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Bar-GesùAusiliario per capire la Bibbia
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fu colpito da cecità. Il proconsole, assistendo al primo miracolo di Paolo di cui si abbia notizia, fu “stupito dell’insegnamento di Geova”, accettò il messaggio e “divenne credente”. — Atti 13:9-12.
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BarnabaAusiliario per capire la Bibbia
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Barnaba
(Bàrnaba) [figlio di conforto].
Quest’importante figura del cristianesimo del I secolo ci è presentata per la prima volta nelle Scritture dallo storico Luca in Atti 4:34-36. Da questi versetti apprendiamo che quest’uomo devoto era un levita nativo dell’isola di Cipro che in quel tempo si trovava a Gerusalemme. Fra i molti credenti che poco dopo la Pentecoste vendettero case e campi e consegnarono il ricavato agli apostoli per promuovere l’opera cristiana, egli è l’unico menzionato per nome. Si chiamava Giuseppe, ma gli apostoli lo soprannominarono Barnaba, che significa “Figlio di Conforto”. L’usanza di dare soprannomi secondo le caratteristiche personali non era insolita.
Il ritratto di Giuseppe Barnaba, tracciato per noi nel libro di Atti, è quello di un uomo molto cordiale e generoso, che non esitò a offrire se stesso e i suoi beni materiali per promuovere gli interessi del Regno. Fu lieto di ‘venire in aiuto’ dei fratelli (9:27), e alla vista di nuovi interessati “si rallegrò e li incoraggiava tutti a rimanere nel Signore con proponimento di cuore”. Barnaba era un uomo buono, pieno di spirito santo e di fede (11:23, 24), profeta e maestro della congregazione di Antiochia. (13:1) Gli apostoli menzionarono Barnaba fra coloro che han ceduto le loro anime per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Non sorprende che gli apostoli stessi ne parlassero come del ‘diletto Barnaba’. (15:25, 26) Pur non essendo uno dei dodici apostoli, era giustamente chiamato apostolo (14:14), perché senza dubbio era uno degli uomini “mandati dallo spirito santo”. — 13:4, 43.
L’amicizia che legava Barnaba e Paolo, e che durò anni, ebbe inizio circa tre anni dopo la conversione di Paolo, quando quest’ultimo volle mettersi in contatto con la congregazione di Gerusalemme. Non è rivelato come Barnaba avesse conosciuto Paolo, se fosse una vecchia conoscenza o un compagno di studi ai piedi di Gamaliele, come indicano certe tradizioni, o se l’avesse incontrato per caso nel luogo di mercato. Ad ogni modo fu Barnaba ad avere il privilegio di presentare Paolo a Pietro e al discepolo Giacomo. — Atti 9:26, 27; Gal. 1:18, 19.
Nel frattempo certi ebrei di lingua greca provenienti da Cipro e da Cirene avevano suscitato molto interesse per il cristianesimo in Antiochia di Siria. Di conseguenza il corpo direttivo a Gerusalemme mandò Barnaba ad Antiochia per incoraggiare e rafforzare i nuovi credenti. Fu una buona scelta dato che Barnaba era un cipriota di lingua greca. Quando “una considerevole folla si aggiunse al Signore” in Antiochia, Barnaba si affrettò ad andare a Tarso per convincere Paolo a venire ad aiutarlo nel suo ministero. In quell’epoca il divino avvertimento di una prossima carestia indusse i fratelli di Antiochia a raccogliere molte provviste che, a suo tempo, furono inviate alla congregazione di Gerusalemme per mano di Barnaba e Paolo. — Atti 11:22-24, 27-30; 12:25.
