sì, per mantenere l’equilibrio cristiano e ottenere il premio della vita eterna, imitate l’esempio di Gesù Cristo, che vi lasciò “un modello, onde seguiate attentamente le sue orme”. — 1 Piet. 2:21.

  • Manteniamo l’equilibrio nelle relazioni umane
    La Torre di Guardia 1969 | 15 marzo
    • Manteniamo l’equilibrio nelle relazioni umane

      “Chi ama Dio dovrebbe amare anche il suo fratello”. — 1 Giov. 4:21.

      1. Oltre all’amore di Dio, che cos’è essenziale per avere equilibrio cristiano, e come lo indica l’apostolo Giovanni?

      BENCHÉ sia essenziale rendere esclusiva devozione al nostro Padre celeste, Geova Dio, per avere equilibrio cristiano, con tale devozione a Dio è inseparabilmente legato l’amore per i nostri simili, e specialmente per quelli che hanno relazione con noi nella fede cristiana. (Gal. 6:10) Questo significa che è pure necessaria la giusta relazione coi nostri fratelli cristiani per mantenere l’equilibrio cristiano. L’apostolo Giovanni lo indicò esplicitamente, scrivendo: “Se alcuno fa la dichiarazione: ‘Io amo Dio’, eppure odia il suo fratello, è bugiardo. Poiché chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto. E abbiamo da lui questo comandamento, che chi ama Dio dovrebbe amare anche il suo fratello”. — 1 Giov. 4:20, 21.

      2. Qual è spesso la veduta del mondo verso le relazioni umane, ma quale dovrebbe essere l’attitudine del cristiano verso i suoi simili?

      2 Che cosa comporta dunque l’amare i propri simili cristiani? Qual è la giusta relazione con loro? Come dovremmo considerare la nostra associazione gli uni con gli altri nella congregazione cristiana? La veduta mondana è spesso quella di cercare amici o compagni in base a ciò che essi possono fare per accrescere il proprio prestigio e la propria reputazione. È comune per le persone del mondo considerarsi superiori o più importanti degli altri. Molte volte hanno l’attitudine di servirsi degli altri, di ingannarli o calpestarli prima che gli altri possano fare altrettanto a loro. Ma com’è diversa l’equilibrata veduta cristiana! Notate l’ispirato ammonimento della Parola di Dio: “Non [fate] nulla per contenzione o egoismo, ma con modestia di mente, considerando che gli altri siano superiori a voi, guardando non solo all’interesse personale delle cose vostre, ma anche all’interesse personale di quelle degli altri. Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, . . . vuotò se stesso e prese la forma d’uno schiavo”. — Filip. 2:2-7.

      3. Come sarebbe la vita se tutti manifestassero l’attitudine di Cristo?

      3 Considerate come sarebbe piacevole la vita se tutti vivessero in armonia con questi consigli scritturali e imitassero l’esempio di Gesù Cristo! Non si concupirebbero egoisticamente i possedimenti o le capacità altrui; non si cercherebbe di eclissare gli altri, per provare che si è migliori di loro. Né si farebbero sforzi per mostrare le debolezze degli altri, per metterli in imbarazzo. L’egoistica attitudine del mondo di pensare troppo a sé, di cercare importanza e preminenza, fa perdere l’equilibrio e crea relazioni spiacevoli. Com’è essenziale, perciò, che i cristiani diano ascolto al consiglio apostolico:

      4, 5. Quale consiglio biblico è essenziale che seguiamo, ma è sempre facile far questo?

      4 “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente . . . Io dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare . . . Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Nel mostrare amore gli uni agli altri prevenitevi. Abbiate verso gli altri i medesimi sentimenti che avete verso voi stessi; non pensate alle cose alte, ma siate attirati dalle cose modeste. Non divenite discreti ai vostri propri occhi”. — Rom. 12:2, 3, 10, 16.

      5 Comunque, si ammette che è molto più facile parlare di amare i fratelli, d’essere modesti di mente, di non fare nulla per contenzione o egoismo, di considerare gli altri superiori che non comportarsi in armonia con queste ispirate istruzioni. Persino gli apostoli di Gesù Cristo furono per un po’ malamente privi di equilibrio a causa di una veduta inadeguata. Si manifestò di nuovo durante l’ultimo pasto pasquale, che celebrarono con Gesù in una stanza superiore di Gerusalemme la sera del 14 Nisan 33 E.V.

