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Il balsamo di GalaadLa Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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Il balsamo di Galaad
“NON si trova balsamo in Galaad?” Questo chiese Geremia circa 2.500 anni fa. Che cos’era questo balsamo di Galaad, e che significato ha per i cristiani d’oggi? — Ger. 8:22, Ga.
La parola “balsamo” viene dal greco balsamon, che, a sua volta, viene da due radici ebraiche, baal (signore), e shemen (olio). Il balsamo era quindi inteso come il migliore degli oli, il signore o il principale degli oli, usato, non per mangiare, ma come profumo e per le sue proprietà risanatrici. “Era tenuto nella più alta stima fra le nazioni dell’antichità e fino al giorno presente è particolarmente apprezzato fra i popoli dell’Oriente”. — Encyclopædia Britannica, 11a Edizione.
Da quale pianta esattamente fosse estratto l’apprezzato balsamo di Galaad oggi non si può dire con certezza. Comunque, fra gli alberi bassi o cespugli sempreverdi che più probabilmente lo producevano c’è l’Amyris opobalsamum o gileadensis. Per raccogliere l’olio di balsamo son fatte negli alberi delle incisioni da cui, secondo un’autorità, si potrebbero raccogliere al massimo sessanta gocce d’olio in un giorno durante una certa stagione dell’anno. Cresceva così abbondantemente nell’antica Galaad che di lì veniva esportato in Egitto e a Tiro. Secondo Giuseppe Flavio, in anni successivi anche Gerico divenne nota per i suoi alberi di balsamo. — Gen. 37:25; Ezech. 27:17.
Dalle Scritture come pure dalla storia profana sembra che le tre rimarchevoli caratteristiche del balsamo di Galaad fossero l’alto costo, il profumo e le proprietà risanatrici.
Gli alberi di balsamo erano considerati così preziosi che suscitarono ripetutamente l’avidità di invasori, ed è scritto che Pompeo esibisse un albero di balsamo tra il bottino della conquista del paese d’Israele. L’alto costo del balsamo è ulteriormente indicato dal fatto che fu incluso dal patriarca Giacobbe fra “i prodotti più scelti del paese” come doni per il primo ministro d’Egitto. (Gen. 43:11, Ga) Si vede anche dal fatto che la regina di Saba e altri governanti inclusero l’olio di balsamo fra i loro doni al re Salomone. (1 Re 10:2, 10, 25) Quando il re Ezechia volle far mostra dei tesori del regno di Giuda a un emissario del re di Babilonia gli mostrò, fra le altre cose, i suoi tesori d’olio di balsamo. — Isa. 39:1, 2.
In quanto al profumo dell’olio di balsamo, questo lo fece usare per imbalsamazione e cosmetica. Non è dunque sorprendente riscontrare che è uno degli ingredienti dell’olio santo usato per ungere il sommo sacerdote d’Israele. (Eso. 25:6; 35:8) Le sue eccellenti qualità aromatiche sono ulteriormente indicate dal fatto che il trattamento finale delle candidate a regina del re Assuero consisteva nell’essere profumate con olio di balsamo per sei mesi. — Ester 2:12.
I riferimenti alle virtù risanatrici del balsamo di Galaad sono comuni nella letteratura antica, principalmente come rimedio per le ferite, sebbene gli Egiziani lo considerassero utile per prevenire la peste. Nelle Scritture i riferimenti alle sue proprietà curative sono tutte fatte dal profeta Geremia. Così in relazione alla situazione spirituale del suo popolo egli chiese: “Forse non si trova balsamo in Galaad? Non c’è alcun rimedio? Perché allora non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?” Sì, c’era balsamo letterale a Galaad, ma non balsamo spirituale, non guarigione spirituale, poiché, come osservò Geremia stesso, “i profeti predicano in nome della menzogna e i sacerdoti governano secondo i loro cenni. Eppure il mio popolo ama tali cose! Che cosa farete quando verrà la fine?” Non è strano che non ci fosse guarigione spirituale! — Ger. 8:22; 5:30, 31, Ga.
Geremia fa un riferimento simile all’Egitto: “Sali a Galaad e prendi il balsamo, o vergine figlia d’Egitto. Invano moltiplichi i tuoi rimedi, non c’è guarigione per te”. E quasi sullo stesso tono egli parla alla figlia di Babilonia: “Levate alti lamenti per essa, prendete balsami per il suo dolore: forse potrà essere guarita. Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita”. — Ger. 46:11; 51:8, 9, Ga.
Il balsamo di Galaad, essendo un prezioso, profumato olio medicinale, ben raffigura il conforto che i cristiani possono ricevere quando sono spiritualmente scoraggiati o depressi, ricorrendo alla preghiera, all’associazione coi conservi cristiani, allo studio della Parola di Dio e anche cercando essi stessi di recare lo spirituale balsamo di Galaad ad altri che possono essere depressi e spiritualmente malati. In armonia con questo pensiero il nuovo libretto dei cantici dei testimoni di Geova ‘Cantate e accompagnatevi con musica nei vostri cuori’ (inglese) contiene un cantico intitolato “Balsamo in Galaad”.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
● Lavoro per una grande società che ogni anno dà in dono a tutti i dipendenti la gratifica natalizia. Come testimoni di Geova dovremmo accettare tali doni? — R. K., U.S.A.
Non sarebbe scritturalmente errato che il cristiano accettasse un regalo o una gratifica datagli dal suo datore di lavoro nel periodo natalizio. Alcune ditte commerciali danno una gratifica annua a tutti i dipendenti (non agli estranei in generale) e scelgono semplicemente questo tempo dell’anno per farlo. Accettarla non significherebbe dunque che chi la riceve celebri il Natale, poiché la gratifica è ciò che viene dato a un dipendente oltre alla sua paga regolare. È un riconoscimento che si è stati alle dipendenze di un datore di lavoro per un certo tempo, e questo con profitto per il datore di lavoro. Naturalmente, se la coscienza della persona la turba al pensiero di accettare la gratifica, essa può rifiutare con gentilezza e tatto e mantenere così la coscienza tranquilla. — 1 Piet. 3:16.
Ai cristiani è richiesto scritturalmente di commemorare, non la nascita del bambino Gesù, ma solo la morte di Cristo. (Luca 22:19, 20) Poiché il Pasto Serale del Signore è la sola osservanza annuale che la Bibbia li obblighi a rispettare, quelli che si attengono strettamente alla Bibbia non celebrano il Natale né altre feste. (Gal. 4:9-11) Essi non prendono parte a ricevimenti di giorni festivi né mandano cartoline o doni per feste mondane. Quindi, se un testimone di Geova accetta una gratifica o un dono in tale periodo, senza dubbio vorrà separare qualsiasi espressione di ringraziamento dalla festa stessa. E quando è appropriato, può essere in grado di chiarire con tatto la sua posizione biblica rispetto al Natale o ad altre feste nell’interesse del suo datore di lavoro.
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Indice scritturale dei versetti spiegati nel 1966La Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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Indice scritturale dei versetti spiegati nel 1966
Genesi
Esodo
Levitico
Numeri
Deuteronomio
Giosuè
Giudici
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