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Dedicazione: a chi e perché?La Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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di nome Cornelio, che era bendisposto verso il popolo giudaico. Questi gentili dovevano avere accettato la testimonianza intorno a Geova Dio e al suo glorificato Messia, poiché lo spirito santo scese su di loro ed essi cominciarono a parlare in lingue. Dio aveva misericordiosamente cominciato a concedere “anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita”, per mezzo di Gesù Cristo, “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Atti 11:18; Giov. 1:29) Geova aveva accettato anche loro nella sua nazione spirituale in base alla dedicazione fattagli nel loro cuore. Lo spirito santo lo confermò. Pertanto nessuno dei giudei cristianizzati che accompagnavano Pietro poté fare obiezione al suo comando “che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo”. Ebbe inizio così “la conversione di persone delle nazioni”. (Atti 10:1-48; 15:3) Da allora tutti quelli che hanno desiderato servire Dio, giudei o gentili, hanno dovuto fare una dedicazione a Geova nel loro cuore. E, in relazione al loro battesimo in acqua, si presentano a Dio per fare ciò che egli vuole da loro, imitando Gesù.
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La dedicazione e il suo simboloLa Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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La dedicazione e il suo simbolo
1. Come può un segno dell’identità di una persona essere una cosa buona, come nel caso dei sinceri giudei prima che Gerusalemme venisse distrutta nel 607 a.E.V.?
UN SEGNO o simbolo dell’identità o condizione ufficiale di una persona può essere una cosa buona, anzi, necessaria. Per esempio, quando Gerusalemme stava per essere distrutta nel 607 a.E.V., fu mandato un “uomo” simbolico ad apporre un segno sulla fronte degli israeliti di cuore retto per salvarli dal massacro. Solo quei pochi che erano oltraggiati per ‘le cose detestabili che si facevano’ in mezzo a quella che avrebbe dovuto essere la città santa di Dio ricevettero il segno della salvezza. — Ezec. 9:1-7.
2. Quali fattori di identificazione sono considerati in Rivelazione capitolo 7, e che relazione hanno con la salvezza?
2 Oggi una “grande tribolazione” sta per abbattersi sul mondo intero. Rivelazione 7:1-8 ci dice che i “quattro angeli” in piedi ai quattro angoli della terra ricevono l’ordine di trattenere i quattro venti, perché non soffino e non causino una tempesta o “tribolazione” distruttiva finché il numero stabilito degli eletti di Dio non siano stati suggellati sulla fronte. Questo dà anche a una “grande folla” il tempo di purificarsi “nel sangue dell’Agnello” per mostrare d’essere degna di sopravvivere a questa “grande tribolazione”. — Riv. 7:9-14; Matt. 24:21, 22.
3, 4. Nel caso del sommo sacerdote ebreo, che cosa avrebbe rammentato il ‘simbolo di dedicazione’ che aveva sul turbante?
3 Nell’antico Israele fu istituito un sacerdozio. Mosè aveva seguito le specifiche istruzioni di Geova per fare le caratteristiche vesti del sommo sacerdote. Del turbante è scritto: “Fecero una rosetta d’oro puro come simbolo [segno] della loro santa dedicazione e vi scrissero sopra come con incisione di sigillo: ‘Santo al Signore’ [‘Consacrato a Jahve’, versione di Garofalo], e vi attaccarono un nastro viola per fissarla in cima al turbante”.a — Eso. 39:30, 31; 29:6; Lev. 8:9, The New English Bible; Traduzione del Nuovo Mondo.
4 Questo ‘simbolo di dedicazione’ avrebbe rammentato al sommo sacerdote e a tutti gli astanti che era stato “consacrato” o dedicato da Dio a un sacro servizio a favore di un popolo dedicato. Egli e gli altri sacerdoti avrebbero preso la direttiva nell’istruire il popolo e nell’offrire sacrifici espiatori accettabili che li avrebbero aiutati a vivere secondo la dedicazione che avevano fatto a Dio. Ciò avrebbe contribuito alla condizione santa e dedicata della nazione, poiché erano stati avvertiti che se lasciavano Geova, a sua volta egli avrebbe lasciato loro e li avrebbe abbandonati nelle mani dei loro nemici. — Deut. 28:15, 25, 63.
5. Benché oggi non ci sia nessun ebreo di nome Cohen che possa indicare d’essere il sommo sacerdote aaronnico, perché il nostro caso non è disperato?
5 La tragica storia degli israeliti è piena di calamità che essi subirono per essersi allontanati dai comandamenti di Dio e dal servizio che gli rendevano quale popolo dedicato. Dopo la seconda distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 E.V., il sommo sacerdote con il simbolo di dedicazione sul turbante scomparve dalla scena. Oggi nessun ebreo avente per cognome Cohen (che significa “Sacerdote”) può dimostrare d’essere il sommo sacerdote d’Israele. La nostra situazione è dunque disperata? No, poiché leggiamo riguardo al glorificato Figlio di Dio: “A noi conveniva un sommo sacerdote come questo, leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori e innalzato al di sopra dei cieli. Egli . . . offrì se stesso”. Ebr. 7:26, 27.