      DISPUTA SU CHI È IL MAGGIORE

      6. (a) Quale preoccupante disputa nacque fra gli apostoli di Gesù la sera di Pasqua del 33 E.V., e che cosa aveva causato una simile controversia alcuni giorni prima? (b) Che cosa disse Gesù riguardo alla giusta relazione dei suoi seguaci gli uni con gli altri?

      6 Quando la cena del Signore fu terminata, nacque fra gli apostoli una preoccupante controversia sulla questione della posizione o del grado, “su chi di essi sembrava essere il maggiore”. (Luca 22:24) Solo alcuni giorni prima, mentre stavano per andare a Gerusalemme per la memorabile ultima settimana del ministero terreno di Gesù, era sorta questa stessa questione. In quell’occasione la madre degli apostoli Giacomo e Giovanni era andata da Gesù a chiedere un posto preminente per i suoi figli nel suo regno. “Gli altri dieci, avendo udito questo”, dice il racconto biblico, “si indignarono contro i due fratelli”. Comunque, Gesù intervenne per calmare i loro accesi sentimenti indicando che la disposizione nell’organizzazione di Dio era completamente diversa da quella a cui erano abituati nel mondo. Le persone che avevano incarichi di responsabilità fra loro, disse Gesù, dovevano servire i loro simili. Sì, “chi vorrà esser primo fra voi dovrà essere vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. — Matt. 20:17, 20-28.

      7. Che cosa rendeva difficile agli apostoli capire il significato dei consigli di Gesù?

      7 Evidentemente, comunque, gli apostoli non riuscivano a capire che cosa intendesse Gesù con questo. Quello che egli disse era evidentemente così nuovo e diverso da quello che erano abituati a veder praticare che non sradicò dalla loro mente l’idea mondana. Essi conservarono una veduta squilibrata della loro relazione gli uni con gli altri. Essi pensavano forse a quando dominavano i re israeliti della linea davidica, e supponevano che anche il re messianico, Gesù Cristo, avrebbe avuto un governo terrestre con uomini di posizione e grado elevati. Forse nutrivano personali ambizioni di servire con tali elevati incarichi ufficiali. Così, dopo l’istituzione della cena del Signore, scrive il discepolo Luca, “sorse fra loro anche un’accesa disputa su chi di essi sembrava essere il maggiore”. — Luca 22:24.

      8. (a) Che effetto dovette avere su Gesù questa disputa? (b) Che cosa illustra?

      8 Notate che questa non era semplicemente una controversia minore; era invece “un’accesa disputa”. Evidentemente era qualcosa a cui gli apostoli avevano pensato, e ora ne nacque una discussione in grandi proporzioni. Come deve avere afflitto Gesù questo! Dopo tutti i mesi che era stato con loro e aveva dato loro un esempio di modestia e umiltà! E ora, in un tempo come questo, avere simili contenzioni! Era l’ultima notte della vita terrestre di Gesù quando egli intendeva dire agli apostoli le ultime parole di istruzione e incoraggiamento. I riferimenti che Gesù fece al regno di Dio quella notte senza dubbio posero la base per questa discussione fra gli apostoli. Essa illustra semplicemente quanto può essere profondamente radicato negli uomini imperfetti il desiderio di distinguersi, di avere posizioni preminenti e prestigio.

      AMOREVOLE CONSIGLIO ED ESEMPIO DI GESÙ

      9. Come risolse Gesù questa disputa?

      9 Come risolse Gesù questa disputa? Corresse aspramente i suoi discepoli? Li umiliò con severa critica? No, ma in modo amorevole, e senza dubbio con un tono di voce supplichevole, di nuovo spiegò loro pazientemente che la disposizione cristiana era completamente diversa da quella del mondo. Egli disse: “I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su di esse sono chiamati Benefattori. Voi, però, non sarete così. Ma chi è il maggiore fra voi divenga come il più giovane, e chi agisce da capo come uno che serva”. Quindi Gesù chiese loro: “Poiché chi è più grande, colui che giace a tavola o colui che serve?” Ovviamente colui che giace a tavola ed è servito è considerato il maggiore. Tuttavia, Gesù indicò: “Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve”. — Luca 22:25-27.