Compiuta quest’opera di soccorso i due fecero ritorno ad Antiochia verso il 47 E.V., e di là partirono per un viaggio missionario sotto la direttiva dello spirito santo. Barnaba e Paolo toccarono prima Cipro, dove fecero conoscere la verità di Dio al proconsole Sergio Paolo. Quindi proseguirono il viaggio all’interno dell’Asia Minore. A volte incontrarono la violenta opposizione delle turbe. Un giorno a Listra, dopo aver sanato uno zoppo, erano appena riusciti a trattenere “le folle dal sacrificar loro” (pensando che Barnaba fosse il dio Zeus e Paolo, che “era quello che prendeva la direttiva nel parlare”, Ermes o Mercurio) quando gli ebrei, “avendo persuaso le folle, lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città”. — Atti 13:1-12; 14:1-20.
Nel 49 E.V. Barnaba e Paolo sottoposero al corpo direttivo di Gerusalemme la scottante questione della circoncisione dei non ebrei e, una volta definita, fecero subito ritorno ad Antiochia onde prepararsi per il successivo viaggio missionario. (Atti 15:2-36) Tuttavia, non essendo riusciti a mettersi d’accordo sull’opportunità di portare con sé Giovanni Marco, si diressero in territori diversi. Barnaba portò con sé a Cipro suo cugino Marco mentre Paolo, accompagnato da Sila, si recò in Siria e Cilicia. (Atti 5:37-41) Qui termina quanto le Scritture dicono di Barnaba, fatta eccezione per qualche breve menzione di lui in alcune lettere di Paolo. — I Cor. 9:6; Gal. 2:1, 9, 13; Col. 4:10.
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BarsabbaAusiliario per capire la Bibbia
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Barsabba
Vedi GIUSEPPE n. 5.
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BartimeoAusiliario per capire la Bibbia
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Bartimeo
(Bartimèo) [figlio di Timeo].
Mendicante cieco cui Gesù ridiede la vista. Bartimeo, insieme a un compagno non identificato, sedeva fuori di Gerico mentre Gesù passava seguito dalla folla. Bartimeo chiese cosa succedeva e, saputolo, cominciò a gridare: “Figlio di Davide, Gesù, abbi misericordia di me!” Altri gli ingiunsero severamente di tacere, ma lui insisté ancora di più. Quando Gesù lo chiamò, gettato via il mantello, corse dal Maestro, e implorò di riavere la vista. Gesù mosso a pietà vedendo la fede di Bartimeo lo sanò e questi lo seguiva glorificando Dio. — Mar. 10:46-52; Matt. 20:29-34; Luca 18:35-43.
Riferendo l’avvenimento, Marco e Matteo dicono che ebbe luogo mentre Gesù ‘usciva da Gerico’, Luca invece dice che avvenne “mentre [Gesù] s’avvicinava a Gerico”. Alcuni sostengono che si tratti di due avvenimenti diversi. Joseph P. Free scrive in merito: “L’archeologia, comunque, ha fatto ulteriore luce su questa apparente discordanza. All’inizio del XX secolo, Ernst Sellin della Società Orientale Tedesca compì scavi a Gerico (1907–1909). Gli scavi rivelarono che la Gerico del tempo di Gesù era una duplice città. L’antica città ebraica distava circa un chilometro e mezzo dalla città romana. Alla luce di questi fatti, è possibile che Matteo parli della città ebraica che Cristo aveva lasciato, mentre Luca parla della città romana, dove Cristo non era ancora arrivato. Quindi, durante il tragitto dalla città vecchia alla nuova, Cristo incontrò e sanò il cieco Bartimeo”. — Archaeology and Bible History, p. 295.
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BartolomeoAusiliario per capire la Bibbia
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Bartolomeo
Vedi NATANAELE.
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BarucAusiliario per capire la Bibbia
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Baruc
(Bàruc) [benedetto].
Scriba segretario di Geremia. Baruc era figlio di Neria e fratello di Seraia, il funzionario di Sedechia che lesse il rotolo di Geremia lungo l’Eufrate. — Ger. 32:12; 51:59.