6, 7. Era Gesù della tribù sacerdotale di Israele, e come poté divenire sommo sacerdote?
6 Essendo il Figlio di Dio, Gesù non aveva bisogno di far parte della tribù di Levi o della famiglia sacerdotale di Aaronne per divenire sacerdote di Dio. Poteva diventarlo in base alle meravigliose disposizioni di Geova Dio. Il re Davide fu ispirato dallo spirito di Dio a profetizzare riguardo a questo illustre discendente, che doveva essere più grande dei suoi regali antenati: “Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’. Il tuo popolo si offrirà volenterosamente nel giorno delle tue forze militari. Negli splendori della santità [in sacri paramenti], dal seno dell’aurora, hai la tua compagnia di giovani proprio come le gocce di rugiada. Geova ha giurato (e non si rammaricherà): ‘Tu sei sacerdote a tempo indefinito secondo la maniera di Melchisedec!’” — Sal. 110:1-4, Traduzione del Nuovo Mondo; versione di F. Nardoni.
7 Quindi il glorificato Gesù Cristo è anche oggi un regale Sommo Sacerdote, più grande dei capi sacerdoti dell’antico Israele con il loro materiale simbolo di dedicazione. Egli è in carica non perché sia un sacerdote levita ma a motivo della dichiarazione giurata di Geova Dio.
UN SIMBOLO PER QUELLI CHE ‘SI OFFRONO VOLENTEROSAMENTE’
8. Perché questo è il giorno delle “forze militari” di Cristo, e cosa fanno sotto questo aspetto coloro che ora si offrono volenterosamente?
8 I discepoli di quel regale Sommo Sacerdote, Gesù Cristo, ‘si offrono volenterosamente’, ora, nel giorno delle sue “forze militari”. Si dedicano a Geova Dio nel nome di questo regale Sommo Sacerdote e sono battezzati in acqua in simbolo di tale dedicazione. Sono coloro il cui numero completo dev’essere infine suggellato prima dello scoppio della “grande tribolazione”. Insieme ai loro compagni della “grande folla”, essi ‘si offrono volenterosamente’ proprio come gocce di rugiada per portare alle persone il rinfrescante messaggio di salvezza da parte di Dio. — Riv. 7:2-4, 9, 10, 14.
9. In Romani 12:1, 2 quale consiglio dà Paolo agli unti cristiani?
9 Scrivendo ai discepoli di 1.900 anni fa, l’apostolo Paolo disse: “Vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare. E cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. — Rom. 12:1, 2.
10, 11. (a) Paolo rivolge la sua supplica ai cristiani gentili di Roma dopo quale considerazione? (b) In che modo questa disposizione fu un segno di grande compassione da parte di Dio?
10 La summenzionata supplica segue immediatamente la considerazione che Paolo fa dell’ulivo simbolico. Come rami di un ulivo coltivato, la dedicata nazione d’Israele era la progenie naturale di Abraamo, l’“amico” di Dio. Come tali erano i primi ad avere la prospettiva di diventare il “seme di Abraamo” secondo la promessa fattagli. (Gen. 12:3; 22:17, 18; Gal. 3:16, 29; Giac. 2:23) Ma solo un rimanente di giudei naturali accettarono Gesù come Messia e, da seme naturale del terreno Abraamo, divennero il seme spirituale del più grande Abraamo, Geova. (Rom. 11:5, 7) Il resto dei “rami” fu potato. Per sostituirli, Dio si volse ai non giudei o, per così dire, a un simbolico ulivo selvatico, per trarre un sufficiente numero di “rami” da innestare nello spirituale ulivo coltivato che doveva essere formato di 144.000 rami radicati nel più grande Abraamo, Geova Dio, la Fonte di ogni benedizione. — Rom. 11:13-33; Riv. 14:1.
11 Dando a quei romani e a tutti gli altri non giudei incirconcisi la possibilità di far parte dello spirituale seme di Abraamo per la benedizione di tutte le famiglie della terra mediante il regno di Dio, Geova manifestò la sua grande compassione. (Efes. 2:12; Gal. 3:26-29) Questo li obbligò a una condotta di sacrificio. Ma questo era il solo privilegio che Dio offriva allora alle creature umane, e che privilegio speciale era! Non oltrepassando i debiti limiti, l’apostolo Paolo scrisse loro, dicendo: “Presentate voi stessi a Dio come viventi dai morti, e le vostre membra a Dio come armi di giustizia. Poiché il peccato non vi deve signoreggiare, visto che non siete sotto la legge [la legge di Mosè] ma sotto l’immeritata benignità”. — Rom. 6:13, 14.
12. Che cosa significano le parole rivolte agli unti discepoli di Cristo: “Presentate voi stessi a Dio come viventi dai morti”?