      10. Quali domande sono fatte riguardo all’intendimento delle parole di Gesù da parte degli apostoli?

      10 Avrebbero compreso ciò che Gesù insegnava loro in questo tempo? Avrebbero potuto capire pienamente che tutti i cristiani sono fratelli, e che chi ha più gravi responsabilità nella congregazione cristiana dovrebbe essere come “il più giovane”, essendo modesto di mente e considerando gli altri superiori a lui? (Matt. 23:8-12) Avrebbero compreso che nell’organizzazione cristiana si doveva seguire una procedura completamente diversa da quella seguìta in genere nel mondo? I discepoli accettavano il fatto che Gesù era il loro maestro e capo, realmente il maggiore fra loro; non c’era disputa su questo. Ma in precedenza, quella sera, Gesù aveva lavato i piedi dei suoi discepoli. (Giov. 13:1-12) Lì Gesù li serviva effettivamente!

      11. In che modo Gesù servì i suoi seguaci?

      11 Quando Gesù fece notare: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”, evidentemente non si riferiva solo al fatto che li serviva in modo spirituale, come loro maestro. No, ma Gesù li serviva effettivamente anche in senso fisico, partecipando ad attività normalmente riservate a persone meno importanti. Ma quell’ultimo giorno che Gesù trascorse con loro nella carne, Gesù mandò avanti Pietro e Giovanni a Gerusalemme, “e prepararono la pasqua”. — Matt. 26:17-19; Luca 22:7-16; Mar. 14:12-18.

      12. Prima di questa disputa e delle sue parole di consiglio, in quale modo significativo aveva Gesù servito i dodici apostoli?

      12 L’apostolo Giovanni, che fu testimone oculare degli avvenimenti di quella notte, descrive ciò che accadde lì. Gesù “si alzò dal pasto serale e depose i suoi abiti. E, preso un asciugatoio, se lo cinse. Mise poi dell’acqua in un bacino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale si era cinto”. (Giov. 13:2-5) Potete immaginare questo? Gesù fece effettivamente il giro di tutti i suoi apostoli, si inginocchiò dinanzi a loro, lavò loro i piedi e glieli asciugò! Perfino quelli di Giuda Iscariota!

      SIGNIFICATO DEL SUO ATTO

      13. Quali esempi biblici illustrano l’antica usanza di lavare i piedi a un altro, e di solito a chi era assegnato questo compito?

      13 In quei tempi lavare i piedi a un altro non era in se stessa una cosa insolita. Nei paesi orientali le strade erano frequentemente polverose, e giacché le persone in genere portavano i sandali o andavano scalze, i piedi si sporcavano. Quando entrava in una casa, era dunque un gesto d’ospitalità da parte dell’ospite far lavare i piedi del visitatore. Sia Abraamo che Lot mostrarono questa ospitalità a degli estranei, che si rivelarono per angeli materializzati. (Gen. 18:4; 19:2; Ebr. 13:2) Ma un Fariseo che intrattenne Gesù trascurò questo gesto. (Luca 7:44) Il compito era considerato uno dei più umili, ed era in genere assegnato all’ultimo servitore della casa. Pertanto, la giovane Abigail mostrò vera umiltà rivolgendosi ai servitori di Davide con le parole: “Ecco, la tua schiava come serva per lavare i piedi dei servitori del mio signore”. — 1 Sam. 25:41; 1 Tim. 5:10.

      14. Perché Gesù lavò in questo tempo i piedi ai suoi apostoli? Ma dapprima come reagì Pietro?

      14 Per far capire il punto dell’istruzione che stava impartendo Gesù scelse di rendere questo umilissimo eppure necessario servizio. Cominciò a lavare i piedi ai suoi apostoli. L’apostolo Pietro non capiva perché Gesù facesse questo, e così fece obiezione a che il suo Maestro agisse come umile schiavo servendolo. Ma Gesù disse a Pietro: “Ciò che sto facendo non lo capisci al presente, ma lo capirai dopo queste cose”. Quindi, dopo aver finito di lavare ed essersi rimessi gli abiti, giacque a tavola e spiegò loro:

      15. Come spiegò Gesù la ragione per cui lavò i piedi ai suoi seguaci?

      15 “Sapete che cosa vi ho fatto? Voi mi chiamate: ‘Maestro’, e ‘Signore’, e parlate giustamente, poiché lo sono. Perciò, se io, benché Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro. Poiché vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi. Verissimamente vi dico: Lo schiavo non è maggiore del suo signore, né chi è mandato è maggiore di colui che lo manda. Conoscendo queste cose, siete felici se le fate”. — Giov. 13:6-17.