Nel quarto anno del re Ioiachim (625 a.E.V.) Baruc, sotto dettatura di Geremia, cominciò a scrivere in un rotolo il messaggio profetico della rovina di Gerusalemme. Verso la fine dell’autunno dell’anno dopo, 624, Baruc lesse ad alta voce il rotolo “agli orecchi di tutto il popolo” all’ingresso della casa di Geova. Fu poi invitato a leggerlo a una riunione di principi, i quali, a motivo di quello che udivano e temendone le conseguenze quando la parola fosse giunta agli orecchi del re, consigliarono a Baruc e Geremia di nascondersi. Ioiachim, udendo la denuncia, bruciò il rotolo pezzo per pezzo, e comandò che Baruc e Geremia fossero condotti davanti a lui, “ma Geova li tenne nascosti”. Baruc scrisse un altro rotolo dettato da Geremia, uguale al primo, a cui furono aggiunte “molte altre parole” dalla bocca di Geova. — Ger. 36:1-32.
Sedici anni dopo, nel decimo anno di Sedechia, solo qualche mese prima del saccheggio di Gerusalemme, Baruc prese l’atto d’acquisto della proprietà che Geremia aveva acquistata da un cugino e lo pose in un vaso di terracotta perché fosse conservato in luogo sicuro. — Ger. 32:9-16.
Ad un certo punto durante la stesura del primo rotolo, Baruc si lamentò di essere stanco e Geova l’ammonì: ‘Non continuare a cercare grandi cose per te stesso’. Comunque, per la sua fedeltà gli fu promessa salva la vita “in tutti i luoghi ai quali andrai”, non solo durante il terribile assedio di Gerusalemme, ma anche dopo quando il popolino ribelle costrinse lui e Geremia ad andare in Egitto. — Ger. 45:1-5; 43:4-7.
Ci sono una quantità di tradizioni contraddittorie sulla successiva vita di Baruc, e il suo nome è stato erroneamente legato a scritti apocrifi, tutti di poco o nessun valore. Comunque Baruc fu senz’altro un uomo d’ingegno e un ottimo aiutante di Geremia. Questa conclusione è avvalorata dal fatto che in un’occasione Azaria e altri lo accusarono di essere stato lui a istigare segretamente Geremia a pronunciare i suoi messaggi ammonitori. — Ger. 43:1-3.
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BasanAusiliario per capire la Bibbia
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Basan
(Bàsan) [paese fruttifero; terra dolce e pianeggiante].
Vasta regione della Transgiordania settentrionale, a N di Galaad e delimitata a E dalla regione montuosa del Gebel Hauran e a O dalle colline che costeggiano la sponda orientale del Mar di Galilea. — Deut. 3:3-14; Gios. 12:4, 5.
Basan è in gran parte un altopiano dall’altitudine media di 610 m. Il terreno è generalmente pianeggiante, pur essendoci alcuni rilievi, ed è di origine vulcanica con roccia basaltica nera molto dura che trattiene l’umidità. Il suolo è un miscuglio di tufo e terra bruno–rossiccia. L’acqua e la neve sciolta che scorrono giù dall’Ermon contribuiscono a fare dell’intera regione un’ottima zona agricola. La grande fertilità di questa pianura, lunga un’ottantina di km da N a S e larga una trentina di km, la rende una zona ricca di grano e ottimi pascoli. Ciò a sua volta favorisce la produzione di splendide razze di bovini e ovini. I tori e i montoni di Basan sono stati decantati in canzoni e poesie come simbolo di ricchezza, forza e prosperità. — Deut. 32:14; Ezec. 39:18; Sal. 22:12.
La pianura di Basan era, pare, in gran parte priva di alberi, ma i rilievi erano coperti di boschi d’alberi massicci, probabilmente querce (che si trovano tuttora nella zona). In alcune profezie questi alberi sono usati come simbolo di grande superbia. — Isa. 2:13; Zacc. 11:1, 2.
Le principali città di Basan erano: Astarot (città del regno di Og e in seguito città dei leviti), Edrei (la città di frontiera dove Israele sconfisse Og), Golan (che diventò pure una città di leviti e una delle tre città di rifugio a E del Giordano) e Saleca (o Salca). (Deut. 4:41-43; Gios. 9:10; 12:4, 5; 20:8, 9; I Cron. 6:64, 71) Nella regione di Argob soltanto c’erano sessanta città cinte da mura, e le rovine di antichi villaggi affiorano ancora ovunque. — Deut. 3:3-5.