12 Pur scrivendo a quelli che erano già cristiani dedicati, “santi”, Paolo non trascura quello che avevano fatto in principio dedicando la loro vita quando dice: “Presentate voi stessi a Dio come viventi dai morti”. Ma essi dovevano vivere secondo questa dedicazione, in questa condotta di sacrificio. Altrimenti anch’essi, come rami sostitutivi, sarebbero stati potati. (Rom. 1:7; 11:21, 22) Inoltre, queste parole scritte sotto ispirazione sarebbero state lette dai futuri discepoli di Gesù Cristo e avrebbero dato loro ulteriore incoraggiamento a fare tutti i passi necessari per stringere e mantenere questa relazione con Dio quali servitori dedicati e battezzati. Per mantenere la loro relazione con Dio quali servitori dedicati avrebbero poi dovuto ingaggiare una continua lotta per trasformare le loro membra carnali in armi di giustizia anziché farsi dominare dal peccato. In tal modo avrebbero ubbidito alle parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo”. — Matt. 16:24.
UNA “GRANDE FOLLA” SIMBOLEGGIA LA DEDICAZIONE
13. È appropriato che coloro che hanno una speranza terrena facciano la dedicazione a Dio e la simboleggino con il battesimo in acqua?
13 In tutta la terra ci sono oggi più di 2.300.000 persone che proclamano la buona notizia del Regno e la stragrande maggioranza di queste si sono presentate per il battesimo in acqua in simbolo della loro dedicazione. Alla celebrazione annuale del Pasto Serale del Signore, meno di 10.000 partecipano al pane e al vino emblematici per confessare che sono discepoli di Cristo con una speranza celeste. Ma tutte le altre fanno giustamente la dedicazione e la simboleggiano con il battesimo in acqua? Senz’altro sì, poiché anch’esse devono stringere un’appropriata relazione con Dio mediante l’eccellente Pastore, Cristo Gesù, per sopravvivere alla “grande tribolazione” che sta per scoppiare e ottenere un’eredità come parte della “nuova terra” che Dio stabilirà. — II Piet. 3:13; Riv. 21:1-4.
14. Quale eccellente relazione esiste giustamente nel “solo gregge” dell’eccellente Pastore, Cristo Gesù?
14 La stragrande maggioranza dei dedicati testimoni di Geova non hanno la speranza celeste d’essere coeredi di Gesù Cristo nel Regno dei cieli. Non pretendono d’essere israeliti spirituali generati dallo spirito di Geova. Tuttavia si uniscono inseparabilmente al rimanente degli israeliti spirituali come membri del “solo gregge” sotto “un solo pastore”, Gesù Cristo. (Giov. 10:16) Questo è eccellente da parte loro ed è scritturalmente corretto.
15. (a) Chi, oltre agli ebrei naturali, uscì dall’Egitto ed entrò infine nella Terra Promessa, e come vi erano considerati? (b) Chi raffigurano oggi?
15 Seguiamo ora l’esortazione di I Corinti 10:18 che dice: “Guardate ciò che è Israele secondo la carne”. Quando ci fu l’esodo dall’Egitto al comando di Mosè non tutti quelli che partirono erano israeliti naturali e circoncisi. “Con loro salì anche una numerosa compagnia mista, oltre a greggi e mandre”. (Eso. 12:38) Allorché gli israeliti entrarono nella Terra Promessa, questa numerosa compagnia mista divenne “il residente forestiero che è dentro le tue porte”. (Eso. 20:10; Num. 35:15; Lev. 19:9, 10) Essa raffigurava l’odierna “grande folla” delle “altre pecore” del Pastore eccellente, Gesù Cristo. — Giov. 10:14, 16; Riv. 7:9-17.
16, 17. (a) In che modo la “numerosa compagnia mista” fu battezzata insieme con gli israeliti, figurativamente parlando? (b) Chi è fuggito dall’antitipico Egitto d’oggi, e chi subirà la distruzione in circostanze simili a quelle del mar Rosso?
16 Ai giorni di Mosè la “numerosa compagnia mista” di non israeliti ebbe le stesse esperienze dei circoncisi israeliti, incluso un meraviglioso battesimo. Riguardo a quel battesimo, l’apostolo Paolo scrisse in I Corinti 10:1-4: “I nostri antenati furono tutti sotto la nube e tutti passarono attraverso il mare e tutti furono battezzati in Mosè mediante la nube e il mare; e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale. Poiché bevevano al masso di roccia spirituale che li seguiva, e quel masso di roccia significava il Cristo”. Così, in modo figurativo, sia gli israeliti che la “numerosa compagnia mista” furono battezzati sebbene non si bagnassero letteralmente.