      16. Quale lezione insegnava Gesù con questo atto?

      16 In quale modo rimarchevole Gesù inculcò nei suoi apostoli il bisogno d’essere modesti di mente! Con che efficacia mostrò loro che non dovevano aspirare a posti d’onore e di prestigio ma dovevano essere disposti a compiere gli uni per gli altri i più umili servizi! Gesù non istituiva lì un rito di lavaggio dei piedi, che è stato praticato con molta ipocrisia in certe religioni della cristianità. No, ma insegnava loro un’attitudine mentale, un’attitudine di umiltà, di preoccupazione per gli interessi degli altri e di prontezza a compiere i più modesti lavori a favore dei loro fratelli. Questa è l’attitudine equilibrata che i cristiani dovrebbero mantenere gli uni verso gli altri.

      17. Che evidenza c’è che gli apostoli afferrarono il punto dell’istruzione impartita da Gesù?

      17 Pietro e gli altri apostoli afferrarono il punto. (1 Piet. 3:8) Fu una lezione che i fedeli impararono bene, poiché il racconto biblico rivela che mantennero questa veduta equilibrata e lavorarono insieme unitamente per edificare la congregazione cristiana. Nessuno di loro cercò ambiziosamente la preminenza o il prestigio. Infatti, alcuni anni dopo, quando sorse la controversa questione della circoncisione, “gli apostoli e gli anziani si radunarono” a Gerusalemme e la considerarono in maniera ordinata. Ed evidentemente non fu un apostolo a presiedere, ma il discepolo Giacomo, fratellastro di Gesù. — Atti 15:6-29; 12:1, 2.

      IL NUOVO COMANDAMENTO

      18. In seguito, in che modo Gesù richiamò nuovamente l’attenzione sull’esempio che aveva dato ai suoi seguaci?

      18 In seguito, dopo aver lavato i piedi ai suoi apostoli e aver congedato Giuda Iscariota, Gesù richiamò nuovamente l’attenzione sull’esempio che aveva dato, dicendo agli undici rimasti: “Vi do un nuovo comandamento, che vi amiate l’un l’altro; come vi ho amati io, che voi pure vi amiate l’un l’altro. Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. (Giov. 13:34, 35) Come Giudei circoncisi sotto il patto della Legge, gli apostoli avevano già il comando di amare il loro prossimo come se stessi. (Matt. 22:39; Lev. 19:18) Ma ora Gesù diceva che i suoi veri seguaci sarebbero stati riconosciuti dalla dimostrazione di un amore più grande, superiore, in imitazione del suo esempio.

      19. Quale incomparabile esempio diede Gesù nel mostrare amore?

      19 Gesù diede effettivamente un esempio incomparabile nel mostrare amore. Egli spese instancabilmente se stesso servendo altri, considerando i loro interessi prima dei suoi. Essendo completamente assorto nell’aiutare le persone sulla via che conduce alla vita, rinunciò spesso alle normali comodità a cui sono abituati gli uomini. (Luca 9:58) Questa era una dimostrazione di amore in misura maggiore dell’amore del prossimo richiesto dal patto della Legge. Ricorderete che, nell’occasione in cui i due apostoli persuasero la loro madre a chiedere per loro posti principali nel Regno, Gesù disse: “Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per esser servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Mar. 10:35-45; Matt. 20:20-28) Gesù non cercò mai la propria gloria, ma servì umilmente i suoi seguaci, finché in ultimo si umiliò fino al punto di dare la sua vita a loro favore. Che amore superiore, esemplare! — Filip. 2:8; Giov. 15:12, 13.