La strada principale che attraversava la Transgiordania da N a S, chiamata “strada regia”, attraversava Basan passando dalla città di Asterot-Carnaim e questo fatto, insieme alla grande fertilità di Basan e alla sua vicinanza a Damasco, ne fece l’oggetto di conquiste militari. Azael re di Damasco conquistò Basan durante il regno di Ieu (909–881 a.E.V.), ma la regione evidentemente venne riconquistata durante il regno di Ioas (II Re 10:32, 33; 13:25) o per lo meno all’epoca di Geroboamo II (852–811 a.E.V.). (II Re 14:25) Tiglat-Pileser III re d’Assiria invase l’intera regione durante il regno di Peca (775–755 a.E.V.). — II Re 15:29; I Cron. 5:26.
Dopo l’esilio Basan cadde sotto la dominazione greca e più tardi divenne uno dei principali granai dell’impero romano. La regione fu divisa in quattro distretti che, a eccezione del distretto NE chiamato Traconitide, conservarono in parte i nomi originali della zona: il distretto di Gaulanitide a O traeva nome da Golan, Auranitide a S da Hauran, e quello centrale di Batanea da Basan. A parte un riferimento alla Traconitide (Luca 3:1), Basan non viene menzionata nelle Scritture Greche.
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Bastone, vergaAusiliario per capire la Bibbia
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Bastone, verga
I termini ebraici shèvet e mattèh sono quelli più spesso tradotti “bastone” e “verga”. Shèvet indica un bastone (a cui appoggiarsi) o un “bastone ricurvo” (come il bastone da pastore). (Lev. 27:32) Forse per il fatto che i capitribù portavano un bastone o scettro, shèvet viene tradotto “tribù” quando il contesto suggerisce tale significato. (Deut. 18:1; 29:18) Anche l’asta della lancia o di armi simili era indicata dai termini ebraici shèvet o ʽets. — II Sam. 18:14; 21:19.
Mattèh significa ramo, germoglio e anche verga o bastone. Nel senso di ramo è tradotto anche “tribù”, quando si riferisce alle tribù d’Israele. (Eso. 31:2) Un altro termine, maqqèl, è reso “bastone” e “verga”, e mishʽèneth più spesso bastone (nel senso di sostegno di qualche genere).
Il termine greco per verga è hràbdos, a volte tradotto bastone. Un altro termine, xỳlon, è reso bastone in alcune traduzioni. Letteralmente significa “legno” o qualcosa fatto di legno. Questo termine è tradotto “bastoni” nel senso di randelli in Matteo 26:47, 55 e in brani paralleli.
USI
Bastoni o verghe servivano come sostegno (Eso. 12:11; Zacc. 8:4; Ebr. 11:21), per difesa o protezione (II Sam. 23:21; Matt. 10:10), per punire i figli, gli schiavi o altri (Eso. 21:20; Prov. 10:13; 23:13, 14; Atti 16:22), per trebbiare (Isa. 28:27 [versetto in cui compaiono sia mattèh che shèvet, tradotti rispettivamente “verga” e “bastone”]; confronta Giudici 6:11; Rut 2:17), e nella raccolta delle olive. (Deut. 24:20; Isa. 24:13) Inoltre i pastori usavano il bastone ricurvo per guidare il gregge, dirigerlo e aiutarlo. Circa la scelta degli animali da offrire al santuario come decima, la Legge diceva: “In quanto a ogni decima parte della mandria e del gregge, tutto ciò che passa sotto il bastone ricurvo [quello che è affidato alla cura del pastore], il decimo capo deve divenire qualcosa di santo a Geova. Non deve esaminare se è buono o cattivo, né lo deve cambiare”. (Lev. 27:32, 33, NW) Pare che il pastore stesse in piedi alla porta dell’ovile mentre uscivano le pecore, con in
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