17 Con quel miracoloso battesimo da parte di Geova Dio furono affidati a Mosè come condottiero stabilito per loro da Dio, proprio come se fossero stati letteralmente battezzati in lui. Ma quello non fu un battesimo nella morte, come nel caso degli inseguitori egiziani. (Eso. 14:1–15:21) Sta per accadere qualcosa di simile. Il fedele rimanente di israeliti spirituali e la “grande folla” di loro compagni sono usciti dall’Egitto antitipico. (Riv. 11:7, 8) Essi marciano verso il Nuovo Ordine di cose che sarà governato dal regno millenario di Cristo. Li conduce il più grande Mosè, il glorificato Signore Gesù Cristo. Sono inseguiti dal mondo nemico, deciso a non dare loro la possibilità di mettersi in salvo. Gli egiziani antitipici sono diretti al campo di battaglia di Dio, Har-Maghedon, dove saranno battezzati col fuoco, con la distruzione. Nessuno di loro rimarrà in vita per raccontare l’orribile avvenimento. (Riv. 16:14-16; Matt. 3:11, 12) Come accadde al mar Rosso, tra gli uccisi ad Har-Maghedon non ci sarà nessuno dell’Israele spirituale o della “grande folla” delle “altre pecore” del più grande Mosè.
18. In che modo quelli della “grande folla” si troveranno come la “numerosa compagnia mista” dopo la partenza dall’Egitto al comando di Mosè?
18 I fedeli della “grande folla” non rimangono indietro, desiderando vilmente tornare nell’antitipico Egitto colpito dalle piaghe e sotto il suo Faraone, Satana il Diavolo. Guardando avanti, si tengono continuamente in contatto con il rimanente degli israeliti spirituali, come “un solo gregge”. (Giov. 10:16) Proprio come la “numerosa compagnia mista” sopravvisse attraverso il mar Rosso, così quelli della moderna “grande folla” approderanno sui lidi della salvezza dopo la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”.
19. Particolarmente da quando coloro che formano la “grande folla” d’oggi si sono sottoposti al battesimo in acqua, e come hanno purificato la loro identità per rendere a Dio pura adorazione?
19 Particolarmente dal 1935 quelli che ora formano la “grande folla” si sono sottoposti al battesimo in acqua in simbolo della loro incondizionata dedicazione a Dio mediante il più grande Mosè, Gesù Cristo. Hanno lavato le loro vesti di identificazione e le han “rese bianche nel sangue dell’Agnello”, il più grande Mosè. (Riv. 7:9-14) Rendono a Dio pura adorazione.
20. Dove adorano Geova quelli della “grande folla”, e come fu questo predetto in Zaccaria 8:20-23?
20 Questa “grande folla” di puri adoratori sono nel tempio spirituale di Dio giorno e notte. (Riv. 7:15-17) Essi furono prefigurati da coloro che il profeta Zaccaria previde avrebbero adorato nel tempio di Geova dopo la sua ricostruzione a Gerusalemme in seguito alla liberazione degli israeliti da Babilonia nel 537 a.E.V. A questo riguardo leggiamo in Zaccaria 8:20-23:
“Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Verranno ancora popoli e gli abitanti di molte città; e gli abitanti di una città per certo andranno a quelli di un’altra, dicendo: “Andiamo con premura a placare la faccia di Geova e a cercare Geova degli eserciti. Anche io stesso andrò”. E molti popoli e nazioni potenti effettivamente verranno a cercare Geova degli eserciti in Gerusalemme e a placare la faccia di Geova’.
“Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Sarà in quei giorni che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, in effetti afferreranno per il lembo un uomo che è un Giudeo, dicendo: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”’”.
21. In che modo la “grande folla” ‘afferra per il lembo un uomo che è un Giudeo’, e a motivo di che cosa spera di sopravvivere alla “grande tribolazione”?
21 Il modo di fare di quei “dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni” è indice di devozione verso il solo vivente e vero Dio, Geova Dio! Oggi Egli accetta tale devozione attraverso il più grande “Giudeo” che sia mai stato sulla terra, Gesù Cristo, l’“Agnello” che fu una volta sacrificato. Essi imitano fedelmente Gesù sottoponendosi al battesimo in acqua in simbolo non solo della loro presentazione ma anche, nel loro caso, della dedicazione che fanno con tutto il cuore allo stesso Dio. ‘Afferrando per il lembo’ il rimanente dei 144.000 giudei spirituali, essi si radunano con loro presso la Gerusalemme di sopra, la Gerusalemme celeste. Nel suo tempio spirituale, rappresentato dal rimanente ancora sulla terra, rendono “sacro servizio” all’Altissimo Dio, Geova, giorno e notte. Sperano di sopravvivere alla “grande tribolazione”, per continuare ad adempiere la loro dedicazione, servendo Dio sulla terra per sempre. Hanno questa prospettiva essendo giustamente riconosciuti come servitori di Dio dedicati senza riserve e battezzati, con l’assicurazione che ‘il Padre cerca coloro che lo adorano con spirito e verità’. — Giov. 4:23, 24.
[Nota in calce]
a L’espressione “segno di dedicazione” traduce la parola ebraica nèzer, che la Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible definisce come segue: “Propriamente qualcosa di appartato, cioè (astratto) dedicazione (di un sacerdote o di un nazireo); quindi (concreto) ricci non tosati; anche (implicitamente) una corona (specialmente di sovrani): consacrazione, serto, capelli, separazione”.