      20. Imitando l’esempio di Gesù nel mostrare amore, come influiremo sulla nostra relazione coi fratelli cristiani?

      20 Come cristiani, abbiamo l’obbligo di copiare questo esempio di Gesù. Dobbiamo non solo amare Geova Dio com’egli l’amò, ma imitare anche l’altruistico amore che mostrò ai suoi seguaci. (1 Giov. 4:20, 21) Avete il genere d’amore che egli dimostrò? Cedereste la vostra vita per i compagni cristiani? È vero che possiamo non esser chiamati a sacrificare letteralmente la nostra vita in loro favore, ma il nostro amore dovrebbe essere di una qualità tale che saremmo disposti a darla se ce ne fosse bisogno. “Abbiamo l’obbligo di cedere le anime nostre per i nostri fratelli”, spiegò l’apostolo Giovanni. (1 Giov. 3:16; Rom. 16:3, 4) Ora pensate: Se abbiamo questo grado di amore, non dovremmo essere disposti a servire umilmente gli interessi dei nostri fratelli? Non dovremmo essere teneri, benigni e avere considerazione verso quelli per i quali saremmo disposti a cedere le nostre anime? Non fu questa la lezione che Gesù si sforzò d’inculcare nei suoi seguaci?

      RINNOVIAMO LA MENTE

      21. Perché i cristiani devono essere trasformati rinnovando la loro mente?

      21 È chiaro che per mantenere la giusta relazione coi vostri fratelli cristiani dovete cessare “di conformarvi a questo sistema di cose, ma [essere] trasformati rinnovando la vostra mente”! (Rom. 12:2) L’attitudine mentale cristiana è così diversa da quella delle persone del mondo. Com’è comune che persone che hanno speciale istruzione, come il clero, medici, scienziati o avvocati, abbiano un’attitudine di superiorità, e pensino d’essere migliori degli altri! Avviene la stessa cosa a persone che hanno speciali doti, come personalità dello sport o del cinema, o coloro che possiedono attributi di rimarchevole bellezza fisica o eccezionale intelligenza. L’ammirazione che questi ricevono fa loro avere spesso una disposizione mentale di superiorità. Ma ricordate che l’equilibrata attitudine cristiana è d’avere “modestia di mente, considerando che gli altri siano superiori a voi”. — Filip. 2:3.

      22. Che cosa significa essere modesti di mente e considerare che gli altri siano superiori a voi?

      22 Che cosa significa, dunque, essere modesti di mente e considerare che gli altri siano superiori a voi? Non significa, ad esempio, che un abile violinista pensi che un compagno il quale non ha mai toccato quello strumento possa suonarlo meglio di lui. Non si tratta ovviamente di questo. Molti hanno un addestramento o doti che li fanno eccellere su altri i quali non hanno ricevuto simile addestramento o non possiedono doti paragonabili ad esse. Ma questo non li rende persone superiori. Né li dovrebbe rendere altezzosi e far loro pensare che gli altri siano inferiori a loro. Lì la Bibbia si riferisce alla propria attitudine mentale, e la sincera attitudine mentale del cristiano dovrebbe essere che gli altri siano superiori a lui. Non dovrebbe mai pensare di essere in qualche modo una persona superiore, e che debba perciò essere servita da altri. Senza dubbio non c’era una sola attività cui gli apostoli di Gesù avessero posto mano o mente che Gesù non avrebbe potuto fare molte volte meglio. Tuttavia, Gesù li servì umilmente, persino abbassandosi a lavar loro i piedi!

      23. In che modo i cristiani che hanno una veduta equilibrata sono diversi da molte persone del mondo?

      23 Che ristoro e che piacere recano coloro che mostrano veramente questa umile attitudine mentale! Che eccellente, equilibrata veduta hanno questi verso la loro relazione coi fratelli cristiani! Sono completamente diversi dalle persone di questo sistema di cose. Solo perché alcuni possono avere più denaro o possedimenti materiali, questo non fa loro pensare di dover ricevere speciale considerazione rispetto a coloro che hanno meno mezzi. Comprendono che il denaro non li rende persone superiori e agiscono conformemente. (1 Tim. 6:17) In modo simile, le persone di una particolare razza o nazionalità comprendono che questo non le rende in alcun modo superiori ad altri. Perciò, si mantengono modeste di mente, considerando sinceramente che anche le persone di razza o nazionalità meno popolare siano superiori a loro. — Rom. 10:12.