LA DEDICAZIONE E IL SUO SIMBOLO
Siete in grado di rispondere a queste domande di ripasso?
◻ In che modo era richiamata l’attenzione sul fatto che Geova aveva dedicato i sommi sacerdoti al suo sacro servizio?
◻ Come poté Gesù divenire un sommo sacerdote?
◻ Secondo Romani 12:1, 2, cosa devono fare coloro che diventano discepoli di Cristo?
◻ Riguardo al battesimo, come si può paragonare la “grande folla” alla ”numerosa compagnia mista” che accompagnò gli israeliti fuori d’Egitto?
◻ Rispetto al battesimo, in che modo i “dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni” imitano Gesù?
[Testo in evidenza a pagina 22]
Il glorificato Gesù Cristo è un regale Sommo Sacerdote, più grande dei capi sacerdoti dell’antico Israele con il loro simbolo materiale indicante che erano dedicati a un sacro servizio
[Testo in evidenza a pagina 23]
In tutta la terra ci sono oggi più di 2.300.000 persone che proclamano la buona notizia del Regno
[Testo in evidenza a pagina 25]
Quelli della “grande folla” sono stati battezzati in acqua in simbolo della loro incondizionata dedicazione a Geova Dio mediante Gesù Cristo. Hai tu pure fatto e simboleggiato una dedicazione a Dio senza riserve?
[Immagine a pagina 26]
Imitando fedelmente Gesù, decine di migliaia di persone vengono battezzate ogni anno
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“Che cosa m’impedisce d’esser battezzato?”La Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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“Che cosa m’impedisce d’esser battezzato?”
1. A chi fu mandato Filippo?
LA SUDDETTA domanda fu fatta da un uomo devoto che già amava Dio, ma che aveva da poco ricevuto la luce della “buona notizia riguardo a Gesù”. Era l’eunuco etiope, un proselito giudeo che era “andato a Gerusalemme ad adorare”. Era in viaggio per tornare in Etiopia dove avrebbe ripreso le sue alte mansioni al servizio della regina d’Etiopia quando lo spirito di Dio comandò all’evangelizzatore Filippo di accostarglisi.
2. Come Filippo aiutò l’eunuco a capire la profezia?
2 Correndo a fianco del carro, Filippo sentì che l’uomo leggeva ad alta voce il libro di Isaia. Chiestogli se comprendeva il passo della Scrittura che stava leggendo — quello di un agnello portato al macello senza protestare — l’eunuco etiope dovette confessare che non comprendeva se il profeta parlava di sé o di un altro uomo. Che magnifica opportunità per Filippo! “Cominciando da questa Scrittura, gli dichiarò la buona notizia riguardo a Gesù”. Sì, la profezia di Isaia si riferiva all’“Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”! — Atti 8:26-35; Isa. 53:7, 8; Giov. 1:29.
3. Che effetto ebbe su di lui questo nuovo intendimento?
3 Che effetto ebbe sull’eunuco questo avvenimento del tutto inaspettato ma spettacolare? “Or mentre andavano per la strada, giunsero a un certo specchio d’acqua, e l’eunuco disse: ‘Ecco, uno specchio d’acqua; che cosa m’impedisce d’esser battezzato?’” Evidentemente Filippo non vide nulla nella vita di quest’uomo e nel suo intendimento dei propositi di Dio, specie in relazione a Gesù come Messia e Salvatore, che inducesse a rimandarne il battesimo. Il carro fu fermato; scesero insieme nell’acqua e Filippo lo battezzò in base al sacrificio di Gesù per il perdono dei peccati che egli aveva accettato. — Atti 8:36-39.
CHE DIRE DI TE?
4. Quanti di coloro che sono uniti ai testimoni di Geova hanno fatto il passo del battesimo?
4 Molti che oggi sono nelle congregazioni dei testimoni di Geova non sono ancora stati battezzati in simbolo della loro dedicazione a Geova. Il numero massimo di coloro che nel 1981 hanno predicato la “buona notizia” in tutto il mondo è stato di 2.361.896 (dei quali il 25 per cento circa non sono ancora battezzati). Ma al Pasto Serale del Signore del 1981, il numero complessivo dei presenti in tutto il mondo è stato di 5.987.893. Questo significa che oltre metà di coloro che assistono ad alcune adunanze dei testimoni di Geova non sono ancora battezzati. È questo un motivo di allarme? No, ma è un motivo di amorevole preoccupazione. Alcuni di loro sono con noi da più che pochi mesi.
5. In che senso l’eunuco etiope è un buon esempio per quelli che non sono ancora battezzati?
5 Forse tu, caro lettore, sei uno di quelli che non sono ancora battezzati. Forse hai una buona ragione per non essere ancora battezzato, ma se no, ti invitiamo a considerare attentamente e in preghiera l’eccellente esempio dell’eunuco etiope che fu battezzato senza indugio. Egli esaminò la propria mente e il proprio cuore, e chiese a Filippo se c’era qualcosa che gli impedisse d’essere battezzato. Non essendoci nessun motivo per rimandare, fu subito battezzato.
6. Quali passi devono fare quelli che pensano di aver bisogno di altro tempo?
6 Forse non sei stato battezzato perché, dopo un’onesta valutazione, hai concluso di non avere ancora sufficiente intendimento della Parola di Dio per fare una sincera dedicazione a Geova. Per far questo senza riserve, desideri conoscere meglio Geova e i suoi propositi. Questo è lodevole, e ti incoraggiamo a continuare a fare eccellente progresso nei tuoi studi, pur ricordando che il tempo passa in fretta. Sfrutta al massimo le opportunità che hai di studiare la Bibbia in privato e con l’aiuto dei testimoni di Geova. (II Tim. 3:16, 17) Prendi l’abitudine di assistere regolarmente alle adunanze cristiane, dove riceverai importante ammaestramento e dove troverai la necessaria compagnia di altri conservi da cui sarai incoraggiato. (Ebr. 10:24, 25) Mentre segui con diligenza questo ottimo programma, probabilmente passeranno solo pochi mesi prima che tu sia pronto per simboleggiare la tua dedicazione con il battesimo in acqua. Il nostro Padre celeste ti invita a stringere con lui questa relazione così speciale!
7. (a) Quale potrebbe essere il ragionamento di alcuni che rimandano il battesimo? (b) Come mostra Gesù che è un ragionamento pericoloso?
7 Forse assisti alle adunanze dei testimoni di Geova da diversi anni ma non hai ancora deciso di fare i passi della dedicazione e del battesimo. Quando esamini i segreti ragionamenti del cuore, è possibile che tu indugi perché comprendi che la vita cristiana ti imporrebbe delle limitazioni? Ragioni che finché non sei battezzato non sei vincolato da queste limitazioni e hai una certa “libertà” di fare alcune cose discutibili mentre esiste ancora il vecchio sistema, sperando di poter aspettare fino all’ultimo minuto a schierarti dalla parte della vera adorazione? Tale modo di ragionare può essere pericoloso, anzi, disastroso! Gesù disse: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio”. — Luca 21:34, 35; I Cor. 15:33, 34; Rom. 13:11-14.
8. Come dovremmo considerare l’amorevole invito di Geova a dedicarci a lui?
8 Se indugi troppo ad accettare l’amorevole invito di Geova di venire nel suo favore dedicando a lui la tua vita, nel tuo caso personale il tempo utile per accettare tale invito potrebbe finire. (II Cor. 6:1, 2; Ebr. 12:25) Non esitare dunque ad accettare il dono della vita e, mosso dalla gratitudine, tienitelo caro. Non continuare a guardare indietro con bramosia alle attrazioni di questo sistema che presto finirà. Accetta l’amore di Dio mentre ne hai l’opportunità. È vero che egli sceglie quelli con cui stringe una relazione intima e limita ciò che si può e ciò che non si può fare, ma più conoscerai Geova, più comprenderai che quello che egli fa o richiede è sempre la cosa migliore per te. Egli non desidera privarti di alcuna cosa che è realmente buona o che ti darà una felicità duratura. (Sal. 145:16, 19) Un figlio rispettoso e ubbidiente considera del tutto naturale essere alla presenza del suo padre terreno ed esserne ammaestrato. Quanto più dovresti sentirti così verso il nostro amorevole Padre celeste! — Giov. 14:23.
9. Come dovremmo affrontare i problemi personali?
9 Naturalmente, se stai lottando per dominare qualche desiderio della carne, e ti sforzi veramente con tutto il cuore e con tutte le forze per vincerlo, puoi essere certo che Dio ti aiuterà a ottenere la vittoria non con un miracolo per eliminare il problema, ma con l’aiuto del suo spirito per coltivare nella tua vita i necessari frutti dello spirito. Inoltre nella congregazione troverai comprensione e aiuto consultando gli anziani. Essi sono un provvedimento di Dio per aiutarti. — Gal. 5:22-24; Efes. 4:11-15.
10, 11. (a) Quale eccellente esempio diedero il carceriere di Filippi e la sua casa? (b) Per ‘essere salvati’, fu sufficiente che credessero in Gesù?
10 Non indugiare dunque a fare ciò che sai di dover fare per avere l’approvazione di Dio. Segui l’eccellente esempio del carceriere di Filippi che chiese a Paolo e Sila: “Signori, che cosa devo fare per esser salvato?” Quando gli fu detto: “Credi al Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua casa”, allora, ci dice il racconto, “tutti, lui e i suoi, furono battezzati senza indugio”.