      24, 25. Chi specialmente dovrebbe prendere la direttiva nell’esercitare amore e nel mostrare modestia di mente?

      24 Questa stessa umile disposizione mentale dovrebbe specialmente essere esercitata da sorveglianti nominati, servitori di ministero e da altri che hanno speciali privilegi di servizio nell’organizzazione cristiana. È vero che altri nella congregazione sono esortati a cooperare con questi e a imitare la loro fede, ma nessuno di questi che prendono la direttiva dovrebbe mai pensare d’essere superiore perché presiede alle adunanze, forse ha maggiori capacità, oratorie od organizzative o è in grado di dedicare più tempo al servizio di Geova. (Ebr. 13:7, 17) Notate che dopo aver esortato i giovani a stare sottoposti agli anziani che hanno la responsabilità di pascere il gregge di Dio, l’apostolo Pietro comandò: “Voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. (1 Piet. 5:5) Nessuno è escluso. Tutti, compreso colui che prende la direttiva, devono cingersi di modestia di mente. “Siate sottoposti gli uni agli altri nel timore di Cristo”, comanda la Bibbia. — Efes. 5:21.

      25 Il sorvegliante, in effetti, dovrebbe essere colui che dà l’esempio essendo umile e modesto di mente. Questo è ciò che fece il giusto Pastore Gesù Cristo. Egli compì grandi sforzi per far capire ai suoi seguaci con l’esempio il bisogno di avere amore e umiltà. Altrettanto dovrebbe dunque fare il sorvegliante. Egli non è il padrone, ma il servitore dei suoi fratelli. (Matt. 20:25-27) Questa è una cosa essenziale che egli deve ricordare. Sì, è una cosa che ogni cristiano dovrebbe imparare bene, poiché per mantenere l’equilibrio nelle relazioni gli uni con gli altri, dobbiamo amare i nostri fratelli e non pensare mai che siamo superiori a loro. — 1 Giov. 4:21; Filip. 2:2-4.

      26. Qual è un vero incentivo a mantenere ora l’equilibrio cristiano?

      26 Pensate al tempo futuro in cui tutti quelli che vivranno sulla terra avranno questa medesima ristoratrice attitudine mentale! Che luogo piacevole in cui vivere sarà questo! Allora tutti i viventi saranno perfettamente rivestiti dei “teneri affetti di compassione, benignità, modestia di mente, mitezza”, e specialmente amore. (Col. 3:12-14) Sì, tutti ameranno Geova Dio con tutto il loro cuore, con tutta la loro mente, con tutta la loro anima e con tutta la loro forza; e avranno per i loro fratelli un amore simile a quello di Cristo! Che grande incentivo a mantenere l’equilibrio ora, per vivere allora!

      [Immagine a pagina 178]

      Gesù insegnò ai suoi apostoli l’umiltà

  • ‘Ho sofferto il male come la giusta specie di soldato’
    La Torre di Guardia 1969 | 15 marzo
    • ‘Ho sofferto il male come la giusta specie di soldato’

      Narrato da Gerhard Oltmanns

      ‘UBBIDIREMO a ogni costo alle leggi di Dio anche se significherà perdere la vita e continueremo a riunirci per l’adorazione. Se il vostro governo ci opprime dovrà rendere conto all’Onnipotente Dio’. Questi erano i pensieri conclusivi della risoluzione ricevuta dalla Cancelleria del Terzo Reich il 7 ottobre 1934. Centinaia di copie dello stesso messaggio provenivano dalle congregazioni degli “zelanti studenti biblici” messi al bando, noti in altri paesi come testimoni di Geova.

      Non dimenticherò mai quel giorno, poiché alle dieci di quella mattina ci eravamo radunati per la preghiera, e quindi, dopo aver considerato la cosa, decidemmo unanimemente di mandare questo messaggio al governo di Hitler. Non avremmo mai potuto seguire Hitler come capo, né riconoscerlo come tale, poiché avevamo già preso l’impegno d’essere ‘eccellenti soldati di Gesù Cristo’, il vero “condottiero e comandante ai gruppi nazionali” stabilito da Dio. (2 Tim. 2:3; Isa. 55:4) Questa fu

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