11 È vero che un terremoto di origine divina servì inizialmente a incutere santo timore in questo carceriere, ma oggi non dovremmo aspettarci che Dio faccia qualcosa di così spettacolare per scuoterci e farci vincere la nostra riluttanza. Nel caso di quest’uomo e della sua famiglia, non bastò semplicemente credere in Gesù per avere la salvezza. Né si trattò solo di impegnarsi a seguire il cristianesimo nella vita di ogni giorno. No, poiché il racconto dice che Paolo e Sila “dichiararono la parola di Geova a lui e a tutti quelli della sua casa”. Questo richiedeva di conoscere abbastanza Geova per ottenere prima il perdono dei peccati commessi in passato sulla base dell’accettazione del sacrificio di riscatto. Riconosciamo che nel loro caso, questo avvenne in brevissimo tempo, in un giorno soltanto. Dopo di che essi fecero una sincera dedicazione al Sovrano Signore dell’universo, Geova Dio, e furono battezzati in simbolo di ciò. Sì, il carceriere “si rallegrò grandemente con tutta la sua casa ora che aveva creduto in Dio”. — Atti 16:25-34.
12. Si dovrebbe indugiare a fare il battesimo perché non si comprendono perfettamente alcuni punti?
12 Forse ti trattieni perché hai ancora qualche dubbio o qualche domanda. Ma se c’è qualche aspetto dottrinale secondario che non è chiaro, questa è un’ulteriore ragione per cercare la risposta nella Parola di Dio, pregando Dio incessantemente perché ti dia discernimento. Egli te lo darà e tu acquisterai piena fiducia in lui. Non metterà una “pietra” o un “serpente” nella tua mano tesa. (Matt. 7:7-11) Non devi trattenerti dal dedicare la tua vita a lui con la scusa che ci sono alcune piccole cose che non comprendi perfettamente. Il cristiano accresce continuamente la conoscenza di Dio e dei suoi propositi. — Filip. 1:9-11; Ebr. 6:1-3.
13. (a) Cosa si riconosce riguardo ai ragazzi che sono fra noi? (b) A che età dovrebbe essere battezzato un giovane?
13 Infine, può darsi che tu pensi d’essere ancora troppo giovane per fare la dedicazione con intendimento. Questo può essere il caso di molti, dato che nelle congregazioni dei testimoni di Geova ci sono migliaia di ragazzi, il che è per noi motivo di gioia. (Matt. 19:13-15) Possiamo avere fiducia che, mentre tali ragazzi crescono e diventano abbastanza maturi mentalmente e fisicamente da assumere la piena responsabilità della dedicazione e del battesimo, Dio appone un ‘segno’ su tali ragazzi considerandoli “santi”, finché rispondono e ubbidiscono ai genitori credenti. (I Cor. 7:14) Ma il tempo non si ferma. Se hai accettato l’ammaestramento che i tuoi genitori ti hanno impartito “nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova” e ti sei impegnato per imparare, sia a casa che nella congregazione, è ora giunto il tempo di dedicarti a Geova? In tal caso, dopo averne parlato con i tuoi genitori e con gli anziani della congregazione, ti incoraggiamo a mettere in atto la tua decisione di dedicare la tua vita a Geova e di battezzarti. — Efes. 6:1-4; II Tim. 1:5-7.
SERVI NEL POSTO CHE GEOVA TI ASSEGNA
14. Quali fattori si dovrebbero tenere presenti circa la ‘mietitura’ degli unti?
14 Ora che sei battezzato, c’è qualche speranza che Dio ti chiami per far parte della sposa di Cristo? Il giudice, naturalmente, è Dio, non l’uomo. L’individuo non deve farsi guidare dai sentimenti e dalle inclinazioni che possono essergli stati inculcati mentre era in una setta della cristianità. (Rom. 8:28-30; 9:16) È importante ricordare che la ‘mietitura’ degli unti si avvicina rapidamente al termine. (Confronta Matteo 13:36-43). Per diciannove secoli c’è stata solo una chiamata, quella celeste, e Geova ha scelto con molta cura quelli che formeranno con suo Figlio il governo del Regno. Molti sarebbero stati invitati ma solo pochissimi eletti. (Matt. 22:2, 14) Col tempo sarebbe stato raggiunto il numero prescritto ma limitato di 144.000. Dopo di che nessun altro sarebbe stato unto dallo spirito santo come testimonianza che aveva la speranza celeste, a meno che, cosa rara, l’infedeltà di uno dei rimanenti ‘eletti’ non rendesse necessaria una sostituzione. — Rom. 8:16; 11:19; Riv. 7:1-8; 14:1-5.
15, 16. (a) Cosa risulta evidente circa la fine della chiamata celeste e il radunamento della “grande folla”? (b) In questa tarda data, cosa sembrerebbe logico in quanto a eventuali sostituzioni? (c) Ad ogni modo, come si dovrebbe considerare l’asserzione di chi afferma d’avere ricevuto la chiamata celeste?
15 Quando consideriamo come Geova ha trattato il suo popolo durante il ‘periodo della mietitura’, risulta evidente che la chiamata celeste in generale fu completata nel 1935, quando si comprese correttamente che la speranza della “grande folla” di Rivelazione 7:9-17 era terrena. Le cose sono andate proprio come Geova aveva preconosciuto. Come mostra Rivelazione 7:3, 4, ci sarebbe stato un finale ‘suggello’ dei rimanenti dell’Israele spirituale. Ma, in questo tempo che precede la “grande tribolazione”, si sarebbe manifestata una “grande folla” senza limitazione di numero. Avrebbero conservato la loro speranza naturale di vivere sulla terra, non ‘nascendo di nuovo’ con la prospettiva della vita celeste. — Sal. 115:16; Giov. 3:1-8.
16 Per quanto riguarda la possibilità di “nascere di nuovo” per sostituire qualcuno in questa tarda data, è comprensibile che solo pochissimi del rimanente degli unti sono soggetti a perdere la chiamata celeste divenendo infedeli. Molti sono morti e le loro file si sono assottigliate per cui ne restano solo alcune migliaia. Se fosse necessario sostituirne uno, chi chiamerebbe Geova? Gesù disse di coloro che erano stati invitati a essere suoi apostoli: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove”. (Luca 22:28) Logicamente, Geova sceglierebbe qualcuno che è nella congregazione da molti anni e che ha perseverato e si è mostrato leale nelle prove, anziché qualcuno che è divenuto un discepolo battezzato di Gesù solo di recente e forse sotto molti aspetti non è stato ancora provato. Non diciamo questo dogmaticamente o per provvedere una base su cui giudicare le personali asserzioni di qualcuno, ma per aiutare i nuovi a non essere presuntuosi e ad esser sicuri di come Geova tratta con loro.
17. A quale relazione danno inizio la dedicazione e il battesimo, in vista di quale ricompensa?
17 Sia per essere del “piccolo gregge” degli eredi del Regno che per avere la meravigliosa speranza di vivere per sempre sulla terra nella perfezione e nella felicità, bisogna ottenere il favore del nostro Padre, Geova. (Luca 12:32) E come si ottiene l’approvazione di Dio? Acquistando conoscenza, esercitando fede nel sacrificio di Cristo, pentendoci della nostra condotta di prima nel mondo, convertendoci positivamente a fare la volontà di Dio, dedicando la nostra vita a Geova ed essendo battezzati in simbolo di tale dedicazione. Quindi, se manteniamo la nostra preziosa relazione con Dio, egli è fedele in quanto ci ricompenserà dandoci la vita eterna, un bene inestimabile sia in cielo che nel reame del Regno qui sulla terra. — Ebr. 11:6; Rom. 6:23.
18. In che senso ha luogo ora un’opera di ‘apporre un segno’, e come si mostra di aver ricevuto il ‘segno’ della salvezza?
18 Tra brevissimo tempo la separazione delle “pecore” dai “capri” avrà fine. Quando Dio scatenerà la “grande tribolazione” che spazzerà via “quelli che non conoscono Dio e . . . quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù”, non ci sarà nessuno in una via di mezzo. (Matt. 25:31-46; II Tess. 1:6-9) Solo quelli che hanno ricevuto il ‘segno’ della salvezza sopravvivranno per entrare nel suo nuovo ordine. (Riv. 7:3, 4, 9, 14; Ezec. 9:2-6) Come saranno felici coloro che avranno accettato questo ‘segno’ stringendo con Geova Dio una relazione di servitori dedicati, simboleggiata dal battesimo in acqua, e continuando a camminare nell’integrità sulla via stretta che conduce alla vita! — Matt. 7:13, 14.
“Hai trattato davvero bene il tuo servitore, o Geova, secondo la tua parola. Insegnami la bontà, l’assennatezza e la conoscenza stesse, poiché nei tuoi comandamenti ho esercitato fede. Prima d’essere nell’afflizione peccavo per isbaglio, ma ora ho osservato il tuo medesimo detto. Tu sei buono e fai il bene. Insegnami i tuoi regolamenti”. — Sal. 119:65-68.
“CHE COSA M’IMPEDISCE D’ESSER BATTEZZATO?”
Siete in grado di rispondere a queste domande di ripasso?
◻ In che modo l’eunuco etiope diede l’esempio col suo battesimo?
◻ Perché si dovrebbero respingere senza indugio le attrazioni di questo sistema per accettare l’amorevole invito di Geova?
◻ In che modo la fiducia in Geova aiuterà l’individuo che ha ancora qualche dubbio o domanda?
◻ I giovani come dovrebbero considerare la dedicazione e il battesimo?
◻ Chi sarebbe logico che scegliesse Geova se si rendesse necessaria la sostituzione di un israelita spirituale?
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Programma di studioLa Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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Programma di studio
21 marzo: Dedicazione: a chi e perché? Pagina 16. Cantici: 58, 42.
28 marzo: La dedicazione e il suo simbolo. Pagina 21. Cantici: 60, 43.
4 aprile: “Che cosa m’impedisce d’esser battezzato?” Pagina 27. Cantici: 112, 31.
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